venerdì 31 dicembre 2010

Il lama e lo struzzo -54- storie di animali

Il lama e lo struzzo sono due grandi animali, di specie diverse; il primo è della famiglia dei camelidi, il secondo invece un grande uccello non adatto al volo per la sua stessa mole.
Sono entrambi utili all'uomo, che del primo sfrutta la lana speciale, e del secondo, invece, la carne e le uova molto grandi.
Il lama vive specialmente nell'America del Sud, e qui si può incontrare anche con lo struzzo, che invece vive in tutti i continenti, Europa compresa.
Hanno caratteri opposti. Il lama è piuttosto franco nel comportamento, con una caratteristica davvero spiacevole: quando non gradisce la presenza di qualcuno, gli sputa in faccia senza fare tanti complimenti e senza chiedere scusa. Quanto allo struzzo, invece è un po' impacciato e timido nel comportamento. Se prova fastidio, se ne scappa via; e se poi ha paura, sembra avere l'abitudine di ficcare la testa nel terriccio e nella sabbia per non vedere il nemico. Tanto è vero che di un uomo che si nasconde per non affrontare situazioni spiacevoli si dice che abbia il comportamento dello struzzo.
I nostri due animali s'incontrano un giorno in un prato di montagna, nella Cordigliera delle Ande. Il lama si chiama Adelmo, lo struzzo Silverio. Il lama Adelmo disse a Silverio, che lo guardava con diffidenza: - Non aver paura, non ho nessuna voglia di sputarti addosso, a meno che tu non venga con intenzioni aggressive -
Lo struzzo Silverio rispose con molta umiltà: - Sai, io ho molto rispetto del mio prossimo, anzi ne provo un certo timore: dicono per paura, e invece è solo timidezza -
- Timidezza oggi, con un mondo così difficile? Non farai molta strada, amico, anche se hai gambe robuste e un becco niente male - ribatté il lama Adelmo.
-Tutta apparenza. A correre corro molto veloce, ma solo per scappare quando qualcuno mi mette paura. Quanto al becco, mi serve per scavare un buco per terra e ficcarci la testa dentro, per non vedere l'arroganza altrui -
- Bravo sciocco! - riprese il lama. - Così non fai altro che diventare un comodo bersaglio. Invece la natura ti ha dato due armi molto buone, becco e zampe, ma non non riesci proprio ad usarle -
Lo struzzo Silverio si sentiva davvero umiliato. Non sapeva assolutamente come difendersi dal prossimo. Il lama sputò per terra, come per disprezzo.
- Scusami, Silverio, se sono così brutale nel mio modo di fare. Vorrei insegnarti a vivere, visto che i tuoi genitori non ti hanno molto istruito sulle difficoltà della vita. Che diamine! Neanche tra voi, neanche giocando da giovane con i tuoi coetanei hai imparato a difenderti? -
Mentre il lama Adelmo stava facendo questo predicozzo allo struzzo Silverio, si sentì un galoppo improvviso e sul prato sbucò un grosso bufalo, che si dirigeva verso di loro con le sue corna minacciose.
Lo struzzo Silverio spiccò un salto, e si allontanò velocissimo per andarsi a nascondere dietro i primi alberi della foresta. Invece il lama Adelmo rimase lì impavido, e quando il bufalo si accostò minaccioso, lo centrò proprio negli occhi con uno sputo che accecò l'aggressore e lo immobilizzò per alcuni momenti, sufficienti a girarsi e ad allontanarsi senza problemi, mentre il bufalo restò a calpestare il terreno e a mugghiare infuriato senza poter far nulla, salvo dare delle cornate furibonde al tronco di un albero.

giovedì 30 dicembre 2010

Il Cagliari è la squadra più italiana - 244 tesserati stranieri

Dall'albo delle figurine Panini esce fuori una novità clamorosa. Su 520 giocatori impiegati nella serie A italiana, ben 244 sono stranieri, poco meno della metà che è 260.
Ciò significa che ci sono oltre 12 stranieri per squadra, contro neppure 14 italiani: esattamente 12,2 contro 13,8.
E soprattutto: c'è sempre meno posto per i giovanissimi dei nostri vivai.
La squadra più italiana è il Cagliari, con soli tre stranieri tesserati: Nenè, Nainggolan e
Sivakov. Al secondo posto la Sampdoria con 8 stranieri. Al terzo posto Juventus, Parma, Napoli e Bari con 9.
Settima, con 11 stranieri, il Bologna. Ottave, con 12 stranieri, Brescia, Chievo, Genoa e Palermo.
Al dodicesimo posto, con 13 stranieri, Lecce e Milan.
Quattordicesime, con 14 stranieri, Fiorentina e Udinese.
Sedicesime, con 15 stranieri, Cesena e Lazio.
Diciottesime, con 16 stranieri, Catania e Roma.
Ventesima, e questo lo sapevamo, è l'Inter con ben 22 stranieri tesserati su 26 (gli unici italiani sono i portieri Castellazzi e Orlandoni, e i difensori Materazzi e Santon).
Gli stranieri, in gran maggioranza, costano poco. E' chiaro che poi, se vuoi un ragazzino italiano, devi pagarlo a peso d'oro. Ma la norma di avere almeno quattro elementi del vivaio in squadra non esiste più? L'Inter sicuramente non la rispetta, e neanche il Catania (ha 12 argentini tesserati contro 10 italiani!) e la Roma ( soli dieci italiani tesserati: Cassetti, De Rossi, Brighi, Perrotta, Totti, Borriello, Castellini, Rosi, Greco e Okaka. Il vivaio dov'è? quel vivaio una volta famoso?)
Così si distrugge il calcio italiano. Del resto, nei vivai, ormai fioccano già gli stranieri: la sola Lazio ha Cavanda, Barreto e Kozak, per ricordare solo i primi che ci vengono in mente.

Fabio Santos è della Lazio - Il dilemma Kozak

Ha tagliato con la sua squadra brasiliana, il Gremio, e si accinge a raggiungere per la seconda volta quest'anno la Lazio a Formello: si tratta di Fabio Santos, terzino sinistro di 25 anni, belle qualità non soltanto strettamente difensive, avendo capacità di avanzare e cercare il lancio più opportuno per gli attaccanti.
Fabio Santos ha passaporto portoghese, per cui è perfettamente in regola per il campionato italiano. Poichè Garrido non riesce a superare i suoi problemi fisici, Lotito e Tare sono stati concordi nel richiamare a Roma il bravo difensore che già si stava inserendo negli schemi della Lazio.
Santo è giovane e promettente, un vero rinforzo. Si sta invece ancora decidendo che fare per Santa Cruz: se il giocatore verrà concesso in prestito dal Manchester City, ma con la partecipazione almeno parziale al premio d'ingaggio (circa 500 mila euro), Lotito lo accoglierà volentieri fino a giugno, quando scatterà il diritto eventuale di riscatto. Così il giocatore avrebbe tempo e modo di dimostrare il suo reale valore, disperdendo le perplessità di ordine fisico che lo accompagnano da un paio di stagioni:
Lotito, Tare e soprattutto Reja non vorrebbero, con l'acquisto a scatola chiusa di Santa Cruz, allontanare anche se soltanto in prestito un attaccante promettente e prorompente sul piano fisico come Libor Kozak, che ha dimostrato più volte di poter esssere utile alla Lazio già adesso, decidendo in pratica due volte la vittoria biancoceleste in campionato, a Firenze e contro l'Udinese, nei pochi minuti in cui è stato schierato in campo. Più prezioso di così! Privarsene per mandarlo "a farsi le ossa" a Crotone ci sembra una vera e propria bestialità. E' uno stipendio in più? Un piccolo stipendio in più? Ce ne sono altri, più grandi e meno necessari.

mercoledì 29 dicembre 2010

Tre squadre di Roma e del Lazio edizione2011

Da un anno all'altro, la geografia dei calciatori si modifica con una certa rapidità: squadre che retrocedono, squadre neopromosse, giocatori che vanno in pensione, giocatori che esordiscono, compravendite varie.
L'anno scorso ci siamo lasciati con tre squadre di giocatori nati a Roma e nel Lazio:
quest'anno riusciamo ugualmente a formare tre squadre, ma con parecchie novità.

ROMANI DE ROMA SQUADRA A
Curci (Sampdoria)
De Silvestri (Fiorentina) Bonucci (Juventus) Nesta (Milan) Grosso (Juventus)
Aquilani (Juventus) Conti (Cagliari) De Rossi (Roma)
Pepe (Juventus) Totti (Roma) Di Vaio (Bologna)
n.b. Bonucci è di Viterbo, Conti è di Nettuno, Pepe di Albano. E notate pure i quattro juventini di casa nostra, che sono il doppio dei romanisti.

ROMANI DE ROMA SQUADRA B
Amelia (Milan)
Pisano (Parma)Terlizzi (Catania) Domizzi (Udinese) Bovo (Palermo)
Pinzi (Udinese) Palombo (Sampdoria) Candreva (Parma)
Greco (Roma) Corvia (Lecce) Di Michele (Lecce)
n.b. Amelia è di Frascati, Palombo è di Ferentino, Di Michele è di Guidonia. Notate pure i due romani di Parma e i due romani di Lecce, oltre a un terzo romanista (Greco).

ROMANI DE ROMA SQUADRA C
Rosati (Lecce)
Rosi (Roma) Moretti (Genoa) Portanova (Bologna) Faraoni (Inter)
D'Alessandro (Bari) Blasi (Napoli) Galloppa (Parma) Liverani (Palermo)
Cerci (Fiorentina) Di Mario (Lazio)
n.b. Rosati è di Tivoli, Blasi è di Civitavecchia, Cerci è di Velletri. Noterete il quarto romanista (Rosi), il terzo leccese (Rosati), il terzo parmense (Galloppa), il secondo bolognese (Portanova dopo Di Vaio), e l'unico laziale, il giovanissimo Di Mario che ha avuto da pochi mesi il contratto da professionista.
Le squadre con più romani sono : la Juventus con 4 e il Lecce pure con 4 (c'è anche il portiere di riserva Benassi di Alatri). Con 3 la Roma, il Parma e il Milan: Nesta, Amelia e il terzo portiere Roma.Con due romani: Bologna, Fiorentina, Palermo, Sampdoria e Udinese.
Roma e Lazio, con 6 milioni di abitanti, possono formare tre squadre intere; l'Italia, con 60 milioni, ne dovrebbe formare trenta (in realtà venti, se si considerano le riserve). Il fatto è che abbiamo fra i tesserati oltre 200 stranieri, che quindi potrebbero formare da soli dieci formazioni. Per i nostri vivai, lo spazio è ridotto a zero.

Il cigno e l'anatra - 53 - storie di animali

In un elegante e raffinato laghetto al centro di un grande parco, viveva una colonia di bianchissimi cigni, e non lontano da essa una colonia di anatre dalle penne coloratissime.
Le due colonie di volatili si guardavano un po' in cagnesco: i loro rapporti non erano mai stati troppo buoni, e c'erano vecchi rancori che sconsigliavano il loro incontro.
Però un giorno un cigno, di nome Onorio, rimasto staccato dal suo gruppo, incontrò un'anatra che si era spinta un po' troppo in avanti, invadendo il territorio riservato ai cigni. Quest'anatra avventurosa si chiamava Valeria.
- Cosa fai, anatrella, tutta sola da queste parti? Non sai che è una zona proibita, per te ?-
- Il mio nome è Valeria - si presentò l'anatra - e penso che il laghetto sia per tutti noi, senza divisioni o angoli riservati -
- Io mi chiamo Onorio - rispose il cigno - e ti dovrebbe bastare il colore delle mie penne per capire che noi cigni...-
- Voi cigni? Siamo ancora alla stupida storia del brutto anatroccolo? Uno di voi visse nel nostro gruppetto quando era piccolo, e noi lo disprezzavamo per l'insulso colore delle sue penne. Vuoi mettere questi splendidi colori, verdi, azzurri e con riflessi dorati che abbiamo noi anatre? -
- Ma allora Hans Christian Andersen ha preso un abbaglio, quando quel brutto anatroccolo crebbe e diventò uno splendido cigno dal collo flessuoso e le penne più bianche della neve? -
- Sai come sono stupidi, a volte, questi scrittori e questi poeti...Per me un bel colore è molto più bello di un piumaggio tutto bianco. E' come paragonare un bel quadro a una tela senza colori -
- Perché allora i musicisti e i danzatori celebrano tanto i cigni, fino a creare il capolavoro immortale di Cjaikovski, "Il lago dei cigni"? Tutti lo conoscono, tutti si commuovono al canto meraviglioso del cigno che muore. Non si commuovono certo alla morte di un'anatra e al suo gracchiare! -
- Tutto perché noi anatre abbiamo una carne molto gustosa, mentre quella di voi cigni è quasi immangiabile. Buon per voi che nessuno vi dia la caccia -
- Il nostro è tutto un altro destino, certamente più nobile del vostro. Per questo scrittori e poeti parlano bene di noi cigni -
- Ma tu ci hai mai visto quando noi anatre emigriamo? E' uno spettacolo meraviglioso. Tutte in fila, una dietro l'altra, seguiamo il nostro capoguida che ci porta dai paesi freddi ai paesi caldi, attraversiamo i mari e perfino gli oceani. Gli scrittori e i poeti dovrebbero narrare le nostre prodezze, e non le vostre presunte bellezze! -
- Anatra Valeria, sei proprio arrogante e presuntuosa! Sei libera di pensare come vuoi, ma almeno allontanati, lascia stare la zona dei cigni, torna dalle tue anatrelle ! -
Infatti, il gruppo dei cigni stava arrivando compatto, e l'anatrella Valeria dovette fare
un rapido dietro-front verso la zona riservata al suo gruppo, scappando scompostamente, e mettendosi la sua bella coda colorata tra le zampe.




martedì 28 dicembre 2010

Da quando l'aquila vola...

