L'anno di scuola a Bellegra fu rapido e piacevole. Con gli alunni stabilii un eccellente rapporto, e sul piano disciplinare non avevo problemi perché avevo stabilito un dialogo aperto con gli alunni, ai quali leggevo molti bei raconti dell'antologia ed essi mi ascoltavano con grande interesse: questo destava la meraviglia dell'amico-collega Buttaglieri, che non riusciva a fare altrettanto.
A Bellegra, stranamente, c'erano ancora classi maschili e femminili, e anzi c'era una sezione riservata a bambini bisognosi di recupero affidati a un esperto collega pure di Roma, che sapeva trattarli con mano sapiente.
Negli anni successivi le classi di recupero furono eliminate, e così pure si decise di realizzare le classi miste, compiendo un deciso balzo in avanti in fatto di pedagogia grazie a un preside nuovo, il bravissimo Mario Fiorillo, di origini napoletane, che amava molto il suo lavoro e s'impegnava più di quanto non facesse il preside precedente, Allocca, col quale non era molto facile l'approccio.
Con i colleghi, quasi tutti provenienti da Roma, i rapporti erano invece spontanei, e in parecchie occasioni ci fermavamo a pranzo in qualcuna delle trattorie di Bellegra, apprezzate per la loro cucina semplice e familiare.
Da Roma a Bellegra il viaggio non durava più di un'ora, e la gran maggioranza dei colleghi lo effettuava con le auto private. C'era una collega che veniva in fuoriserie e in pelliccia: per lei la scuola era più un hobby e un diversivo che una vera fonte di sostentamento. Un altro collega viaggiava con una velocissima Karman Ghia monoposto, e il viaggio doveva costare un occhio anche a lui, ma si sapeva che la sede di Bellegra era molto provvisoria, e per settembre ci sarebbero stati altri e più vantaggiosi trasferimenti. Altra illustre viaggiatrice era la professoressa di lettere Taviani, parente strettissima dell'omonimo ministro degli Interni e sorella dei due famosi registi cinematografici.
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