martedì 18 maggio 2010

I profughi - I miei ricordi - 51

Durante la guerra, ma in particolare nel periodo terribile fra l'armistizio e il passaggio degli alleati (8 settembre 1943 - 4 giugno 1944), Acuto divenne il centro di una immigrazione variopinta, che andava dal rifugiato al profugo, dal partigiano di passaggio allo sfollato dalla capitale, dalla famiglia ebraica in clandestinità alla povera gente che andava cercando alimenti e ospitalità provvisoria.
La posizione del paese, lontana dalle grandi strade, scarso controllo da parte dei tedeschi, minimo rischio di bombardamenti, aveva portato un notevole incremento della popolazione, grazie anche alla disponibilità di molti alloggi liberi.
Questo affollamento persistette anche per almeno un anno dopo l'arrivo degli alleati, e dopo la stessa fine delle ostilità (25 aprile 1945). Tra gli ospiti, a vario titolo, del paese di Acuto, ricordiamo, ad esempio, Corrado Mantoni, il famoso Corrado della RAI-TV, che allora si chiamava ancora EIAR, e mi raccontavano che allora la sua balbuzie era piuttosto accentuata e si andò attenuando con l'andar del tempo.
Fece amicizia con i suoi coetanei, compreso mio fratello maggiore, e nel paese contribuì a far crescere la passione per il teatro e lo spettacolo.
Un altro personaggio di rilievo era un giovane cantante, che poi fece parte dei 2+2 di Nora Orlandi, divenuti successivamente 4+4. Aveva formato un gruppetto che si esercitava nel canto, accompagnato da una chitarra che sapeva suonare in modo magistrale. Erano amici dei miei cugini Nando e Carlo, romani sfollati essi pure, si riunivano sulle scalette di nonna Livia, la cui grande casa era sempre piena di ospiti,
e suonavano spesso canzoni bellissime come "Malaguegna": "malague...hi, mia nigna hermosa/ como el candor de una rosa.../Que bonitos ojos tienes.../ Y los me quiere mirar..." Ci mettevano tutto il cuore e grande bravura, e mi sembra di risentirli ancora adesso.
Fra i tanti giovani partigiani, profughi, soldati sbandati fermatisi in paese, ve ne furono alcuni che si innamorarono di ragazze di Acuto, e qualcuna anche la sposarono, come una mia bellissima cugina di venti anni, Elda, che riuscì a convincere un giovane marinaio di Portici, Pino, dai capelli ricci neri neri, a mettere radici in montagna.
Ci fu un maestro di Ururi, paese albanese del Molise, che venne a fare il partigiano da noi, e rimase tanto legato al paese nuovo da non volersene allontanare più: cominciò a fare politica, si sposò, mise stabilmente le tende da noi, fino a diventare un personaggio di spicco della comunità.
Molti sono i casi di persone che la guerra portò fra noi e che rimasero legate per sempre. Quando tornò la pace, questi personaggi di passaggio furono anzi i protagonisti della ripresa culturale ed economica del paese, e forse l'unico fattore positivo che la guerra abbia prodotto, a parte il contatto con le diverse civiltà dei soldati alleati e l'introduzione dei wurstel e del chewing gum.
Ma loro hanno preso da noi qualcosa di meglio: la pizza, il gelato e...Sophia Loren
(continua).

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