Contro il Palermo, una Lazio tutta...vecchia, non un solo uomo in più rispetto all'anno passato, se si eccettua il manico della padella, cioè Petkovic. E allora, giù con Marchetti; Konko, Biava, Dias,, Lulic; Ledesma; Gonzalez, Hernanes, Mauri, Candreva; Klose. Un bel 4-1-4-1, uno schema elegante, che si addice a questa Lazio tecnicamente ben calibrata.
E poi...abbiamo la panchina lunga. Quanta gente, ragazzi! Qui i rinforzi ci sono, e come! Ciani, Ederson, e poi i ritorni di Floccari e di Zarate, sono quattro rinforzi, l'anno scorso veleggiavano altrove, da Bordeaux a Lione, da Milano a Parma, e non erano neanche gente di secondo piano. Rimangono ancora fuori giocatori come Radu, come Brocchi, come Matuzalem, tutta gente che purtroppo Petkovic ancora conosce poco o niente, insomma tanto di quel materiale da farne almeno un'altra squadra quasi di pari valore rispetto alla prima, perchè può contare sui Rocchi, sui Kozak, sui Cana, gente che non può essere dimenticata anche se Formello straripa di giocatori che potevano benissimo trovare fortuna altrove, a cominciare da Foggia e da Sculli. Da qui a gennaio, i vari Pescara, Siena, Bologna, Palermo e Torino chissà quante volte verranno a bussare a Formello per avere un rinforzo all'altezza. Mancano i soldi, ma di merce buona ce n'è tanta, la Lazio in questi anni non ha fatto che raccoglierne in quantità senza quasi mai deprezzarla troppo e metterla fuori mercato. La valvola di Salerno, fra l'altro, le consente di tenere vive le forze del vivaio, senza dover raccomandarsi ad altri per farle maturare.
E stasera, bella partita all'Olimpico. Non siamo in prima fila. Ci teniamo coperti in retrovia, in attesa. Siamo in rodaggio, e cerchiamo di prepararci a dovere per la lunga galoppata del campionato e anche per una lunga galoppata in Europa League, contro i terribili Tottenham e Panathinaikos.
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