domenica 14 marzo 2010

Non vendiamo la pelle dell'orso prima che sia morto

Il Bari ci ha ucciso all'andata (lì cominciò la nostra crisi) e ci ha ucciso anche al ritorno, con lo stesso 0-2.
Aspettavamo che la Lazio riuscisse a farcela nella ripresa, ma sono arrivate in un solo quarto d'ora le mazzate di Almiron ed Alvarez.
Ed ora come la mettiamo? I tifosi sono accorsi con passione, hanno quasi riempito l'Olimpico, hanno dato l'anima: la squadra no.
Contavamo sulle nostre forze, e non ce l'abbiamo fatta. Contavamo sui nostri cugini a Livorno: ci hanno illuso e poi ci hanno deluso. Livorno e Siena, con due vere prodezze, hanno guadagnato un punto su di noi, e solo l'Atalanta è rimasta a terra come noi.
Ora abbiamo due soli punti di vantaggio sul Livorno, quattro su Siena e Atalanta.
Non tutto è perduto: anzi, se riusciamo a controllare i nostri nervi, se non sbagliamo i rigori come ha fatto Kolarov a venti minuti dalla fine facendosi parare il tiro da Gillet e gettando al vento le nostre speranze di rimonta, potremo ancora farcela. Siamo ancora noi in vantaggio sugli altri.
Mancano dieci incontri alla fine, giocheremo cinque volte in casa e cinque fuori, mentre il Livorno, che resta sempre il nostro competitore diretto, deve affrontare ben sei trasferte ed ha solo quattro incontri in casa. Il calendario, insomma, è favorevole a noi, e possiamo contare anche su un buon vantaggio nei confronti diretti con il 4-1 dell'andata. Però ci dobbiamo svegliare, voltare pagina, e mettercela tutta.
Che brutto rivedere i sedili bruciati, all'Olimpico, dopo la partita. E che pena, all'Isola dei Famosi, vedere il tifosissimo Davide Di Porto lasciar cadere le braccia quando ha saputo che la Lazio aveva perso. Simona Ventura l'ha incoraggiato, dicendo di essere convinta che la squadra biancoceleste ce la farà.
Vorremmo esserne convinti anche noi. Domenica andiamo a Cagliari, e bisogna avere proprio una grande fede per pensare che si possa strappare un punticino. Il Livorno giocherà in casa di un'Atalanta che si giocherà tutto, mentre il Siena ospiterà il Bologna ed ha buone possibilità.
Ma il vero nodo risolutivo si avrà solo tre giorni dopo, mercoledì 24 marzo all'Olimpico con Lazio-Siena. Vincendo questo incontro, le cose potranno mettersi ancora bene. Ma ci vorrà una Lazio veramente quadrata, decisa a vendere cara la sua pelle.
Ma non vendiamo la pelle dell'orso prima che l'orso sia morto.
Stendiamo un velo pietoso sulla partita col Bari, di cui ricorderemo solo le grandi parate di Gillet, oltre a quella sul rigore di Kolarov.
Grave l'uscita dal campo di Matuzalem al 37' del primo tempo, sostituito da un Hitzlsperger fuori fase; inutili gli innesti di Cruz e Mauri nel finale: era ormai troppo tardi.
Non è invece troppo tardi per darsi una svegliata, per tornare a crederci, per mettercela tutta. La ruota della Fortuna ha ancora il tempo di compiere un altro giro.

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