Fu un salto all'indietro completo, dalla Ciociaria a Roma, e di nuovo in Ciociaria, e devo dire che, se da una parte mi dispiaceva e provavo una grande disillusione, dall'altra intraprendevo una strada, quella dell'insegnamento, che aveva sempre rappresentato l'aspetto più serio delle mie aspirazioni.
Certo, dal punto di vista economico, rinunciavo a belle prospettive di carriera, ma, constatato che il mio carattere non sembrava esattamente calibrato per una professione così aspramente competitiva e non regolata da adeguata sicurezza, la via dell'insegnamento era senz'altro più idonea alla mia sensibilità. Mi concedeva, inoltre, di vivere nel clima sereno e pacifico del paese, a contatto con una natura che io amavo appassionatamente.
Mi trattenni a Roma fino all'autunno del 1967, e poi feci il mio ritorno in provincia. Mantenni i contatti con la capitale per altri tre anni, tornando ogni tanto in famiglia, ma poi il mio distacco fu completo e totale. Nella primavera del 1971 mi sposai con una bella e brava ragazza di Rocca di Cave, Maria Stella, e mi stabilii definitivamente a Cave, nella zona in cui insegnavo.
Per qualche mese mantenni ancora delle collaborazioni giornalistiche, seguendo i consigli del mio compaesano professor Mario Ticconi, ma poi queste cominciarono a pesarmi troppo, e gradualmente abbandonai il mio vecchio mondo del giornalismo. Fino al giugno del 1971 mantenni il mio tesserino giornalistico per la tribuna stampa: terminato quel campionato di calcio, non sono tornato mai più in modo stabile nella capitale, dove restavano mia madre e tutti e sei i miei fratelli.
Nessun commento:
Posta un commento