E' cominciata la primavera. In questi dieci giorni di primavera, dal 21 al 30 marzo, la Lazio si è svegliata: ha preso 7 punti sui 9 disponibili, ha staccato sempre più l'Atalanta, ha scavalcato l'Udinese, si sta accostando a Bologna e Catania.
Non possiamo ancora dire che sia salva, ma si sta salvando. E soprattutto si è ritrovata.
Osservatori acuti come Vincenzo D'Amico si sono espressi in questi termini: fino a dieci giorni fa la Lazio reggeva un tempo solo e camminava. Ora regge quasi tutta la partita, e si è messa a correre.
Questo implica una critica serrata ai metodi di preparazione di Ballardini, che quasi tutti gli osservatori giudicano in modo negativo, mentre il lavoro di Edy Reja viene stimato e considerato favorevolmente.
Si fa presto a dire notte quando ci sono le tenebre, e a dire giorno quando c'è la luce. I fatti parlano da soli.
A noi sembra che nella Lazio si sia come sciolto un groviglio a centrocampo. I giocatori prima si pestavano i piedi l'uno con l'altro, in pochi metri quadrati: oggi tutti hanno allungato il passo. Il primo a sciogliersi è stato Stephan Lichtsteiner, che ha ritrovato le sue praterie sulla destra.
Un altro che ha allungato sensibilmente il passo è stato l'altro Stefano, Mauri, che si è creato i suoi ampi spazi sulla sinistra. Stai a vedere che è proprio il nome, Stefano, a farli sciogliere?
Di Stefano, alla Lazio, ne abbiamo altri due: Radu, che ha sempre fatto il suo dovere, e l'altro è Makinwa: vogliamo provare a vedere se corre pure lui?
Scherzi a parte, ci sono almeno altri due giocatori che hanno ritrovato un gran bel passo: uno è Rocchi, che non ha più paura di proiettarsi in avanti come un dannato, e l'altro è Brocchi, uno che l'anima l'ha sempre buttata oltre l'ostacolo, ma ora riesce a mandarla un po' più lontano.
Insomma, è arrivata la primavera, e alla Lazio corrono tutti di più. Verrebbe da dire: il risveglio è arrivato troppo tardi, abbiamo sofferto troppo, e ora ci rimane troppo poco spazio per concludere in bellezza la nostra corsa.
Abbiamo scontato tutti i vecchi peccati. La Lazio si è rifatta una verginità. Non servirà a molto, per quest'anno, ma potrebbe servire molto per il prossimo. Speriamo che i tanti bravi giocatori che abbiamo non prendano altre vie, i tanti che promettono mantengano quello che fanno sperare ( Diakité e Radu soprattutto ), e che arrivi quel bravo Direttore Generale che ci aiuti a completare in modo degno la squadra, facendola diventare grande.
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