La Lazio, per ora, è la terza forza del campionato, dopo Juventus e Napoli, anzi è insieme a Juventus e Napoli: Vlado Petkovic ha cominciato l'opera di osmosi, trasferire il suo carattere personale alla squadra, un carattere vincente.
Quando la lotta ha cominciato a farsi dura, la Lazio ha cominciato a uscire furori. I benefici di un precampionato alla frusta, pieno di salutari sconfitte, hanno cominciato ad avvertirsi. E quattro: non può essere solo una casualità, due incontri di coppa, due di campionato, quattro vittorie, nove gol all'attivo, un solo gol al passivo, quello del finale di Lazio-Mura. Un grande Klose, un grande centrocampo, un Candreva da Nazionale: vedrete che Prandelli lo chiamerà presto, sta giocando troppo bene, e con lui anche Marchetti, il cui recupero azzurro è pure imminente.
Eccoci qui ad esaltare Vlado, troppo presto, tutto prematuro. Aspettiamo ancora, la squadra deve maturare e deve anche passare attraverso il fiuoco delle prove vere, quelle contro le grandi. Vedremo che Lazio è contro la Juventus, contro il Napoli, contro il Milan, contro la Roma. L'Udinese ancora si attarda, l'Inter ha troppi campioni per poter arrendersi alla prima difficoltà, il campionato resta durissimo, la Lazio deve crescere, crescere, crescere.
I problemi della Lazio sono anche i problemi dell'abbondanza, dei campioni che restano fuori. Ieri c'è stata una stoccata indiretta di Petkovic che ha detto: "Quando a un giocatore dichiaro che per me è una quinta scelta e rifiuta un buon trasferimento e si rassegna a starsene nell'ombra ad aspettare, io non posso farci nulla, è la sua volontà". Con chi ce l'aveva? Con Rocchi nello specifico, ma ce ne sono parecchi altri. Aspetteranno? Certo, il loro turno potrebbe anche arrivare, il campionato è lungo e non si sa mai.
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