- Grazie a te, Pinocchio, questi bambini potranno avere la loro istruzione, e certo te ne saranno grati. Col tuo carro e col tuo cavallo, tutto questo non sarebbe stato possibile -
- Lo dicevo, a Learco, l'uomo che mi ha venduto questa preziosa bicicletta, che il vero affare lo avrei fatto io! - commentò Pinocchio. - Nella vita non bisogna badare tanto al guadagno, quanto all'utilità di mezzi che usiamo e dei risultati che produciamo con il nostro lavoro -
- Sì: però tutti dovrebbero avere un cuore buono come il tuo - concluse la maestra Lisabetta.
Il ritorno in salita era molto più pesante, e ogni tanto Pinocchio e Lisabetta si riposavano. Però, nel giro di un'ora, erano arrivati su a Pieve Antica, dove don Emilio faceva trovare loro una buona merenda e una bevanda fresca. Quei due erano dei veri benefattori della sua parrocchia, e il buon prete avrebbe voluto ricompensarli con qualcosa di meglio, ma sia Pinocchio che Lisabetta facevano quel lavoro completamente gratis, spinti soltanto dal desiderio di fare del bene a quei ragazzi.
In tanti altri paesi di collina e di montagna le scuole non esistevano nemmeno, e tutto dipendeva dalla buona volontà di qualche educatore o educatrice.
Per questo la maestra Lisabetta, che ora tutti chiamavano la maestra volante, era molto amata sia nel paese grande di collina che nel piccolo villaggio della vallata.
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