Delio guidava bene la Lazio in campo; Edy era un tipico uomo di spogliatoio forte in psicologia di gruppo; Petko è la somma delle due cose, perfetto in campo come nella tenuta mentale nel corso della settimana.
E' stato fortunato, Lotito, a pescare un uomo così tra le montagne della Svizzera; fortunato e intelligente. Perché oggi a Genova si chiude la mezza stagione di Petko con una quota che può variare da 33 a 36 punti, mentre Edy chiuse due anni fa a 34 e l'anno scorso a 33, e Delio, nel suo miglior campionato, a quota 34. Dunque con un pareggio sul terreno della Samp oggi pomeriggio
Petko può eguagliare sia Delio che Edy, ma nel caso riuscisse a vincere, toccando quota 36 batterebbe entrambi avvicinando il record di Eriksson nell'annata dello scudetto. E manca ancora la partita col Cagliari del 5 gennaio.
Dai, dunque, Vladimir Petkovic, vera rivelazione dell'anno calcistico italiano, entrato sul podio dei migliori con una squadra sulla carta assai più debole di Juventus e Inter non soltanto, ma anche del Napoli, del Milan e forse della stessa rinforzatissima Fiorentina, per non parlare della solita Roma grande sulla carta e un po' meno grande e continua sul campo.
Non abbiamo grandissimi nomi, noi della Lazio, se si esclude Klose, ma una manciata di uomini forti come Marchetti, Candreva, Ledesma, Mauri, Hernanes, Gonzalez, che ci vengono invidiati da tutti, mentre stanno crescendo i vari Ciani e Cavanda, e vecchi uomini di mestiere come Biava stanno rendendo a livelli insospettati. Si spiega così il super-rendimento della Lazio rispetto alle quotazioni di partenza. Non dimentichiamo che il Corriere dello Sport, alla vigilia del campionato, diede un 8 di partenza alla Roma e un 5,5 alla Lazio che si piazzava intorno alla dodicesima posizione. Basta ritrovare una vecchia copia di quel giornale del mese di agosto.
Genova, dunque, stazione Sampdoria. Ritroviamo il vecchio Delio. Sarà uno scontro diretto. Il passato della Lazio contro il suo futuro, che è Petkovic. Un futuro finora fortunato.
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