mercoledì 17 marzo 2010

La Regina Elena - I miei ricordi 12

Gli ufficiali tedeschi si erano acquartierati nel Castello dei Conti Giannuzzi, che domina il centro di Acuto e ne controlla le entrate e le uscite. Però di loro non mi rimane che un'immagine sbiadita: ricordo solo in modo vivido i loro scintillanti stivaloni neri, che mi facevano un'enorme impressione.
La maestra Mirella forse era colpita dalla mia bravura nello scrivere, ma credo che amasse soprattutto la mia grafia, che era decisamente pulita e precisa. Ne approfittò per farmi scrivere una lettera indirizzata al Quirinale, che allora ospitava i Reali d'Italia, Vittorio Emanuele III ( re Pippetto ) e la Regina Elena di Montenegro.
Era la richiesta di una grande foto per farne un quadro da appendere in aula. Infatti la foto di lì a poco arrivò, in un enorme involucro di cartone a forma di tubo, ed ebbi l'impressione che ne derivasse un pizzico di prestigio sia per la maestra Mirella che per me.
Questo avvenne in seconda elementare, nel 1941, quando la guerra sembrava ancora lasciarci qualche speranza. La maestra, presa dall'entusiasmo, l'anno successivo volle realizzare il testo della canzone "Caro papà", e mi fece aprire la corrispondenza con un soldato al fronte, per incoraggiarlo e fargli sentire l'affetto di tutta la nostra scolaresca.
Il soldato ci mandò anche una foto, e del fatto parlò anche un giornaletto della zona, se ben ricordo. Quando la guerra finì, ricercammo Giorgio al suo paese sardo, Iglesias, ma non ci rispose. Né lui né alcuno della famiglia. Evidentemente, nel 1945, i problemi erano tanti e tanto diversi da quelli del 1942, e comunque la bolla dell'entusiasmo nazionalista si era sgonfiata, lasciando posto a ben altri motivi d'impegno e di lotta per la sopravvivenza.
Il mio paese, Acuto, rimase in pratica estraneo alle distruzioni della guerra fin quasi al giorno della liberazione, il 4 giugno 1944, quando fu cannoneggiato con una certa durezza dagli Alleati per assicurarsi che i tedeschi avessero sgomberato in modo definitivo. Le cannonate sibilarono ed esplosero per tutta la notte precedente (continua ).

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