Pinocchio riprese subito il suo ruolo nella trattoria. Sembrava che tutti lo stessero aspettando, e nessuno si era rassegnato a fare a meno di lui.
Geppetto riprese vita, tanta era stata la gioia per il ritorno del suo burattino, al quale lo legava un affetto profondo. Lucignolo aveva ritrovato il grande amico che gli mancava per qualche scappatella fantasiosa propria dei loro tredici anni.
La piccola Lucia si era integrata così bene da essere ormai una di casa, utilissima nel servizio ai tavoli e così simpatica da uscirsene sempre con qualche battuta divertente.
Lo stesso mastro Ciliegia sembrava non dimenticare che il legno da cui era nato il burattino era stato lui a regalarlo a Geppetto, e dunque si sentiva un po' padre anche lui, o almeno zio.
Ma chi provava una gioia profonda per il ritorno di Pinocchio era la Fata Turchina, che tante volte aveva rischiato di perderlo, e tante volte lo aveva salvato.
La Fata Turchina avrebbe tanto voluto che il burattino ritrovasse se stesso, e tornassse ad essere un bravo bambino in carne ed ossa.
Un giorno la Fata Turchina chiamò da parte Pinocchio, e cominciò a fargli un discorso molto sentito.
- Caro Pinocchio, ho visto che in questi anni in cui sei stato lontano il tuo carattere è molto maturato. Sei diventato un vero piccolo uomo. Non ti piacerebbe riprendere il tuo volto di ragazzo, lasciando per sempre queste tue apparenze di burattino? -
Pinocchio rimase un bel po' in silenzio. Si sentiva turbato.
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