Si ritrovarono in mezzo a bambini della loro stessa età, tutti allegri e spensierati. Chi mangiava zucchero filato, chi noccioline americane, chi crostatine con marmellata, bevevano aranciate e gazose, e tutti pensavano a divertirsi al tiro a segno, alla giostra, allo scivolo che terminava nell'acqua. Faceva caldo, e nessuno si preoccupava, anche se in molti si bagnavano. Che grandissima festa: ancora più di quando erano venuti la prima volta.
Non c'era nessun adulto che li controllava: i bambini prendevano da soli ogni decisione ed erano liberi di mangiare e bere e di giocare senza problemi. Non si pagava nulla e il divertimento era facile e sicuro.
Quando cominciò a fare sera, si videro comparire degli strani ometti tondi e grassocci, e cominciarono a dire: - Bambini, è tardi. E' ora di ritirarsi e di andare a riposare. E' buio, ormai, e la festa riprenderà domani -
Pinocchio e Lucignolo cominciarono a sentire anche degli strani gemiti e lamenti, e provarono una grande paura. Allora non era cambiato niente, era tutto come prima, quei bambini sarebbero diventati anche questa volta una grossa schiera di ciuchini, e chissà quale altra cosa ancora di spaventoso.
Il cancello si stava richiudendo alle loro spalle, ma i due bambini, ammaestrati dalla precedente esperienza, riuscirono a saltar fuori appena in tempo. Uno di quegli ometti grassocci, con una frusta in mano, cercò d'inseguirli, ma Pinocchio e Lucignolo erano più veloci, non avevano mangiato né bevuto né giocato, erano stati molto prudenti perché sospettavano che sarebbe andata a finire in quel certo modo.
Dopo un lungo cammino di corsa o a passo svelto, arrivarono finalmente alla Trattoria, dove tutti li stavano aspettando allarmati e li avevano cercati a lungo nel paese.
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