L'aquila Olimpia ha cominciato la sua carriera laziale alla vigilia di Lazio-Milan.
Era il 22 settembre 2010, cominciava la stagione autunnale. Da allora la Lazio ha giocato all'Olimpico dieci partite. Ebbene, sette ne ha vinte e due ne ha pareggiate. La Lazio non ha vinto all'Olimpico una sola volta, quella contro la Roma: però l'aquila Olimpia non volò, motivi di ordine pubblico lo impedirono.
L'aquila Olimpia cominciò timidamente il suo volo contro il Milan, non riuscendo a completarlo. La sua intesa con l'istruttore Josè stava appena nascendo. Ma da allora in poi, per l'aquila solo vittorie, tranne un altro pareggio con il Catania.
1) Lazio-Milan 1-1, gol di Floccari
2) Lazio-Brescia 1-0, gol di Mauri
3) Lazio-Cagliari 2-1, gol di Floccari e Mauri
4) Lazio-Portogruaro 3-0, Coppa Italia, gol di Gonzalez, Kozak e Bresciano
5) Lazio-Napoli 2-0, gol di Zarate e Floccari
6) Lazio-Albinoleffe 3-0, gol di Garrido, Stendardo e Del Nero: era il 25 novembre, la 7 trasmise per Tv la partita e tutta Italia ammirò il volo dell'Aquila e se ne innamorò
7) Lazio-Catania 1-1, gol di Hernanes, il Catania fece barricate e ci strappò un altro punto dopo quello col Milan
8) Lazio-Inter 3-1, gol di Biava, Zarate e Hernanes
9) Lazio-Udinese 3-2, gol di Hernanes, Biava e Kozak che costrinse Zapata all'autogol
In totale, dunque, 7 vittorie e 2 pareggi, con 19 gol segnati e solo 6 subiti. Da quel giorno la Lazio è diventata la squadra italiana con il massimo di punti conquistati in casa.
Chi è il giocatore preferito dall'aquila Olimpia, quello che ha segnato il maggior numero di gol? Sono in due: Hernanes e Floccari con 3 reti ciascuno, seguono con 2 reti Mauri, Biava, Zarate e Kozak; con 1 rete Gonzalez, Bresciano, Garrido, Stendardo, Del Nero. Ben undici giocatori sono andati a segno sotto il volo dell'aquila.
L'aquila Olimpia tornerà a volare il giorno 9 gennaio, in Lazio-Lecce.


lunedì 27 dicembre 2010

Loviso e Siviglia rinforzi per il Frosinone

Il Frosinone è impegnato in una buona campagna di rafforzamento. Fiducia in Guido Carboni, che ha chiesto almeno due grossi rinforzi: un centrocampista centrale di buona caratura e un difensore centrale di sicuro affidamento.
E' praticamnente fatta per il ventiseienne Massimo Loviso del Torino, mentre per la difesa il più quotato è il laziale Sebastiano Siviglia, anni 31, uno che non molla mai.
Davide Careni, 26 anni, verrà invece ceduto alla Ternana.
Si stanno muovendo con efficacia il direttore sportivo Armando Ortoli e il consulente di mercato Enrico Graziani, in pieno accordo con l'allenatore Carboni. Il presidente Maurizio Stirpe coordina le trattative, che riguardano anche altri elementi.
Il Frosinone, per l'anticipo di venerdì 7 gennaio contro il Livorno, vuole scendere in campo rimesso a nuovo nel fisico e nel morale.
Un'altra grande forza di sostegno del Frosinone è "La Fabbrica dei Nuovi Talenti", rappresentata dal presidente della Banca Popolare del Frusinate Leonardo Zeppieri e da una folta schiera di validi sostenitori che sta cercando di portare a termine la titanica impresa di creare uno stadio nuovo, il Casaleno, in sostituzione dello storico, ma ormai inadeguato, Matusa. Il tempo darà ragione a questo formidabile progetto.
E allora il Frosinone potrà sognare di diventare davvero grande.

Per 300 mila euro va bene pure Santa Cruz

Dice: la Lazio ha preso Santa Cruz.
Va bene: per 300 mila euro, ben venga Santa Cruz.
Quattro soldi di speranza non si negano a nessuno.
Che vi aspettate: che diciamo bravo a Claudio Lotito?
Che acquisto sarebbe, questo Santa Cruz? Sono due anni che non gioca più a pallone.
Una volta era pure un giocatore discreto. Ora restano soltanto 192 centimetri di altezza.
Trecentomila euro da gennaio a giugno sono 50 mila euro al mese. Paghiamogli pure una bella vacanza a Roma: ti credo che ci viene volentieri.
Quanto al giocatore di calcio, è un altro discorso. Oggi vale meno di Kozak, i cui 192 centimetri sono tutti di buona salute.
Dice: ma può pure avvenire il miracolo, può pure succedere che Roque Santa Cruz torni piano piano ad essere un giocatore di pallone. Ma a noi non serve il piano piano, serve il subito subito. E questo è un miracolo che non può avvenire.
Come si può affermare che Edy Reja accolga volentieri Santa Cruz come possibile soluzione dei suoi piccoli problemi di attacco? Non gli è bastato il guaio di Garrido, arrivato dalla stessa Manchester? Ma che, per caso, Roberto Mancini si è voluto vendicare della bufala che ha preso con Kolarov spedendone in cambio due a Roma, appunto Garrido e Santa Cruz?
Detto senza peli sulla lingua. Vi avevamo avvisati. E se dovesse succedere invece un piccolo miracolo, bè, tutto sommato ne saremmo contenti anche noi. Vorrebbe dire che Formello è diventata una piccola Lourdes.

Il coniglio e la gallina - 52 - storie di animali

Tra il coniglio e la gallina c'è una sana competizione. Nelle loro stie, essi sono spesso vicini di casa, e dove ci sono galline trovi quasi sempre dei conigli, lì accanto. Abbiamo parlato di sana competizione, ma non è poi mica tanto sana, per loro: essendo tra i clienti preferiti sulla tavola dell'uomo, troppo spesso finiscono per rimetterci chi la pelle e chi le penne.
La gallina Carlotta stava becchettando in terra vicino vicino alla rete di fil di ferro oltre la quale stava oziando il coniglio Orlando, stufo di mangiucchiare insalata e carote. Nella rete c'era anche un varco, e siccome i pasti potevano benissimo essere scambiati, non di rado Carlotta e Orlando finivano per incontrarsi, come quel giorno.
- Ciao, Carlotta - disse il coniglio agitando festosamente le orecchie e la coda. - Ti vedo in gran forma! Hai delle belle penne lucenti e variopinte -
- Neanche tu te la passi male - ribatté prontamente Carlotta. - Hai un bel pelo liscio e morbido. La padrona ti fa fare buoni pasti -
- Il pasto è quasi lo stesso del tuo: tu hai più chicchi di granturco, io più foglie d'insalata, ma finisce spesso che ce li scambiamo. E' che la nostra padrona è solerte e generosa, tiene pulite le nostre gabbie e ci dà belle ciotole di acqua fresca. Però da voi galline viene più spesso -
- Lo credo bene! Da noi ha una doppia visita, quella del pasto e delle pulizie, ma poi anche quella delle uova. E come è felice quando si porta via un bel cesto pieno di uova tiepide! -
- Già - e il coniglio Orlando rimase un po' pensieroso. - La padrona non vorrei vederla troppo spesso, perché quasi ogni volta che viene si porta via uno di noi per prepararsi il pranzo, e non è una bella cosa. Per fortuna noi ci riproduciamo in fretta, e così non si corre il pericolo di rimanere in pochi e di rischiare troppo la vita -
Ma neanche la gallina Carlotta era troppo allegra per questo. - Quanto hai ragione! Anche noi alleviamo i nostri pulcini, diventano pollastrelle e polli, poi viene lei, la nostra cara padrona, e sceglie accuratamente la vittima più grassa e in salute. Non le bastano le uova che le offriamo tutti i giorni, ma vuole sempre tirare il collo a qualcuna di noi. Se riusciamo a vivere a lungo, è perché c'è il detto che gallina vecchia fa buon brodo! -
Orlando scosse di nuovo le lunghe orecchie. - E noi? Oltre alla nostra tenera carne bianca, i nostri padroni uomini ricercano anche le nostre belle pelli. "Lapin", le chiamano alla francese, ma è una parola che a noi conigli mette una grande paura -
- E' vero! Ho visto un giorno in una vetrina una bellissima pelliccia di lapin! Io sarei orgogliosa di fare una così stupenda figura ! -
- Sei proprio sadica, comare Carlotta. Altro che lapin! Quella è la fine di noi conigli, a decine per volta. La strage degli innocenti! -
- Ssss...- fece la gallina Carlotta all'improvviso - Eccola lì, la nostra padrona: non facciamoci sentire mentre facciamo questo tipo di discorsi, perché se ne avrebbe a male e potrebbe trattarci con le brusche -
La padrona arrivò, portò acqua e cibo fresco sia alle galline che ai conigli, e sorrise. Erano proprio bravi, quegli animali: la facevano arricchire, e non si lamentavano mai...

domenica 26 dicembre 2010

Sissoko? No: Kaboré - forte c.c. francese di 22 anni

A Reja piacerebbe tanto avere lo juventino Sissoko come rinforzo a centrocampo, ma sa che non potrà averlo, sia perché costa troppo - sui dieci milioni - sia perché la società bianconera sembra intenzionata a tenerselo.
Però a Formello non dormono, e si stanno prendendo le contromisure. Igli Tare, infatti, è in contatto con l'agente Charles Santana per un altro centrocampista, francese di passaporto e originario del Burkina Faso, ventidue anni, un fisico integro, militante attualmente nell'Olympique di Marsiglia e pronto a spiccare il volo, già da gennaio, verso una squadra come la Lazio che sta scalando i vertici delle classifiche europee.
Si chiama Charles Kaboré, ha caratteristiche tecniche molto simili a quelle di Sissoko, gioca come centrocampista centrale, ma se la sbriga molto bene anche sulla destra, e sarebbe sia un ottimo sostituto del duo Ledesma-Matuzalem sia, anche, un uomo da avvicendare al grande, ma anziano Cristian Brocchi, e suo erede in prospettiva, dato che Reja non ama molto pensare a Tata Gonzalez, secondo lui troppo indisciplinato tatticamente e con un caratteraccio da prendere con le molle.
Kaboré può diventare laziale anche subito, a gennaio, ma se si vuol aspettare giugno non c'è problema.La Lazio ha già contattato il giocatore.Il costo è sui 5 milioni di euro e le pretese d'ingaggio non distano molto dal milione. Insomma, si può fare. Alla sua giovane età, Kaboré ha già rivestito 15 volte la maglia della nazione del Burkina Faso, segnando anche un gol.
La Lazio sembra cercare, per gennaio, più una punta (magari Santa Cruz) o forse un terzino sinistro (magari l'interista Santon), ma non è detto che il mercato si riapra per quei due settori: infatti Rocchi resta senz'altro, e potrebbe anche restare quel Kozak che tecnicamente non vale Santa Cruz, ma fisicamente è di gran lunga più affidabile (perché dobbiamo andare a cercare altri affari dubbi come quello di Garrido?)
Quanto al terzino sinistro, Radu dovrebbe essere già a posto per la ripresa del 6 gennaio, e se eventualmente non lo fosse c'è un Diakité che a sinistra se la cava meglio di Cavanda e dà più affidamento fisico, giustappunto, di Garrido: per cui, se Moratti ci dà Santon almeno in comproprietà va bene, se no stiamo bene anche così. La Lazio ha già gli elementi sufficienti per concludere alla grande un campionato che ci vede almeno candidati ad un posto in Champions League. Ma debbono essere tutti elementi che sul piano dell'efficienza fisica non lascino alcun dubbio, come i vari Sissoko, Santa Cruz e Santon, che guarda caso cominciano tutti per S come scocciato.

sabato 25 dicembre 2010

La giraffa e lo scimpanzè - 51 - storie di animali

Le foreste del centro Africa sono straordinariamente ricche di una fauna dai mille aspetti. Tra le creature animali più divertenti e simpatiche ci sono indubbiamente la giraffa e lo scimpanzè: lo prova il fatto che questi due animali erano tra i più visitati e ammirati quando in Europa e in altre parti progredite del mondo erano in voga i giardini zoologici, oggi per fortuna sostituiti da tanti grandi parchi naturali, dove la fauna può vivere libera a suo piacimento.
Una bella giraffa dal collo lunghissimo e il pelo maculato, di nome Ernesta, trotterellando ai bordi della foresta tropicale, un giorno incontrò uno scimpanzè, simpatico e giocherellone, di nome Callisto, che si stava dondolando su un ramo basso di un albero.
Quando Callisto vide il lungo collo della giraffa Ernesta, scoppiò in una grossa risata. - Accostati, amica! Voglio vedere quanto sei alta e fino a che punto arrivi col tuo collo. Fenomenale! -
Infatti, Ernesta arrivava e superava il ramo sul quale stava giocando lo scimpanzè
Callisto.
- Il buon Dio mi ha dato questo lungo collo perché possa arrivare fino al fogliame degli alberi, perché l'erba bassa è un po' scomoda per me e per la mia digestione -
- Che meraviglia! E' un gran bel collo robusto e molto mobile: mi verrebbe una gran voglia di arrampicarmi fin lassù alle tue piccole corna-
- Non ci provare! - gridò Ernesta inorridita. Con gli unghioni delle tue quattro zampe
mi faresti solo del male! -
- Ma, Ernesta: sto scherzando, lo sai bene! Ho tanti di quegli alberi su cui arrampicarmi e dondolarmi : dovresti saperlo -
-Sì, lo so, la tua indole è buona, tu diventi perfino un amico dell'uomo e ti lasci ammaestrare. Io no! Io appena vedo l'uomo fuggo, perché penso che mi voglia catturare per portarmi in una grande gabbia in qualche zoo lontano. Sarebbe davvero
terribile! -
- Io ho due o tre cugini nello zoo della grande città non lontana da qui, e dicono di starci molto bene. Mangiano cibi di prima qualità e si divertono a giocare coi bambini, che li amano molto! -
-Per carità, Callisto: per noi giraffe sarebbe davvero la fine. Io amo galoppare e galoppare all'infinito, mi servono grandi spazi: in uno zoo morirei -
Fu un presagio? Di lì a poco, un safari formato da numerose macchine fuoristrada passò proprio in quella zona. La giraffa Ernesta, che stava all'erta, riuscì a fuggire a gran velocità, vanamente inseguita dai colpi dei cacciatori che la sfiorarono soltanto. Invece Callisto fu sorpreso mentre ancora si stava dondolando su quell'albero: una grande rete riuscì a catturarlo senza fargli del male.
Ma lo scimpanzè non ne provò nessun dispiacere: fra non molto avrebbe raggiunto
i suoi cugini nello zoo della città non lontana, ed era convinto che non si sarebbe trovato per niente male.

