Il buon Gerardo ci cancellava tutti dal suo taccuino dove registrava accuratamente tutti i nomi e i numeri di telefono delle persone di cui veniva a conoscenza.
La vicenda più clamorosa fu quella di una bellissima insegnante di educazione fisica proveniente da Veroli: tutti ne erano innamorati, ma Gerardo aveva preso una vera e propria cotta. Lei sorrideva a tutti e non diceva no a nessuno, anche se poi non c'era nulla di concreto e di compromettente.
Gerardo era però geloso alla follia, e se qualcuno di noi si accostava a quella dolcissima creatura andava su tutte le furie. La considerava ormai sua proprietà. Prendevamo la macchina , la sua Mini Morris, per andare a cercarla e a trovarla.
Il dramma avvenne a fine anno, quando la bella collega di Veroli si presentò a Trevi con tanto di fidanzato ufficiale, un atletico e vigoroso trentacinquenne che dava una pista a tutti noi, e fece crollare definitivamente tutte le speranze di Gerardo Festa, che però diede a noi la colpa del suo fallimento, e ci cancellò una volta di più dalla lista dei suoi amici.
Però i fulmini e le saette di Gerardo, terribili nei primi momenti, piano piano si placavano, e tornavamo a riprendere i contatti amichevoli di sempre, anche perché vivevamo a contatto di gomito, e sarebbe stato difficile tenere il broncio per più di qualche giorno.
Dopo due anni trascorsi a Trevi nel Lazio, Gerardo tornai a incontrarlo anche l'anno successivo, quando, avendo chiesto entrambi il trasferimento, ci ritrovammo per qualche mese nella scuola media di Alatri, la bella cittadina a un tiro di schioppo da Frosinone. Ma fu solo per qualche mese, da ottobre a febbraio, perché poi le nostre strade si divisero definitivamente.
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