Una disastrosa alluvione avvenuta a Piglio nel 1901 alle falde del monte Scalambra causò una grande valanga di terriccio, alberi e materiale vario. Lo ricorda il giornalista locale Giorgio Alessandro Pacetti . Questi materiali costituirono quelle zone che ora rappresentano un rischio per la popolazione che incautamente ci vive.
E' la zona a ridosso del fosso di Gricciano, citata in una relazione del perito agronomo Francesco Nardi del settembre 1901.
La mappa a rischio del territorio di Piglio comprende quattro zone: a) Moretto-Tagliano; b) stazione ferroviaria ex-Cotral; c) Carcassano-Romagnano-Cona; d) la collina Pier Fanale. La zona c) venne compresa nel 2007 fra le "aree a rischio idrogeologico molto elevato (R4).
Nel settembre del 2011 il consigliere provinciale Mario Felli aveva chiesto alla Provincia l'immediato inizio di lavori in questa zona, mentre già nel 2007 la Provincia aveva chiesto alla Regione Lazio un intervento di somma urgenza per la strada Piglio-Altipiani di Arcinazzo al chilometro 4, con coinvolgimento del territorio sottostante.
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