Un Lotito nuovo, aperto e umile, pronto a riconoscere i suoi errori, pronto a intraprendere una via maestra che potrebbe portarlo lontano e conquistare finalmente l'anima dei tifosi della Lazio. Così almeno è apparso nella bella intervista odierna al quotidiano sportivo romano.
Lotito ha avuto un'enorme fortuna: ha incontrato, quasi senza volerlo, l'uomo che può aiutarlo ad aggiustare le cose della Lazio: Edy Reja.
E infatti, Lotito lo ha riconosciuto: Reja è padrone in campo tecnico, la Lazio la farà lui, gli acquisti li consiglierà lui, così come le vendite. Quello di Lotito dalla squadra non è stato un distacco e un isolamento, come è stato detto: bensì il riconoscimento che in campo tecnico Reja è bravissimo, così come in campo psicologico. Reja i giocatori li sa valutare e li sa trattare, e un dirigente deve pensare a dirigere solo l'economia, di cui è competente e padrone.
Ma allora come si spiega il caso Zarate? Che cos'è questo contrasto del tecnico con il suo giocatore di maggior classe? Come è possibile che Reja, capace di comprendere tutti, non abbia compreso Maurito? Eppure, da tante sfumature, ci sembra di capire che tra i due ci sia un certo feeling, che ci sia soltanto l'attesa che scatti qualcosa di definitivo.
Secondo noi Zarate non se ne andrà, perché è convinto che sarà proprio Reja a farlo maturare nel modo giusto, pur facendolo partire in terza posizione alle spalle di Floccari e Rocchi.
Devono avere pazienza sia Reja che Zarate, e il fratello-procuratore Sergio questo deve capirlo, non deve avere fretta, perché rischia proprio lui di bruciare un grandissimo talento, la cui collocazione tattica è però molto difficile da individuare.
Tra un paio d'anni Zarate sarà davvero un degno erede di Maradona, mentre per ora è soltanto un genio incompreso, prima di tutti proprio da se stesso.
Ognuno faccia il suo mestiere: Zarate l'allievo campione, Reja il tecnico paziente e avveduto, Lotito il presidente economista, calcolatore, aperto non soltanto al mestiere di risanare, ma anche a quello di far crescere la società.
Solo se ognuno farà bene il proprio mestiere la Lazio potrà riprendere la via verso l'alto.
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