sabato 31 luglio 2010

Hernanes è laziale! E adesso Hugo Almeida - LAZIO da Champions

Bè, stavolta a Lotito il titolo (Lotito è anagramma di titolo) di re e imperatore del mercato calcistico non glielo toglie nessuno. Hernanes è praticamente nostro, lo dicono proprio quelli del San Paolo. E si annuncia sul binario di arrivo anche Hugo Almeida, il gigante della nazionale portoghese, che il Werder Brema è costretto a cedere per 6/8 milioni perché il prossimo giugno gli scade il contratto.
Grande Lotito! Appena ha avuto tra le mani i 18 milioni di Kolarov si è scatenato e ha portato a termine una campagna acquisti che per noi laziali si può dire favolosa. Ora non lo chiameremo più Lotirchio, ma un saggio e intelligente amministratore, che rafforza la squadra senza indebolire (anzi!) le casse sociali. No, questo Lotito non fa ridere nessuno - come dicono certi "laziali"- ma farà piangere tanti che laziali non sono.
Lotito ha cominciato con Bresciano, ha proseguito con Gonzalez, poi è arrivato Garrido,e adesso Hernanes, e presto Hugo Almeida, un crescendo di colpacci che trasformano la Lazio da buona squadra - ha perduto solo Kolarov - in una squadra forte, eccellente, che se le dice bene può puntare perfino a un quarto posto da Champions League.
Ora ci sono da chiarire certi progetti, come quello di Ledesma che Reja vuole laziale non per un solo anno, ma per almeno altri quattro. Solo così si crea una squadra che apre un ciclo destinato ad arrivare allo scudetto. A proposito: il c.t. Prandelli ha inserito l'italiano Ledesma tra i papabili per la futura Nazionale.
E ora, tifosi laziali, tifosi veri, date la mano decisiva con una campagna abbonamenti degna della campagna acquisti. Lotito il suo dovere lo sta facendo: ora tocca a noi fare il nostro. Buttiamoci alle spalle un passato negativo, e torniamo a sorridere. L'avvenire è veramente nostro, con una squadra ringiovanita e rinforzata. Con pazienza, con prudenza, con saggezza.

L'ideale è HUGO ALMEIDA, il boghossian comunitario

Alla Lazio lui verrebbe con gioia, con vero entusiasmo. Si chiama Hugo Almeida, uno dei migliori attaccanti portoghesi, la Torre di quella nazionale. E' alto 1.92, pesa 93 chilogrammi - deve dimagrire un po' - gioca in Germania nel Werder Brema, gli scade il contratto il prossimo giugno e perciò i tedeschi lo lasciano andare via per ricavarne quei 6/8 milioni che altrimenti perderebbero.
Siccome la Lazio sta cercando l'attaccante numero 4, il nuovo Cruz, Almeida è il meglio del meglio: lasci perdere, Lotito, i vari Acquafresca, Plasmati e Matri che costano dai 12 milioni in su e forse non valgono Almeida.
Il portoghese ha ventisei anni, negli ultimi quattro anni ha giocato nel Werder 97 partite e segnato 29 gol; nella nazionale portoghese ha giocato 27 partite segnando 9 gol. Così lo presenta Wikipedia : " E' il classico centravanti, potente fisicamente, molto utile su palle inattive come calci d'angolo e punizioni indirette, così come su cross provenienti dalle fasce e lanci lunghi dalle retrovie, che può sfruttare facendo sponda verso i compagni, forte di un'altezza superiore al metro e 91. E' dotato inoltre di un ottimo tiro di sinistro ed è considerato l'erede di Pauleta, miglior giocatore del Portogallo ritiratosi dopo Germania 2006".
Almeida stima tantissimo la Lazio e vuol venire a giocare in Italia, e in particolare a Roma. Nelle mani di Reja potrebbe ritrovare brillantezza e aspirare anche a scalzare
qualcuno dei tre grandi che gli starebbero davanti, cioè Floccari, Zarate e Rocchi.
Hernanes? E' un altro discorso. Lui è un grande regista offensivo, e la Lazio ne avrebbe proprio bisogno. Quattordici milioni più i sei di Almeida farebbero giusto quei 20 milioni che Lotito ha ottenuto con Aleksandar Kolarov e con Eliseu. Sarebbero milioni davvero spesi bene, e ci darebbero una grande Lazio.
Resta il problema del terzino destro, che pensavamo di aver risolto con Pintos. Purtroppo Pintos è extracomunitario, e se davvero arriva Hernanes dovremo piazzarlo altrove. Chi mettere al suo posto? Forse la soluzione l'abbiamo già in casa, con quel Cavanda che sta facendo scintille in precampionato, è giovanissimo, ha classe e voglia di sfondare. E' nero come Diakité e forse avrà anche più avvenire, a dispetto di quel Boateng che ritiene la Lazio un covo di razzisti. Ma guarda un po': proprio un "moretto" come Cavanda sta venendo prepotentemente alla ribalta e trovando un gran posto nel cuore dei tifosi biancocelesti. Forse a Boateng premevano di più le palanche, e aveva paura che Lotito ne avesse troppo poche per lui, volendolo comprare a rate e a metà con il Genoa.

venerdì 30 luglio 2010

Rocchi-gol, triangolare di Auronzo alla LAZIO

La Lazio si rimette subito in sella, dopo la sconfitta contro i sauditi di Zenga, peraltro aiutati da un arbitro veronese straordinariamente antilaziale ( gol di Biava annullato, un netto rigore negato).
Compatta in difesa, ha retto bene il confronto con i ciprioti dell'Olympiakos Volos, squadra niente male, che è stata piegata solo ai rigori dopo lo 0-0. Hanno segnato con molta sicurezza Gonzalez, Ledesma, Mauri e Barreto, mentre i ciprioti si sono fermati a tre anche per le prodezze di Bizzarri che ha parato ben due rigori.
Nelle file della Lazio si sono messi in evidenza il giovane uruguayano Barreto, che si sta riprendendo dopo la sua tragedia familiare, e il suo connazionale Gonzalez, che festeggiava due volte: l'ingaggio uffficiale con la Lazio, e la chiamata in nazionale da parte di Tabarez insieme a Muslera.
Nella finale contro il Portogruaro, squadra di serie B bene impostata, battuta comunque dai ciprioti per 1-0, la Lazio ha dovuto lottare perchè solo un successo le avrebbe garantito la conquista del triangolare.
La buona prova complessiva, a partire da una difesa decisamente rinfrancata, è stata
premiata al 27' da un gran gol di Tommaso Rocchi con un bel sinistro al volo appena all'ingresso dell'area. Da pochi minuti era entrato al suo fianco Sergio Floccari, che ha bruciato le tappe nella sua rincorsa alla forma fisica dei compagni, i quali hanno avuto
due settimane in più di preparazione. Evidenziata subito l'intesa Floccari-Rocchi.
Perciò è stato un buon addio alla cittadina di Auronzo, ormai affezionata alla Lazio. Ora ci sarà un rompete le righe di alcuni giorni, e ci si rivedrà tutti il 4 agosto per un nuovo ritiro nella nostra simpatica Fiuggi, doppiamente laziale.
Il lavoro ad Auronzo dovrebbe sicuramente dare i suoi frutti, ma resta ancora parecchio da fare, specialmente per quanto si riferisce all'amalgama e all'intesa fra i reparti. E poi arriveranno i vari Muslera, Garrido e un altro paio di pezzi grossi, a dare altro slancio e ottimismo alla squadra di Edy Reja. Pensate un po' se arrivassero Hernanes ed Almeida? Sarebbe davvero una Lazio da Champions.

La bottega di zia Maria - I miei ricordi 93

La bottega di zia Maria, quindici metri più in là di piazza San Nicola, era l'ultima risorsa del paese verso la parte più antica, quel quartiere di San Pietro che era un dedalo di vicoli e di case antichissime, senza alcuna concessione alla modernità.
Era una bottega piccola e ben tenuta, quattro metri di larghezza per sei di lunghezza, una finestra ad altezza di persona, due banconi ad angolo, una parete coperta di scaffali, una bella bilancia di brillante ottone a due piatti.
C'era una povertà estrema, in quegli anni di guerra, e se ne avevano prove continue. Zia Maria riusciva a venire incontro anche alle richieste più esigue: mezz'etto di marmellata, due etti di spaghetti, due alici. Moneta ne circolava pochissima, e la povera gente, prima di staccarsi anche da un soldino, se lo girava per le mani più di una volta. Del resto, i viveri cominciavano a scarseggiare, c'era il tesseramento, i rifornimenti diventavano ogni giorno più difficili.
Ricordo che l'emergenza del sale fu la più dolorosa. Fummo costretti a mangiare cibi sempre più insipidi e di peggiore qualità. L'ultima riserva di sale, per zia Maria, fu quella delle aringhe, che vennero dissalate accuratamente, e il resto, raccolto in una specie di botticella, venne rivenduto in piccolissime quantità, con il cucchiaino, come si trattasse di un genere di lusso.
Proprio alici e aringhe furono tra le ultime risorse della bottega, e noi bambini le consideravamo delle vere squisitezze, e ce le contendevamo per le nostre ultime merende.
Passò il turbine della guerra, il negozio di zia Maria rimase chiuso per alcuni mesi, e fu proprio quello il periodo più terribile. La gente non sapeva più che cosa mettere in tavola, erano scomparsi anche l'olio e la farina, ci si accontentava delle ultime patate , e fortunati quei contadini che le potevano ancora produrre e ne avevano potuto fare una piccola riserva.
Ricordo la corte spietata che le mie cugine facevano al vecchio contadino Neno e a sua moglie Pasqua quando la sera tornavano dalla campagna con il loro asino, portando con sé prelibatezze come i fichi o le pere, o le fresche verdure che emanavano odori paradisiaci, o anche qualche cesto di patate o di zucchine: meraviglie divenute rare e preziose.
Poi gli alleati ci aiutarono con il loro scatolame, e in qualche modo riuscimmo a sopravvivere con gli aiuti Marshall che venivano dall'America. Wurstel e minestra di piselli in polvere divennero il nostro pasto quotidiano.
Quando riaprì il negozio di zia Maria, fu una felicità per tutto il vecchio quartiere di San Pietro. La moneta di scambio fu costituita dalle Am-lire, carta di piccolo taglio; poi ricomparvero le vecchie monete in centesimi e in mezze lire, e piano piano si tornò alla normalità. Ma da zia Maria le richieste base rimasero il mezz'etto di marmellata e i due etti di spaghetti, che venivano avvolti in una grezza carta gialla di paglia.
Io entravo spesso nel negozio di zia Maria. Facevo compagnia alle mie due cugine Maria Luigia e Maria Pia, che davano spesso una mano alla madre.
Ricordo i barattoli di cetrato e quelli delle caramelle vendute sfuse, delle drops per lo più senza involucro, o delle liquirizie, piccole ghiottonerie, e quella alice che, divisa in due per lunghezza, costituiva la nostra gustosa merenda con una fetta di pane condita con un po' d'olio d'oliva.
Ma già si tornava a respirare, dopo quegli orribili quattro anni di guerra. Il negozio di zia Maria si riprese e tornò a fiorire, qualche moneta in più cominciava a rivedersi anche nel poverissimo quartiere di San Pietro, e la gente tornava a vivere e a sorridere come se niente di brutto e di cattivo fosse mai accaduto (continua).

giovedì 29 luglio 2010

I sauditi di Zenga stendono la Lazio: 1-2 - Segna Biava

E' arrivata la prima sconfitta della Lazio, per mano degli arabi sauditi di Zenga, che portano il nome di Al Nassr e vuol dire vittoria.
Infatti hanno vinto 2-1, con reti di Al Shalawi dopo otto minuti di gioco, pareggio del difensore laziale Biava dopo altri nove minuti, e gol decisivo di Petre a sette minuti dalla fine, con un gran colpo di testa che anticipa Bizzarri.
Si è giocato sotto la pioggia battente e su un campo ridotto a un pantano, e dunque tutto va preso con una certa relatività.C'è anche da dire che l'arbitro veronese Massimo Molinari si è dimostrato poco simpatico verso la Lazio, negando a Biava un secondo gol subito dopo il pareggio per un inesistente fuorigioco di Dias, e a metà ripresa non vedendo un netto calcio di rigore per fallo di mano di Mc Kein.
La Lazio si è presentata con la seguente formazione: Berni; Biava, Diaz, Radu; Lichtsteiner, Brocchi, Matuzalem, Bresciano, Del Nero; Kozak, Zarate.
Nel corso della ripresa Bizzarri ha preso il posto di Berni al 46', Cavanda quello di Lichtsteiner al 57' e Perpetuini quello di Matuzalem al 76'.
Per la prima volta non c'è stata la massiccia sostituzione al 60': ma tanto domani si gioca ancora e c'è spazio per tutti.
La Lazio, malgrado tutto, ha mostrato una certa vivacità in attacco con Zarate e Kozak, ma ha denunciato qualche incertezza di troppo in difesa. Molto decisi e duri i sauditi, più avanti evidentemente nella preparazione: Zenga nei giorni scorsi aveva già castigato il Bari per 1-0.
Ma quell'arbitro: perchè ce l'aveva tanto con noi? Bocciato, bocciatissimo. Non si fa carriera, così.

MORATTI vuole ZARATE: LOTITO ci pensa!

