Una serata, Lazio-Tottenham, tutta nel nome di Paul Gascoigne che torna fra noi a riprendersi un pezzetto di cuore. Non ci sarà Klose, ma noi in Europa quest'anno abbiamo un altro nome che sta cercando di farsi largo a suon di gol: Libor Kozak. In Europa League, Libor ha giocato tre partite ed ha segnato quattro gol: una cifra eloquente, che parla di un ragazzo che non trova spazio, ma quando lo trova lascia il segno.
Dicono di lui: è rozzo e goffo. Basta con questa leggenda metropolitana. Abbiamo tante volte sentito questo discorso, che regolarmente è rimasto sulle labbra del radiocronista per esplodere nel grido del suo gol. Una delle ultime volta è successo proprio questo: e il commento del cronista è stato: "Sarà rozzo e goffo, ma il mestiere del gol lo conosce come nessun altro".
Quando, due settimane fa contro il Panathinaikos, Kozak segnò due reti una più bella dell'altra, Miro Klose, che era seduto in panchina, fu il primo laziale ad alzarsi in piedi e ad esplodere in un sincero applauso, che voleva dire: " Dai, Libor, continua così, dammi respiro ogni tanto, ti cedo volentieri il mio posto, potremo fare a metà, metà gol per te e metà gol per me. Fatti la tua strada. Per me l'ora del tramonto non è ancora arrivata, ma sarà più lontana man mano che tu segni i tuoi gol e mi concedi le giuste pause di riposo. Così posso durare più a lungo, e in due possiamo fare più grande questa Lazio".
Saranno i bellissimi colori biancocelesti ad accendere nel cuore grandi passioni, come quella di Chinaglia, come quella di Gascoigne, come quella di Miro Klose. E speriamo di aggiungere presto anche quella di Libor Kozak, quel centravanti rozzo e goffo che segna gol a palate, e che nel fisico ricorda altri due grandi campioni: Silvio Piola e Miro Klose, appunto.
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