venerdì 24 dicembre 2010

Con Hernanes la Lazio può finire terza

Anche se è presto, possiamo cominciare a fare dei conti. E allora abbiamo scoperto che, con il solo innesto di Hernanes nel telaio della formazione dell'anno scorso, la Lazio di Edy Reja quest'anno può benissimo finire terza e conquistare a pieno titolo la Champions League.
L'esito finale dello scorso campionato è stato il seguente: 1. Inter punti 82, 2. Roma 80, 3. Milan 70, 4. Sampdoria 67.
Quest'anno, come appare evidente, i valori si sono decisamente livellati in basso, per cui si può presumere che i punteggi finali potrebbero essere inferiori. Per esempio, il terzo posto potrebbe essere raggiunto con un punteggio inferiore ai 70 che l'anno scorso sono bastati al Milan.
Tuttavia la Lazio, in base al suo cammino di quest'anno, potrebbe finire terza con un punteggio che noi oggi ci azzardiamo a precisare sui 72 punti: 33 ne ha alla 17.ma giornata, con una media di 1,90 a partita; calcolando un ritmo totale lievemente più basso, di 1,77 per ognuna delle 38 partite, alla Lazio basterebbero altri 39 punti da ottenere nelle restanti 21 partite.
Non ci sembra una media astronomica. E' sufficiente mantenere questo ruolino di marcia, anzi abbassandolo anche un po'. Con un Hernanes in formazione, e si premume anche più fresco di quello attuale dopo i quasi venti giorni di riposo natalizio, non ci sembrano cifre eccessive.
Infatti, la Lazio di quest'anno si differenzia da quella dell'anno scorso per un solo giocatore: Anderson Hernanes. Anzi, l'anno scorso c'era anche un Kolarov in più, quest'anno sostituito finora da un Radu meno spettacolare, ma certamente più efficace in fase difensiva.
Gli altri titolari sono gli stessi: Muslera; Lichtsteiner, Biava, Dias, Radu (Diakité);
Brocchi, Ledesma (Matuzalem), Mauri, Hernanes; Floccari, Zarate (Rocchi).
La Lazio dell'anno scorso era la stessa, in pratica: Muslera; Lichtsteiner, Biava (Diakité), Dias (Stendardo), Kolarov; Brocchi, Ledesma (Baronio), Mauri; Matuzalem (Foggia); Floccari (Cruz), Zarate (Rocchi). Segnarono 8 gol Floccari, 6 Rocchi, 4 Cruz, 3 Mauri, 3 Zarate, 3 Kolarov.
Quest'anno i nostri cannonieri potrebbero essere Floccari e Hernanes con 12 gol, Zarate 9, Mauri 6, Kozak 4, Rocchi 4. Aumentato notevolmente il potenziale-tiro, mentre anche la difesa si è rafforzata. L'anno scorso subì 43 gol, quest'anno probabilmente si fermerà a 35 o anche meno (ora è a 16).
Belle cifre, belle promesse. I nostri ragazzi ci devono mettere tutto il loro cuore, ma sicuramente potranno realizzarle. E a settembre, in Champions League!


giovedì 23 dicembre 2010

Il cervo e la capretta - 50 - storie di animali

Alle prode dell'alta montagna, la capretta Lisotta si era allontanata dal suo piccolo gregge, e, brucando brucando, era giunta in una zona solitaria ai confini del bosco. Alla capretta piaceva molto isolarsi un po', ma stavolta aveva forse esagerato. Infatti, nel voltarsi per tornare indietro, s'incontrò nientemeno che con un cervo dalle grandi, magnifiche corna, di nome Pompeo.
La capretta Lisotta rimase col fiato sospeso, ammirata.
- Che meraviglia, o grande cervo. Le tue corna sono veramente splendide, sembrano i rami di un albero. Io invece non posso che vergognarmi delle mie, appena accennate, sicché mi sembra di confondermi con quella mia povera parente che è la pecora. Qual è il segreto del vostro dono straordinario? -
Il cervo Pompeo, che si era sempre compiaciuto delle sue grandi corna, finse di essere umile e rispose: - Niente di straordinario. Ti dirò che qualche volta questa mia espansione verso l'alto mi dà anche un po' di fastidio. Comunque, sì, le mie corna sono le più grandi e le più belle del mio gruppo -
La capretta Lisotta non sapeva più come elogiare il cervo Pompeo, e disse, un po' imbarazzata: - Certamente avrai scelto come compagna la cerva più bella, che però ha soltanto delle piccole corna come le mie...-
La capretta avrebbe voluto ricevere dal cervo Pompeo almeno un piccolo complimento, ma il cervo sembrava piuttosto infastidito dall'insistente vociare di quella insignificante creatura, fra l'altro anche un po' maleodorante.
- I nostri pascoli, quassù...-disse con un certo nervosismo - sono molto più poveri dei vostri, che sono abbondanti di erbe e di teneri cespugli. Perché mai ti sei voluta spingere così in alto? Può essere pericoloso, per te ! -
- Io non ho paura di nulla - ribatté la capretta con una punta di orgoglio. - So arrampicarmi benissimo anche nei punti più scoscesi e far fronte a qualunque pericolo, anche se non ho un'arma potente come le tue corna -
Lisotta sembrava davvero orgogliosa della sua audacia, ed anche di aver saputo far fronte con le sue parole al grande cervo Pompeo. Lo avrebbe raccontato con molta soddisfazione alle sue amiche del gruppo, che ne sarebbero state certamente invidiose.
Mentre i due animali erano intenti ai loro discorsi, due cacciatori di frodo, che si erano spinti anch'essi molto in alto, avevano avvistato da lontano quel magnifico cervo, e
decisero di non lasciarselo sfuggire. Mirarono con grande cura, e spararono. Un colpo mancò per pochissimo il cervo, che fece appena in tempo a gettarsi nella foresta. Anche la capretta, terrorizzata, lo seguì. Ma mentre Lisotta, con la sua snella figura, riuscì ad allontanarsi con grande disinvoltura, il cervo Pompeo rimase impigliato con le sue magnifiche corna ai bassi rami di un albero.
I cacciatori, perciò, stavolta non mancarono il colpo. E così le belle corna di Pompeo
si trasformarono in un ammirato trofeo di caccia nel loro salone di città.


mercoledì 22 dicembre 2010

Almeida-Samaras-Klose...Kozak? La Lazio sfoglia la margherita

Chi sarà la punta numero due della Lazio, a gennaio? Quel famoso centravanti dalle seguenti caratteristiche: 1,92 di altezza, 82 di peso, in grado di garantire 10 gol.
Quattro i candidati. 1) Hugo Almeida - 2) Georgios Samaras - 3 ) Miroslav Klose - 4) Libor Kozak
Il candidato 1, Almeyda, portoghese, 26 anni, viene dal Werder Brema, segna in media 6 gol all'anno, non è titolare fisso, costa sui 6 milioni, ne pretende 2 d'ingaggio, preferirebbe andarsene al Besiktas in Turchia. La Lazio l'ha già trattato in passato, ma non è riuscita a portarlo a Roma.
Il candidato 2, Samaras, greco, 25 anni,viene dal Celtic Glasgow, segna in media 7 gol, costa sui 5 milioni e pretende anche lui 2 milioni di contratto o poco meno: la Lazio sembrava averlo sottomano, ma le ultime notizie lo danno al West Bromwich di Di Matteo.
Il candidato 3, Klose, tedesco, 32 anni, milita nel Bayern Monaco, segnava 10 gol all'anno, appare in declino fisico, due gravi incidenti negli ultimi 4 mesi, costa 6 milioni, ne vuole non meno di due d'ingaggio: poche le probabilità che finisca alla Lazio, e ci creerebbe problemi invece di risolverli.
Il candidato 4, Kozak, repubblica di Cechia, è alla Lazio, per lo più nelle giovanili, ha 21 anni, segna sui 10 gol nelle giovanili e 5 mediamente tra i grandi nelle sue sporadiche apparizioni tra Coppa Italia e prima squadra. Guadagna 100 mila euro e potrebbe costare un milione d'ingaggio in caso di promozione.
Bilancia probabilità: Almeida 10 per cento, Samaras 20 per cento, Klose 10 per cent0, Kozak 40 per cento. Un 20 per cento è da spendere su altri nomi.
A freddo: pensiamo che se Kozak fosse usato con un po' più di frequenza, potrebbe segnare anche 7 gol. Potrebbero bastare. Gli altri difficilmente ci arriverebbero, nella restante metà campionato.
Kozak: un affare in tutti i sensi. Basta avere un po' di coraggio.

I più sentiti auguri di Qui Lazio

Qui Lazio rivolge a tutti gli amici i più festosi auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo. In particolare a:
Massimo Umbertini, sindaco di Cave (Roma)
on. Federico Iadicicco, consigliere provinciale di Roma, signora Ilenia e bambini
on. Ettore Lucarelli, consigliere provinciale di Roma
Natale Coccia, presidente della Banca Credito Cooperativo di Palestrina (Roma)
gli amici del gruppo di Cave: Franco Pasquazi, Sergio Speranza, Marco Lucci, Nazzareno Ghiandoni, Gianni Meoli, Mario Moroni, tutti gli altri, e loro gentili consorti
prof. Bruno Renzi, la moglie Clara e la figlia Lia, di Cave
ins. Italo Foschi, la moglie Alfredina, figlie e nipoti di Cave
Fausto Rotondi, di Cave
signor Antonino Mattei di Cave
dr. Luciano Schiava di Cave
dr. Sandro Fiaschetti di Cave
dr. Stefano Tardio di Palestrina
signor Paolo Renzi, direttore del Day Hospital di Valmontone (Roma)
signor Daniele Buscioni, direttore del sito "Roma Roma Roma"
dr. Daniele Barberini, direttore del sito "La Mia Lazio"
lo scrittore Antonio Iadicicco, la moglie Adele e le figlie Angela e Serena, di Roma
la signora Carla Scoglio Iadicicco e i figli Pierdomenico (e consorte) e Jacopo di Roma
il signor Carmelo Faraghini, la consorte Maria Vittoria Iadicicco, i figli Gabriele e Paola e nipoti di Roma
la signora Amalia Iadicicco di Roma
il dr. Luciano Iadicicco, la consorte Clara, i figli Andrea e Luca di Roma
il signor Domenico Jadicicco, la moglie Giustina e il figlio Paolo di Palestrina (Roma)
la signora Lucia Iadicicco, il marito Angelo Severini e i due figli, di Cave (Roma)
i cognati Angelantonio Dantimi, Luigi Dantimi, Alba Sbardella e le nipoti Teresa, Domenica e Valentina Dantimi di Rocca di Cave (Roma)
l'avvocato Bruno Iannarilli di Frosinone
l'avvocato Bruno Volpari di Alatri (Frosinone)
il dr. Ennio Parisella di Carpineto Romano (Roma)
il prof.dr. Angelo Mosetti di Roma
la dr.ssa Albarosa Necci di Roma
le famiglie Sabbioni e Puliti di Palestrina (Roma) e in particolare Claudio Sabbioni, presidente del Circolo Biancazzurro di Palestrina (Roma)
il signor Silvestro Jadicicco, la moglie Maria Teresa e i figli, di Piglio (Frosinone)
il giornalista Giorgio Alessandro Pacetti di Piglio (Frosinone)
lo scrittore Patrizio Pilozzi e consorte, di Acuto (Frosinone) con la figlia dr. Silvia
il sindaco di Acuto (Frosinone) signor Augusto Agostini
le signore Maria Luigia Pompili Tassa e figlie, la signora Pina Pompili Giarrusso e figli,
la signora Maria Pia Pompili di Acuto (Frosinone)
il prof. Leonardo, e i dr. Rondoni, Nesci e Presta del reparto urologia dell'Ospedale di Colleferro (Roma)
la caposala Maria Di Bartolomeo dell'Ospedale di Colleferro (Roma)
il dr. Famiano Meneschincheri dell'Ospedale San Filippo Neri di Roma
i professori Marco Salvatori, Roberto Di Gessa, Paola Raschi, Nicola Sebastianelli, Maria Teresa Favaro, Anna D'Andrea, Maria Donnarumma e tutti gli ex colleghi del "Luzzatti" di Palestrina (Roma)
lo scrittore Peppino Tomassi di Palestrina (Roma)
lo scrittore Luigi Bandiera di Palestrina (Roma)
lo scrittore Lino Cascioli delle Edizioni Pegaso di Roma
i giornalisti TV Aldo Biscardi e Franco Melli
e tutti gli altri infiniti amici sparsi...nel mondo






martedì 21 dicembre 2010

La scomparsa di don Giacinto Marianecci

E' venuto a mancare a Cave, all'età di 88 anni, monsignor Giacinto Marianecci, già vicario del Vescovo di Palestrina S.E. monsignor Domenico Sigalini.
Don Giacinto, nativo di Cave, è stata una figura molto popolare, sia per la sua elevata cultura classica, sia per le sue grandi doti di umanità e di partecipazione alla vita culturale e sociale dell'intera diocesi suburbicaria di Palestrina. Tra gli altri incarichi, aveva ricoperto quello di direttore delle Opere Missionarie diocesane.

