In fatto d'indignazione, bisogna cambiare mentalità, evitare di proporre giustificazioni per ciò che, alla fine dei conti, è distruttivo di sé e dell'altro. Bisogna assumere, ciascuno in prima persona e consapevolmente, quella che abbiamo definito un'attitudine costruttiva. Perché solo questo atteggiamento può consentire, a vecchi e giovani, di cambiare il mondo. Realizzando così rapporti più giusti.
L'ira non lo consente perché , in ultima analisi, è sterile. Essa si lega, come ho detto, all'indignazione. Ma questo è troppo poco. Non basta, infatti, indignarsi. Non basta rifiutare tutti i rapporti che non sono giusti. E' necessario mettersi all'opera per ricostruirli e per sostituirli con qualcosa che sia davvero buono. Ecco perché, a questo scopo, l'ira deve lasciare il posto alla sollecitudine e all'impegno per il bene.
(da un articolo di Adriano Fabris)
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