La cifra era grande, cento zecchini d'oro, ma non metteva certo paura a un riccone come il conte Giannelli.
- Preparati, Valerio - disse Nanni a Pinocchio. - Stasera alle nove rivedrai tuo padre. Siamo d'accordo su tutto, e non ti taglieremo nessun orecchio. Sei pure fortunato -
Pinocchio emise un gemito: avrebbe voluto dire ancora una volta che non era affatto il figlio del conte, e non si chiamava davvero Valerio. Tanto non gli avrebbero creduto e lo avrebbero anche colpito con qualche brutto ceffone.
Mancavano pochi minuti alle nove quando i due briganti e Pinocchio si misero in movimento. Era buio, ma non avevano portato neanche una lanterna per non farsi sorprendere: la strada la conoscevano bene.
Arrivati alla grande quercia, Nanni si fece avanti lasciando dietro Marcone e Pinocchio. Nanni fece un fischio, e rispose il fischio del conte Giannelli, che portava con sé una lanterna.
- I soldi - disse Nanni bruscamente.
- Eccoli! - rispose il conte Tarcisio. -Contali pure. Sono cento zecchini -
- Fammi vedere se è vero : accosta la lanterna -
Gli zecchini brillavano: erano oro puro. Nanni li soppesò e disse. - Mi fido -
- Prima dammi mio figlio. Il sacchetto lo metto qui a metà strada. Quando Valerio sarà a dieci passi da me, tu potrai prendere il denaro e andartene -
- Bene! - disse il brigante Nanni. Si allontanò dal conte e dal sacchetto, e fece un fischio a Marcone perché mandasse il bambino avanti.
Pinocchio capiva che era molto meglio allontarnarsi dai briganti e accostarsi al conte. Il conte Tarcisio recitò la commedia fino in fondo e gridò: - Figlio mio! Valerio mio! Ti hanno fatto del male? -
I due briganti, felici e contenti che tutto fosse andato così bene, si stavano allontanando col sacchetto del denaro, ma non avevano fatto più di cinquanta passi che sentirono gridare:- Altolà! -
Cinque carabinieri li aspettavano, accesero delle fiaccole e tirarono fuori due paia di robuste manette, che posero fine ai due anni di latitanza dei briganti Nanni e Marcone.
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