Gli affari della Trattoria di Pinocchio andavano molto bene. Mastro Ciliegia e Geppetto avevano aggiustato e ampliato i locali in vista della stagione autunnale e invernale, ma per il momento si lavorava bene ai tavoli all'aperto.
Quando alle 13 chiudeva il mercato del paese, parecchia gente si fermava a quei tavoli per un piccolo pranzo a menù fisso, costo di appena una lira. La piccola cameriera Lucia aveva molto da fare nel portare spaghetti al sugo e poi frittura di pesce oppure pollo, insalatina, patate fritte; il vinello del Chianti era sempre lì nei fiaschetti di mastro Ciliegia, che aveva una bella vigna nella vallata.
Ai tavoli, anche Pinocchio e Lucignolo davano una mano: Lucignolo aveva ancora il suo banco di pesce, ma la giornata di lavoro la chiudeva in trattoria.
Il libretto postale veniva rimpinguato ogni fine settimana, e ora era disponibile una discreta cifretta.
Ma c'era proprio tanto da lavorare, alla Trattoria di Pinocchio. Geppetto non si staccava mai dai fornelli e dal caminetto, e ogni tanto si lamentava perché provava troppa fatica ed era vecchio. Nella sua mente, il pensiero era spesso rivolto alla Fatina dai capelli turchini.
Un giorno, sul far della sera, a uno dei tavoli venne a sedersi una bella signora con un vestito blu e un grande cappello di paglia che le nascondeva i capelli e una parte del volto.
Lucia si accostò, e le chiese: - Cosa posso servirle, signora? -
- Grazie, bambina. Avrei bisogno di un bel bicchiere di acqua fresca, perché sono molto stanca. Poi portatemi un'ala di pollo e un po' d'insalatina -
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