Gerardo Festa, collega avellinese di applicazioni tecniche, era a Trevi già da alcuni anni, e quindi era un po' il nostro pioniere e colui che ci apriva le strade nel nuovo ambiente.
Gerardo era nostro coetaneo, era un tipo molto sportivo e aperto, era di buona famiglia e l'unico tra di noi che possedesse un'automobile, una Mini Morris bianca piccola ma efficiente, anche se il telaio era un po' troppo basso e ogni tanto causava qualche piccolo inconveniente su quelle strade di montagna.
Gerardo era in pensione da anni presso le sorelle Del Signore, insieme al veterinario Pio di Ferentino. Per lui, in casa, non c'erano segreti, e le signorine Edia e Sistina se lo coccolavano un poco.
Gerardo non era geloso della sua automobile, e non ci faceva sentire per niente a disagio per questa sua superiorità meccanica, ma generosamente metteva il suo mezzo a disposizione per gli amici, che poi eravamo io e Gianni Fiore, e successivamente anche il professore di arte Alvaro Pezzotti, che venne a comporre il quartetto d'insegnanti ospiti di quella pensione. In quattro andavamo dunque, specialmente il giovedì, a fare delle gite nelle cittadine vicine, Fiuggi, Alatri, Anagni, Veroli, Guarcino e Subiaco, spesso per andare a vedere qualche bel film che veniva dato in anteprima in quei piccoli centri, talvolta anche prima di presentarli a Roma.
Gerardo, scapolone anche lui, ogni tanto prendeva qualche piccola cotta, che si risolveva sempre alla stessa maniera: individuata la preda, che di solito era qualche collega particolarmente dotata di qualità fisiche, tutti noi ci sentivamo spinti alla competizione, e così si apriva una specie di gara per arrivare alla conquista. Gerardo naturalmente andava in bestia: era sempre lui ad aprire la caccia, e la conclusione era che finiva inevitabilmente sconfitto.
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