L'uomo lo guardò con un sorriso incredulo.
- Un carro e un cavallo costano molto di più di una bicicletta: almeno il doppio, o anche tre volte! -
- Non importa - rispose Pinocchio. - Per me sarebbe un cambio vantaggioso, anche se mi viene a costare caro -
- Mi chiamo Learco - disse l'uomo. - Se devo fare questo cambio con te è bene che ci conosciamo. E il tuo nome qual è? -
- Pinocchio! -
- To', questo nome non mi è nuovo. Nella mia zona tutti parlano di uno straordinario burattino come te, e sarei ben felice di concludere un affare vantaggioso con una celebrità come sei tu -
Pinocchio strinse la mano a Learco, e si scambiarono un sorriso amichevole.
- Aspettami qui: vado in parrocchia da don Emilio a prendere il mio carro e il mio cavallo, e sono sicuro che me li restituirà volentieri, perché il mio cavallo, Bortolo II, è robusto ma di buon appetito, e ti avviso che lo dovrai nutrire bene, con fieno di prima qualità - spiegò Pinocchio.
Infatti di lì a poco il burattino tornò trainando Bortolo II e il suo carro. Erano in perfetto ordine, e Learco capì di aver fatto un buon affare davvero.
- Tieni anche tu cura della mia bicicletta: è ancora nuova, ma si può rompere facilmente se non la tieni ben curata e oliata - spiegò Learco.
- Aspetta: fammi fare almeno un giro con la tua bici - disse Pinocchio.
Fu difficile salirci su. Pinocchio si reggeva a fatica, rischiò due o tre volte di cadere, ma alla fine fece un bel giro della piazza.
- Ottimo! - disse. - Era proprio quel che ci voleva per me! -
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