L'avreste mai pensato? Lotito ha in animo di vendere Zarate!
Del resto l'ha sempre detto: fatemi un'offerta congrua, e qualunque giocatore diventa cedibile.
Anche Zarate, idolo dei tifosi della Lazio, e pupilla degli occhi del sor Claudio che si è sempre gloriato di averlo scoperto.
Zarate è un grande campione indisciplinato. E Moratti ora lo vuole, al posto di un altro grande campione indisciplinato che si chiama Balotelli. Roberto Mancini, da Manchester City, è pronto a versare nelle casse di Moratti ben 38 milioni di euro per Balotelli, e Moratti lo sostituirebbe con un altro campione che forse non vale meno, e che si chiama Maurito Zarate.
Quanto è disposto a pagare in moneta sonante per il nostro Maurito, il petroliere Moratti? Diciamo che, per averlo, Moratti dovrebbe passare nelle casse della Lazio
dai 25 ai 30 milioni di euro, e Lotito non avrebbe fatto neanche un grande affare, poiché lo ha pagato 22.
Ma altre sono le motivazioni che porterebbero all'uscita di Zarate dalla Lazio. La Lazio non si può permettere un fantasista assoluto quale è l'argentino, che invece all'Inter avrebbe lo stesso ruolo del cacio sui maccheroni, o meglio del tartufo, che è ancora più prelibato: una squadra di tutti assi se lo può permettere, e non la Lazio che ha bisogno di uomini essenziali, che lottino tutti con il coltello fra i denti.
Zarate non è da Lazio: Zarate è da Inter. Con quei 25 milioni - anzi, con la metà -noi ci dobbiamo accontentare di un attaccante robusto e concreto, che ci garantisca gol e non spettacolo.
Vanamente Reja ha tentato di trasformare Zarate in un concreto. Maurito è nato per lo spettacolo. Datelo all'Inter, basteranno i gol di Milito, Eto'o, Snejider, o anche di
Stankovic, di Pandev...ah, non dovevamo dirlo.
La Lazio ha bisogno di un Acquafresca, di un Plasmati,di un Matri, e non di uno Zarate. Eppure, riusciranno i tifosi della Lazio a rinunciare a uno come lui, uno che è stato amato dalla gente più di tutti? Dai tempi forse di Beppe Signori il tifoso laziale non ha mai amato altrettanto un suo giocatore.
Ma se Zarate deve partire, che parta pure. Anche Paul Gascoigne fu tanto amato. Tanto amato e tanto inutile.

E' JAVIER GARRIDO il sostituto di Kolarov

Lotito stavolta non ha perso tempo, e lo ha aiutato direttamente Roberto Mancini. La Lazio ha ceduto Kolarov al Manchester City? Senza por tempo in mezzo, perché non si prende in cambio il terzino sinistro del ManCity, cioè lo spagnolo Javier Garrido? E' un giocatore di buon valore, di ancora 25 anni, viene a costare 3 milioni, è ovviamente comunitario, ha solo avuto qualche problema fisico nel campionato scorso, ma è sostanzialmente integro e si può riprendere immediatamente cambiando clima e scenario.
Detto fatto. L'arrivo di Garrido alla Lazio è stato ufficializzato nella tarda serata di ieri. Garrido è ben noto a tutti e rappresenta una buona soluzione. Anche per il Manchester City, che vede scendere a 15 milioni il costo secco di Kolarov e scarica il reingaggio del difensore spagnolo sulla Lazio, che comunque combina un buon affare. Prima di arrivare tre anni fa al Manchester City, Javier Garrido si era distinto nelle nazionali giovanili di Spagna, conquistando il titolo della Under 19 in Irlanda nel 2004. Allora era considerato una grande promessa del calcio spagnolo.
A proposito: anche Hernanes può davvero arrivare, perché il Palermo non è disposto ad andare oltre una certa cifra. E questa cifra è nettamente inferiore ai 13 milioni e mezzo che offre la Lazio.Il giocatore preferiva il rosanero per via delle Coppe Europee, ma potrà rifarsi il prossimo anno.

Il calendario della LAZIO - Si comincia a Genova con la SAMPDORIA

Varato il calendario di calcio della serie A. Per quanto riguarda la Lazio, questi sono i 38 incontri:
1. Sampdoria Lazio 29 agosto - ritorno 16 gennaio
2. Lazio-Bologna 12 settembre - ritorno 23 gennaio
3. Fiorentina-Lazio 19 settembre - ritorno 30 gennaio
4. Lazio-Milan 22 settembre - ritorno 2 febbraio
5. Chievo-Lazio 26 settembre - ritorno 6 febbraio
6. Lazio-Brescia 3 ottobre - ritorno 13 febbraio
7. Bari-Lazio 17 ottobre - ritorno 20 febbraio
8. Lazio-Cagliari 24 ottobre - ritorno 27 febbraio
9. Palermo-Lazio 31 ottobre - ritorno 6 marzo
10. LAZIO-ROMA 7 novembre - ritorno 13 marzo
11. Cesena-Lazio 10 novembre - ritorno 20 marzo
12. Lazio-Napoli 14 novembre - ritorno 3 aprile
13. Parma-Lazio 21 novembre - ritorno 10 aprile
14. Lazio-Catania 28 novembre - ritorno 17 aprile
15. Lazio-Inter 5 dicembre - ritorno 23 aprile
16. Juventus-Lazio 17 dicembre - ritorno 1 maggio
17. Lazio-Udinese 19 dicembre - ritorno 8 maggio
18. Genoa-Lazio 6 gennaio - ritorno 15 maggio
19. Lazio-Lecce 9 gennaio - ritorno 22 maggio

mercoledì 28 luglio 2010

LAZIO: HERNANES in arrivo!

Piano piano, Hernanes si sta accostando alla Lazio. Stavolta Lotito è partito deciso: dei 18 milioni ottenuti dalla vendita di Kolarov, ben 13.5 ha in animo di girarli al San Paolo, che di fronte a questa cifra ha cominciato a tentennare.
C'è anche il Villarreal alla caccia del regista brasiliano, ma sembra che quella cifra non sia in grado, almeno per ora, di garantirla, per cui il presidente della Lazio si è reso conto che questo è il suo momento e non bisogna lasciarselo sfuggire.
Il giocatore è deciso a lasciare San Paolo e a venire in Italia, ma vuole una buona squadra e perciò ha chiesto un parere al suo vecchio compagno André Dias, che gli ha garantito: la Lazio è una gran bella squadra, quest'anno lotteremo certamente per la conquista di un torneo europeo. -Se vieni tu - gli ha detto - si può puntare anche alla Champions League -
Così Hernanes si sta convincendo, e anche i suoi dirigenti si sono resi conto che col cuore si è già staccato dal Brasile e vuole l'Europa. Soltanto, resterà in patria fino a dopo ferragosto, dovendo il San Paolo disputare le fasi finali della Coppa Libertadores. In ogni caso, Hernanes verrebbe in Italia già rodato per l'inizio del campionato (28 agosto).
Lotito vuole a tutti i costi il colpaccio per tirare su la campagna abbonamenti, quest'anno particolarmente difficile per via della "tessera del tifoso" che tiene la gente lontana dagli stadi.
Ed ora una serie di notiziole spicciole, tutte interessanti:
*Artipoli, Quadri e Correa sono in trattative con l'Iraklis Salonicco,con buone probabilità di concludere.
*Anche Bizzarri è richiesto dai greci del Salonicco, ma lo cercano anche gli spagnoli del Levante, e deve prendere una decisione che non è agevole.
*Eder potrebbe essere ingaggiato solo nel caso che Foggia lasciasse la Lazio : sembra che la Fiorentina voglia avere il furetto laziale come pedina di riserva in attacco e a centrocampo.
*Per la Coppa Italia, se la Lazio supera i due primi turni eliminatori, si prospetta negli ottavi un gustosissimo derby con la Roma: siamo già pronti per la rivincita!
*Che fine ha fatto il giovane terzino croato dell'Hajduk, Strinic, che Reja voleva portare a Roma come sostituto di Kolarov? Costava solo due milioni, e poteva essere una soluzione.

martedì 27 luglio 2010

La pranoterapeuta - I miei ricordi 92

Giggia Cutinitto era una formidabile pranoterapeuta. Era una donna grande e robusta, tipo Ave Ninchi; abitava al portone successivo a casa mia, su via Vittorio Emanuele, ed era un'ottima vicina di casa. Sua figlia Liliana, una ragazza bruna molto elegante e raffinata, già lavorava a Roma, ed era grande amica di mia sorella maggiore, Isola. Anche il primogenito, Filippo, era molto affiatato con il nostro primogenito, Vito.
Chissà chi le aveva dato quel dono, a Giggia: qualunque slogatura, qualunque distorsione, qualunque strappo, sottoposto alla magica cura delle sue mani, dopo alcuni minuti di attenta ricerca muscolare, si concludeva con un urlo bestiale. Ma più bestiale era l'urlo, più immediata era la guarigione.
Medici, al mio paese, ce n'erano pochi. Il medico condotto, dottor Vellucci, era bravo e popolare, ma non aveva certo le mani taumaturgiche di Giggia, alla quale il campo dell'infortunistica spicciola veniva lasciato completamente libero.
Una volta capitò a mio fratello Silvestro, uno scavezzacollo di primissima qualità: caduto da un albero, si era infortunato in modo serio alla caviglia destra, e non riusciva più a camminare.
Lo portarono, zoppicon zoppiconi, direttamente da Giggia, anche perché le scale di casa nostra erano talmente ripide che certamente non sarebbe riuscito a salirle.
Invece Giggia, proprio lì accanto a noi, era a pian terreno, e subito si mise all'opera, insensibile agli urli di dolore di Silvestro. Comunque, con la prodigiosa ricerca delle sue mani, lei riuscì subito a individuare il nervo che era andato fuori posto, e cominciò a massaggiarlo dolcemente per qualche minuto, inducendo alla calma e alla fiducia il paziente.
Poi, quando ritenne giunto il momento opportuno, riuscì a distrarre mio fratello, e, con un tocco secco e rapido, seguito dall'atteso, intenso urlo di dolore, riuscì a rimettere il nervo al suo posto.
- Ora riposati un poco - gli disse - e poi potrai ritornare a fare il diavolo a quattro come piace a te -
Mio fratello non credeva ai suoi occhi, ma era davvero guarito. Poteva poggiare bene la caviglia a terra e avvertiva appena appena un piccolo fastidio, del tutto sopportabile.
Il bello di Giggia era che non voleva nulla in cambio del suo intervento liberatore; le bastava la sola gloria del successo e l'ampliamento della sua fama di manipolatrice infallibile.
In qualche modo si trovava sempre come farle un pensierino di ringraziamento: ma questa è una prassi normale di buon vicinato, e chi ha qualcosa di personale da offrire non sta lì a guardare, se è un cesto di fichi freschi o una ricotta di giornata, come capitava allora in paese ed è oggi un po' più difficile anche nei piccoli centri, dove sono arrivati i grandi magazzini, ed è praticamente scomparsa la produzione agricola familiare.
E poi, diciamo la verità: chi si affiderebbe più a una vicina di casa per guarire da un infortunio, con tutte le cure mediche oggi facilmente raggiungibili?
Eppure, era talmente brava Giggia Cutinitto a farti guarire in cinque minuti, da indurti a pensare a un dono personale prodigioso, alla cui efficacia non si poteva resistere (continua).

lunedì 26 luglio 2010

Precampionato LAZIO - KOZAK sette gol

Questi i risultati delle amichevoli precampionato della Lazio:
Lazio-Auronzo 9-0
Lazio-Iran 1-1
Lazio-Feltrese 5-0
Lazio-Vicenza 2-1
Belluno-Lazio 0-4
Totale reti segnate 21
Totale reti subite 2
MARCATORI
KOZAK 7
ROCCHI 2
DEL NERO 2
GONZALEZ 2
BRESCIANO 2
ZARATE 1
BROCCHI 1
DIAKITE' 1
PINTOS 1
DI MARIO 1
STENDARDO 1

domenica 25 luglio 2010

Quaterna laziale a Belluno: Di Mario Stendardo Gonzalez Kozak

La Lazio passa in scioltezza anche a Belluno, contro la locale squadra di serie D.
Come al solito, Reja ha schierato due formazioni completamente diverse, per non affaticare troppo i suoi uomini che sono già al quinto incontro di precampionato, quasi al ritmo di un incontro al giorno.
Nel primo tempo abbiamo visto questa squadra: Bizzarri; Lichtsteiner, Stendardo, Cribari, Del Nero; Brocchi, Gonzalez, Ledesma, Mauri; Di Mario, Zarate. La novità è costituita dal giovanissimo Di Mario, che nella Primavera ha segnato tanti gol ed è stato chiamato da Roma per le assenze forzate di Rocchi e Floccari.
Il ragazzo non ha smentito la sua fama. Infatti il primo tempo, non troppo brillante, si è chiuso sull'uno a zero proprio grazie a un suo gol, al 28', con un bolide sotto la traversa su invito di Brocchi.
Dopo 45 minuti Di Mario ha lasciato il suo posto a Kozak, il piccolo-grande cannoniere di questo precampionato. Al 9' della ripresa ha segnato il 2-0 Stendardo con un bel colpo di testa su angolo di Del Nero; al 17' il terzo gol arriva con un gran destro di Gonzalez, detto il "Tata", cioè il papino, che sa segnare anche i gol.
A questo punto Reja cambia lo scenario facendo entrare in campo, per la solita mezz'oretta finale, la seguente formazione: Berardi; Biava, Dias, Zauri, Pintos; Scaloni, Matuzalem, Perpetuini,Cavanda; Bresciano Kozak.
Una squadra forse meglio assortita, ma di gioco non se n'è visto molto. Zarate, nel'oretta in cui è stato in campo, si è incaponito alla ricerca del gol, ma il portiere del Belluno, Miniati, si è impegnto a parargli tutto. Il quarto gol è arrivato a tre minuti dalla fine con il solito Kozak, autore di ben 7 reti in 5 incontri, stavolta con un bel colpo di testa su un vellutato cross di Pintos.
Una Lazio da rivedere, e infatti la rivedremo presto. Positive le prove di Brocchi e Cavanda, altro gioiello di questo precampionato.
Tantissimi fischi a Lotito. Che ha promesso due o tre buoni acquisti con i diciotto milioni ricavati dalla vendita di Kolarov. Staremo a vedere.