Il piccione e la rondine - 49 - storie di animali

Era quasi la fine dell'inverno. Le giornate cominciavano pian piano ad allungarsi, e il freddo era già meno pungente. Dalle regioni lontane dell'Est un piccione viaggiatore faceva rotta verso l'Europa, a lunghe tappe. Sulla sua zampa destra, in un microscopico involucro di cuoio ben protetto, portava un messaggio importante, da depositare sul tetto di una chiesa in una piccola città che lui conosceva, ma doveva mantenere segreta.
Erano tempi di guerra, di distruzione, di morte. Doveva stare attento alle armi distruttive degli uomini.
Il piccione, che si chiamava Erminio, viaggiava sempre solo, evitando ogni compagnia.
Aveva paura che il suo messaggio venisse scoperto, e stava anche alla larga da tutti i centri abitati.
Una mattina, però, mentre stava per riprendere il volo dopo la pausa notturna, si vide accanto, sui rami di un grosso castagno, una rondine allegra e chiacchierina, Elettra, che era anch'essa impegnata in un lungo viaggio.
- Dove stai andando, amico piccione? - chiese con fare spensierato la rondine, che non aveva paura della guerra.
Il piccione Erminio non voleva rispondere: meno parlava meglio era, per lui. Quel segreto gli pesava terribilmente, e cercava di nascondere la cinghietta di cuoio sulla sua zampa destra, arruffando le piume. Disse appena: - Buongiorno. Sono di partenza. Mi chiamo Erminio. Addio -
- Fermati ancora un momento, Erminio! Ho tanto bisogno di fare quattro chiacchiere. Le amiche del mio stormo mi hanno mandato in avanscoperta due giorni fa, e da allora non ho scambiato parola con nessuno. Sai, veniamo dall'Est, dalle regioni del freddo, e veniamo ad annunciare la primavera ormai vicina; speriamo che arrivi anche la pace -
- Anch'io vengo dall'Est, ma viaggio da solo, non ho nessun amico con cui parlare: anzi, a dirla franca, non devo parlare con nessuno! -
- E perché mai? Sei forse un piccione viaggiatore, di quelli che portano messaggi segreti? Vieni da una zona di guerra? Forse sei implicato nello spionaggio? Dimmi, dimmi, è molto interessante...-
- Sì, la mia è una missione di spionaggio e di guerra. Lo dico a te perché sei più lenta nel tuo volo e ti lascerò indietro. Non potrai disturbare in nessun modo la mia missione -
- La tua missione? - replicò Elettra piena di curiosità. - Ma sappi che siamo in missione anche noi rondini, portiamo un messaggio di amore e di speranza ai paesi che si svegliano alla primavera e cercano la pace: annunciamo il tempo bello e la stagione dei fiori e del risveglio. Io, poi, sono stata mandata avanti per vedere se non ci sono troppi nuvoloni, troppo freddo e troppe bombe, nell'ultimo tratto del nostro viaggio. Perciò, mentre tu andrai avanti nel tuo compito, io fra poco dovrò tornare indietro. Dimmi dunque qualcosa del tuo segreto -
- Posso dirti soltanto che la pace non è ancora vicina. Ci sarà ancora del tempo da aspettare. Però...sì, un segnale di promessa lo porto anch'io. Ma ora basta. Non farmi dire di più. Ciao, Elettra, e buona primavera! -
- Ciao, ciao, Erminio. Dunque, anche tu porti un po' di speranza? Spero di rivederti presto, quando sarà davvero tornata la stagione bella, e forse anche la pace per tanta povera gente che soffre. A noi uccelli tocca il compito di portare belle notizie e tempo bello, e di questo dobbiamo essere felici -
Il piccione Erminio fece cenno di sì con la testa. Nascosto nella sua zampetta, sentiva proprio di portare un messaggio di pace dopo tanti anni di sofferenza e di morte.


Lazio e Napoli addosso al Milan

La felicità di Lazio e Napoli vale tre punti. Importantissimi per la classifica.
Il Milan, cedendo in casa con la Roma, (0-1, Borriello), ha tagliato metà della sua rendita, e non è sicuro che sarà campione d'inverno.Può esserlo anche la Lazio di Reja (3-2 all'Udinese: Hernanes, Biava, autogol Zapata; Sanchez, Denis), così come può esserlo il Napoli (1-0 al Lecce, Cavani), anche se dovrà incontrare Inter e Juventus.
La Juventus ha lasciato duew punti di platino a Chievo (1-1, Quagliarella e Pellissier).
Felicisima la Roma di Ranieri: ha interrotto il poredominio dei milanisti eridotto a sette punti il suo distacco: è già quinta.
Deluso invece il Palermo: saolo 1-1 a Bari (Ilicic e A. Masiello), e Zamparini parla già di ectoplasmi!
Risalirà molto l'Inter, c on due partite da recuperare (può arrivare a 29 come la Roma), e così pure la Sampdoria, che ha dovuto saltare il derby pèer la gran nevicata.
Bene il Catania (1-0 al Brescia, Maxi Lopez) che ha agguantato il Chievo e il Genoa a
quota 21.
Ancora in recupero il Bologna, ormai salvo socialmente nelle maniu di Zanetti e Morandi ( 0-0 a Parma), per ora a 20 punti come il Cagliari battuto a Cesena (1-0, Jimenez).
il Parma, col suo pareggio coi bolognesi, ha raggoiun to a quota 19 la Fiorentina, che non ha potuto giocare con l'Inter.
Un abisso di quattro punti divide dal gruppo le pericolanti: però il Cesena, coi 3 punti sul Caglari,m ha raggiunto Brescia e Lecce (sconfitte a Catania e Napoli) a quota 15, mentre il Bari è staccatissimo a 11 malgrado il promettente pareggio coi rosanero.

CLASSIFICA
Milan 36
Lazio e Napoli 33
Juventus 31
Roma 29
Palermo 27
Inter ** , Sampdoria * e Udinese 23
Genoa*, Chievo e Catania 21
Cagliari e Bologna * 20
Fiorentina * e Parma 19
Cesena *, Brescia e Lecce 15
Bari 11

CANNONIERI
10 reti Cavani e Di Natale
9 reti Di Vaio,Eto'o, Quagliarella e Ibrahimovic
8 reti Matri
7 reti Hamsik, Ilicic, Pastore, Borriello
6 reti Pellissier, Pato, Robinho, Crespo, Pazzini
5 reti Caracciolo, Gilardino, Krasic, Floccari, Hernanes, Pinilla
4 reti Barreto, Nenè, Bogdani, Moscardelli, Iaquinta, Zarate, Di Michele, Lavezzi, Cassano, Guberti





lunedì 20 dicembre 2010

Classifiche di rendimento per Fantacalcio 17. giornata

Portieri: Sorrentino Doni De Sanctis
Difensori: Santacroce Donati A.Masiello
Juan Biava Bonucci
Mexes Grava Capuano
Centrocampisti: Gomez Caserta C.Ledesma
De Rossi Matuzalem Alvarez
Gazzi P.Ledesma Della Rocca
Hernanes Ramirez Constant
Attaccanti: Menez Sanchez Giaccherini
Cavani Borriello Maxi Lopez
Quagliarella Pellissier Jimenez
Allenatori: Ranieri Mazzarri Ficcadenti
Il migliore: Cavani del Napoli, il solito trascinatore e trionfatore in extremis del Napoli
Il podio: secondi a pari merito i due attaccanti della Roma Borriello e Menez, protagonisti dell'exploit giallorosso sul terreno della capolista Milan
La formazione dela settimana: Sorrentino; Santacroce, Juan, Mexes; Gomez, De Rossi, Gazzi, Hernanes; Menez, Cavani, Quagliarella. Allenatore Ranieri
La Nazionale della settimana: Sorrentino; Donati, Biava, Grava; Caserta, De Rossi, Gazzi, Della Rocca; Giaccherini, Borriello, Quagliarella. Allenatore Ranieri.

Il pagellino di Lazio-Udinese

Muslera 5: sembra avere la testa altrove. Perché non gli rinnoviamo il contratto?
Lichtsteiner 6: la sua capocciona sarebbe preziosa per allontanare i palloni alti
Biava 6.5: una bella prestazione, impreziosita da un gran gol
Dias 6.5: difensore roccioso, ricorda l'antico Remondini
Diakité 6: jolly prezioso, di lui c'è un gran bisogno
Matuzalem 6.5: ha proprio la saggezza del gran vecchio
Ledesma 6.5: viene fuori alla grande, con la sua intelligenza
Mauri 6: lavora sodo, onnipresente, ma non sempre può essere preciso
Hernanes 7: che campione, ragazzi! Gol, traversa e spettacolo assicurato
Rocchi 6: esperto uomo-sponda e uomo-assist
Zarate 6: sempre fantasioso, ma meno concreto del solito
Kozak 6: un vero pericolo in area avversaria, e infatti Zapata ha perso la testa
Reja 6.5: ha indovinato tutto, ma c'è chi non lo comprende

domenica 19 dicembre 2010

Kozak ci regala tre punti d'oro - Lazio-Udinese 3-2

Gran bella partita, squadre scatenate all'attacco, tante occasioni perdute da una parte e dall'altra, ma alla fine la Lazio ha vinto con pieno merito.
Certo, le difese hanno fatto acqua, l'Udinese ha segnato due volte di testa con Sanchez e Denis, e sui gol di testa Muslera sembra soffrire molto.
Ma anche la difesa udinese ha mostrato crepe vistose contro un attacco laziale molto vivace: buona la regia di Rocchi che ha fatto da sponda in molte azioni, come quella in cui Hernanes, dopo appena due minuti, ha infilzato Handanovic. Hernanes, brillante in molte occasioni, ha colpito anche una clamorosa traversa a metà del primo tempo, con un tiro così vibrante che avrebbe ben meritato il 2-0 di tutta sicurezza.
Invece l'Udinese ha acciuffato il pareggio ad inizio di ripresa con il classico Sanchez, una vera spina nel fianco nella difesa biancoceleste.
Bellissimo, comunque, l'immediato 2-1 di Biava, con una stupenda girata su invito di testa di Dias.
Incontro giocato al freddo più gelido, e perfino con la necessità di accendere i fari per scarsa visibilità.
Nervosismo sul 2-2 (con Denis al 61', appena entrato al posto di Asamoah). Reja decide di far uscire Zarate, prendendosi i fischi del pubblico. ma entra il gigante Kozak, e sarà proprio lui a trovare la zampata giusta (deviazione di Zapata) per regalare alla squadra una preziosissima vittoria, che ci conferma al secondo posto.
Recupero interminabile: cinque minuti, tanto per farci soffrire ancora un po'. Reja ha trovato anche il modo di farsi espellere.
Ma tutto è bene quel che finisce bene, e ora godiamoci, per le due settimane di festa, questi tre punti d'oro, che non potevano mancare dopo il bellissimo volo dell'aquila Olimpia.

L'aquila Olimpia noi l'amiamo!

La LAV, lega anti vivisezione, si oppone ai voli dell'aquila Olimpia, autorizzati dall'assessore all'ambiente del Comune di Roma.
Quelli della LAV dicono che l'aquila biancazzurra viene vessata, ridicolizzata, resa infelice, ed ha presentato un ricorso per impedirne il volo.
Olimpia vessata? Olimpia ridicolizzata? Olimpia infelice? A noi risulta assolutamente il contrario: Olimpia è l'aquila più simpatica e più amata di tutto il mondo, centinaia e centinaia di bambini chiedono ai loro genitori di poter andare ad ammirarla allo Stadio Olimpico, lei è messaggera di pace, di sportività, di fratellanza e di amicizia.
Proponiamo a chi ne ha la capacità organizzativa di mettere in atto un vero e proprio referendum: sarà la volontà della maggioranza a decidere: "Volete che l'aquila Olimpia continui a volare, oppure volete la sospensione dei suoi voli?" - Perché il referendum passi, proponiamo anche una maggioranza di tre quarti dei voti, tanto siamo sicuri dell'amore degli sportivi per l'aquila biancoceleste.

