Roma, città della dolce vita, era famosa una volta per riuscire a ridurre a brandelli i grandi calciatori. Ricordiamo Francisco Lojacono della Roma e Humberto Tozzi della Lazio, ma la fila sarebbe lunghissima.
Tuttavia, da qualche anno non è più così, e se un giocatore vuole essere serio e impegnato può farlo benissimo anche in questa città dalle mille tentazioni. Ne è diventato l'esempio lampante Miro Klose, che da quando si trova nell'ambiente romano ha ritrovato lucidità, ritmo e forma atletica come se fosse un ragazzo di 24 anni e non un uomo consumato da 34 anni. E una conferma è venuta anche da Antonio Candreva, che si era perso per le periferie di alcune città del nord, ma ha saputo ritrovarsi magnificamente all'aria del Cupolone.
In una intervista di ieri, Miro Klose non ha fatto altro che magnificare la città di Roma, le sue bellezze, la vita che vi si poò vivere, la serenità degli allenamenti di Formello, il desiderio d'imparare bene la lingua italiana assieme a sua moglie, e insomma tutta la gioia di un uomo che vive bene e pienamente la sua esistenza, sa far bene il suo mestiere anche se è quello difficile del fuoriclasse del calcio.
Con un uomo così, c'è da chiedersi dove arriverà la nazionale tedesca, e per quanto ci riguarda da vicino dove arriverà la Lazio. Di solito gli abbinamenti meglio riusciti tra una società di calcio e un grandissimo campione finiscono per diventare scudetto, come fu per Maradona a Napoli, per Gigi Riva a Cagliari, per Batistuta a Firenze, per Chinaglia a Roma, per Del Piero a Torino, per Ibrahimovic un po' dovunque. Grande campione uguale grande squadra, e Klose è indubbiamente uno dei più grandi campioni che abbiamo conosciuto. Porterà davvero bene alla Lazio?
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