Il successivo settembre, 1970, chiesi ed ottenni il trasferimento alla scuola media di Cave. Ci restai un paio di mesi, non di più, perché nel frattempo, avendo ottenuto l'abilitazione per le scuole superiori, colsi l'occasione dell'apertura dei trasferimenti a gennaio per accedere all'Istituto Tecnico Quarenghi di Subiaco.
Fu una decisione tormentata, in quanto a Cave lavoravo in casa senza bisogno di viaggiare, mentre da Cave a Subiaco non esisteva un mezzo diretto, e con i pullman dovevo fare tappa ad Olevano, talvolta con orari abbastanza pesanti.
Comunque, sarebbe stata solo questione di mesi, da febbraio a giugno, perché poi avrei senz'altro ottenuto l'ambito trasferimento a Palestrina, una sede per me comoda e piuttosto prestigiosa, collegata sia con il trenino della Stefer che da frequenti pullman dell'Acotral.
Quei pochi mesi di Subiaco furono comunque molto belli. Un ambiente davvero amichevole, con dei colleghi di primissima qualità ed anche un discreto livello culturale. Ci fermavamo spesso a pranzo in qualche trattoria della cittadina o degli impianti sciistici di Monte Livata, e c'era un'atmosfera festosa e piacevole. L'unico inconveniente, per me, era la difficoltà di tornare a Cave in caso di riunioni scolastiche pomeridiane: ricordo che una volta fui costretto a prendere il pullman per Roma e da qui a tornare indietro a Cave con un pullman successivo, con un viaggio di tre ore.
L'Istituto Tecnico per Geometri Quarenghi, che qualche anno dopo avrebbe avuto una sede prestigiosa, addirittura con piscina, era ancora sistemato in una palazzina utilizzando una serie di appartamenti, ma gli alunni, negli intervalli, non potevano uscire sui balconi perchè non erano stati collaudati per sostenere pesi notevoli. Si scendevano delle scalette per l'uscita, che si apriva sul piazzale di partenza dei pullman per Roma e per le cittadine limitrofe.
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