Ecatombe di centravanti alla Lazio. Quando Klose non c'è, restiamo in pratica senza una vera punta. Oggi, se metti in fila Floccari, Rocchi, Zarate e Kozak, ti accorgi di stringere fra le mani un pugno di mosche, e praticamente giochiamo senza attacco. Dispiace per questi quattro che sono stati un giorno dei bei giocatori, ma ora sembrano non valere più niente.
Non era, Kozak, l'uomo che ha una media di realizzazione di un gol ogni due partite? Se avesse giocato con una certa regolarità, avrebbe già segnato sei gol, esattamente come Klose. Ma anche un patrimonio come Libor Kozak sta andando perduto. Quanto a Floccari, a quando risale il suo ultimo gol biancoceleste? Nientemeno che al 17 aprile 2011, Catania-Lazio 1-4, cioè un anno e mezzo fa. Zarate, se si esclude un golletto in Europa League nel preliminare contro il Mura, ha segnato l'ultimo gol nella Lazio nel maggio del 2011. Leggermente meglio Rocchi, che segnò il secondo gol al Milan nel 2-0 del 1° febbraio 2012. Tutti gol che si perdono nella notte dei tempi.
E allora: o si decide di assegnare a Kozak questo ruolo ingrato di seconda punta laziale, o si torna di corsa sul mercato di gennaio, per acquistare una punta tipo Toni, Gilardino, Huntelaar o Pazzini, che costeranno dei soldi, ma ti risolveranno un problema più che evidente. Kozak è troppo rozzo tecnicamente? ma se non gioca, quando impara? Di un giocatore col gol in tasca la Lazio ha assoluto bisogno almeno per affiancarlo a Klose in determinate occasioni, o per sostituirlo quando è necessario: e a 34 anni non si possono giocare tutti i 95 minuti di 38 partite. Non pensare a queste cose è assolutamente imperdonabile per una squadra che vuole nutrire un minimo di ambizioni.
Dunque, a gennaio, un atto di coraggio. Le quattro punte di oggi, dietro a Klose, non servono praticamente a niente. Forse il migliore sarebbe proprio quel giovanissimo Antonio Rozzi che segna a raffica e gioca, ma purtroppo attualmente è vittima di un antipatico infortunio.
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