Trionfo FERRARI in Germania: 1.ALONSO 2. MASSA

Trionfo Ferrari ad Hockenheim! Che emozione risentire l'inno vittorioso di Mameli dopo la disfatta sudafricana nel calcio.
Bravissimo Alonso, trionfatore; bravissimo Massa, che ha ceduto il passo, però in un momento in cui Fernando andava più forte. Doppietta giustissima, podio 3 su 4 con Domenicali che ritira lui pure il suo premio di scuderia.
Bravissimo però anche Vettel, che con la sua bella Red Bull nel finale ha insidiato il secondo posto a Felipe, abilissimo comunque a difendersi.
Lo avevano detto, Alonso e Massa: siamo sicuri di noi, siamo convinti che rimonteremo e ci batteremo per la conquista del campionato del mondo.Sembrava la voce della disperazione, ed era la voce della certezza.
Ferrari davvero forte, rinnovata a regola d'arte, perfezionata via via: superati tutti i problemi, comincia la grande rincorsa, poiché Alonso ora dista solo 25 punti da Hamilton che oggi non è stato poi tanto grande.
Il doppio titolo, pilota-macchine, è ancora possibile, perchè sia Fernando che Felipe sono fortissimi, e la scuderia intera appare in grande rilancio e forte nel morale.
Da oggi in poi sarà tutto un altro discorso. Tante chiacchiere per il sorpasso di Alonso su Felipe Massa: ordine di scuderia, sì, ma con Fernando chiaramente più veloce, e quindi si è evitato ogni rischio, secondo me in maniera giusta. Regolamento da rivedere. Pensate soltanto quello che accade nel ciclismo.
Oggi la Red Bull e la Mac Laren erano nettamente inferiori alla Ferrari, e da oggi in poi probabilmente potrebbe essere quasi sempre così.
Ricordiamo anche che, alla partenza, Vettel ha fatto di tutto per chiudere e danneggiare Alonso, per cui Massa ha potuto prendere il comando.
Ferrari, grande squadra con due grandi piloti. Così possiamo sognare.

Il derby delle osterie - I miei ricordi 91

Nannetta contro Peppinella: questo era il gran derby delle osterie di Acuto.
Ma che osterie: materiale di lusso! Sempre piene come un uovo. Il vino, ad Acuto, è ottimo: quello bianco più di quello rosso cesanese. Il vino bianco di Acuto, leggero e aromatico, batte il rosso cesanese di Piglio, è più adatto per le osterie, il cesanese è troppo pesante.
E poi i locali: freschi da non credere in estate, ben riparati in inverno. Nannetta si spalancava col suo grottino proprio ai piedi della gran torre rotonda del castello, alle soglie di piazza Margherita, dirimpetto a Santa Maria: una bella visuale sull'Arco della Porta e sul lungo itinerario del Borgo. Posizione invidiabile, quasi nobiliare: del resto Nannetta era di ottima famiglia, i De Grandi, una delle migliori del paese. Una donna di mezza età, florida e gioviale, fatta apposta per attirare la clientela. E poi il suo magico grottino, con quelle enormi botti di vino bianco, che spesso anche le famiglie andavano ad acquistare a fiaschi e boccioni.
A Nannetta rispondeva Peppinella Merluzzi, cinquanta metri più giù, quasi a metà del
Borgo. Il locale era più ristretto, ma molto arieggiato, e con un terrazzo andava a sfociare sulla piazza oggi del mercato, allora invece un giardino odoroso di pini e di acacie.
Il vino dominante era sempre il bianco, anche questo delle vigne di famiglia; ma Peppinella aveva una clientela più selezionata, faceva anche pensione, era famosa soprattutto per i suoi minestroni ricchi di verdure e di aromi. I forestieri la preferivano per questo, e anche mio padre, che aveva il suo negozio di stoffe due o tre porte più giù, quando era molto impegnato o faceva tardi finiva per fare il pranzo da Peppinella, a cui era praticamente abbonato. Nannetta rispondeva anche lei con estemporanee bruschette o spaghettate, fettuccine per le grandi occasioni.
Era un derby eno-gastronomico di tutto rilievo, quello fra Nannetta e Peppinella. Un derby dal clima casareccio, quando il paese era vivo e popoloso, quando alberghi e ristoranti avevano un ruolo del tutto marginale e lasciavano via libera a queste manifestazioni paesane di benessere e di allegria.
In paese, infatti, c'erano anche altri locali, compresi quelli improvvisati delle fraschette: un privato che aveva prodotto del vino in sovrabbondanza era autorizzato a rivenderlo aprendo un locale provvisorio all'insegna di una frasca, un verde ramo d'albero, e finché il vino durava si potevano ospitare anche avventori che giocavano a carte, bevevano il loro quartino o facevano la "passatella", un gioco un po' dispettoso che impegnava tutto il gruppo, ed era ugualmente autorizzata la vendita spicciola alle famiglie. Si trattava sempre di ottimi vini, di produzione genuina.
Sotto casa mia ce n'erano due: una grande in via Vittorio Emanuele, e una praticamente a due passi, all'inizio del vicolo Gaudente. Ma raramente si assisteva a spettacoli di gente avvinazzata, perchè si beveva sempre con moderazione, anche perché di moneta spicciola ne circolava poca. E poi quasi tutte le famiglie producevano vino in proprio, sicché in fraschetta o all'osteria ci si incontrava più che altro per farsi una partita a carte o per raccontarsi fatterelli allegri. L'alcoolismo, infatti, ad Acuto praticamente non esisteva o era del tutto marginale.
Certo, allora automobile e patente l'avevano in pochissimi, quasi nessuno, e perciò non garantisco che avrebbero superato indenni l'esame all'etilometro (continua).

sabato 24 luglio 2010

BRESCIANO e KOZAK, Vicenza battuto 2-1

Buon primo tempo della Lazio contro una squadra di serie B, il Vicenza, che è già abbastanza rodato. La squadra dimostra una certa facilità d'inventiva, sprecialmente con Lichtsteiner schierato ancora come trequartista, e con il giovanisimo Cavanda, vera rivelazione di questo precampionato, con le sue sgroppate concluse sempre con ottimi servizi. Già in palla anche Bresciano, sempre insidioso Kozak.
Nel primo tempo Reja schiera Berni; Biava, Dias, Zauri; Cavanda, Perpetuini, Matuzalem, Scaloni; Lichtsteiner, Bresciano; Kozak.
La Lazio va a segno al 24' con un rigore realizzato da Bresciano (sarà il nostro rigorista) per un fallo su Lichtsteiner. Ha raddoppiato Kozak al 36' con agevole tocco, dopo azione travolgente del bravissimo Cavanda.
Nella ripresa entra Pintos al posto di Licht, e Zarate al posto di Perpetuini. Poi, dopo un quarto d'ora, c'è il cambio quasi integrale della formazione, con Berni; Cribari, Stendardo, Zauri; Pintos, Brocchi, Ledesma, Gonzalez, Del Nero; Mauri; Zarate.
La Lazio abbassa il ritmo, anche perchè una partita al giorno, o quasi, è un forcing non facilmente sostenibile. Domani c'è addirittura la trasferta a Belluno.
Il Vicenza è in gamba e coglie il gol con una discesa del suo centrale Tonucci, che sorprende Berni su calcio d'angolo. Si conclude sul 2-1, con una conferenza finale di Lotito presente all'incontro.
Concludiamo con varie notizie fuoricampo. La difesa è un po' in difficoltà per gli infortuni a DIAKITE' (distorsione e stampelle) e RADU (problemi al tallone destro).
* Dopo il no di Acquafresca, la Lazio sta puntando sull'attaccante leccese Graziano PELLE' che gioca in Olanda nell'Alkmaar. Ha 25 anni e costa tre milioni.
* Alternativa a Pellé - cercato anche dal Parma - è il catanese PLASMATI, 27 anni, buon realizzatore.
* Ma intanto KOZAK ha segnato già sei gol in quattro partite precampionato: a chi andiamo a regalarlo? Sembra al Pescara, ma sapete quanti già lo vorrebbero?
* Per il ruolo di terzino sinistro, due candidati: il fiorentino GOBBI, 29 anni, e l'olandese Royston DRENTHE, che non ha rinnovato col Real Madrid.
* Per il ruolo di trequartista, due candidature: l'empolitano EDER o ALBIN del Getafe.
* Però il vero colpaccio che Lotito vuole realizzare è quello del centrocampista brasiliano HERNANES, per avere il quale rinuncerebbe anche al tesseramento del bravissimo Pablo PINTOS come extracomunitario.

LAZIO: I quattro grandi rifiuti

La Lazio è stata bruciata, nel giro di un mesetto, da quattro grandi rifiuti: MARTINEZ, BOATENG, PAPASTATHOPOULOS, ACQUAFRESCA ...e ce ne aggiungerei anche qualche altro:BELHADJ, per esempio.
Si potrebbe anche ribadire che si tratta di quattro o cinque serpenti di mare: la stampa che pubblica notizie possibili, sembra che s'impostino trattative a base di si dice, qualche volta sono pure coinvolti in qualche modo i dirigenti, e poi...tutto finisce in una bolla di sapone, e quei dirigenti sembra che ci facciano una gran brutta figura, quando al dunque non sono sfiorati nemmeno dalla vicenda.
Ma poi...diamole pure per buone, quelle trattative. Ma la Lazio aveva veramente bisogno di un ACQUAFRESCA? Come si poteva pensare che un giocatore giovane e sia pure discusso accettasse di venire alla Lazio a fare che? Il numero 4 dietro le
spalle di Floccari, di Zarate e di Rocchi? E' stato giusto che Acquafresca abbia detto no: numero 4 può essere un vecchio in fase di chiusura come Cruz, o un giovane rozzo e promettente come Kozak: mi tengo dieci volte Kozak e risparmio una decina di milioni.
Ma la Lazio aveva bisogno di PAPASTATHOPOULOS? Era giocatore da dover dire no alla Lazio? Per andare al Milan? Non vale nè più di Biava, nè più di Diaz, nè più di Radu, nè più di Stendardo, nè più di Zauri e neppure più di Diakité. E allora che ci veniva a fare? Tra l'altro sta maturando un Cavanda che secondo noi vale dieci volte più di Papa ecc.ecc. Diciamo che ci ha fatto un favore a dire no e abbiamo risparmiato altri due o tre milioni. Se proprio, abbiamo ancora da tesserare un certo Pablo Pintos, che pare sia un vero e grande giocatore, peccato che è extracomunitario. Comunque il posto libero ancora ce l'abbiamo.
D'accordo: Martinez valeva e ci serviva. Anche Boateng valeva e ci serviva. Ma la Lazio i soldi in tasca non ce li aveva e allora è arrivato il no di due giocatori (o di due procuratori) affamati di soldi subito. Non potevano aspettare che arrivassero i soldi di
Kolarov. Martinez si è accontentato di rate e controrate da parte della Juve. E allora pace all'anima loro: ne faremo a meno e ci arrangeremo con altri. Ma intanto sembra che si stia annunciando un Bresciano proprio niente male, che a centrocampo può sostituire lo stesso Kolarov e dare una mano a Mauri e Matuzalem. Un acquisto-beffa, quello di Bresciano, per cui siamo stati presi in giro, e che invece si sta dimostrando una bomba.
Fossi in Lotito, non mi preoccuperei affatto dei commenti della gente e baderei ai fatti. Ai fatti miei. Ai fatti veri.

