giovedì 11 ottobre 2012

I vulcani del Lazio: Albano e Nemi

I Colli Albani sono delle alture che arrivano fino a quasi mille metri e rappresentano il residuo di un grande vulcano attivo nel primo periodo dell'era quaternaria e che si è spento circa tremila anni fa.
Il vulcano ha emesso cenere, lapilli, lave e materiali tufacei: questi ultimi, spesso meno resistenti, hanno subito profonde modificazioni da parte degli agenti atmosferici, mentre le lave hanno originato degli speroni come quelli sui quali sorgono i paesi di Rocca di Papa e di Nemi.
L'apparato vulcanico che interessa i Castelli è costitutito da una cinta craterica esterna a forma di ferro di cavallo, del diametro di circa dodici chilometri, ben conservata a nord e ad est, interrotta e sfiancata a sud e a ovest per la formazione di crateri laterali che poi si sono trasformati nelle conche lacustri di Albano e di Nemi. Il lago di Albano o di Castel Gandolfo occupa un cratere più ampio di circa il doppio rispetto a quello di Nemi.
C'è poi un cono centrale con un orlo ben conservato (Monte Cavo) e un cratere del diametro di circa tre chilometri, in gran parte riempito (i cosiddetti Campi di Annibale).
L'esterno della cinta craterica declina con pendii ora lievi e ora ripidi, mentre il suolo è fertilissmo e intensamente coltivato.

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