Grazie, lupi: l'aquila è di nuovo lassù

Grazie, Roma, grazie, lupi: con il colpaccio giallorosso di Milano, l'aquila vola di nuovo lassù. Il Milan era reputato imbattibile, ma imbattibile non è: qualche problema tormenta di tanto in tanto anche lo squadrone di Allegri. Così, è bastato un gol dell'ex Borriello,anche se un po' casuale, a gettare in allarme i rossoneri e a creare il rilancio immediato delle seconde linee: Lazio, Juventus e Napoli, che oggi potrebbero ritrovarsi tutte a soli tre punti dal diavolo.
Il campionato italiano di serie A è veramente imprevedibile, quest'anno. Basta pensare alla Roma che sta rientrando, anche se è tuttora a sette punti, e all'Inter che, se mettesse a frutto le due partite da recuperare, sarebbe lei pure a soli sette punti, con la gloria e lo stimolo non indifferenti di campioni del mondo di società, titolo strameritato, grazie prima a Mourinho e ora anche a Rafa Benitez.
Quanto ai noi, eccoci qui ancora in piedi, belli gagliardi, malgrado qualche sciocchezza commessa ultimamente. Se si riesce a battere l'insidiosa Udinese, siamo di nuovo sul collo dei rossoneri. L'aquila Olimpia, anche se fa molto freddo, potrà volare nel cielo dell'Olimpico e darci la sua simbolica spinta a far bene.
Anche il Napoli, che affronte il Lecce al San Paolo,dovrebbe far bene, benché i salentini, domenica scorsa, si siano rilanciati contro il Chievo con una bella quaterna. La Juventus, invece, dovrà affrontare l'insidia del terreno dei clivensi, che in casa sono soliti farsi rispettare con i vari Pellissier e Moscardelli.
Ecco insomma una giornata calcistica di grande risalto, che noi laziali affronteremo in anticipo alle 12.30. Cinque minuti prima ci sarà il bel volo di Olimpia, divenuto ormai un grande numero di richiamo.

sabato 18 dicembre 2010

Inter campione del mondo per società: 3-0 al Mazembe

Grande Inter: è campione del mondo per società, battuta per 3-0 la squadra congolese del Mazembe con reti di Pandev, Eto'o e Biabiany.
Un grande risultato, che riporta uno spicchio di luce sul calcio italiano, anche se di giocatori nostrani l'Inter ne ha pochi o nessuno. Ma poco importa: la struttura societaria è nostra, il gioco è quello che domina nel calcio italiano.
Ne avevamo un grande bisogno, dopo tante sconfitte. Ora si respira un po' meglio, anche perché tre squadre italiane, Milan, Inter e Roma, sono nelle fasi finali della Champions e il Napoli è tuttora presente nell'Europa League.
Bella rivalsa anche per Rafa Benitez, anche se l'Inter è andata a disputare questi mondiali di società grazie alle affermazioni ottenute con Mourinho, che ha seguito l'incontro rivestendo una maglia nerazzurra. Un grande amore che lui non potrà mai scordare.
Ora l'Inter rientra, ritemprata, nel clima del nostro campionato, e la sua candidatura allo scudetto è sempre valida malgrado il grande distacco dai cugini rossoneri.

Crolla il Frosinone a Sassuolo: 5-3!

Di chi la colpa? Di tutta la difesa? Di tutta la squadra? Dell'allenatore? Brutte notizie da Sassuolo: il risultato che non ti aspetti, il crollo di una squadra che si è quasi sempre battuta con dignità, pur non riuscendo a staccarsi dalla zona pericolo.
Il Sassuolo doveva essere alla nostra portata, ma così non è stato. Non è bastata la risposta immediata di Stellone, che al 23' ci ha portato all'uno pari, perchè poi lo scatenato Martinetti, tra l'altro romano di Roma, ha fatto quel che gli pareva, mettendo a segno un'incredibile quaterna, che Noselli ha trasformato in cinquina.
Solo nel finale i canarini si sono scossi un po' e hanno salvato almeno la faccia dopo tanta grandinata. A segno Sansone al 75' e Santoruvo al 91', tanto per far capire che, se la testa fosse stata a posto, non sarebbe arrivata una sconfitta così clamorosa.
Beh, ora ci sono da trarre delle conclusioni. Siamo arrivati in piena zona retrocessione, quartultimi a quota 19, dietro a noi sono rimasti solo Piacenza e Portogruaro a 18 e Triestina a 17. C'è bisogno di una scossa, perché è arrivata l' ora di darsi una scrollata definitiva e cercare di riguadagnare la zona salvezza, magari già venerdì 7 gennaio, nell'anticipo contro il Livorno.
Ma ci vorrà un Frosinone quadrato e deciso come finora non è stato.

Crescenzi, Ceccarelli e Di Mario: tre laziali per Sacchi

Il selezionatore delle nazionali giovanili, Arrigo Sacchi, è stato ieri in visita a Formello, per prendere visione degli elementi di spicco della Primavera della Lazio. Il gran pelato nazionale ha segnato sul suo taccuino alcuni nomi, tre dei quali di sicuro rilievo: il centrale Luca Crescenzi, il centrocampista di sinistra Tommaso Ceccarelli, e il cannoniere Alessandro Di Mario.
E' finita l'epoca di magra delle giovanili biancocelesti, che con Bollini stanno riprendendo il volo. Si cominciano a vedere i primi frutti.
I secondi frutti verranno il prossimo luglio, quando Reja prenderà nota di queste maturazioni e convocherà questi elementi per il ritiro della prima squadra, momento assai formativo per la nascita di nuove individualità da inserire nel quadro dei titolari.
Con un risparmio sicuro di dieci/quindici milioni.
Sono insomma pronti, finalmente, gli eredi di covate famose come Giordano-Manfredonia, D'Amico e Oddi, Nesta, Di Canio, Di Vaio e via dicendo. Edy Reja si pone candidato al Seminatore d'oro, con la crescita dei Muslera, Cavanda, Kozak, Diakité, Radu e Lichtsteiner, nomi già affermati nel firmamento nazionale e in qualche caso anche internazionale, come Maurito Zarate, finalmente preso in considerazione per la Nazionale argentina.

Il coccodrillo e l'ippopotamo - 48 - storie di animali

Questa storiella è un po' pesante, perché ci presenta a colloquio due animali veramente robusti e con mandibole bene affilate, tali da mettere paura ai normali utenti di una favola.
Ma se andiamo a guardarli più da vicino, mentre il coccodrillo tiene fede alla sua fama di cattivo, in quanto predatore di altri animali, ci accorgeremo invece che l'ippopotamo, malgrado la sua mole massiccia e la formidabile dentatura, è solo un erbivoro, e dunque potrà mettervi paura soltanto per qualche attacco frontale contro chi ha osato disturbare la sua quiete sulle prode di un fiume.
Siamo in Africa equatoriale. Un coccodrillo se ne sta tranquillo - facendo addirittura rima - sulle acque sicure alla riva di un grande fiume. Fa caldo. Il coccodrillo, di nome Egidio, tiene la bocca spalancata per respirare meglio.
Non lontano da lui c'è un altro enorme animale, l'ippopotamo Tancredi. Nel gran caldo, anche lui sta immerso nel fiume: del resto il suo nome, in greco, vuol dire appunto cavallo di fiume, anche se può benissimo vivere a terra, dove si nutre di erba come un vero cavallo.
L'ippopotamo Tancredi si accosta al coccodrillo Egidio non senza un po' di timore. Egidio ha una gran brutta fama, e con quelle fauci spalancate non promette niente di buono.
- Stai facendo la siesta? - chiede l'ippopotamo. - Voglio dire: hai già fatto il pranzo? -
Egidio fa un grosso sbadiglio, al termine del quale fa sbattere le due mascelle con un suono secco e sinistro. - Ho mangiato poco fa, un paio di trote e un bel serpentone di fiume. E tu? -
- Ho mordicchiato tre o quattro rami di un cespuglio di ginestra qui accanto, ma non ho un grande appetito, con questo caldo -
- Beh, tu comunque il tuo pasto lo trovi lì sempre a portata di mano, mentre io devo procurarmelo con lunghe pause di attesa. Il mio pasto è mobile e a volte anche troppo, sicché ogni tanto mi capita anche di fare digiuno -
- Dicono...dicono...- Tancredi non aveva il coraggio di terminare il suo pensiero - dicono che tu, quando non trovi altro, mangi anche piccoli coccodrilli. E' vero? -
- Porca miseria! Ma quanto è cattiva, la gente! Inventano strane storie, leggende metropolitane. Dicono che noi coccodrilli mangiamo perfino i nostri figli e poi magari
ci mettiamo a piangere. Lacrime di coccodrillo, appunto! Ma ti posso garantire che io
una cosa del genere non solo non l'ho mai fatta, ma non l'ho neanche vista fare -
- Hai ragione. Una vera cattiveria. L'uomo è capace di qualunque menzogna, o magari lo fa per paura, per tenere i propri figli lontano da un fiume dove vivono coccodrilli.
Del resto anche noi ippopotami godiamo di una cattiva reputazione, anche se mangiamo solo erba -
Il coccodrillo Egidio diede un gran colpo con la sua coda e si girò nervosamente, sbattendo le mascelle. L'ippopotamo Tancredi ebbe una gran paura, e si allontanò con una certa velocità, senza salutare.
- Sai che ti dico? - pensava tra sé. - Di un coccodrillo non bisogna mai fidarsi. E' una bestia così brutta, che è capace di qualsiasi infamia. E se gli uomini avessero ragione? -
Da quel giorno, l'ippopotamo Tancredi cercò di stare lontano dai coccodrilli.

venerdì 17 dicembre 2010

Roma-Lazio in notturna mercoledì 19 gennaio

Il prossimo derby di Coppa Italia, Roma-Lazio, si disputerà all'Olimpico in notturna, alle ore 20.45. La data e l'orario sono stati ufficialmente stabiliti dalla Lega calcio, previo accordo con la questura di Roma.
Organizza la Roma, squadra tra le prime otto classificate del campionato, alle quali spetta di diritto la gestione dell'incontro. Pertanto neanche in questa occasione, anche se i dirigenti della Lazio avessero voluto, l'aquila Olimpia potrà fare il suo volo preliminare, sconsigliabile date le caratteristiche particolari dell'incontro (potrebbe infatti finire nello spiedo di qualche tifoso giallorosso).
Sarà il derby della rivincita, dopo quello dei due calci di rigore. Stavolta la Lazio parte davvero sfavorita, e quindi in pratica avrà l'opportunità di ribaltare le previsioni.
Cominciamo a prepararci, perchè mancano solo poche settimane: l'eventuale vittoria ci darebbe l'accesso agli ottavi di quella Coppa Italia che la Lazio sembra gradire in modo particolare.

Parla l'aquila: credo in un gol di Rocchi

Qui Olimpia, l'aquila della Lazio: tifosi, aspettatemi domenica alle 12. 25: sarò puntuale per il nuovo volo, contro la squadra friulana dell'Udinese.
Il mio è un volo che porta fortuna, e finora, finché io ho volato, la Lazio ha vinto otto volte su dieci e due volte ha pareggiato. Sono imbattuta perché consapevole del mio ruolo, e ce la metto tutta per portarvi gioia e festa, soprattutto per i bambini.
C'è un'aria gelida, intorno,ma anche festosa, perché è Natale, e in una grotta lontana nello spazio e nel tempo nacque un bambino di nome Gesù venuto dal cielo a salvare l'umanità.
Domenica mancheranno il centravanti Floccari, il terzino Radu e il mediano Brocchi, ma al loro posto ci saranno giocatori ugualmente bravi: c'è il ritorno del capitano, Rocchi, e io sento che lui farà un gol che contribuirà alla nostra vittoria. Poi ci sarà ancora il ragazzo Cavanda, che vorrà riscattare il ricordo di Torino e farà un partitone, e ci sarà, a sostituire Brocchi, la grande coppia Matuzalem-Ledesma, regina del centrocampo con la sua grande classe.
Lo so che l'Udinese è una squadra pericolosa, e che nelle sue file milita il cannoniere dei cannonieri, quel Di Natale che è una vera insidia per i portieri, ma il nostro Fernando è sicuro di potergli dire di no e di vendicarsi anche lui della beffa di Torino.
Perciò venite, sicuri di assistere ancora una volta al mio volo vittorioso.

giovedì 16 dicembre 2010

Il gioco più bello del mondo -puntata 17 quilazio

Siamo arrivati alla puntata 17, che è poi l'ultima dell'anno solare, considerata anche la doppia sosta natalizia. Dovremo fare un pronostico in meno, visto che l'Inter è impegnata nel campionato mondiale per club. A proposito, tanti auguri allo squadrone nerazzurro, che potrebbe far conquistare all'Italia il più prestigioso dei titoli per società.
BARI-PALERMO 0-2 marcatori Miccoli e Pastore
CATANIA-BRESCIA 1-0 marcatore Mascara
CESENA-CAGLIARI 1-1 marcatori Bogdani e Matri
CHIEVO-JUVENTUS 1-1 marcatori Pellissier e Quagliarella
LAZIO-UDINESE 2-1 marcatori Zarate Rocchi e Di Natale
MILAN-ROMA 2-2 marcatori Robinho Ibrahimovic Totti Menez
NAPOLI-LECCE 2-0 marcatori Cavani Lavezzi
PARMA-BOLOGNA 1-0 marcatore Giovinco
SAMPDORIA-GENOA 2-2 marcatori Pazzini 2 - Toni Sculli
Ricordiamo: 5 punti per ogni punteggio indovinato (2-0, 1-1...); 2 punti per ogni risultato indovinato (vittoria, pareggio, sconfitta); 1 punto per ogni marcatore individuato. Un buon risultato si ottiene dai 20 punti in su. Il massimo stagionale è stato di 30 punti. Lunedì faremo l'aggiornamento in base ai risultati.Il gioco è ovviamente soltanto personale, con un foglio e una matita.N.B. Al controllo del martedì, questi i risultati: 10 punti per due punteggi indovinati (Catania-Brescia 1-0, Chievo-Juventus 1-1), 4 punti per due risultati indovinati ( vittorie della Lazio e del Napoli), 3 punti per tre marcatori individuati: Quagliarella, Pellissier, Cavani. Totale punti 10+ 4 + 3 = 17 punti, che è un risultato medio. Notate l'en plein di Chievo-Juventus 1-1, gol di Quagliarella e Pellissier, ben 7 punti per un solo incontro. Ovviamente mancano gli incontri Inter-Fiorentina e Sampdoria-Genoa, rinviati.

