A Palestrina, dunque, i presidi si rinnovavano anno dopo anno. Io ho avuto come presidi, bravissimi entrambi, i Petrolino padre e figlio, a distanza di venti anni circa. Il mio primo preside nell'istituto tecnico di Palestrina fu Petrolino senior, piccolo, magro ed efficiente. Intelligentissimo. Gli bastava uno sguardo per capirti. Il figlio, molto serio e preparato, impiegava più tempo per capire le situazioni, ma poi non si lasciava sfuggire nulla, sicchè alla fine il bilancio della loro bravura si poteva chiudere alla pari.
Fin dal primo anno, avendo come classe base la V B commerciale, il preside Petrolino avrebbe desiderato che io facessi il rappresentante di classe agli esami di maturità. Forse i colleghi, per evitare questo incarico fastidioso, avevavno fatto il mio nome vedendo che me la cavavo abbastanza bene, ma io non si sentivo preparato.
Il preside mi comunicò il suo invito forse in un momento sbagliato. Ero tornato da una supplenza, ed avevo portato la classe in un vicino campetto di calcio sotto il giardino pubblico di via degli Arcioni, non lontano dalla scuola: avevo anch'io partecipato al gioco anche se non ero più giovanissimo, ed ero sudato in maniera imbarazzante di fronte al preside che mi stava affidando un compito così delicato. Pieno di vergogna, asciugandomi il sudore col fazzoletto, risposi che non mi sentivo pronto per un'incombenza così delicata, e che c'erano professori ben più esperti e preparati di me. Così cominciò ad assumersi l'incarico il vecchio insegnante di ragioneria, Aldo Bussani, che poi mantenne questo impegno per tantissimi anni, sollevandoci tutti da un incarico sentito come un peso non indifferente, specialmente dai tanti insegnanti che non vedevano l'ora di andarsene in vacanza.
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