mercoledì 19 maggio 2010

Se De Rossi resta, alla Roma non serve nessuno

Che difetti vogliamo trovare, a questa Roma che fa 80 punti e che non vince lo scudetto solo perché sulla sua strada c'era un'Inter stellare?
A questa Roma, fra l'altro guidata alla perfezione da un tecnico tra i migliori del mondo, non manca proprio nulla: qualcosa mancherebbe soltanto se fosse venduto De Rossi.
Al massimo, ci sarebbero da affrontare solo un paio di piccoli problemi: a Motta, Mexes, Riise, Cassetti e Cicinho, se proprio volessimo migliorare, si potrebbe affiancare forse un terzino di maggior costanza di rendimento. L'altro problema è: Toni potrà essere al cento per cento, fisicamente, il prossimo anno, oppure vogliamo trovare un centravanti di gran peso e che ti assicuri qualche gol in più?
Infatti mi pare che gli sforzi della società si stiano orientando e concentrando su questi due obbiettivi, che però, se si riuscisse a non vendere Daniele De Rossi, verrrebbero ridotti a problemi di secondo piano, risolvibili anche all'interno dell'attuale rosa.
Secondo noi, infatti, la Roma ha già una rosa molto importante. Portieri Julio Sergio e Doni; difensori Juan, Burdisso, Mexès, Motta, Riise, Cassetti e Cicinho;
centrocampisti Perrotta, De Rossi, Pizarro, Taddei, Brighi e Cerci; attaccanti Totti, Toni, Vucinic, Baptista e Menez. Si tratta di venti titolari di buon valore, ai quali si possono affiancare quattro o cinque giovani emergenti del vivaio, da sempre la vera ricchezza della Roma.
Con un quadro così, Ranieri va sul sicuro. Se proprio si vuole migliorare, bisognerebbe gettare sul mercato una ventina di milioni per un ottimo difensore e un bravissimo attaccante. Venti milioni possono anche essere ricavati con la cessione di elementi in rientro dai prestiti, a cominciare da Okaka, e da qualche giocatore di rincalzo che ha sempre una buona piazza.
Quando un vino è già di eccellente qualità, perchè rischiare d'intorbidarlo con qualche cambiamento di troppo?

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