Il maggiolino e lo scarabeo - 47 - storie di animali

Non potreste quasi credere ai vostri occhi quante centinaia di piccoli abitanti ha un prato. Oggi, ad esempio, ne abbiamo incontrato due nuovi: uno scarabeo ed un maggiolino.
Sono entrambi dei coleotteri, cioè insetti con le ali: ma che differenza fra i due, amici miei! Lo scarabeo, mica poi tanto brutto fisicamente, nero lucente e con belle attrezzature che fanno pensare ad un punk o a un heavy metal, ma purtroppo dedito
al lavoro di uno spazzino, o peggio ancora, dato che non fa altro che arrotolare dello sterco, farne delle grosse sfere, e trascinarle in un apposito magazzino per utilizzarle quando sarà necessario.
Il maggiolino, invece, più che un insetto, sembra un piccolo guerriero volante, un piccolo robot d'acciaio verde brillante, con quella corazza che all'improvviso si apre e prende il volo, affascinando ogni bambino. Ricordo che nell'infanzia noi prendevamo un filo da cucito, lo legavamo a una sua zampetta, e lo facevamo volare come un piccolo, vivacissimo aquilone.
Un giorno, su quel famoso prato che dicevamo all'inizio, lo scatenato maggiolino Herbert vide uno scarabeo, di nome Ebony, che stava trasportando una di quelle
sfere di sterco, e, pur provando una certa ripugnanza, gli si accostò svolazzando,
gli si posò accanto, e gli disse:
- Mio caro Ebony, io ti conosco di fama e mi sei simpatico: ma non potevi scegliere
un mestiere e un lavoro un po' più interessante e piacevole? -
Lo scarabeo Ebony guardò con curiosità quel bell'insetto volante, e gli rispose:
- Beato te! Sei veramente splendido con la tua scintillante corazza verde. E poi hai anche delle belle ali robuste! La natura è stata veramente generosa con te: puoi pascolare nel prato e sui fiori, e puoi volare lontano a tuo piacimento! Io pure ho le ali, ma il mio mestiere quasi m'impedisce di utilizzarle -
- Sì, lo so - rispose il maggiolino Herbert - sono stato davvero fortunato, e non posso che esserne fiero e felice. Ma tu, perché accetti questa tua condizione così infelice senza neanche accennare a ribellarti un momento? -
- Contro chi dovrei ribellarmi, e perché? Sappi che, presso gli antichi egiziani, io venivo onorato e considerato come un animale sacro, simbolo dell'immortalità, perché la materia che io tratto è comune a tutti gli esseri viventi e si tramanda di generazione in generazione senza mai mutare. Ecco perché io sono un animale sacro, e nessuno ha mai osato criticarmi o insultarmi come stai facendo tu -
- No, mio caro Ebony, io non t'insulto. Ti sto solo invitando a guardare un po' più in alto, a scegliere altri obbiettivi per la tua esistenza -
- Grazie - rispose lo scarabeo. - Ma io non mi lamento per la mia esistenza, e mi considero amato e protetto dalla divinità che mi ha prescelto come simbolo di una vita che non finisce mai. E tu, che ne pensi della tua vita? -
- La mia vita è tutta un volo, un breve volo. Ma brillo nella luce e vivo intensamente
la mia esistenza. Se tu sei contento della tua, lo sono anch'io della mia. A ognuno il suo destino. Ciao! -
E il maggiolino si allontanò velocemente in volo. Quello scarabeo! Sacro, sì, ma piuttosto maleodorante!




mercoledì 15 dicembre 2010

Dammi retta, Libor: va' a Modena!

Che stai a fare qui a Roma, Libor Kozak? Tanto Edi Reja ti farebbe giocare al massimo dieci minuti ogni dieci partite, e quel gol che hai fatto a Firenze - dove vincemmo 2-1 con la tua stoccata finale - rischia di rimanere figlio unico di una intera stagione calcistica.Non puoi accontentarti di qualche sporadico golletto in Coppa Italia.
Ti vuole Cristiano Bergodi a Modena, e sarebbe una buona scelta. Giocheresti una ventina d'incontri e potresti segnare una decina di gol, giustificando un'intera stagione. Si cresce così. Con umiltà e pazienza. La fiducia bisogna strapparla con le unghie e coi denti, coi risultati possibili e non con quelli teorici. Quando sarai ben maturo ritornerai. E allora non avremo bisogno né di Hugo Almeida né di Georgios Samaras.
Auguri, Libor. Fatti ben consigliare. I mezzi per sfondare li hai tutti. A Brescia, un anno fa, di gol ne ai fatti quattro, pur giocando poco. Ma allora eri proprio un pivellino.
Ah, quanto sa di sal lo pane altrui! Va, Libor, va a guadagnarti un pezzo di pane tutto tuo.

Sarà Georgios Samaras l'ariete della Lazio

Hugo Almeida sembra preferire i turchi del Besiktas ai romani della Lazio. E allora la Lazio fa la sua scelta, e invece del portoghese prende un greco: Georgios Samaras.
Viene dal Celtic di Glasgow, con il quale ha già rescisso il contratto. Potrà arrivare a Roma a gennaio, ed essere subito a disposizione di Reja.
Caratteristiche: quasi identiche a quelle di Almeida. Ha 25 anni, è alto 1 metro e 93, pesa 82 chilogrammi. E' una prima punta, capace di tenere palla e forte di testa grazie al suo fisico eccellente. Ha giocato in Olanda, Inghilterra e Scozia, disputando 229 incontri in sette stagioni, e segnando 67 reti, una media di circa 10 all'anno. Con la Nazionale greca, di cui è uno dei migliori rappresentanti, ha giocato 32 partite, segnando 5 gol.
Insomma Samaras, se non è un fuoriclasse, è sicuramente un buon giocatore. Verrà a costare cinque milioni di euro, di cui un milione e mezzo d'ingaggio personale. Naturalmente è un giocatore comunitario, e potrà essere utilizzato subito.
Hugo Almeida nega di aver già firmato per il Besiktas e forse spera ancora nella Lazio.
Ma, date le premesse, noi opteremmo senz'altro per il greco, nato a Candia (Creta) il 21 febbraio 1985. E'stato considerato per due anni di seguito il miglior giocatore del
campionato scozzese.
Ci siamo divertiti a fare un parallelo Samaras-Almeida e ne sono venute fuori alcune simpatiche notiziole: Samaras ha un anno di meno, è più alto di due centimetri - 193 contro 191 - ha giocato più partite - 229 contro 220 - e segnato più gol - 67 contro 64 - pur avendo giocato un anno di meno. Quindi Samaras batte Almeida su tutto il fronte.
Soprattutto su quello della lealtà: Samaras punta dritto sulla Lazio, mentre Almeida continua a fare mille giri e mette la Lazio all'ultimo posto.

martedì 14 dicembre 2010

Io il Santon lo prenderei...

Non so se è veramente libero, ma io il Santon lo prenderei. La Lazio cerca un terzino sinistro per rimpiazzare almeno provvisoriamente il rumeno Radu operato al menisco. Siccome Garrido tarda tanto a inserirsi e ogni tanto un guaio fisico lo stoppa, accetterei di buon grado nelle mie file un ragazzo, Davide Santon, che è stato già nelle file della Nazionale italiana.
Come si sia potuto perdere in pochissimi mesi un elemento del genere resta uno dei tanti misteri del calcio, italiano e non: fatto sta che con Rafa Benitez non è riuscito ad emergere e si è perso.
Edi Reja è uno che sta diventando famoso per il recupero di giocatori dati per dispersi. Certo, qualche volta neanche a lui l'impresa riesce, ma stavolta dovrebbe trattarsi di un'avventura meno difficile.
Davide Santon è un ragazzotto ferrarese di venti anni - li compirà il prossimo 2 gennaio: è del 1991 - E' alto un metro e 87 e pesa 77 chilogrammi. Ha già alle spalle 37 presenze in due campionati di serie A. Ha giocato sei volte nella Nazionale maggiore.
Lotito faccia un piccolo sforzo: abbiamo dato tantissimo all'Inter in passato, può darsi ora che l'Inter dia qualcosa di buono a noi, magari senza volerlo.

La talpa e la lince -46 - storie di animali

La talpa - un piccolo mammifero che si nutre di insetti - scava gallerie sottoterra e ci vive quasi sempre, avendo una vista debolissima che non le permette di reggere la luce del sole.
Invece la lince, un grosso felino dalla pelle screziata, è dotato di una vista acutissima, per cui è diventato proverbiale: si dice che ha occhio di lince una persona che riesce a vedere anche i particolari più minuziosi, e anche da molto lontano.
Un giorno una lince vide proprio una talpa che affiorava appena da una sua galleria, e incuriosita la chiamò: - Signora talpa, perché non ti fai mai vedere in giro? Eppure sei un animaletto molto simpatico, con il tuo muso così divertente...-
- Mi chiamo Olga, se vuoi sapere il mio nome, ma ti dico subito che non mi piace farmi vedere intorno dalla gente sfaccendata. Io ho il mio lavoro nelle gallerie sottoterra, e mi ci trovo benissimo -
- Io mi chiamo Lucia - rispose la lince educatamente. - Mi piace invece vivere all'aria aperta, ammirare i panorami, guardare lontano, vedere la gente che si muove e vive con energia. Perché non provi anche tu a dedicare le tue forze a lavori che gli altri possano apprezzare? -
La talpa Olga era un tipo molto calmo e riflessivo, era difficile offenderla e provocarla, ma la proposta della lince le parve un po' fuori luogo. - Ognuno di noi ha le sue tendenze e i suoi gusti, cara Lucia: io non ti ho invitata mica a scendere in una delle mie gallerie, ma se lo facessi, penso che avresti molte cose da ammirare -
- A che serve fare cose belle per poi tenerle nascoste? Lo sai che il mio nome, lince, è servito alla scienza per onorare il progresso, le macchine, i ritrovati, le invenzioni, tutto ciò che conduce avanti la civiltà? Hai sentito mai nominare l'Accademia dei Lincei, cioè degli scienziati? -
- Come fai a progredire - rispose la talpa Olga - se prima non ragioni, non rifletti a lungo, non studi per anni e anni? Tu hai una vista acutissima, però secondo me i veri scienziati hanno enormi occhiali e ci vedono poco come me per aver consumato gli occhi sui libri, alla luce artificiale, per anni e anni. Non c'è progresso senza studio, e non c'è studio senza perdere qualche grado di vista -
- Hai ragione anche tu, talpa Olga, a pensarci bene. La mia vista così acuta è un dono della natura, ma io sui libri ho passato pochissimo tempo, per cui vedo benissimo le cose, ma forse non capisco molto come funzionano, se non quel poco che vedo. Forse tu, che ci vedi così poco, ne capisci più di me -.
Proprio così. La natura dispone le cose in modo che ciascuno, al mondo, possa fare la sua parte: occhi buoni per vedere, come la lince; mente intenta per comprendere, anche al buio, come la talpa.
Così Olga e Lucia, dopo aver chiarito tra loro questo concetto, diventarono amiche pur essendo così diverse, e pur vivendo in modo così opposto.

lunedì 13 dicembre 2010

Strapotere del Milan

Strapotere del Milan: 3-0 a Bologna: Boateng, Robinho, Ibrahimovic. Rossoneri primi a 36 punti.
Reagiscono: il Napoli vittorioso a Genova sui rossoblu, 1-0 Hamsik, e la Juventus sulla Lazio 2-1, Chiellini, Krasic, Zarate. Lazio, Juventus e Napoli seconde a 30 punti.
Rispondono anche la Roma, 1-0 sul Bari, Juan, e il Palermo, 3-1 sul Parma, Pinilla, Miccoli, autogol Zaccardo, Lucarelli. Roma e Palermo quinte a quota 23 - dieci punti dal Milan.
Risponde anche l'Udinese: 2-1 alla Fiorentina, Armero, Di Natale, Santana. Udinese nona assieme alla Sampdoria sconfitta a Brescia: punti 23.
E' sveglio anche il Cagliari: 3-0 al Catania, tripletta di Nené. I sardi sono undicesimi a quota 20 assieme al Chievo battuto a Lecce.
In coda vincono il Lecce 3-2 sul Chievo: Ofere, doppio Piatti, Bogliacino, Mandelli, e il Brescia 1-0 sulla Samp, Cordova.
Nove vittorie e nessun pareggio: l'unico se l'è fatto strappare la Lazio contro la Juventus con Krasic al 95'.
Lecce e Brescia in rimonta in zona salvezza: ma Catania e Parma hanno ancora tre punti in più.

