Ci mettiamo la firma, a questo pareggio al White Hart Lane: questa Lazio sa resistere anche alle tempeste. E il bello era...se contiamo i titolari assenti, ecco Radu, Konko, Candreva, ed ecco la necessità di buttare in campo, nell'occasione peggiore, i giovanissimi Cavanda e Onazi.
Che coraggio, Petkovic! Reja avrebbe sicuramente rivoluzionato la formazione e dato fiducia a due anziani, invece Petkovic ha agito con chiarezza d'idee, ciascuno al suo posto, e i ragazzi del vivaio hanno risposto con orgoglio e impegno estremo, dando il loro contributo. Da questo momento sappiamo di poter contare davvero su di loro.
Forse la differenza sostanziale fra Reja e Petkovic è proprio una questione di coraggio, di fiducia nei propri mezzi, di chiamata a una responsabilità diretta senza nascondersi dietro al collettivo: il collettivo deve venir fuori dalla somma delle individualità fuse in un unico fine da raggiungere a ogni costo.
La Lazio, di solito, di fronte a un pronostico e a un ambiente ostili, avrebbe finito per piegarsi. Ricordiamo sconfitte all'estero devastanti. Villas Boas ha invece riconosciuto che la Lazio non si è limitata alla difesa, ma ha cercato anche la vitoria, sfiorandola con quel palo clamoroso di Gonzalez e con un'altra grande azione di Mauri che si poteva concludere a rete con un pizzico di maggiore freddezza.
Ora le prospettive del girone sono un po' cambiate. Ridimensionati sia il Tottenham che soprattutto il Panathinaikos, e chi se ne avvantaggia è proprio la Lazio. Sarà decisivo, o quasi, Lazio-Maribor del 4 ottobre: in caso di vittoria, Klose e compagni si ritroveranno in testa al girone, e sarà difficile scrollarli da lì. Il coraggio della Lazio sta diventando la sua arma non tanto segreta.
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