Dal Capo delle Tempeste aria di guai sul calcio italiano

La bufera dei mondiali sta arrivando adesso sul calcio italiano, a un mese di distanza da quelle brutte prove di totale inefficienza.
Tutto il calcio italiano ne è investito. Abete si rifende, ma non c'è aria buona neanche per lui. Dal CONI c'è quasi un po' di rivolta, da parte di Petrucci, verso quella che è in un certo senso la casa madre dello sport italiano, quel calcio generoso che con i suoi concorsi-pronostico dà da vivere a tutte le manifestazioni atletiche italiane.
Il calcio dà alimento a tutti, ma quando in casa-calcio le cose vanno male, chi dirige i lavori di tutte le federazioni deve preoccuparsi, e come! Non siamo qui soltanto per dividerci i diritti televisivi, ma bisogna curarsi anche della salute di chi a questi diritti
dà vita con le sue prestazioni.
Oggi in casa Italia, a cominciare dal giardino del calcio, le cose non vanno bene. Le squadre italiane sembrano soffrirne tutte, a cominciare dalle principali. E cominciamo proprio da quel Milan la cui presidenza aulica viene accolta da sonori fischi, dato che ai suoi tifosi non sembra offrire di meglio che un rinnovo contrattuale del vecchio Oddo, ricordandone le fortune passate.
E l'Inter? Perde su tutti i fronti. Per Rafa Benitez non tira aria buona, e sembra perdere nettamente il confronto diretto con Mourinho prima ancora di cominciare. Maicon vuole andarsene e non riescono a reggerlo. Il fenomeno Balotelli, al quale ci si stava aggrappando, se ne va pure lui. Altro che prendere Kolarov. Ormai quello che c'era di buono in giro se lo prende Roberto Mancini da Manchester City.
Una figura da signori la fa perfino l'Austria, dove il modesto Salisburgo riesce ad assicurarsi il gigante Boghossian, vanamente inseguito dal neomilionario Lotito coi suoi 61 milioni disponibili: la nostra federazione ha prodotto solo del male con la riduzione brusca e improvvisa del secondo extracomunitario. Annaspiamo nel buio, altra mazzata sulle già deboli nostre intenzioni e finanze. Altra nota dolente assai: l'addio triste e dispiaciuto di Lele Oriali, uno che siamo stati abituati a considerare una persona onesta e competente. Chi si salva più? E in nome di che cosa?
Da circa due anni, e forse più, dal nostro campionato stanno fuggendo le forze migliori e non ne arrivano di nuove. Era giusto l'ora di togliere il bocchettone del petrolio che arrivava dall'estero sotto forma di secondo extracomunitario, dove bene o male qualche cosa, per chi ha l'occhio fino, pure si rimediava.
Guardate la Lazio: Kolarov extracomunitario, lo pagò un milione e l'ha rivenduto a 18. E tu che fai? Tagli il secondo extracomunitario, per far vedere che sei una persona seria, che vuoi bene al calcio italiano? Cervelli all'ammasso. Aria cattiva dal Capo delle Tempeste.
Tutti i nodi vengono al pettine. Rosella Sensi ha salvato la sua dignità e la sua anima, però in fondo ha detto alla Roma: -Io ti proteggo finchè posso, ma ora devi pensare tu ai guai tuoi e devi darti un'altra presidenza. Quanto a me, ho fatto assai più del mio dovere: le mie proprietà si sono più che dimezzate, ma l'ho fatto per la grandezza della Roma e non me ne pento -
Qualcuno ha già detto in giro che il povero Cesare Prandelli farà probabilmente la stessa fine di Donadoni. Bel modo d'incoraggiare la gente che è già frastornata di suo.
Poche sono le isole felici in questo calcio italiano. Una di esse sembra Napoli, il cui dirigente, De Laurentiis, è l'unico a conservare la calma. La sue quotazioni-scudetto sono le uniche ad avere avuto un'impennata. Mentre invece Zamparini, da Palermo,
deve rispondere con le cessioni dei migliori: Kjaer, Cavani, Simplicio e Bresciano.Con quanta gioia di Delio Rossi si può immaginare.
Chi cerca di darsi un po' all'ottimismo è la Juventus, completamente rinnovata nella dirigenza e con la volontà di rinforzare la squadra. Le intenzioni sono buone, ora vedremo i fatti.
Unico motivo d'interesse ci sembra la bella intesa Genoa-Lazio, Preziosi-Lotito, anche se per ora non ha dato frutti: Acquafresca va dove dice lui, Boateng non è arrivato, ma almeno l'affare Floccari, che alla Lazio ha dato un buon cannoniere e al Genoa una bella manciata di milioni, ha dato l'avvio ad altre iniziative di gente che non vuole limitarsi a guardare, lasciando cadere a pezzo a pezzo il muro del giardino del calcio.

venerdì 23 luglio 2010

Il popolamento delle Cianfrusche - I miei ricordi 90

Quando la famiglia di zia Maria lasciò la vecchia casa di San Nicola, per andare ad abitare nella nuovissima costruzione in via delle Cianfrusche, fu un vero trauma per me. Ero abituato a quella casa quasi fosse casa mia; i miei cugini Fausto, Elda, Pina, Pacifico, Maria Luigia e Maria Pia erano per me come fratelli, e zia Maria mi voleva bene come a un figlio. No, non potevano tradirmi andando ad abitare così lontano.
Ma come? Loro amavano così tanto San Nicola! Ne erano quasi la bandiera. Senza di loro San Nicola non esisteva più. E poi zia Maria aveva lì quel suo piccolo negozio di alimentari che era una risorsa per tutta la parte antica del paese, da San Pietro fino alla Piazza della Corte. Ci sarebbe voluto un bel coraggio a lasciare quel negozio...
In realtà, la famiglia di zia Maria era ancora una volta la pioniera: stavolta di una specie di migrazione del Far West, nella lontana periferia oltre il Borgo, oltre l'Aia del Muro, oltre l'edificio scolastico, su per le prime balze del monte Serrone: le chiamavano le Caciafrucche, in italiano cianfrusche, forse voleva dire soltanto cespugli spinosi, roveti.
Eppure, di lì a poco, quella fu la zona eletta per le nuove costruzioni di Acuto. Lì sorse l'albergo La Panoramica, lì alcune villette isolate, poi costruzioni più massicce, veri palazzetti ove andò ad abitare in estate anche mio fratello Vito con la moglie Angela e i figli Federico e Ilaria, loro che venivano dalle zone aristocratiche di Roma.
Lì sorse anche la prima fucina del famoso ristorante "Le Colline Ciociare" di Salvatore Tassa, spostatosi negli anni successivi sulla statale 155 di Fiuggi.
Insomma, era stata una scelta felice. D'altra parte zia Maria aveva lasciato quella antica casa di San Nicola dove soltanto la sua duttilità e umiltà le avevano consentito di vivere, senza riscaldamenti e in pratica senza impianti idrici e igienici.
Ora sì che potevano vivere a bell'agio, con due piani di costruzione, due appartamenti per i figli, terrazzi, balconi, garage, pergolato e giardino.
Questo voleva dire vivere bene in paese, in ambiente moderno e confortevole, in posizione panoramica. Centinaia di famiglie, negli anni, avrebbero fatto la stessa scelta.
Ma...addio San Nicola, addio vecchia cara piazzetta dei giochi, dei parenti e degli amici vicini, dei ricordi più belli dell'infanzia. Che coraggio barbaro è necessario, talvolta, nella vita, per abbandonare tutte le cose amate, per una scelta necessaria e imprescindibile. Così partivano i pionieri per il Far West, pieni di un coraggio infinito e sicuri di aver fatto la scelta giusta, la via dell'avvenire.
Per un po' mia cugina Pina, sposatasi con il bravissimo Raffaele, un ragazzo siciliano tutto cuore e onestà, tenne ancora la vecchia casa e anche il negozio, e poi anche lei si trasferì in un palazzo moderno ancora più lontano, di fronte alla Chiesa di San Sebastiano e alla grande colonia della Maternità e Infanzia rimasta vuota.
Ormai il paese vecchio si stava sfrangiando, e di esso rimaneva una specie di museo vivente. Anche la nostra famiglia se n'era andata ormai via, trasferita definitivamente nella Capitale.
Almeno zia Maria e quattro dei suoi figli erano rimasti legati per sempre al nostro caro paese (continua).

giovedì 22 luglio 2010

Lazio-Feltrese 5-0 - ZARATE gol - Doppiette KOZAK e DEL NERO

Lazio più leggera e sciolta contro la Feltrese. Ne è scaturito un 5-0 nato da una doppietta di Libor Kozak nel primo tempo, e da un'altra doppietta, stavolta del brillante fantasista Del Nero, nella ripresa, con chiusura finalmente con il primo gol stagionale di Maurito Zarate.
Nel primo tempo Reja ha schierato Bizzarri; Diakité, Cribari, Zauri; Scaloni, Perpetuini, Matuzalem, Cavanda; Lichtsteiner, Bresciano; Kozak. Licht viene schierato nell'inedito ruolo di trequartista. Appare ben impostato Bresciano, ancora freschissimo di preparazione. Al solito, in gran luce Cavanda. Kozak si muove con buona volontà e incisività: vuole dimostrare che la punta numero 4 della Lazio può essere benissimo lui, e non l'orgoglioso Acquafresca, che per noi sarebbe uno spreco.
All'inizio della ripresa esce Kozak ed entra Zarate. Ancora un quarto d'ora e Reja cambia squadra: Berardi; Biava, Stendardo, Radu; Pintos, Gonzalez, Brocchi,Ledesma; Del Nero, Mauri; Zarate.
Il gioco si arricchisce delle fantasie di Del Nero, in gran forma, che fa due gol-perla al 18' e al 20' con doppio passo e finta al volo. Chiude Zarate, che s'intromette in area senza palla, e infila in rete tutto al volo. Applausi.
Note fuori campo: ROCCHI, per fortuna niente di grave, due giorni e torna subito in campo. Meno male. eravamo rimasti senza attaccanti, o quasi.
* FLOCCARI è già quasi a posto: infatti si è rivisto in campo e riprenderà la preparazione ufficiale a partire da domenica 25.
* FOGGIA è un giocatore molto desiderato. Oltre all'Olympiakos di Atene, lo cercano
alcune squadre italiane, soprattutto la Fiorentina di Mihajlovic che lo ritiene una pedina importante.
* BIZZARRI si sta rimprendendo completamente, e viene seguito da due squadre spagnole: il Malaga, la nuova squadra di Eliseu, e il Levante.
* Per BARONIO, dopo lo schiaffo del Bologna di Porcedda, si aprono due nuove vie: una è quella del Cesena e l'altra è il Levante in Spagna.
* BOGHOSSIAN, diventato impossibile per noi per la questione degli extracomunitari, si è sistemato con un contatto quadriennale al Salisburgo in Austria.

mercoledì 21 luglio 2010

IRAN durissimo - Entra Bresciano e pareggia 1-1

Dura prova per la Lazio ad Auronzo. La nazionale dell'Iran, più preparata, mette in difficoltà i biancocelesti e si porta in vantaggio dopo dodici minuti con una rete di Khalatbari che sorprende la difesa laziale su un lungo rinvio del portiere Lahmati.
Moltissimi gli interventi duri: cominciano gli iraniani, rispondono i laziali; chi ne fa le spese è Rocchi, che rimane colpito a una coscia ed è costretto a lasciare il campo al 38':gli subentra Kozak.
Nella ripresa, la partita continua con lo stesso andamento, data la maggiore velocità e resistenza degli iraniani, mentre la Lazio avverte il peso della preparazione ancora ai preliminari e svolta più sui pesi che sulla velocità. Dopo un quarto d'ora, Reja cambia le carte in tavola e schiera una squadra nuova, con la sola eccezione di Zarate e Kozak.
Entra in campo anche l'italo-australiano Mark Bresciano, arrivato appena ieri, e sarà proprio lui a raggiungere il pareggio a cinque minuti dalla fine, su imbeccata di Perpetuini dopo una confusa azione sotto la rete iraniana.
Nel primo tempo la Lazio ha schierato Berni; Biava, Stendardo, Radu; Pintos, Brocchi, Ledesma, Mauri, Del Nero; Rocchi (Kozak al 38'), Zarate.
Dal 16' della ripresa: Bizzarri; Diakitè, Scaloni, Cribari; Zauri (capitano), Matuzalem, Bresciano, Cavanda, Perpetuini; Zarate, Kozak.
Tra i migliori: Ledesma, Zarate, Brocchi, Diakité.
Domani si replica, sempre alle 18, contro la Feltrese. Si spera in un pomeriggio più tranquillo e brillante.Intanto abbiamo perso per almeno una settimana il capitano Rocchi.La fascia è andata a Luciano Zauri, come due anni fa.
La Lazio ha giocato con il lutto al braccio per la tragica morte della madre di Gonzalo Barreto,rimasta vittima di un delitto passionale. Il ragazzo è partito subito alla volta di Montevideo accompagnato dal padre.
Siamo vicini al dolore di tutto l'ambiente, che è stato molto sensibile alla sofferenza del giovanissimo giocatore colpito così crudelmente dalla sorte.

LOTITO è ricco: 61 milioni da spendere!

Ma allora Lotito è ricco! 19 milioni per Kolarov, più 42 per i diritti televisivi, saliti di ben 8 milioni e mezzo rispetto all'anno scorso. Dunque, Lazio in ascesa, e con 61 milioni da spendere diventa in questo momento la più ricca d'Italia!
Infatti Lotito sembra impazzito: in poche ore ha comprato il terzino sinistro Antonelli dal Parma, 23 anni, 3 milioni virgola 2 di comproprietà. Sta convincendo Robert Acquafresca, anche lui 23 anni, che non è poi la quarta punta, se si pensa che Rocchi ha superato i 30 anni e c'è spazio per tutti.
Inoltre, udite udite, il sor Claudio vuole fare il colpo vincente ingaggiando il bravissimo centrocampista brasiliano Hernanes, che verrebbe a costare circa 15 milioni ed è veramente in arrivo, grazie anche all'opera fattiva di André Dias che lo ha sempre sponsorizzato: le distanze fra i 13 milioni e mezzo offerti dalla Lazio e i 15 voluti dal San Paolo è minima e l'affare si farà. Purtroppo dovremo prestare all'estero il bravissimo Pablo Pintos, che era già diventato un idolo del tifo biancoceleste, ma per la dannata regola dell'extracomunitario dovremo rinunciarci per fare spazio ad Hernanes.
La Lazio, inoltre, si è messa pure alla caccia dei giovani geni europei. Ha infatti ingaggiato il sedicenne Pedro Vitorino Fernandez Rosario del Benfica, ritenuto la grande speranza del calcio portoghese.
Se dovesse partire Foggia, conteso dall'Olympiakos e dal Parma, la Lazio metterebbe le mani anche sull'italo-brasiliano Eder dell'Empoli, quello dal gol in tasca come Pippo Inzaghi. Ma chi siamo diventati? Quanti attaccanti vogliamo avere?
Volete sapere altro? Ce ne sarebbero ancora. Limitiamoci a dire che sta nascendo anche da noi una piccola stella. Si tratta di Cavanda, il ventenne terzino alla Lichtsteiner che sta spopolando ad Auronzo. Reja comincia a seminare anche tra i giovani. Mettiamolo in lista per il "Seminatore d'oro".

