E' così facile sparare su Lotito: verrebbe voglia anche a me, e avrei l'articolo già bello e fatto.
E invece no: non mi va di sparare sul pianista. Perché la musica della Lazio finirebbe immediatamente.
Quanti anni sono che tutti ce l'abbiamo con Lotito? Quanti anni sono che si lanciano alternative? Quante proposte sono state fatte perché Lotito passasse la mano?
Chi ha risposto? Nessuno. Nessuno vuole mettersi sulle spalle un simile fardello.
Lotito risponde: anche se qualcuno ci fosse, io questa Lazio non la cederei. Me la terrei ben stretta.
Che ci guadagna, Lotito? Nulla, anzi una cosa grandissima: la fama di risanatore, di saggio amministratore di un enorme debito galleggiante. Perché i debiti pregressi li hanno perdonati al Napoli, alla Fiorentina e al Parma, ma alla Lazio no. Agli altri è stato concesso addirittura di cambiare nome alla società e di cancellare tutto.
La Lazio no. La Lazio ha patteggiato, e ora si ritrova sul groppone un debito annuale da saldare al fisco che si aggira intorno ai cinque milioni, e continuerà ad essere così per un altro ventennio.
Lotito sta pagando i debiti che furono di Cragnotti.I debiti della grandezza pregressa. Per tornare alla quale bisogna scontare i peccati a poco a poco.
Sono discorsi che ai tifosi non piacciono. Quelli come noi che difendono la correttezza di Lotito sono soltanto disfattisti.
Noi vogliamo crescere a poco a poco. Non ci piacciono altre avventure. Però se lo trovate, uno disposto a cacciare milioni a palate, portatelo qui e lo eleggeremo ottavo re di Roma al posto di Lotito.
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