Caro amico Pinocchio, tu sei stato veramente l'amico della nostra infanzia, dei nostri giorni più lieti. Ora che sei ritornato finalmente dai tuoi cari, sentiamo che tu ami la famiglia, che la tua figura ossuta e sbilenca fa parte di quel mondo di segreti che ogni bambino coltiva dentro di sé. Le tua marachelle ci sono tanto care, al punto da desiderare che esse non finiscano più, e per questo abbiamo voluto aggiungere un altro volume alle tue imprese.
Ci siamo accorti, però, che mentre tu preferivi ridiventare e rimanere burattino, i nostri educatori insistevano sul fatto che alla fine ti eri convertito, eri diventato buono, amavi Geppetto, e rispettavi la Fata Turchina, e per premio ti era stata attribuita quella figura di bambino vero.
No, noi tutti ti preferiamo burattino di legno, burattino dispettoso e mariuolo, che può sbagliare e infatti sa sbagliare benissimo, rendendosene conto e purtroppo ricadendoci sempre.
Non è così la nostra storia di bambini veri? Testardi, dispettosi, ribelli, viziati, ma sempre perdonati, anche se la Fata Turchina ha fatto anche a noi le sue dure ramanzine, anche se il Grillo Parlante ci ha spesso richiamato, sempre invano, a diventare più buoni. Ma quante tegole ci sono cadute sulla testa, come a te! Quanti Gatti e quante Volpi ci hanno derubato dei nostri sogni, quante volte un grappolo d'uva strappato furtivamente ci ha ridotti a latrare come un cane e a scacciare le malvage faine, rendendoci per un momento "amici del padrone".
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