Quella piazza sempre vuota...I miei ricordi 89

Piazza Margherita, la piazza principale di Acuto, è nata con un destino sbagliato: destinata ad essere vuota. A Piazza Margherita si va: non ci si passa. E se non c'è motivo di andarci, non ci si passa mai.
Eppure, a piazza Margherita c'era tutto. C'era l'ufficio postale. C'era la Cassa di Risparmio. C'era, almeno per un certo periodo, il Municipio. C'era la farmacia. C'era, proprio al centro, il monumento ai caduti. C'era una bella fontana. C'erano gli alberi, lo spazio per giocare, c'era il forno di Cencia.
Serviva forse altro perché la piazza fosse viva e animata?
Sì, c'erano le abitazioni, tutte ben costruite e armoniose, con facciate moderne e buona architettura, delle otto o nove famiglie principali del paese: i Perinelli, con Augusto podestà del paese; i Verdecchia, che al pian terreno ospitavano la Banca; c'erano i Pompili e i Longo; i Guidoni, antenati del futuro astronauta Umberto; c'erano i De Grandi e gli Anagni, i Ticconi e i Coria, altre famiglie tra le più attive e intraprendenti.
Eppure...un accenno di vita c'era stato soltanto nell'anticamera della piazza, tra la bella Chiesa di Santa Maria, il castello dei conti Giannuzzi Savelli, il torrione, ormai integrato nel palazzo dei Perinelli, e soprattutto la vivacissima osteria di Nannetta, della famiglia De Grandi. Ma appena si superava quell'osteria, percorrendo cinque
metri in lieve salita per entrare nella piazza vera e propria, cominciava il grande silenzio.
I bambini non osavano quasi giocarci. Non c'era l'atmosfera giusta. Qualcuno si azzardava a fare dei giri in bicicletta, ma c'era come il timore che non si stesse facendo la cosa giusta.
Ci voleva la piazzetta di San Nicola, cinquanta metri più dentro il paese vecchio, perché i bambini si animassero in cento giochi, le comari in cento chiacchiere attorno alla fontana pubblica, e i vecchietti in cento memorie sul vecchio muretto fatto apposta per incontrarsi, prendere il sole, tornare con i pensieri e le parole lontano nel tempo.
Piazza Margherita no: troppo severa, troppo austera, quasi il nido del potere, con quel
grigio monumento ai caduti che sembrava fatto apposta per incutere silenzio. "Acuto ai suoi figli immolatisi per la patria", recava la scritta, ma ormai le parole di bronzo erano smozzicate e non dicevano nulla al cuore.
Il guaio era che la piazza finiva lì, non andava in alcun altro luogo, non era al centro di nessuna vita. Solo di una vita un po' ingessata, tra l'odore di spezie della farmacia, le attese al telefono della posta, qualche persona nervosa allo sportello della banca, un impiegato frettoloso del Comune.
Tutto ciò non faceva mai piazza, e non la fa tuttora. Piazza è dove la gente s'incontra: e a piazza Margherita è come se la gente non s'incontrasse mai. Piazza è dove i bambini giocano. E a piazza Margherita i bambini non giocavano mai (continua).

martedì 20 luglio 2010

LAZIO: GONZALEZ abile arruolato - Parte KOZAK

Continua con un discreto successo lo sfoltimento dei ranghi della Lazio. Di ieri infatti due novità: Libor KOZAK, visto l'arrivo di Acquafresca, andrà a fare altra esperienza, nel caso specifico al Pescara, dove lo aspettano con grandi speranze.
* Altro centravanti di rincalzo che si sistema è il ventenne Ettore MENDICINO, che dopo l'esperienza al Crotone è ora assunto dall'ambizioso Ascoli, in lotta per la promozione in A, e che sui gol e gli assist di Mendicino fa un certo affidamento. E' un prestito con diritto di riscatto, sulla valutazione base di un milione e mezzo di euro. La Lazio, ovviamente, cerca anche un po' di monetizzare sulla sua campagna vendite.
* Emilson CRIBARI sta lavorando bene ad Auronzo, ma sa di essere destinato a partire, in quanto sono troppi gli aspiranti a una maglia di titolare o di primo rincalzo. Il brasiliano, comunque, sembra avere un certo mercato, e il pretendente più serio appare il neopromosso Brescia.
*Una promozione sicura è ormai quella di Luciano ZAURI. Ha convinto Reja sia come atleta che come persona. L'allenatore l'ha seguito molto da vicino e gli è piaciuto: valida la sua presenza sia come laterale sinistro sia come jolly: centrale, a destra e addirittura in mediana.
* Non più dubbi su GONZALEZ, che in un primo tempo aveva destato qualche perplessità. Intanto ha passaporto italiano, poi anche come presenza si comincia a distinguere. Mobilissimo, combattivo, anche capace di proiettarsi in avanti e segnare. Potrebbe addirittura candidarsi alla sostituzione diretta di Kolarov, almeno come vice.
* FLOCCARI rientrerà prima del previsto. Molto bene il periodo di riposo dopo l'intervento all'ernia inguinale. Presto sarà sul campo di allenamento e ha giurato di volersi vendicare del rigore sbagliato nel derby, per il quale non ha dormito per molte notti.
* Ormai è quasi fatta per KOLAROV. IlManchester City offre 19 milioni di euro più un bonus se i risultati della stagione saranno all'altezza. Di fronte a questa prospettiva Lotito dovrebbe cedere e firmare.
* I primi soldi che saranno spesi, della cifra incassata per Kolarov, saranno dedicati al suo sostituto naturale, il ventitreenne Antonelli del Parma, che costerà una cifra intorno ai tre milioni e mezzo di euro, al massimo quattro.
* Un altro possibile laziale, come rinforzo a centrocampo, potrebbe essere il fantasista uruguayano del Getafe,Juan ALBIN, che sta aspettando la nazionalità spagnola. Non appena l'avrà ottenuta, scatterà l'intervento della Lazio, che è disposta a sacrificare la cifra di sei milioni di euro. Albin è in scadenza di contratto 2011 con la squadra spagnola, e dunque la sua cessione è vista con interesse dal Getafe.
* PERPETUINI ha qualche chance di restare alla Lazio come rincalzo, ma Reja, che ha fiducia in lui, ha dichiarato di volerlo ancora un po' più esperto e maturo. Molto probabile dunque una sua cessione in prestito, forse a quel Frosinone che sta rafforzando la squadra per disputare un buon campoionato di B: come sede sarebbe ideale per il ragazzo di Cisterna.
*Arrivati ad Auronzo Mark BRESCIANO e Stephan LICHTSTEINER, attesissimi e ricchi di entusiasmo a loro volta. Ora manca solo MUSLERA, che ricomparirà a Fiuggi il 3 agosto, mentre è ormai sul binario di partenza definitivo Aleksandar KOLAROV.
Addio, Alex, e in bocca a lupo per l'avventura inglese con Mancini. Tanto, noi andremo forte anche senza di te. Ne siamo sicuri.

lunedì 19 luglio 2010

Acquafresca per la Lazio -E ora Antonelli...

Ah, che afa! Insopportabile. Dunque ci voleva: Acquafresca per la Lazio. Il Genoa ha voluto riproporre la sua amicizia con il colori biancocelesti, e il presidente Preziosi, dopo la brutta vicenda di Boateng che non ha accettato la Lazio, ha trovato modo di farsi perdonare da Lotito.
Robert Acquafresca, padre italiano e madre polacca, anni 21, centravanti dell'Under 21, dopo i bei trascorsi con l'Atalanta e con il Cagliari, e dopo le delusioni genovesi, ha finito per accettare la Lazio, che ora ha un quartetto di attacco davvero formidabile: Floccari Zarate Rocchi Acquafresca, ce n'è per tutti.
Reja ha cominciato a lasciarsi sfuggire quel che pensava veramente dentro di sé: questa Lazio può davvero lottare per un posto in Champions League. Manca solo qualche dettaglio, qualche ritocco importante.
Dettaglio e ritocco che arriveranno dopo l'imminente cessione di Kolarov al Manchester City per una cifra aggirantesi sui 20 milioni di euro. Con questi si compra il terzino sinistro Antonelli dal Parma, tre milioni e mezzo per la comproprietà. Queste benedette comproprietà stanno permettendo a squadre come il Genoa e la Lazio di fare affari che non avrebbero mai potuto realizzare, con una doppia rata che risolve tutto nel giro di un anno, lasciandoti un po' di respiro.
Anche Acquafresca viene alla Lazio con questo sistema. Alla fine costerà circa 13 milioni, e all'incirca potrà costare altrettanto, sempre in due rate, l'ultimo acquisto auspicato, sostitutivo del mancato arrivo di Boateng. Chi sarà? La Lazio spera ancora nel fortissimo brasiliano Hernanes, quello caldeggiato da Dias, ma deve vincere la concorrenza del Palermo. Oppure si sta pensando al tedesco Michael Fink, che gioca in Turchia nel Besiktas, ha 28 anni ed era nel giro della nazionale tedesca prima dei mondiali in Sudafrica.
Insomma, da qui al 30 agosto la Lazio muoverà ancora quel paio di pedine che le permetteranno di giocare alla grande sullo scacchiere del prossimo campionato.

Lo svuotamento del laghetto - I miei ricordi 88

Si conservano ancora oggi, come un cimelio storico, le cartoline illustrate in bianco e nero con la scritta " Acuto si specchia nel suo laghetto". Possono essere anche trovate fra le pieghe del computer, in qualche sito che presenta rarità storiche.
Il laghetto è quello di Casanova, la località pianeggiante alle spalle della vecchia stazione della Roma-Fiuggi. Acuto si è specchiato in quel laghetto fino all'anno 1950, quando si andava a giocare a pallone ai piani della Ciancola, e si passava proprio vicino a quel poco che ne era rimasto, più una grossa pozzanghera piena di girini, di melma e di alghe palustri.
Ormai quell'acqua, anziché rispecchiare il profilo del paese con l'abside di Santa Maria in primo piano, rappresentava solo un covo di zanzare, e il sindaco di allora, il professore di ginnastica Giuseppe Germini, a cui è stata opportunamente dedicata la strada principale del quartiere nuovo, ne ordinò il risanamento. Fu aperto un canale che arrivava, in crescente declivio, fino all'orlo della collina, e le acque malsane vi si precipitarono con una certa facilità, perdendosi fra le rocce e i sassi del costone, fino al fondo, due o trecento metri lì sotto.
Tutta la gente del paese partecipò allo svuotamento, senza troppa nostalgia per quello specchio d'acqua sempre più malsano. Non vi erano più neanche le sanguisughe, che una volta vi abbondavano ed erano utilizzate per i salassi.
Nel giro di una settimana il terreno si prosciugò, e un periodo di scarse piogge facilitò l'impresa. Quello spiano di circa duecento metri di lunghezza e un centinaio di larghezza era divenuto una comoda area fabbricabile, e nel giro di un trentennio aiutò il paese a trovare uno spazio di espansione abitativa senza gravare sul piano edilizio, anzi agevolandolo vistosamente.
Il nuovo quartiere è un centinaio di metri al di sotto del vecchio abitato, ma è ugualmente in eccellente posizione, con aria buona, ampio panorama e maggiori comodità sia per gli impianti igienici che per tutti gli altri aspetti urbanistici.
Dallo svuotamento del laghetto, Acuto non ha tratto altro che benefici, con la nascita di un centro urbano comodo e moderno. I nostalgici non hanno che da guardare qualche vecchia cartolina per ricordarsi quanto si era indietro in fatto d'igiene e di comodi servizi casalinghi, a cominciare dal riscaldamento delle case.
Quel laghetto, inoltre, conservava un ricordo drammatico risalente ai primi decenni del secolo scorso. D'inverno le acque si ghiacciavano completamente, creando un lastrone apparentemente robusto. Due ragazzi, si chiamavano Mario Ticconi e Ruggero Perinelli esattamente come due nostri amici del gruppo degli anni quaranta (erano sicuramente loro parenti), pensarono di poter andarvi a pattinare, ma rimasero entrambi intrappolati nel ghiaccio. Nel tentativo reciproco di aiutarsi, finirono per scomparire in fondo al lago prima che i soccorsi arrivassero. I loro corpi vennero ritrovati stretti in un abbraccio mortale.
Una vecchissima lapide del cimitero, vicino all'uscita della scala della chiesetta, fino a pochi anni fa ricordava il triste episodio nella tomba comune. Allo scadere del cinquantennio della morte, i loro resti sono stati portati nell'ossario, e ora forse nel paese non ci sarà più nessuno che li ricordi (continua).

domenica 18 luglio 2010

Spunta il gioiellino GABRIEL TORJE, detto TORJNHO

Da Bucarest, Romania, una voce in soccorso della Lazio, dopo l'ennesima delusione Boateng: si parla con insistenza di un interessamento della società biancoceleste al giovane GABRIEL TORJE, attaccante rumeno di 20 anni, nato a Timisoara il 22 novembre 1989, militante nella Dinamo Bucarest.
Il giocatore è considerato uno dei fenomeni del calcio rumeno giovane, chiamato il piccolo Messi per la sua grande classe e il suo fisico mingherlino, alto appena un metro e 67. Per il suo dribbling irresistibile è designato anche come Torjnho.
Il giocatore, passato dal Timisoara alla Dinamo per la cifra di due milioni di euro, è quello che ha stabilito il record dell'acquisto più costoso tra squadre rumene.
Gabriel, saputo dell'interessamento della Lazio, si è detto molto orgoglioso, ma
per ora pensa solo ad allenarsi con la sua squadra che é impegnata per la Champions League. - Se dovessi andare alla Lazio, comunque, ne sarei molto felice, ma per ora non so nulla di concreto-
Speriamo che non sia la solita voce mordi e fuggi, ma che abbia un seguito effettivo.
Torje dovrebbe prendere il posto riservato a Boateng. In passato è stato accostato al Bayern Monaco e alla Fiorentina, molto stimato da Prandelli. Per il suo fisico minuto alla Giovinco, è stato soprannominato anche lui "la formica atomica".

