Profondamente scosso dal suo sogno, il mattino successivo Pinocchio si recò da don Emilio, e facendogli capire che questa volta parlava seriamente, gli disse che voleva tornare a casa sua, era preoccupato per i suoi, non li vedeva ormai da cinque anni.
Don Emilio era triste dentro di sé per questo addio di Pinocchio, ma comprendeva perfettamente il suo stato d'animo e gli diede il suo consenso.
- Prima di partire voglio parlare con i ragazzi della squadra di calcio e con tutti i bambini che mi hanno seguito in questo periodo - disse Pinocchio.
La squadra fu convocata in canonica, e fu schierata al completo ai margini del campo sportivo.
Enzino, il giovane capitano, consegnò il gagliardetto arancioverde a Pinocchio come ricordo, e pronunciò queste parole con voce commossa: - Caro amico nostro, abbiamo appreso tante cose belle, da te, e non solo di calcio. Per questo, abbiamo deciso che, da questo momento in poi, la nostra squadra, in tuo ricordo, si chiamerà "Pinocchio Football Club di Pieve Antica".
Tutti, ragazzi, bambini e bambine, applaudirono, e Pinocchio era commosso fino alle lagrime. Poi prese la sua bicicletta, con la sua fedele tromba sul sedile posteriore, salutò tutti, e prese la via verso la valle e le colline più in basso.
Pedalò instancabilmente per alcune ore, ma le giornate si stavano accorciando, e ben presto si fece sera. Pinocchio vide un bel prato recintato, e si sedette su una grossa pietra.
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