Petkovic non cambia nulla, salvo Cavanda al posto di Lulic ancora malsicuro. Ore 12, aVerona un interessante antipasto del campionato, con una delle tre capoliste. La Lazio ha fame, una grande fame di punti, dichiara l'allenatore: ma il Chievo sarà un osso duro.
La chiave di volta di questo incontro sarà Miro Klose: la sua umiltà e la sua grandezza. Il suo pilotare la partita anche da posizioni arretrate e in fase difensiva, per poi distendersi all'improvviso in avanti, e se la vena lo assiste spiazzare un'intera difesa con due mosse d'intelligenza scacchistica per infilare la rete.
Finché la Lazio avrà un giocatore così, tutto è possibile. Anche la terza vittoria iniziale consecutiva, proprio come fece Maestrelli nell'anno del primo scudetto. Petkovic ha dato convinzione e coerenza a questa squadra, che ora riesce a coprirsi bene in fase difensiva, per poi scaricare le sue energie in una serie continua di assalti alla rete avversaria. Non è ancora al mille, altrimenti sarebbe devastante: crea dieci occasioni da rete per coglierne una, quella decisiva, dopo una mezz'ora di gioco tambureggiante. Bisogna aver pazienza e saper aspettare: poi diventa difficile giocare contro una squadra "affamata" che vive sulla costruzione dei gol.E' stato detto: Klose è più forte di Cavani, perchè non solo va a rete con una notevole continuità, ma è anche l'organizzatore del gioco.Vero: ma per questa organizzazione, fondamentale in una squadra, oltre a Miro ci sono gli Hernanes, i Mauri, i Candreva, una vera quantità di costruttori. E questo tipo di gioco comincia da lontano con i Konko e i Lulic (oggi rimpiazzato da un restaurato Cavanda), che l'allenatore sta addestrando a ripartenze che vengono da lontano, un gioco a fisarmonica che copre tutto il campo.
Ma attenzione al Chievo: è squadra forte, e che sa farsi rispettare anche dalle grandi. Ha partenze fulminee dalle quali bisogna guardarsi.
Nessun commento:
Posta un commento