BOATENG dice no alla LAZIO. Si punta su PINOLA

Kevin Prince Boateng, bontà sua, non vuole venire alla Lazio. Preferisce una squadra inglese, o al massimo il Genoa.
Che ci vuoi fare? Quando un giocatore interessa alla Lazio, nove volte su dieci esce fuori qualche ostacolo che ne impedisce l'acquisto. Stavolta potrebbero essere motivazioni economiche: comproprietà a metà, troppi giri e rigiri, oppure la fama delle difficoltà economiche di Lotito, oppure ancora - ci vergogniamo solo a pensarlo - motivi razzistici.
La Lazio sarebbe un covo di destrorsi estremisti che non vedono di buon occhio un "bovero negro". Eppure abbiamo avuto in passato gente come Aaron Winter, scuro di pelle ed ebreo di religione, ma grandissimo giocatore, molto amato da tutti.
Ora mettiti a cercare un nuovo sostituto di Kolarov, in un ruolo delicato in cui pochi
sono i giocatori emergenti. La Lazio ne aveva individuati tre: Tomic, Fejsa e Pinola, già dallo scorso aprile, quando si era cominciato a parlare della cessione di Kolarov.
Purtroppo Tomic e Fejsa, due ottimi elementi giovani, sono serbi entrambi, e dunque extracomunitari: niente da fare. Ma questo vergognoso anatema alla povera gente di Serbia quando lo togliamo?
Rimane Javier Horacio Pinola, argentino di documentate origini italiane, anni 27, militante nel Norimberga in Germania, attualmente in scadenza di contratto. Non costerebbe quindi troppo. Il suo ingaggio personale è soltanto di 700 mila euro. Ha un bel fisico, un metro e 80 per 75 chili di peso. Parte dalla difesa e ama spingersi in avanti come Kolarov, segnando anche qualche bel gol. In passato ha rivestito una volta la maglia della nazionale argentina, nel 2007, quindi il valore tecnico è dimostrato.
Parliamone sottovoce, per non favorire altre disavventure. Oppure Reja dovrà escogitare una soluzione interna. Per esempio, un esperimento in quel ruolo con l'italo-australiano Bresciano non ci sembra del tutto campato in aria. Oppure si potrebbe provare con l'italo-argentino Gonzalez, che Reja sta seguendo con particolare attenzione per capirne le esatte caratteristiche tecniche.
Chiudiamo con una bella notizia, finalmente: ad Auronzo si è rivisto fra i pali Bizzarri, dopo la lunga e delicatissima sosta. E' in gran forma ed è subito disponibile. Siccome Berni è una validissima alternativa a Muslera, Bizzarri può rientrare sul mercato e trovare un buon acquirente. Non sono poche la squadre italiane alla ricerca di un valido portiere, e Bizzarri sicuramente lo è. Chi lo acquista, farà sicuramente un buon affare.

sabato 17 luglio 2010

Lazio-Auronzo 9-0 - Kozak 3 gol, Rocchi 2

Si è conclusa da pochi minuti la partita d'esordio del precampionato della Lazio. I biancocelesti sono andati piuttosto bene, contro una squadretta di seconda categoria che li ha impegnati relativamente. Il primo tempo si è concluso sul 4-0, con una brillante tripletta di Liborio Kozak, la nostra quarta punta - per ora, in attesa di un nuovo rinforzo - che ha dimostrato potenza e dinamismo.
Kozak è un piccolo gigante di un metro e 92, con 82 chilogrammi di peso. Può essere utile alla Lazio. Il quarto gol del primo tempo lo ha segnato Brocchi, che si è mosso bene.
Mancavano ovviamente alla Lazio i migliori elementi: i quattro "mondiali" Muslera, Lichtsteiner, Bresciano e Kolarov, che sarà laziale ancora per pochi giorni. Mancava ovviamente anche Floccari, che si sta riposando dopo il leggero intervento all'ernia inguinale, ma dice di sentirsi già a posto e rientrerà presto.
Nella ripresa la Lazio ha messo a segno altri 5 gol: una doppietta del sempre bravo Tommaso Rocchi, e poi i centri di Diakité, Pintos e Gonzalez.
Eddy Reja, che ha chiesto ai suoi un gioco rapido e di prima,ha adottato il modulo consueto del 3-5-2. Nel primo tempo ha schierato: Berni; Biava, Stendardo, Zauri;
Cavanda, Brocchi, Ledesma, Mauri, Del Nero; Kozak, Barreto.
Buone le prove di Del Nero e Cavanda, che hanno spinto molto sulle fasce. Un po' in ombra il giovane Barreto, che ha stentato a trovare la posizione giusta.
Nella ripresa, squadra completamente diversa: Bizzarri; Diakité, Cribari, Radu; Pintos, Gonzalez, Matuzalem, Perpetuini, Scaloni; Rocchi, Zarate.
Non si è schierato Dias. Zarate si è mosso bene, pur non segnando. In evidenza Rocchi e Matuzalem, che ha dimostrato di essere già in forma. Ottima impressione Pintos, assai veloce e potente, mentre Gonzalez ha segnato, ma non ha ancora raggiunto la condizione giusta. Reja lo sta seguendo con particolare attenzione per capirne le caratteristiche tecniche.
Ed ora una serie di notizie spicciole.
* Per FOGGIA è giunta una buona offerta della squadra greca dell'Olympiakos.Un contratto quadriennale.Il giocatore è interessato, anche perché potrebbe giocare nelle Coppe Europee.
* SEVIERI e MANCINI, due speranze biancocelesti, sono stati acquistati dal Lumezzane, che ha già saputo valorizzare Cinelli passato al Sassuolo.
* ELISEU è passato definitivamente alla squadra spagnola del Malaga, fruttando alle casse laziali due milioni di euro.
* Armando CALVERI, ex Reggina, è il nuovo segretario generale della Lazio.
* Alberto BOLLINI è stato scelto per guidare la Primavera della Lazio. Aveva già lavorato in passato per le giovanili biancocelesti.

Nunziata la postina - I miei ricordi 87

Posta e giornali arrivavano ad Acuto con una certa regolarità. Tranne una pausa di alcuni mesi dopo il passaggio degli alleati, giugno 1944, e comunque non oltre l'estate dell'anno successivo, fine della seconda guerra mondiale e un po' di tempo per riattivare i binari del trenino Roma-Fiuggi, il servizio era regolarmente assolto per via ferroviaria, e la corrispondenza più i quotidiani venivano ritirati con il trenino delle 8.30 in arrivo da Roma.
Ad aspettare la posta era puntuale ogni mattina un'anziana signora, Nunziata, una figura caratteristica, traccagnotta e simpatica, che con tutta la calma di questo mondo si accingeva a percorrere quei cinquecento metri di salita che separavano la stazione dalla bottega di Enrichetto, dove depositava il tesoro dei giornali quotidiani, una cinquantina in tutto, e di qualcuno dei primi settimanali. Uno di questi, che diventò subito famoso, fu Grand Hotel, che introdusse i fumetti anche nel genere rosa.
A quel punto, ed erano ormai le nove inoltrate, Nunziata passava all'Ufficio Postale in piazza Margherita, depositava la posta più impegnativa all'Ufficiale Postale, commendator Ferdinando Felli, una delle autorità paesane, e si preparava con tutta calma a fare il giro del paese per la posta normale, secondo un itinerario predeterminato, che si concludeva dopo alcune ore nel vecchio quartiere di San Pietro, vicino a casa sua. Qui poteva finalmente distendersi per una meritatissima pausa, quasi sempre coincidente con l'ora del pasto principale, che una sorella più giovane aveva avuto tutto l'agio di preparare.
Questa sorella, dopo qualche anno, si sposò con il capostazione di Fiuggi, e dal loro matrimonio nacque quel Lorenzino Necci destinato a divenire un grande personaggio dell'Eni e del settore petrolifero pubblico degli anni '70.
Con l'andare del tempo, il giro della posta diventò via via troppo pesante per la brava e simpatica Nunziata, il cui bussare alla porta era considerato un privilegio e un auspicio di buone notizie. Quelle cattive le portavano di solito il telefono pubblico e i telegrammi, che non erano di sua competenza, e per cui si era convocati all'Ufficio Postale.
Quando arrivò l'ora della pensione, per Nunziata, quel vecchio tipo di sistema postale aveva fatto il suo tempo. Negli anni '80, il primo a cessare di funzionare fu il trenino Roma-Fiuggi. Il sacco postale venne preso in carico dai pullman del Cotral, che si fermavano proprio al centro del paese. I servizi quotidiani e delle raccomandate vennero automatizzati e resi più snelli.
Non c'era più spazio per figure quasi romantiche come quella di Nunziata la postina. Oggi un buon postino deve avere la sua motoretta e lo spirito pratico dei nostri giorni.
D'altra parte, sempre più spesso, il giornale cartaceo viene sostituito da una comoda lettura dei quotidiani via Internet, e sempre più spesso la lettera viene sostituita dall'e.mail sul computer (continua).

venerdì 16 luglio 2010

Parte Kolarov, arrivano Pintos, Boateng e Acquafresca!

Colpaccio della Lazio: il mercato si è sbloccato all'improvviso, con la cessione di Aleksandar Kolarov al Manchester City di Roberto Mancini. Grazie ai tanto attesi 19 milioni di euro, la Lazio ora può muoversi liberamente sul mercato.
Non solo, ma l'unico posto disponibile di extracomunitario si è sbloccato, e così è arrivato automaticamnte il primo grande acquisto, quello del terzino uruguayano Pablo Pintos, già a disposizione di Reja, e che nei pochi giorni di precampionato ha impressionato tutti per le sue esuberanti qualità fisiche, corsa e resistenza sulla fascia destra, lo stesso gioco che fa Lichtsteiner attualmente ancora a riposo per gli ultimi giorni dopo le buone prove dei mondiali.
Insieme a Pintos, arrivano così alla Lazio altri due grandi acquisti: Kevin Prince Boateng, che raccoglierà direttamente l'eredità di Kolarov a centrocampo, e Roberto Acquafresca, che Graziosi mette a disposizione di Lotito nel complesso e intelligentissimo gioco che ha portato Lazio e Genoa ad assicurarsi Boateng.
La Lazio e il Genoa hanno acquistato la comproprietà di Boateng con il Portsmouth
versando otto milioni di euro, quattro da Roma e quattro da Genova. Fra un anno esatto il Portsmouth riceverà la stessa cifra, e avrà messo in cassa ben sedici milioni di euro per un giocatore poco noto fino alla vigilia dei mondiali.
Nel frattempo Preziosi, che di sale in zucca ne ha tanto, girerà direttamente Boateng alla Lazio, così come ha fatto l'anno scorso con Floccari, guarda caso per la stessa cifra: infatti avrà otto milioni per la comproprietà, e altri otto quando la Lazio farà scattare il diritto di riscatto il prossimo anno. Questo tipo di accordo ha consentito a due società che di soldi ne hanno molto pochi, di asssicurarsi un ottimo giocatore, la Lazio usufruendo delle capacità dell'atleta, e il Genoa monetizzando, sia pure a rate.
Quanto ad Acquafresca, succederà sicuramente la stessa cosa di Floccari. Il giovane attaccante a Genova non trova spazio adeguato, mentre alla Lazio risulterà sicuramente utile. Altra comproprietà con diritto di riscatto, altri dieci milioni in due anni nelle casse del Genoa.
Tutte queste cifre, per la Lazio, le paga...Kolarov, o meglio il Manchester City. Però con Boateng l'Inghilterra rientra in gran parte della cifra versata in Italia per il serbo.
Tu mi dai 'na cosa a me, io ti do 'na cosa a te.
Comunque, pare che la Lazio voglia fare ancora di più. Si parla dell'arrivo del terzino sinistro Antonelli del Parma per circa tre milioni e mezzo di euro. E nel caso non si concretasse subito per Acquafresca, la Lazio può sempre arrivare al brasiliano di Empoli Citadin Martins Eder, uno che ha il gol in tasca tipo Inzaghi e che alla Lazio farebbe molto comodo come sostituto di Floccari, che non sarà disponibile nelle prime uscite di campionato.
Ecco comunque la bellissima doppia formazione della Lazio alla vigilia di un campionato che ci vedrà in primissima fila: MUSLERA (Berni); PINTOS (Biava), DIAS (Stendardo), RADU (Zauri o Antonelli); LICHTSTEINER (Firmani), BROCCHI
(Gonzalez), LEDESMA (Matuzalem), BOATENG (Del Nero); BRESCIANO (Mauri);
ZARATE (Rocchi), FLOCCARI (Acquafresca o Eder). Le quattro riserve giovani: Berardi, Cavanda, Barreto, Kozak, quattro belle promesse con tanta voglia di crescere.
In bocca al lupo, Lazio: stavolta hai fatto davvero le cose sul serio, e la campagna abbonamenti ti premierà.

