Ci sono giocatori, fra i 35 di Formello, che non hanno dato quasi nulla alla causa della Lazio. Ce ne sono altri che, dopo aver dato qualcosa, o anche tanto, sono stati accantonati e oggi hanno il ruolo di anime perdute, costrette soltanto a stare a guardare.
Insomma, non sono per niente 35 i giocatori su cui oggi la Lazio può contare, ma al massimo una ventina.
Del primo gruppo, quello degli "inutili", fanno parte: il portiere Bizzarri, i difensori Scaloni, Bonetto e Del Nero; i centrocampisti Dabo, Baronio, Manfredini, Hitzlsperger e Meghni; gli attaccanti Inzaghi, Foggia, Makinwa e Cruz.
Ad essi siamo costretti ad aggiungere Matuzalem, tagliato fuori da un grave infortunio.
Che fine ha fatto Baronio? Certo, quando è rientrato Ledesma, ha dovuto farsi da parte: ma come si fa a dire che Baronio non serve più a nulla, dopo tante buone prove fornite in avvio di campionato, quando sembrava che la Lazio si reggesse un bel po' per opera sua? Possibile che in qualche modo non riesca a trovare un po' di spazio? Nei suoi confronti mi sembra che ci sia un po' d'ingratitudine.
Un'altra anima in pena è Simone Inzaghi, spesso indisponibile fisicamente: ma anche quando è in salute, e magari nelle partitelle del giovedì fa gol a palate, non se lo fila proprio nessuno.
La medesima cosa si può dire di Del Nero, o peggio ancora di Foggia, per non parlare di Manfredini, ridotto al ruolo di ospite non tanto gradito. Infortuni o altro hanno fatto accantonare atleti di un certo valore.
Scaloni e Bonetto: chi li ha visti? Fantasmi anche loro. Ombre vaganti quasi nel nulla giocatori di ottima reputazione nel passato come Cruz e Hitzlsperger. Così pure Meghni, che sembrava dovesse avviarsi a una discreta affermazione, ma alla fine è ricaduto nel niente. E Bizzarri non era un eccellente portiere?
Ma che Lazio è questa? E' più che altro un ospizio. C'è una dispersione di capitale tecnico ed economico impressionante.
Alle spalle di tutto questo c'è sicuramente una cattiva gestione. Dallo staff così numeroso intorno a Ballardini si è passati al quasi abbandono. Il buon Crialesi, allenatore di riserva, fa quello che può, ma il materiale che gli lasciano tra le mani è zavorra fluttuante.
Quello che avevamo definito il gregge delle pecore nere di Formello si è trasformato pian piano in un ospizio di ex giocatori.
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