CLASSIFICA
Milan 36
Juventus, Napoli e Lazio 30
Palermo e Roma 26
Inter*, Sampdoria e Udinese 23
Genoa 21
Cagliari e Chievo 20
Fiorentina e Bologna* 19
Catania e Parma 18
Brescia e Lecce 15
Cesena* 12
Bari 10

CANNONIERI
10 retri: Di Natale
9 reti: Di Vaio, Eto'o, Ibrahimovic, Cavani
8 reti: Matri, Quagliarella
7 reti Hamsik, Pastore
6 reti: Pato, Robinho, Ilicic, Crespo, Borriello, Pazzini
5 reti: Caracciolo, Pellissier, Gilardino, Krasic, Floccari, Pinilla
4 reti: Barreto, Nenè, Bogdani, Moscardelli, Iaquinta, Hernanes, Zarate, Di Michele, Lavezzi, Cassano, Guberti


Classifiche di rendimento della 16. giornata

Portieri: Abbiati Sereni Gillet
Difensori: Campagnaro Perico Dainelli
Chiellini Zebina Bonera
Aronica Agostini Goian
Centrocampisti: Krasic Canini Brocchi
Pazienza F.Melo Matuzalem
Cordova Dzemaili Pirlo
Hamsik Ilicic Armero
Attaccanti: Boateng Menez Piatti
Ibrahimovic Di Michele Possanzini
Nenè Robinho Zarate
Allenatori: Allegri Del Neri Beretta
Il migliore: Krasic, che ha trascinato la Juventus alla vittoria in extremis sulla Lazio
Il podio: Ibrahimovic, il solito deus ex machina del trionfo milanista a Bologna; terzo
il cagliaritano Nenè, autore di una tripletta contro il Catania
La formazione della settimana:Abbiati; Campagnaro, Chiellini,Aronica; Krasic, Pazienza, Cordova, Hamsik; Boateng, Ibrahimovic, Nenè. Allenatore: Allegri
La Nazionale della settimana: Abbiati; Perico, Chiellini, Aronica; Canini, Pazienza, Pirlo, Brocchi; Piatti, Di Michele, Possanzini. Allenatore: Allegri


Il pagellino di Juventus-Lazio

Muslera 5: grave errore di piazzamento sul gol decisivo di Krasic
Lichtsteiner 6: prova di tutta sicurezza; la sua fascia è sempre ben protetta
Biava 6: peccato l'infortunio, dopo un comportamento rassicurante
Diakité 6: è entrato in modo efficace e convincente
Dias 6: controlla bene la zona, con qualche imprecisione
Cavanda 5: impegno tanto, ma non è bastato a contenere Krasic
Brocchi 6.5: sul suo apporto puoi sempre contare al cento per cento
Matuzalem 6.5: tiene con accortezza e bravura la sua postazione tattica
Mauri 6: ha corso tantissimo, ma gli è mancata la consueta brillantezza
Hernanes 5: chi l'ha visto? il centrocampo ha risentito della sua incostanza
Zarate 7: ha sùbito pareggiato, e poi ha messo paura alla Juventus con vari spunti
Floccari 5: ha tanto, tanto bisogno di una spalla nell'area avversaria
Reja 6: ma non esisteva qualche ricambio più offensivo? doveva osare di più

domenica 12 dicembre 2010

Lazio viva, ma ingenua: la Juve passa al 95'

Che ingenua, la Lazio! Cede al 95' su un errato rinvio, Krasic sfugge a Cavanda e riesce a infilare un Muslera piazzato male e che aiuta la palla a entrare in rete: 2-1 per la Juventus, in una partita chiaramente destinata al pareggio, trasformata in un'amara sconfitta.
La Juventus passa dopo appena due minuti con Chiellini che anticipa tutti su calcio d'angolo.
Una prodezza di Zarate dimostra che la Lazio c'è: è il 14'. La Juventus riesce ad avere la prevalenza a centrocampo, senza tuttavia mai incidere. I biancocelesti, per tutto l'incontro, hanno difettato nel possesso di palla che è stata sempre la loro forza.
Nella ripresa la Lazio, piano piano, riesce a reagire alla pressione bianconera. L'uno a uno sembra lo sbocco naturale dell'incontro.
Nel finale, la Lazio ha tra l'altro mancato il gol con Dias e Zarate. Forse non sarebbe stato giusto, perché il centrocampo biancoceleste stavolta non è stato il solito, almeno per continuità.
La Lazio è apparsa spesso scollegata tra attacco e difesa, Hernanes non ha inciso come al solito, Zarate è stato spesso insidioso, Mauri ha lavorato e sbagliato molto.
Discreta la difesa, ma contro Krasic Cavanda ha sofferto, e poi sbagliato nel finale. Buono il contributo di Diakité, che sta crescendo come personalità. Anche Ledesma e Del Nero sono stati utili al posto di Mauri e di Zarate. Positivi Matuzalem e Brocchi.
Una sconfitta, comunque, tutto sommato ingiusta, sulla quale la Lazio deve meditare e trarre utili insegnamenti. A cominciare da Reja, che nella ripresa ha mancato di coraggio, lasciando l'iniziativa a un centrocampo juventino che non è stato niente di speciale.
Ce l'hanno rubata, questa partita? No, ce la siamo fatta rubare. E questo non si deve ripetere, a partire da domenica all'Olimpico contro la rinascente Udinese. E che l'aquila Olimpia ci dia una mano a difendere il prezioso secondo posto.

Il gallo e il ghiro - 45 - storie di animali

Era ancora notte, e solo una sottile striscia di luce bianca stava nascendo all'orizzonte, quando il galletto Eugenio cominciò a cantare a squarciagola dalla finestra della sua casa.
Proprio in quei giorni, il ghiro Domenico aveva trovato una nuova dimora da quelle parti, e come sua abitudine stava per entrare in letargo, per dormirsela della grossa per l'intero inverno.
Quando il ghiro Domenico sentì il canto squillante del gallo Eusebio, si svegliò di botto e quasi quasi si sentì male. Pazientò un po', sperando che quello smettesse, ma siccome Eusebio sembrava averci preso gusto, il ghiro andò alla sua finestra, che era a piano terra, l'aprì con rabbia, e cominciò a gridare al suo scomodo vicino di casa: - Ma insomma, la smetti? Che modo è questo di mettersi a strillare alle cinque del mattino? La gente rispettabile a quest'ora dorme! -
Il galletto Eusebio non si aspettava una simile sgridata: - Ma come! Io faccio un favore alla gente per bene, invitandola a svegliarsi, a lavarsi, e a cominciare la sua giornata di lavoro. Dovreste dirmi grazie ! -
- Grazie? Ma non sai che c'è gente che ha ancora bisogno di dormire? Chi deve andare al lavoro può benissimo servirsi di una sveglia. Che c'entri, tu ? Perché ti svegli così presto ? Perché non torni a dormire con le tue galline ?-
A quelle parole del ghiro, il galletto Eusebio si offese a morte. - Ciascuno di noi ha le sue abitudini, e se tu vuoi dormire puoi anche metterti il cotone nelle orecchie. Noi del villaggio siamo d'accordo che io, prima ancora dell'alba, svegli tutti con il mio canto per invitarli al lavoro ! -
- Il tuo canto ? - ribatté sempre più irritato il ghiro Domenico. - E me lo chiami canto?
Il tuo è uno strillo che rompe i timpani. E poi, quando hai strillato due o tre volte, non basta ? Perché continui a dar fastidio a quelli che non debbono andare a lavorare ? -
- Ah, ecco: è qui che ti volevo ! Tu pensi che al mondo si possa vivere senza lavorare ? Solo degli scioperati come te possono ragionare in questa maniera. La vita è dura e bisogna guadagnarsela -
- Ma io ho lavorato tutta la primavera e tutta l'estate, in autunno ho messo da parte i miei viveri, e ora, con la stagione cattiva, finalmente mi chiudo in casa e me la dormo tranquillo. Ed ora tu mi togli la mia tranquillità e la mia pace ! -
- Mio caro ghiro Domenico, sai che ti dico? Tu hai sbagliato proprio indirizzo. Non dovevi venire ad abitare qui, dove la gente lavora tutto l'anno. E soprattutto, non dovevi venire ad abitare proprio vicino alla casa del gallo. La tua casa è nella foresta, dove puoi essere lasciato in pace ! -
A quelle parole, il ghiro Domenico sbatté gli sportelli della finestra, chiudendoli con rabbia. Aveva capito. Sì, il villaggio era comodo, ma non faceva per lui. La sera stessa se ne sarebbe andato nella sua vecchia casa nella foresta, dove nessun galletto canterino lo avrebbe svegliato alle cinque del mattino.



sabato 11 dicembre 2010

Bravo Frosinone! Fermato il Novara

E bravo Frosinone! Fermato il capolista Novara. E come al solito, sono stati proprio i canarini ad andare in vantaggio, a metà del primo tempo, con un tapin del cannoniere Lodi dopo respinta del portiere su tiro dello stesso Lodi, a seguito di una lunga azione manovrata Sansone-Santoruvo.
Il vantaggio del Frosinone è durato più di un'ora, e l'illusione di un grande successo stavolta è stata covata a lungo. Ma a 6 minuti dalla fine un colpo di testa in tuffo di Rubino ha negata al Frosinone la più grande soddisfazione dell'anno. I ciociari hanno protestato per un colpetto di mano con cui Rubino si sarebbe aiutato, ma per l'arbitro è stato tutto regolare.
La classifica ha avuto comunque una piccola aggiustata: i ciociari sono a quota 19, seguiti da ben cinque squadre tutte a 17: Ascoli, Triestina, Piacenza, Sassuolo e Portogruaro.
Sabato prossimo ci tocca la trasferta di Sassuolo, chiaramente di enorme importanza
per l'immediato avvenire.

Già lo so come finisce: Ledesma-Rocchi per Amauri-Sissoko

Si sta preparando, zitti-zitti, il colpaccio di gennaio: partono Ledesma e Rocchi, arrivano Amauri-Sissoko.
Lazio e Juventus hanno sempre combinato grossi affari, lavorando in silenzio. Caratteristica: la Lazio offre giocatori dal fisico integro e dall'eccellente rendimento, mentre la Lazio, specialista nei recuperi fisici di giocatori un po' malmessi, va a caccia di elementi di ottima quotazione, ma per il momento attardati da pesanti infortuni.
Da un po' di tempo la Lazio sta mettendo da parte Ledesma e Rocchi, preferendo puntare su Matuzalem e Zarate. Invece la Juventus cerca sostituti validi per Sissoko e Amauri, su cui pesano infortuni che li hanno posti in riserva.
Qualche scoglio da superare: gli ingaggi pesanti dei due juventini, superabili con la buona volontà di riguadagnare in salute. La cura Reja sarebbe una mano santa per recuperare forma e solidità fisica.
Amauri è l'uomo di grande tazza da utilizzare come alternativa tattica a fianco di Floccari. Sissoko è quel combattente di centrocampo che ha contemporaneamente classe e sostanza di gioco. In prospettiva sono uomini che possono essere molto utili alla Lazio.
Al momento, privarsi di Ledesma e Rocchi può costare un sacrificio, ma c'è in cambio un ringiovanimento di due anni con Sissoko e di tre anni con Amauri. Rocchi non vorrebbe lasciare la Lazio, ma per lui la Juventus sarebbe un ritorno alle origini e gli aprirebbe più spazi che non oggi alla Lazio: i suoi gol sarebbero preziosi affiancato a Quagliarella o a Iaquinta.
Se ne comincia a parlare, e vedrete che dopo l'incontro fra i vertici delle due società domani a Torino qualcosa di concreto nascerà.

Piccole storie di animali - Indice

1. Il bruco e la formica
2. La chiocciola e il grillo
3. L'aquila e la mosca
4. La lepre e il cane
5. Le due zanzare
6. La pecora e il lupo
7. La pulce e l'elefante
8. Lo scoiattolo e la tartaruga
9. La lucciola e il grillo
10. Il delfino e la sirena
11. L'ape e la farfalla
12. Il corvo e il canarino
13. Il rospo e la lucertola
14. Il serpente e la colomba
15. La talpa e il furetto
16. La chiocciola e la cavalletta
17. La pecora e il cane
18. La vespa e l'ape
19. La coccinella e il ragno
20. Il maggiolino e la farfalla
21. Il corallo e la conchiglia
22. L'istrice e il gatto
23. Il ghiro e il castoro
24. Il picchio e la cicala
25. Il camaleonte e la mantide
26. Il bue e l'asinello
27. Il pavone e la gallina
28. Il cavallo e la zebra
29. La volpe e l'ermellino
30. Il passero e il topo di campagna
31. La rana e il corvo
32. La scimmia e il pappagallo
33. La mucca e il cervo
34. La renna e il cane
35. Il coniglio e la lepre
36. La puzzola e il castoro
37. La civetta e il pipistrello
38. La jena e il leone
39. Il canguro e il koala
40. L'orso e la pantera
41. Il criceto e il topolino
42. La zebra e il cammello
43. Il cinghialetto e il maiale
44. La gru e la cicogna
45. Il gallo e il ghiro
46. La talpa e la lince
47. Il maggiolino e lo scarabeo
48. Il coccodrillo e l'ippopotamo
49. Il piccione e la rondine
50. Il cervo e la capretta
51. La giraffa e lo scimpanzé
52. Il coniglio e la gallina
53. Il cigno e l'anatra
54. Il lama e lo struzzo
55. Il passero e il pipistrello
56. Il formichiere e la marmotta
57. La gazzella e il coccodrillo
58. L'anguilla e l'aragosta
59. L'albatros e il gabbiano
60. Il cuculo e l'upupa
61. Il passero e lo spaventapasseri
62. Il ragno e la dionea
63. Il pettirosso e la capinera
64. Il gorilla e il giaguaro
65. Il piranha e la torpedine
66. Il pony e il mustang
67. Il pappagallino e la faina
68. Il paguro e la seppia
69. Il colibrì e la libellula
70. La lucertola e il cardellino
71. Il chihuahua e il san bernardo
72. Il mulo e il puma
73. Il merlo e la gazza
74. Il fagiano e la folaga
75. Il cammello e il dromedario
76. Il tonno e il merluzzo
77. Il pinguino e la foca
78. L'airone e l'allodola
79. Il baco da seta e il bruco
80. Il lemure e il gatto
81. L'aragosta e la sardina

Piccole storie di animali - Introduzione

Favole. Fabulae. Storie nelle quali gli animali parlano. E quando gli animali parlano, gli uomini ascoltano, incuriositi.
Sentiamo, sentiamo : chissà dove vogliono andare a parare - direbbe Totò, divertito.
Eh, sì, gli animali hanno tanto da raccontarci, da quando una volpe desiderava un grappolo d'uva e non ci arrivava, da quando un lupo redarguiva un agnello innocente perché aveva deciso di farne un comodo boccone.
Favole di Fedro, di Esopo, di Lafontaine.Le Operette morali di Giacomo Leopardi. Più recenti, le grandi favole di George Orwell: "La fattoria degli animali" e "1984". Ogni favola ha voluto lasciarci un messaggio e una morale, lunga o breve che sia, ma una morale per ammaestrarci.
Ho voluto narrarvi delle favole anch'io, fabulae nel senso che gli animali parlano. Parlano come uomini e donne del Duemila, con sfumature e sensibilità del tutto moderne. E del tutto moderno è il loro desiderio di non regalare nessuna morale: non si vuole catechizzare proprio nessuno, è la vita stessa che c'insegna a vivere sbagliando, c'insegna magari troppo tardi a scoprire la verità, quando non si fa in tempo a porvi alcun rimedio.
Nessuna morale? Morale amara? Ma no: ridiamoci su. La vita è troppo bella perché un errore possa indurci ad amarla un po' di meno. Per poi magari scoprire che neanche una lunga serie di errori ci può togliere la gioia di vivere una vita sempre inedita, sempre nuova.
Abbiamo scritto più di ottanta favole sorridenti, per la precisione 81, cioè 9 per 9:
ci siamo fermati perché già abbiamo passato in rassegna un numero esagerato di animali. Ma state sicuri che altri animali ancora avrebbero la capacità di raccontarci e insegnarci un bel po' di cose: a noi uomini che troppo spesso abbiamo bisogno d'imparare qualcosa da questi nostri piccoli ( e grandi ) amici che popolano il regno meraviglioso della Natura.