giovedì 15 luglio 2010

La corale di don Aristide - I miei ricordi 86

Ci fu un momento in cui, nel derby delle parrocchie tra Santa Maria e San Pietro, derby sempre dominato dallo strapotere di Santa Maria, la prevalenza sembrò passare dall'altra parte. Questo momento giunse proprio sul finire della guerra, quando il parroco di Santa Maria, il mitico don Filippo Longo, ormai ottantenne o giù di lì, imboccò l'inevitabile declino, mentre nell'altra parrocchia si levava all'orizzonte la stella nuova, quella del giovane e straripante don Aristide Tosco.
Don Aristide era di Gorga, paese sui monti Lepini, poco al di sotto di Carpineto Romano, patria di Leone XIII, il pontefice della"Rerum Novarum".
Don Aristide sembrava un predestinato. Snello nella figura, non ancora trentenne, un'ampia parabola tutta da compiere. Assomigliava in modo impressionante al giovane prete impersonato da Gregory Peck nelle "Chiavi del Paradiso". La vecchia parrocchia di San Pietro sembrò riprendere vita. I giovani arrivavano come le mosche, attirati dal dinamismo del
nuovo parroco.
L'idea aggregante fu quella della corale: cominciò a selezionare prima le voci maschili, e ne poté schierare sette-otto di buon calibro tenorile, potenti e trascinanti. Poi vennero le voci femminili: anche in questo caso don Aristide preferì la potenza di tre-quattro contralto, dalla voce sonora e duttile, capitanate da quella di mia cugina Maria Luigia, una vera e propria leader non solo nei giochi, ma anche negli orientamenti culturali.
Il leader dei maschi era Peppinello Tassa, anche lui dotato di grande carisma e personalità. Nessuna sorpresa se, dopo tre-quattro anni di attiva comunanza, i due finissero per sviluppare una profonda amicizia, e poi sposarsi, in un matrimonio coronato dalla nascita di tre vivacissime bambine.
Fu una serie di successi. La corale esordì preparando una messa molto impegnativa, la "Jucunda" di Francesco Vittadini, che da allora fu cantata in paese ad ogni festa religiosa importante, come San Maurizio o l'Assunta, e poi esportata in tutta la Diocesi di Anagni, da Fiuggi a Carpineto ad Anagni stessa, dove in quel periodo andava per la maggiore un'altra corale famosa, quella guidata dall'illustre maestro Luigi Colacicchi, valorizzatore del folklore ciociaro con la scoperta di canzoni come
"Il fazzolettino", resa famosa in Europa da Yves Montand: "Aridamme lu fazzolettino/
vado alla fonte e lo vado a lavar...
La fama di don Aristide cresceva, proprio nel momento in cui il paese di Acuto si andava spopolando a causa della fortissima immigrazione nella capitale. Intanto il vecchio don Filippo era ormai in età da pensione, e il vescovo di Anagni dovette correre ai ripari: unificò le due parrocchie di Santa Maria e di San Pietro, designando come unico parroco il giovane e straripante don Aristide. Si chiudeva così la storia del derby delle due parrocchie, con molto rammarico dei Sampietrini, che si vedevano declassati e serviti unicamente, per le emergenze, da un giovane e inesperto viceparroco, un chierico locale uscito fresco fresco dal seminario.
Del resto la popolazione di Acuto, in un decennio, si era ridotta da oltre tremila abitanti a millecinquecento, per i quali una parrocchia sola era più che sufficiente.
Strade e vicoli del paese si stavano letteralmente svuotando; le case più vecchie venivano abbandonate, il vecchio rione di San Pietro rimase silenzioso con le sue antiche strutture, e si preferiva vivere in quelle più nuove della parte moderna del paese, dove ormai tutti volevano i migliori servizi igienici e il sistema di riscaldamento.
Maria Luigia e Peppinello diedero l'esempio, andando a costruire la loro casa nuova in via delle Cianfrusche, alle spalle dell'imponente edificio scolastico, in posizione arieggiata e spaziosa, vicino a un nuovo albergo che venne chiamato "La Panoramica" (continua).

Perpetuini al Frosinone

Finalmente qualcosa si muove, alla Lazio, sul fronte dello sfoltimento della rosa. E' di ieri la notizia di ben tre partenze sul fronte dei giovani da sistemare per fare esperienza in serie B. Partono Perpetuini verso il Frosinone, Mendicino verso l'Ascoli e Cinelli verso il Sassuolo.
Auronzo comincia così a perdere qualche elemento, che comunque verrà rimpiazzato dall'arrivo imminente dei quattro che hanno giocato i mondiali: Lichtsteiner, Kolarov,
Bresciano e Muslera.
Ci fa piacere in particolare la destinazione di Riccardo Perpetuini, anni 20, già collaudato sia in campionato che in Europa League, centrocampista dal rendimento sicuro e inoltre utilizzabile anche come terzino. Secondo noi è un elemento destinato a crescere e a trovare il suo spazio.
Un altro centrocampista molto apprezzato è Antonio Cinelli, 21 anni, affermatosi già quest'anno nel Lumezzane, dove ha fatto registrare 26 presenze. Il suo arrivo al Sassuolo è un passo in avanti, perché la formazione emiliana parte come una pretendente alla massima categoria, e da Cinelli si aspetta un buon contributo.
Una scelta interessante è quella di Mendicino verso l'Ascoli, che la promozione in A l'ha già sfiorata quest'anno. Mendicino ha un fisico robusto e buone qualità: la piazza di Ascoli è sempre stata propizia ai cannonieri in cerca di spazio, e Mendicino
questo spazio sembra averlo trovato: ora sta a lui sfruttare l'opportunità di una bella
affermazione. Ettore ha solo 20 anni, e oltre che segnarli, i gol li sa suggerire ai compagni con brillanti assist.
Nei prossimi giorni ci saranno sicuramente altre novità. Anche sul binario d'arrivo. La Lazio, insieme al Genoa, punta su Boateng, girando Foggia ai rossoblu. Inoltre Lotito pare abbia intenzioni serie anche per il centrocampista brasiliano Hernanes e per la punta, pure brasiliana, Eder. Ma tutto dipende dalla vendita di Kolarov, anche per quanto riguarda il possibile arrivo del terzino del Parma Antonelli.
Le intenzioni sono buone, e vedremo fino a che punto saranno mantenute.

martedì 13 luglio 2010

BOA al Genoa, TENG alla Lazio!

I quattrini sono sempre più pochi, e allora per comprare un giocatore ci si mettono in due. Così, per comprare il ventitreenne attaccante Kevin-Prince Boateng dal Portsmouth, Genoa e Lazio, che erano in competizione, ma di soldi ne offrivano pochi, hanno deciso di mettersi insieme: quattro milioni li mette il Genoa e quattro milioni li mette la Lazio, e insieme ottengono la comproprietà del giocatore.
Il prossimo anno, Genoa e Lazio tireranno fuori la stessa cifra, e così per 16 milioni in due anni Boateng,fornito di passaporto tedesco ma di nazionalità ghanese, sicuramente comunitario, sarà mezzo del Genoa (Boa) e mezzo della Lazio (Teng).
Scherzi a parte: se questa intricata vicenda dovesse andare in porto, il giocatore verrebbe subito in Italia e giocherebbe per la Lazio, mentre il prossimo anno, saldato il conto con il Portsmouth, la Lazio potrà decidere di riscattare il giocatore, pagando otto milioni al Genoa, magari in due rate!
Che pazienza! Questa è la tela di Penelope. Chi l'ha studiata deve avere un cervellone da fisico nucleare. Ma quando si è costretti a spaccare la lira, bisogna spaccarla da
galantuomini abituati a mantenere la promessa. Lazio e Genoa, del resto, hanno già consolidato questo tipo di rapporto, per cui la Lazio in due anni si è ritrovato un Floccari intero, e il Genoa un bel bottino da sedici milioni: e a Genova, si sa, le "palanche" hanno sempre un gran valore.
Auguriamoci dunque che la faccenda vada in porto, e che la Lazio fra qualche giorno si ritrovi in casa un grosso acquisto, necessario specialmente se si pensa che Floccari è stato operato per una leggera ernia inguinale, dovrà restare fermo per tutto il mese di agosto, e sicuramente per le prime giornate di campionato non sarà disponibile.
Un duo Zarate-Boateng, se debitamente collaudato, potrebbe anche garantire spettacolo, con un Rocchi sempre pronto a subentrare e a dare il suo prezioso contributo.

Le corse sui binari - I miei ricordi 85

Conoscendo bene gli orari dei trenini, un nostro grande divertimento erano le corse sui binari, saltando da una traversina a un'altra.
Sapevamo, per esempio, che dalle undici a mezzogiorno non c'era nessun trenino sul percorso, né verso Fiuggi, né verso Roma. Per quell'ora, il binario era il nostro regno.
La ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri era su binario unico, e a scartamento ridotto. Il tratto da Acuto a Colle Borano, dove c'era una stazioncina intermedia tra il nostro paese e Fiuggi, diventava così teatro delle nostre corse speciali.
Si saltellava per due chilometri circa, da traversina a traversina, e ogni traversina distava dall'altra un metro circa: quindi si procedeva velocissimi con lo stesso passo del grillo. Era un passo atletico, che ci allenava alla resistenza e al fondo. Ci accorgevamo che ci faceva benissimo, perché poi, quando andavamo a trasferire la gara di corsa su terreno normale, quelli che erano i più forti nella corsa sui binari dominavano in maniera assoluta anche la corsa campestre, che poteva durare fino a cinque o sei chilometri.
Quando si andava alle scuole superiori, a Fiuggi, o Alatri, o Anagni, i ragazzi di Acuto, abituati alle gare di resistenza sui binari sassosi, riuscivano sempre ad avere la prevalenza sui compagni abituati a percorsi più comodi e pianeggianti. Un po' come succede oggi nelle grandi gare di fondo, che sono dominate dagli atleti africani provenienti dai paesi del centro del continente, abituati a gareggiare sugli altipiani dell'Etiopia e del Kenia.
Del resto, per provare una sensazione di enorme facilità nella corsa, basta essere nati in un paese di montagna e poi scendere a gareggiare in zone pianeggianti. Quando tornavo a Roma dalle vacanze in montagna, avevo la sensazione quasi di volare, mentre passeggiare tra i sassi e i percorsi montani risulta molto faticoso, ma in compenso allena i muscoli per quando poi si torna in città.
Comunque, se ci avessero visti fare le corse sui binari del trenino, sicuramente ci avrebbero fermati e magari anche multati, perché la cosa poteva essere anche pericolosa. Bastava mettere un piede in fallo per ritrovarsi nei guai. Perciò preferivamo correre su un grande rettilineo, in modo da vedere comunque il trenino da lontano e sentire l'immancabile fischio all'uscita dal curvone giù in fondo, distante un chilometro.
Campionissimo di questo tipo di corsa era Angelino, il nostro amico centrocampista nel calcio, dotato di un fiato inesauribile e di un calcio di punizione terribile, ogni tiro piazzato un gol, e vincitore di tutte le corse campestri. Sembrava veramente un "uomo degli altipiani", un Abebe Bikila dalla pelle bianca.
Peccato che il trenino, con tutti i suoi binari larghi un metro, e le sue traversine, sia scomparso da trent'anni, sostituito sommariamente da una pista ciclabile che unisce
tutti i paesi della ferrovia Roma-Fiuggi (continua).

lunedì 12 luglio 2010

AURONZO: è partito Pintos, Manfredini resta a Roma.

Sorpresa dell'ultimo minuto, alla partenza della Lazio per il precampionato ad Auronzo di Cadore: è rimasto a Roma Cristian Manfredini, mentre è partito inaspettatamente il nuovo acquisto, l'uruguayano Pablo Pintos, pur essendo il nostro extracomunitario numero 2.
Questo può voler dire due cose: che la faccenda degli extracomunitari non è stata ancora definita, e che quindi Pintos può diventare laziale effettivo. L'altra possibilità è che magari Kolarov sarà venduto da qui al 30 agosto, e allora il suo posto verrà preso da Pintos, che ha impressionato i medici laziali per le sue qualità e potenzialità fisiche. Sarebbe davvero un bel rinforzo, per la nostra difesa.
Che Lotito sia convinto di poter avere altre chances lo dimostra il fatto che la Lazio sta facendo di tutto per portare a Roma il regista brasiliano Hernanes, offrendo ben 13 milioni al San Paolo e facendo seguire la vicenda direttamente da André Dias che ne ha caldeggiato l'acquisto. Sulle sue orme anche il Villarreal, del quale bisognerà vincere la concorrenza. Per gli acquisti c' è tempo fino al 30 agosto, per cui non ci resta che aspettare e sperare: Lotito vuole fare effettivamente una grande Lazio, e già gli acquisti di Bresciano, Gonzalez e Pintos lo dimostrano.

