venerdì 7 maggio 2010

Che torni la pace

Fine al calcio dell'odio: che torni la pace. Non bisogna mai odiare i propri rivali. L'odio porta solo brutte conseguenze. Invece, se un rivale è forte e corretto, anche tu migliorerai.
Abbiamo visto, in questi ultimi giorni, gesti così deprecabili che non si saprebbe come punirli. Ma sono il risultato di un veleno che è stato gettato nell'acqua pura del calcio e lo hanno avvelenato.
Per limitarci alla Lazio, a Livorno la stanno aspettando col coltello in bocca come i pirati. Siamo riusciti così a ridare vita a una tifoseria che aveva perso ogni interesse.
Ma andiamoci calmi, a Livorno. A noi serve solo un punto per la nostra matematica salvezza, e non dobbiamo affrontare questa partita né con sfrontatezza né con paura.
Pace, tifosi, pace. Pace a voi che avete combattuto troppo, pace a voi che non avete combattuto per niente. Gettiamoci tutta questa immondizia alle spalle, diamoci una bella lavata e ricominciamo daccapo.
Ora Muslera potrà parare liberamente: nessuno gli farà bu! Ora Floccari e Rocchi potranno giocare insieme, e nessuno avrà paura che facciano un gol, anche perché davanti non avranno Julio Cesar.
Ora rientra Ledesma, e lui non tirerà indietro il piedino. Non è arrivata nessuna lettera di minaccia nè a Lotito nè a Baronio, il capitano di un giorno, e potremo tifare Lazio senza paura anche se siamo a Livorno.
Hanno voluto significare che la Lazio è di destra e il Livorno è di sinistra, quindi giù botte. Fuori una volta per sempre dal calcio quella cosa piena di odio che si chiama politica.
Perciò Reja potrà cambiare liberamente le sue pedine in campo, senza l'obbligo - imposto da chi ? - di togliere i tre migliori e di immettere i tre peggio messi sulle gambe.
Insomma, non c'è nessun obbligo di perdere, a Livorno: anzi! Non dobbiamo tagliarci nulla per far dispetto alla mugliera.
Dover perdere per forza è una gran brutta cosa, e si può anche prenderci l'abitudine. Ma tutto questo devi andarlo a dire proprio a casa della Lazio, che ha già perso quattordici volte, e con squadre che non erano l'Inter: perdere, alla Lazio, è già così facile, e vogliamo anche avere il lusso di andarcela a cercare da soli, la sconfitta? Specialmente la sconfitta morale, che è la più brutta e la più difficile da cancellare.
Per questo la Lazio non deve perdere a Livorno: e che aquila è questa, che ha paura di una triglia?

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