Hugo Almeida lascia Brema. Può venire alla Lazio?

Hugo Almeida lascia Brema. Unica notizia sicura. E'ormai in scadenza di contratto, e il Werder non glielo rinnova. Dicono che lo voglia il Real Madrid, ma ci sembra improbabile che un giocatore lasciato andare dal Brema possa prendere la via dello squadrone madrileno.
Almeyda non ha grande spessore tecnico. E' solo un gigante che se la cava col gioco del calcio e si fa largo a spallate nelle aree di rigore avversarie. Sarebbe proprio l'uomo adatto per la Lazio che cerca una punta di rincalzo dai fisico come un armadio e dalla progressione irresistibile. Un buon contratto inferiore ai due milioni di euro convincerebbe il portoghese a tentare la via della Lazio, dove si troverebbe a meraviglia, dato che... l'aquila laziale e il suo istruttore sono suoi connazionali.
Almeida ha ventisei anni. E' ancora fisicamente integro. Non sarebbe un'avventura e costituirebbe una vera soluzione anche per l'avvenire. Fossi in Lotito, io ci proverei a non lasciarmelo sfuggire. Almeida è un cannoniere da almeno 15 reti a campionato e sarebbe proprio quel che ci vuole per la Lazio. Il suo trasferimento non verrebbe a costare più di cinque milioni di euro tutto compreso.
In nome dell'aquila Olimpia io lo farei. La Lazio non avrebbe proprio nulla da pentirsi.

venerdì 10 dicembre 2010

La gru e la cicogna - 44- storie di animali

La gru e la cicogna sono due grandi volatili che un po' si somigliano. Entrambe hanno lunghe zampe e un lungo becco. La gru, però, è rinomata per la finezza delle sue carni, e nel medioevo non mancava mai sulla mensa dei re e dei nobili. Chi non ricorda la divertente novella del Boccaccio, "Chichibio e la gru", dove addirittura ci si contendeva una prelibata zampa di questo animale?
Diversa è la fama della cicogna. La sua abitudine di fare il nido sui comignoli della casa aveva fatto nascere la leggenda che la cicogna porta sempre con sé in un fardello un bambino da consegnare a una giovane mamma in attesa.
Purtroppo, erano decenni e decenni che non si vedeva più una cicogna fare il suo nido sui comignoli delle case: e infatti bambini non ne nascevano più, o quasi.
Ora sembra che le cicogne abbiano ripreso le vecchie abitudini, e molti dicono di averle riviste sui camini delle nostre abitazioni: buon segno, si torna a parlare di ripresa delle nascite, anche se c'è tanta disoccupazione in giro, e ad ogni bambino che nasce c'è sempre una mamma che si chiede: troverà un lavoro, domani?
Un giorno una cicogna, di nome Marina, viaggiando verso l'Europa dal continente asiatico in avanscoperta alle sue compagne, vide dall'alto un gruppetto di gru, e si fermò incuriosita sulle rive del laghetto dove questi animali, un po' suoi parenti, se ne stavano quasi tutti con una zampa alzata a riposarsi sull'altra.
- Strano modo di riposare! - chiese la cicogna alla gru più vicina del gruppo. -Io non sarei capace di stare su una zampa sola, e cadrei immediatamente! -
- Si vede che tu non hai mai fatto dello yoga! - rispose prontamente la gru, che si chiamava Lisabetta. - Noi siamo molto esercitate e non facciamo nessuna fatica: anzi, è proprio un sistema per riposarci -
La cicogna Marina fece una prova anche lei, ma compì la mossa sbagliata e si ritrovò con il becco dentro l'acqua del lago. Tutto il gruppo delle gru proruppe in una sonora risata.
- No, no, lo yoga non fa per me ! Però anche noi cicogne siamo forti e resistenti, e compiamo dei voli lunghissimi in gruppo, esattamente come fate voi. In più, noi siamo capaci di riposare anche sui tetti delle città, cosa che voi non sapete fare! -
- No, no ! Sarebbero guai, per noi ! Gli uomini, appena ci vedono, imbracciano subito i fucili, perché noi siamo una cacciagione prelibata. Alla larga ! Andateci voi cicogne, sui tetti delle case. Mi chiedo perché a voi fanno addirittura delle feste, quando comparite in una città -
- Sì, noi cicogne siamo ben viste dagli uomini. Dicono che portiamo fortuna. E poi la nostra carne non deve essere così prelibata come la vostra -
La gru Lisabetta rimase un po' pensierosa. - La nostra natura ci porta a vivere lontano dai centri abitati. Ma non serve. Gli uomini organizzano battute di caccia e ci vengono a cercare anche lontano. Se tornano a casa con una gru nel carniere sono molto soddisfatti e si vantano davanti a tutti gli amici -
Mentre Lisabetta diceva così, si udirono all'improvviso degli spari. Le gru si levarono immediatamente al volo, tutte. E tutte incolumi. Rimase a terra solo la cicogna, colpita ad un'ala.
Arrivò un cacciatore a raccoglierla. - Toh, ma è solo una stupida cicogna ! Ora ci toccherà portarla a casa e curarla, altrimenti le nostre donne ci diranno che siamo dei buoni a nulla, e che abbiamo colpito l'unico volatile che non dovevamo colpire, perché è un portafortuna ! -

Krasic-Cavanda, come Dio la manda...

No, io non ci sarò a fare evoluzioni sotto il cielo della Mole Antonelliana. Non ci sarò domenica sera, per la classicissima Juventus-Lazio, due fre le più quotate aspiranti a strappare al Milan lo scudetto.Ma quella maglia biancoceleste io ce l'ho in fondo al cuore, e mi sembrerà di stare appollaiata sugli spalti di quell'altro Olimpico che è di Torino: lì, idealmente, l'aquila Olimpia ci sarà.
Mi hanno detto che la Juventus ha un biondo centrocampista, il serbo Krasic, che gioca quasi di punta, da vecchia ala destra, ed è uno spaccatutto. Edoardo Pennabianca ha già trovato l'uomo giusto per fermarlo. Si tratta di quel ragazzino nero di pelle e col fuoco nelle vene che risponde al nome di Luis Pedro Cavanda. Il ragazzino che non ha paura di nessuno. Quello che mise il bavaglio a Ronaldinho, in un momento in cui Dinho era in forma travolgente.
Ma non sarà solo un duello Krasic-Cavanda, no, no. Noi gettiamo in campo altre due forze della natura che si chiamano HerZar, Hernanes-Zarate, due uomini di gran classe che hanno trovato un'intesa meravigliosa e che chiunque va allo stadio vuole ammirarli, senza star lì a vedere da che parte stanno. Spettacolo puro.
La mia Lazio è in forma: l'ultima volta che l'ho vista, contro l'Inter, mi ha fatto quasi ubriacare. A Torino deve cercare di ripetersi, pur facendo tutti i suoi calcoli di prudenza.
Dietro abbiamo quella gran difesa, solo dodici gol presi in quindici incontri, compresi quei famosi quattro calci di rigore. Fra avuti e subìti, la Lazio ha sette fischi arbitrali
contro, rispetto al Milan, e convertiti in punti, la Lazio dovrebbe stare quattro punti avanti ai rossoneri. Ma mi hanno detto che questi calcoli non valgono. E allora cerchiamo di farci valere in quei calcoli che sono accettati da tutti.
Edoardo Pennabianca ha già varato la squadra. Torna Ledesma dal primo minuto, ma quel Francelino Matuzalem sarà sempre utile con la sua classe. Però Ledesma copre un po' meglio la fase difensiva, e a Torino dovremo parare ai colpi di Iaquinta, Quagliarella, Krasic e compagni.
Mi dicono che a Torino farà freddo. Ma io prevedo una serata molto calda,una calda partita da parte della Lazio.
Ciao. Avete ascoltato il messaggio dell'aquila Olimpia.

giovedì 9 dicembre 2010

Il cinghialetto e il maiale -43- storie di animali

Un cinghialetto affamato, Otello, gironzolava per la boscaglia di una montagna nei pressi di una piccola fattoria, cercando di trovare il momento buono per accostarsi e per trafugare qualcosa di sostanzioso: un coniglio, ad esempio, o anche una piccola gallina.
Era ormai sera, la piccola fattoria doveva essere rimasta provvisoriamente senza qualcuno che la vigilasse, perché i proprietari, la notte, per lo più rientravano in paese.
Il piccolo cinghiale questo lo aveva intuito, e stava cercando di approfittare della situazione per fare comodamente il suo colpo. Si accostò ancora di più , e sentì il grugnito di un maiale.
Beh, no, il maiale non ce l'avrebbe mai fatta a portarlo via. Era troppo grande, per lui. Preferiva una preda più leggera.
Il maiale, roseo e paffuto, di nome Carlotto, intravide il piccolo cinghiale oltre lo steccato, ed ebbe un po' di paura. Ma non troppa. Sapeva che l'altro non avrebbe avuto il coraggio di attaccarlo: sembrava giovane e inesperto.
- Senti un po', mio cugino alla lontana, cerchi qualcosa, da queste parti? - disse con un grugnito.
Il cinghialetto Otello rispose anche lui con un grugnito, ma più forte e gutturale. - Ho fame. Parli bene, tu, che hai sempre la vaschetta piena e non fai nessuna fatica. Io il cibo debbo procurarmelo, e qui ne avete in quantità: conigli, polli, galline, tacchini...Cerco anch'io qualcosa di buono -
- Nella selva non trovate niente di confortevole, tu e i tuoi amici? -
- Qualche animaluccio magro e stentato, una talpa o una marmotta, che però i cinghiali più grandi subito fanno sparire. A me che sono piccolo non resta nulla, e debbo rimediare rubacchiando qua e là -
- Ma ci sono i padroni, in giro! Vattene, prima che sia troppo tardi.E poi non sai che da queste parti organizzano ogni tanto la caccia al cinghiale? Guai se ti capitasse qualcosa del genere: sarebbe la tua fine -
Otello si guardò intorno spaventato. Altro che, se lo sapeva. Solo una settimana prima ci avevano lasciato la pelle lo zio Gromo, un bestione grosso così, e con lui il figlio Mommo, che era uno dei suoi amici più affezionati. Maledetti cacciatori: li avevano spinti in una trappola, tenendo legato ad un albero un agnello, mentre loro erano nascosti lì dietro con i fucili pronti. Una strage.
- Debbo sbrigarmi - si disse Otello. Proprio in quel momento passò lì davanti un grosso coniglio sbadato, e il cinghialetto non se lo fece sfuggire, lo azzannò prontamente e fuggì via.
Il maiale Carlotto ci rimase male, ma in fondo non era del tutto scontento. Quei suoi padroni che lo ingrossavano a loro volontà, verso Natale gli avrebbero fatto la festa senza tanti complimenti. Perciò, se ogni tanto ci rimettevano un coniglio o una gallina, o anche un tacchino, che male c'era?
Infatti, dopo qualche ora, dal paese giunse il padrone più giovane per fermarsi la notte nella fattoria a controllare. Non si accorse nemmeno che un coniglio era sparito: ne avevano in abbondanza. Carlotto pensò che anche il cinghialotto Otello, che gli era pure simpatico, aveva diritto a nutrirsi, come tutti gli esseri viventi di questo mondo.





mercoledì 8 dicembre 2010

Il più bel gioco del mondo - 16. puntata

Sembra proprio che lo sciopero rientri, e dunque passiamo subito a giocare la nuova puntata.
BOLOGNA-MILAN 0-2 marcatori Ibrahimovic Robinho
BRESCIA-SAMPDORIA 1-1 marcatori Caracciolo Pazzini
CAGLIARI-CATANIA 2-0 marcatori Matri Lazzari
GENOA-NAPOLI 1-1 marcatori Toni Cavani
INTER-CESENA 3-0 marcatori Eto'o Snejider Stankovic
JUVENTUS-LAZIO 1-1 marcatori Quagliarella Floccari
LECCE-CHIEVO 2-0 marcatori Corvia Di Michele
PALERMO-PARMA 3-1 marcatori Pastore Miccoli Ilicic Crespo
ROMA-BARI 2-0 marcatori Totti Vucinic
UDINESE-FIORENTINA 2-1 marcatori Di Natale Floro Flores Mutu
Punteggi: 5 punti per il punteggio indovinato (3-1, 0-2...); 2 punti per risultato indovinato (vittoria, pareggio, sconfitta); 1 punto per ogni marcatore individuato.
N.B. Al controllo del lunedì sono stati riscontrati: 10 punti per due punteggi esatti:
Palermo-Parma 3-1, Udinese-Fiorentina 2-1; 8 punti per 4 risultati giusti: vittorie di Milan, Cagliari, Lecce, Roma; 4 punti per altrettanti marcatori individuati:Robinho, Ibrahimovic, Miccoli e Di Natale: totale 22 punti, punteggio medio alto.