EUROPA 10 - SUD AMERICA 9

Con il titolo mondiale conquistato ieri dalla Spagna, il diciannovesimo della serie, l'Europa riesce a superare il continente sud americano per 10 titoli a 9.
Per il vecchio continente, siamo proprio noi italiani i portabandiera, con ben 4 titoli conquistati: 1934, 1938, 1982 e 2006. Segue la Germania con 3 titoli: 1954, 1974 e 1990.
Dopo i tedeschi, ecco l'Inghilterra con un titolo, 1966; la Francia, pure con un titolo, 1998; e infine la Spagna, con il titolo freschissimo del 2010. Totale Europa 10 titoli.
Per il Sud America guida ovviamente il Brasile pentacampione: 1958, 1962, 1970, 1994, 2002. E' seguito dall'Argentina con due titoli, 1978, 1986; e dall'Uruguay, pure con due titoli, 1930,1950. Totale 9 titoli.
Siccome i prossimi mondiali si giocheranno in Brasile nel 2014, i verdeoro sono i favoriti per la conquista del sesto titolo e per il pareggio fra continenti: 10-10. Ma non è detto.
Quando, nel 1950, si giocò in Brasile, inaspettatamente, a diventare campione del mondo, fu l'Uruguay.Chissà che cosa succederà fra quattro anni? Magari anche noi
italiani avremo il tempo e il modo di risorgere.

Lazio: primo sfoltimento, cadono in dodici

La Lazio è partita per Auronzo di Cadore. Sono partiti in 29: i portieri Berardi, Berni e Bizzarri; i difensori Biava, Cavanda, Cribari, Diakité, Dias, Perpetuini, Radu, Scaloni, Stendardo e Zauri; i mediani Brocchi, Firmani, Gonzalez e Ledesma; i centrocampisti Del Nero, Foggia, Manfredini, Matuzalem, Mauri e Correa; gli attaccanti Floccari, Kozak, Mendicino, Rocchi, Zarate e Barreto.
Chi manca? I quattro mondiali: Muslera, Lichtsteiner, Kolarov e Bresciano. Arriveranno tra quindici giorni. E con loro si arriva a 33.
Chi non è partito? Pablito Pintos, il cui contratto non è stato ancora depositato in Lega, dato che è, dopo Kolarov, l'extracomunitario numero 2. Sarà girato in prestito forse a una squadra spagnola: Saragozza o Villarreal, nostre fidate amiche.
Però un primo sfoltimento c'è stato. Rispetto all'anno scorso, rimangono fuori ben dodici giocatori: Siviglia, Hitzlsperger, Inzaghi, Cruz, Carrizo, Bonetto, Dabo, Meghni, Eliseu, Baronio, Makinwa e Tuja.
Un primo atto di coraggio che speriamo sia coronato da una serie di buone sistemazioni. Esempio: Simone Inzaghi è diventato allenatore dei nostri allievi, e darà il suo prezioso contributo.
Ma c'è ancora da sfoltire. Per Auronzo sono partiti sette uomini che pure sono in attesa di sistemazione: Bizzarri, Cribari, Perpetuini, Scaloni, Manfredini, Correa e Mendicino. Dai 33 si scenderebbe a 26, giusto gli uomini voluti da Reja.
Prima squadra: Muslera; Biava, Dias, Radu; Lichtsteiner, Brocchi, Ledesma, Kolarov; Mauri; Floccari, Zarate.
Seconda squadra: Berni; Diakité, Stendardo, Zauri; Firmani, Gonzalez, Bresciano, Del Nero; Matuzalem; Foggia, Rocchi.
Si arriva a 26 con i quattro giovani di rincalzo: Berardi, Cavanda, Barreto, Kozak.
Ma la campagna acquisti della Lazio sicuramente non è finita qui. Come al solito Lotito, dopo avere finito di piazzare tutti gli uomini in più e aver completato lo sfoltimento, che riguarda appunto ancora sette uomini di quelli partiti per Auronzo, sicuramente tirerà fuori altri due nomi: uno senza dubbio di una seconda punta di sfondamento ( Eder, se gli riuscirà), e un altro di un buon difensore, magari italiano o comunitario (l'austriaco Fuchs del Bochum?).
In questo caso, due giovani di rincalzo saranno rispediti alla Primavera ( Cavanda e Barreto), dove faranno ancora in tempo a farsi le ossa.
Reja resterà così con i suoi 26 uomini. Non ne vuole di più, bastano e avanzano. Purché siano tutti abili per essere arruolati con una squadra, la Lazio, alla ricerca sicura di un posto in Europa.

Ha vinto la più forte: la Spagna

Giusto. Ha vinto la più forte. Con un gol di André Iniesta al 116', cioè a quattro minuti dalla fine del secondo tempo supplementare, i rossi di Del Bosque hanno superato una bravissima Olanda, capace d'imporre la sua tattica di attesa, capace di sfiorare due volte con Robben l'impresa prima che la realizzasse l'avversario.
E' stato l'ennesimo 1-0 degli spagnoli, i quali avevano esordito nel campionato lasciandosi sconfiggere dalla Svizzera, ma poi vincendo tutto il resto, compreso il Campionato del Mondo per la prima volta.
Grande vittoria dell'Europa, con le tre prime in graduatoria, podio pieno per il vecchio continente: Spagna Olanda Germania. La Spagna, già campione d'Europa, lo è anche di tutto il mondo, con una squadra tutta giovane e piena di fenomeni: Iniesta, Xavi, Torres, Puyol, Casillas, Villa, Alonso, Capdevila, Pedro, e un po' tutti. L'avvenire è per loro. Noi dovremo aspettare molto prima di ricostruire una squadra buona, giovane e protesa verso l'avvenire.
Questo avvenire è anche della Germania, altra squadra giovane e forte. Onore al quarto posto dell'umile e bravo Uruguay. Muslera, con quella palla bizzarra, ha fatto un paio di brutti errori, ma è giovane e pieno di entusiasmo, la sua parte l'ha fatta e aiuterà a crescere anche la Lazio.
Veri grandi sconfitti, più ancora dell'Italia e della Francia, sono il Brasile e l'Argentina, la cui arroganza è stata punita. Ora noi continueremo a comprare i loro presunti assi, ma a parte i grandi Milito, Maicon e pochissimi altri, conviene assai curare i nostri giovani e farli diventare forti come lo sono il tedesco Muller e lo spagnolo Xavi.
Questo mondiale è stato anche quello di un paese, il Sud Africa, e di un uomo grandissimo, Nelson Mandela, che hanno portato al mondo i valori dell'uguaglianza . Ricordiamolo, quando ripiomberemo nel vergognoso razzismo degli stadi contro gli uomini di colore come il nostro Balotelli. No al razzismo, una volta per sempre.
E sì all'azione di salvataggio dell'infanzia africana e di ogni altro paese dove i bambini soffrono per le malattie, la fame, la sete e la povertà. Noi popoli ricchi abbiamo il dovere di ricordarlo sempre, grazie anche al contributo che il calcio, una volta tanto, ha saputo dare.

domenica 11 luglio 2010

La Madonna di Acuto - I miei ricordi 84

Un giorno di tanti anni fa, diciamo di circa un secolo fa, due sconosciuti antiquari romani si presentarono al curato di Santa Maria, in Acuto, e chiesero di poter rovistare fra le cianfrusaglie conservate nel sotterraneo della Chiesa: vecchi candelabri inservibili, qualche quadro malandato, qualche mobile zoppicante, qualche statua malridotta e impresentabile.
Non trovarono nulla di notevole, tranne una statua di legno raffigurante la Madonna con il bambino sulle ginocchia, giudicata di scarso valore. Proposero comunque al curato un cambio: con il migliaio di lire che offrivano, si sarebbe potuta acquistare una meravigliosa statua moderna dell'Assunta, patrona del paese.
Monsignore accettò, convinto di aver fatto un buon affare. La vecchia statua di legno, di rozza fattura e piuttosto malridotta, era giudicata inadatta per stare in una nicchia o per essere portata in processione, cosa che invece accadde con la statua nuova di gesso, di formato gigante, smagliante di colori, con una corona di dodici luci sul capo, il serpente schiacciato sotto i piedi, e una torma di angioletti festanti all'intorno. La statua nuova dell'Assunta fu accolta con entusiasmo e devozione ed è tuttora oggetto di venerazione.
Nel frattempo i due antiquari restaurarono l'antica statua lignea, di normali dimensioni, rozza di fattura perché risalente al periodo romanico. Venne datata con precisione intorno ai primi anni del tredicesimo secolo, circa 1210, e si scoprì che era stata un dono di papa Bonifacio VIII alla popolazione di Acuto, la prima a insorgere contro la soldataglia di Filippo il Bello di Francia in occasione del famoso "schiaffo di Anagni" del 7 settembre 1303 ad opera del Nogaret e di Sciarra Colonna.
Un'opera d'arte arricchita di pietre preziose, scambiate per vetri, e ritenuta degna di rispetto e di dar nome a un apposito salone del Museo Nazionale di Piazza Venezia in Roma.
Una diversa versione di questa scoperta, nata forse per riscattare l'ignoranza del curato, afferma che la Vergine lignea fu donata volontariamente al museo romano a seguito di un bombardamento della chiesa di San Sebastiano, dove era conservata in una nicchia. Ma questo non risulta a me, che allora ero un bambino di dieci anni. San Sebastiano non fu bombardata, ma appena danneggiata da alcune granate, e non ricordo nessuna statua di legno in nessuna nicchia. Invece la storia del curato ingannato circolava da tempo nel paese, e così pure era nota la presenza della statua a Roma, dove era stata subito apprezzata e valutata come una versione lignea di una famosa statua marmorea di Benedetto Antelami (la Madonna di Fontevivo, Parma, 1190). Una vergine maestosa e degna di essere portata in processione, e non certo di rimanere nascosta in un sotterraneo di paese.
Comunque, se un giorno andrete a visitare il Museo di Palazzo Venezia e potrete ammirare la Madonna di Acuto, la cui foto si trova ormai in tutti i libri di storia dell'arte, vi prego di pensare anche un po' al mio caro paese, e ai suoi tanti secoli di storia non appannati da un po' d'ignoranza, che della storia è sempre parte importante.
Ah, dimenticavo: questo capolavoro dell'arte romanica è stato ricavato dal ceppo di un ulivo, la pianta umile e forte che è tipica di questo paese (continua).

sabato 10 luglio 2010

La BALLA Zarate e la BOLLA Boateng

Nei panni di Claudio Lotito, ci sentiremmo fortemente presi per i fondelli alla notizia che l'Arsenal vuole Zarate, e che Arsène Wenger avrebbe avanzato un'offerta di ben 35 milioni di sterline, pari a 44 milioni di euro. Sarebbe la cifra più grossa, in concreto, sparata in questa campagna acquisti, e ci sembra strano che venga riservata a uno come Maurito, il quale, per bravo che sia, è costato a Lotito solo 22 milioni e mezzo, sicchè il patron della Lazio non avrebbe mai sperato di vedersene offerti il doppio.
Fosse vero, diciamo che se Zarate è incedibile, come si è sempre detto, diverrebbe cedibile, cedibilissimo, perchè con quella montagna di soldi ci puoi rinnovare un'intera squadra sacrificando gli estri di Maurito.
Dalla balla Zarate alla bolla Boateng. Intorno alla Lazio si continua a sperare che il fenomeno ghanese finisca in casacca biancoceleste. Sarebbe benissimo fattibile, il giocatore è in vendita dal Portsmouth per 6 milioni di euro. Il guaio è che poi il ragazzo pretende un ingaggio di due milioni annui, una cifra che alla Lazio fa scandalo.
Oltretutto, non dimentichiamo che Boateng è nel mirino del Genoa, che avrebbe scavalcato nettamente la Lazio, per cui Lotito non può che mettersi l'animo in pace, perché la bolla di sapone Boateng si è già dissolta nell'aria, con tanto di schizzetto finale di disprezzo sulla nostra testa.
Nella Lazio, finché Kolarov non sarà ceduto, il ruolo di extracomunitario è coperto dal serbo, destinato ormai a restare alla Lazio perchè nessuno si è finora fatto avanti per averlo a 20 milioni. E, a parte Kolarov, la Lazio ha già un altro extracomunitario fresco di contratto, Pablito Pintos, che sarà sicuramente costretto a passare un anno in prestito in qualche squadra europea.
Per questo, non c'è niente da fare per Barrera, che è ancora dei Pumas, per il brasiliano di Lione Ederson, o per il brasiliano di Rio Hernanes, quello consigliato da Dias: sono tutti extracomunitari, dunque punto e basta.
Unico buon acquisto fattibile è quello del brasiliano di Empoli, Citadin Martins Eder, che ha passaporto europeo. Ha 23 anni, ha segnato 54 gol in due stagioni, l'Empoli ce lo lascia a 6 milioni in comproprietà. L'unico ostacolo è che anche Eder vuole due milioni d'ingaggio annuale, ma certamente ne accetterebbe uno più un premio per ogni gol messo a segno. E lui, che pure verrebbe come riserva di Floccari, Rocchi e Zarate, almeno dieci gol a stagione potrebbe realizzarli, con felicità sua ma anche nostra.
Perciò Lotito lasci cadere il falso canto delle sirene dell'Arsenal, messo in giro da qualcuno che vuole divertirsi alle spalle del patron della Lazio: il quale dovrebbe finalmente prendere il timone con mano sicura, e concludere bene una campagna acquisti non grandissima, eppure sicuramente interessante (Bresciano, Gonzalez e Eder, se vuole mirare lontano).