E' tutto prematuro: non si può giudicare la stagione di una squadra soltanto dalle prime tre giornate di campionato. Ma se a queste aggiungiamo le due dei preliminari di Europa League, troviamo già una striscia abbastanza significativa di cinque partite su cinque tutte vittoriose, e allora si cominciano a scomodare i paragoni.
Anche la squadra di Maestrelli nel 1974-75 vinse i suoi primi tre incontri e poi conquistò lo scudetto. Ecco una parola che in casa Lazio non andrebbe mai pronunciata e che sembra portare anche male. La Roma di Zeman ha parlato subito di scudetto, e non riesce a vincere ancora una partita in casa, subendo cinque reti in due partite e conquistando un solo punto: non è certo un passo da squadra che punti allo scudetto, per quanto sia presto parlare anche in questo caso.
Ma, tornando alla lazio, tre giocatori della vecchia guardia, D'Amico, Pulici e Oddi, "quelli dello scudetto", loro sì che possono parlare. Finoltra questi bravi ragazzi di sessant'anni sono stati piuttosto arcigni con la Lazio di Lotito: ne hanno apprezzato i risultati limitatamente, malgrado la partecipazione a una Champions e a due Europa League oltre alla conquista di una Coppa Italia (il portaombrelli) e di una SuperCoppa: a Lotito hanno sempre rimproverato una scarsa sensibilità al passato biancoceleste e soprattutto un' avara gestione della società con campagne acquisti al risparmio. L'arrivo di Petkovic è stato accolto con scetticismo, ma tutti ora hanno l'onestà di riconoscere la grande bravura del tecnico giudicandolo magari dal modo in cui ha saputo risolvere il "problema Hernanes": l'uomo più sostituito da Reja è diventato l'uomo insostituibile di Vlado semplicemente sottraendolo all'obbligo di marcature in un centrocampo a cinque che è la vera forza di questa Lazio, capace finora d'imporre sempre una superiorità numerica là dove conta.
D'Amico, Pulici e Oddi ancora non sono convinti che, almeno individualmente, la Lazio 2013 valga la Lazio 1975, ma ne apprezzano la bontà del gioco e dello spettacolo: finalmente una Lazio che si lascia vedere e si lascia ammirare per il suo gioco. E questa è veramente una buona premessa.
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