Io venni nominato dal Provveditorato come commissario esterno presso un istituto di Roma, cosa che si ripeté per tutti gli anni successivi fino ad arrivare a un totale di 25. A fine carriera , calcolai di aver lavorato 25 mesi più di tantissimi insegnanti che trovavano miracolosamente il modo di risparmiarsi quella brutta fatica. Lo facevo, veramente, per motivi d'interesse economico, poiché con le mie trasferte a Roma venivo in genere pagato come commissario "fuori sede", e ciò comportava quasi sempre un buon compenso in denaro, utile per tirare avanti la famiglia.
Quell'anno, il 1972, fu segnato per me da due eventi familiari molto significativi: la nascita della mia prima figlia, Anna, il 28 luglio, proprio a conclusione degli esami di maturità, e solo pochi giorni più tardi, il 15 agosto, dalla morte della mia carissima madre Geltrude, i cui funerali, al mio paese natale di Acuto, furono seguiti da una grande folla di parenti ed amici.
La mia vita, così, prendeva una svolta improvvisa, nel giro di due settimane, ed anche se ero stato fino ad allora una persona spesso ribelle e istintiva, sopraggiunse in me un senso di maturazione improvvisa e un grande carico di responsabilità.
Finora, nella mia vita, avevo giocato ed evitato di prendere impegni troppo pesanti, ma ora questo non era più possibile, e capii che c'era stata una trasformazione decisiva. In brevissimo tempo, da figlio ero diventato padre.
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