Zitto zitto, Anderson Hernanes si è messo a macinare primati. Due stagioni e mezza nella Lazio, ed ecco dal magico cilindro del prestigiatore uscire le cifre reali: 100 partite in maglia biancoceleste, 30 gol segnati, che sono tanti, ma proprio tanti per un centrocampista arretrato.
Lui non è Mazzola nè Rivera, non gioca stabilmente in avanti come loro, è piuttosto una macinatore di gioco nella fascia centrale con licenza di uccidere come James Bond: e alcuni sui gol sono diventati veramente proverbiali e tali da esaltare la platea biancoceleste.
Date ancora altri tre campionati ad Hernanes nelle file della Lazio, e sicuramente entrerà nella galleria degli "immortali", al fianco dei Veron e dei Boksic: guardate un po' se il suo gioco non somiglia davvero a quei due, è una giusta sintesi delle brillanti idee dell'argentino e delle sgroppate incontenibili del croato.
Oggi Hernanes fa cento contro il Parma, e forse farà anche centro, cercando di sospingere la Lazio, insieme a Klose, suo grande compagno, sempre più verso l'alto in una stagione che potrebbe essere memorabile.
Hernanes ha un altro traguardo: riprendersi la sua maglia verdeoro di pentacampione del mondo con il Brasile non più di Mendez ma nuovamente di Scolari, che lo stima moltissimo. Ma Hernanes ha detto di credere soprattutto in se stesso, nei suoi mezzi tecnici e fisici, per riprendersi quel che gli spetta nelle file di quella squadra che è stata per decenni la più forte del mondo.
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