Tornando un po' indietro nel tempo, uno dei primi ricordi che ho del Tifone è abbastanza curioso e divertente. Scrivevo liberamente tutto ciò che mi passava per la mente intorno all'ambiente laziale. In quel periodo la Lazio era allenata da un famoso mister inglese, Jesse Carver, che aveva un suo caratterino particolare.
La Lazio aveva un gran bel mediano di origine milanese, Franco Zaglio, che poi si trasferità all'Inter e vi ebbe anche il suo momento di gloria, finendo in Nazionale. Però con Carver il ragazzo non andava molto d'accordo, perché a sua volta prendeva delle impuntature e non faceva molto per rendersi simpatico. Zaglio aveva una specie di allergia per la doccia, e al termine dell'allenamento, o anche della partita, evitava di farsi la doccia e si rivestiva in fretta dopo essersi asciugato il sudore. Carver lo prendeva in giro: - Zaglio non si lava! - e qualche volta lo lasciava fuori squadra pur essendo un elemento tecnicamente molto valido.
Un altro bel giocatore, stavolta del vivaio laziale, era il terzino destro Giovanni Di Veroli. Come dice chiaramente il cognome, Di Veroli era di religione ebraica ed aveva un bel negozio di alimentari nei pressi di Torre Argentina. Di Veroli venne in conflitto con Jesse Carver perché, rispettando le norme della sua religione, il sabato non si allenava essendo giorno festivo. Questo lo danneggiava notevolmente, sicché spesso Carver lo lasciava fuori squadra perché non lo riteneva pronto per la partita.
Io scrissi queste cose sul "Tifone", e i parenti di Di Veroli telefonarono al giornale al direttore Riccardo Lalli per lamentarsi. Naturalmente non c'era nessun motivo di protesta, ma era solo un modo per stare vicini al giornale perché prendesse le parti del giocatore.
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