Un problema, piccolo o grande, che si abbina spesso e volentieri all'insegnamento è senz'altro il pendolarismo.
A meno che non si decida di risiedere sul posto, tagliando la testa al toro come io feci nei miei primissimi anni scegliendo di vivere in un piccolo paese come Trevi nel Lazio, questo problema si presenterà inevitabilmente, e inciderà sul tempo disponibile ed anche sul costo della vita. Nei casi peggiori, il pendolarismo può rubarti dalle due alle quattro ore della tua giornata, obbligandoti a sveglie antelucane, a lunghi spostamenti in auto o pullman, ad attese forzate, a rischi di vario tipo.
C'è un pendolarismo pesante, come quello da Trevi nel Lazio a Roma e viceversa: chilometri circa cento, ore di percorso circa due, cifre da ripetere due volte al giorno, incidenza sui costi abbastanza notevole, non meno del dieci per cento dei tuoi guadagni, e una dispersione assai più pesante del tuo tempo disponibile per lo studio, la correzione dei compiti e la conduzione della vita familiare.
C'è un pendolarismo più leggero, come da Cave a Palestrina e viceversa, chilometri circa dieci, tempo di percorso mezz'ora, ovviamente da ripetere due volte, con costi leggeri sia dal punto di vista del tempo che del denaro: un pendolarismo più fastidioso che altro, ad esempio quando sono in programma riunioni pomeridiane, che possono anche comportare un pasto fuori casa e dunque spese supplementari, anche se spesso consumare i pasti con i colleghi risulta piacevole e distensivo.
Io ricordo sempre, qunado viaggiai per qualche tempo da Alatri a Roma, lunghe maratone di due ore sugli scomodissimi e maltenuti pullman marroncini della Zeppieri che facevano capolinea a Castro Pretorio.
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