Tra i convocati della Lazio per Firenze, spicca l'assenza di Maurito Zarate. I 45 minuti di Atene gli sono stati fatali. Petkovic si è reso conto che l'argentino, in queste condizioni, non può essere utile alla Lazio, e si prepara la sua sicura partenza a gennaio.
Anche Lotito ormai si è convinto di aver perduto almeno i tre quarti del suo capitale di 20 milioni di euro spesi tutti in una volta per quel campione che ha giocato un solo, magnifico campionato, per spegnersi poi gradualmente come una candela consumatasi troppo presto.
La Lazio gioca stabilmente con una punta sola, Klose. I suoi valori aggiunti sono i tanti gol segnati dai centrocampisti Hernanes e Candreva. Il vice naturale di Klose è almeno per ora Floccari. Poi c'è Kozak, che risulta già sacrificatissimo e a gennaio probabilmente partirà anche lui a cercare altrove quel posto e quella gloria che la Lazio non gli può garantire. In ultima analisi, ma sempre utilissimo alla bisogna, resta Tommaso Rocchi, punta numero quattro, che non vuole andare via e preferisce aspettare il suo momento. Zarate è solo la punta numero 5, e per lui non rimane neanche un piccolo spiraglio, che peraltro un ragazzino come Rozzi riuscirebbe a sfruttare anche meglio di Maurito, date le sue caratteristiche tecniche.
Immaginiamo che Zarate, in un Catania o in un Torino, magari in un Cagliari o in un Pescara, potrebbe ancora far valere le sue doti tecniche. Meglio per lui andare via: la strada, alla Lazio, è chiusa.
Peccato. Finisce così un grande amore, i tifosi lo amano ancora, ma da noi ormai Marito Zarate è solo una pecorella smarrita.
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