martedì 2 ottobre 2012

Pinocchio ancora burattino: 190. Ancora il Grillo Parlante!

Pinocchio riconobbe subito quella voce: non poteva essere che lui, il Grillo Parlante. Ma non lo aveva uccciso lanciandogli contro un martello?
Pinocchio provò nuovamente una grande rabbia, a sentirsi rimproverare in quella maniera offensiva. Si alzò a sedere, guardò bene la luce verde, e distinse nettamente il Grillo che parlava e agitava minaccioso le sue antenne.
Allora Pinocchio prese una delle sue scarpe che usava per andare in bicicletta, e la lanciò con rabbia verso il Grillo Parlante. Fece subito centro, perchè sentì soltanto un breve lamento, e la luce verde scomparve così come gli era apparsa.
Era ormai l'alba, e Pinocchio si alzò, perché non riusciva più a stare a letto tranquillo. Si prese la testa fra le mani, e stando seduto sulla sponda del lettino rimase a lungo a pensare. Quel Maledetto Grillo Parlante! Lo aveva fatto ricadere nella sua cattiveria e nella sua disperazione. Eppure Pinocchio, anche se era lontano da casa da troppo tempo, aveva fatto quasi sempre del bene, aiutando tantissime persone come gli orfanelli di don Emilio, come i bambini della scuola del villaggio in fondo alla valle, accompagnando ogni giorno la maestra Lisabetta. E quanto bene aveva fatto a Remigio, a Lamberto e Ulderico? Avevano ritrovato tutti e tre una famiglia grazie al suo sostegno. Perché allora il Grillo Parlante era così duro con lui?
Pinocchio non capiva che il Grillo Parlante era soltanto la voce della sua coscienza, e questa voce gli diceva che era arrivata l'ora di tornare a casa, dove lo aspettavano i suoi cari.

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