sabato 17 novembre 2012

Anni di scuola: 35. L'abilitazione alle superiori

A Cave avevo conosciuto un buon sacerdote, don Giacinto Marianecci, laureato in lettere classiche e preside della seconda scuola media di Palestrina, la "Verrio Flacco". Fu proprio lui che celebrò il mio matrimonio con Maria Stella il 18 aprile del 1971 nella chiesetta della Madonna della Neve su a Rocca di Cave. E fu lui che mi mise sulla strada giusta per l'abilitazione alle scuole superiori, un esame durissimo che riuscii a superare proprio sette giorni prima del matrimonio. Quello, per me, fu un anno d'oro: ero pieno di entusiasmo e di iniziative, quasi tutte accompagnate dalla buona sorte, che fino a qualche mese prima era stata così arcigna nei miei confronti.
Già allo scritto, per un tema sul Foscolo e sul neoclassicismo, avevo ottenuto un bel 22, voto molto alto se si pensa che la gran massa dei partecipanti è felice per un 18, voto sufficiente per l'ammissione agli orali riservata a pochi privilegiati, circa un decimo degli iscritti. L'orale, poi, era una vera battaglia, con programmi vastissimi impossibili da preparare globalmente: ci si può affidare solo a una preparazione remota bene approfondita. Come si fa a ricordare nei dettagli otto secoli di letteratura, tutta la Divina Commedia, e l'infinito programma di storia, dagli assiro-babilonesi all'era atomica? Superare un esame del genere è all'incirca un evento, e superarlo con buni voti è ancora più meritorio.
L'impresa mi riuscì bene, e riportai la media di 80 su 100, che mi garantiva un'ottima presentazione ai prossimi concorsi a cattedra. Non ne ebbi bisogno, perché nel frattempo era scattata l'immissione in ruolo per quanti avevano cinque anni di servizio, proprio alla vigilia di un concorso a cattedra per le magistrali, in cui ero stato ammesso agli orali con un voto molto alto.
L'abilitazione alle Superiori mi servì immediatamente, perché nel febbraio del 1972 fui chiamato all'Istituto per Geometri di Subiaco, e nel settembre dello stesso anno beneficiai dell'ambito traferimento all'Istituto Tecnico Luzzatti di Palestrina, evitando un pesante pendolarismo e assicurandomi la sede più comoda possibile, che avrei mantenuto fino al termine della mia lunga carriera.

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