A che ritmo sta andando, la Lazio del vecchio Eddy Reja, l'allenatore proposto per la cacciata e dimissionario volontario solo perchè non riusciva a vincere il derby?
Un ritmo che fa sensazione. Due mesi d'imbattibilità, dall'1-2 col Genoa del 18 settembre allo 0-0 di Napoli del 19 novembre. Nove partite, ventuno punti, con sei vittorie e tre pareggi, quattro vittorie fuori casa e due all'Olimpico, compreso il magico 2-1 con la Roma. Tredici gol all'attivo, solo quattro al passivo, cioè meno di mezza rete a partita alle spalle del fenomeno Marchetti.
Ritmo? Due punti virgola 33 ad incontro, un ritmo da scudetto. Infatti, se la Lazio dovesse reggere con lo stesso rendimento fino alla fine del torneo, conquisterebbe altri 63 punti, che uniti ai 22 attuali farebbe un totale di 85 punti, superiore agli 82 che hanno permesso, negli ultimi due anni, all'Inter e al Milan di conquistare uno scudetto strameritato e con grande vantaggio sulle seconde.
Sappiamo che la Lazio non potrà reggere questo ritmo forsennato, ma già il solo pensiero che potrebbe farlo è una grande ipotesi. Una decina di punti in meno varrebbe ugualmente o il secondo o il terzo posto, vale a dire la Champions League. E noi tifosi laziali saremmo davvero contenti.
In questi due mesi, Klose ha segnato 5 gol, 3 ne ha segnati Hernanes, 2 ciascuno Lulic e Sculli, 1 il vecchio Rocchi, il famoso gol numero 100. Se Miro Klose continuasse a segnare gol con la stessa intensità, a fine campionato arriverebbe esattamente a quota 20, una quota che richiama alla mente quella di Chinaglia e quella di Crespo, vale a dire quella dei tempi degli scudetti laziali.
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