domenica 28 marzo 2010

Abbiamo fatto un regalo al Milan: 1-1 al Meazza

Potevamo anche tentare di vincerla, questa partita, contro un Milan malridotto e male in gamba. Nel finale ci siamo accontentati di difendere l'1-1, per noi prezioso, per il Milan dannoso: il Diavolo ci ha lasciato la coda, e non potrà più lottare, o quasi, per lo scudetto.
Era cominciata con una grossa ingiustizia: quello su Ambrosini, al 18', non era un calcio di rigore, perché era stato il milanista a gettarsi addosso a Kolarov. E' stato il segnalinee Ayroldi a indurre l'arbitro Tagliavento a concedere la più ingiusta delle massime punizioni, trasformata da Borriello malgrado Muslera avesse intuito e sfiorato la traiettoria.
Ma la Lazio, forte sulle gambe e forte nella testa, si è rigettata all'assalto, e al 32' si è fatta giustizia da sola con Lichtsteiner che sfruttava un allungo di Mauri per far fuori Dida. Mai pareggio fu più meritato.
Una grande Lazio per tutto il primo tempo, rimessa a nuovo e portata sempre di più a credere in se stessa.
Nella ripresa il Milan ha colpito una clamorosa traversa a porta vuota con Antonini all'8', ma neanche stavolta gli uomini di Reja si sono lasciati impressionare e sono ripartiti con buona lena in avanti, con Rocchi e Zarate assai generosi e un Lichtsteiner che sembrava un'ala dei vecchi tempi, una specie di Garlaschelli, veloce e col piede ben calibrato.
A metà tempo il terzino brasiliano Dias, che già nel primo tempo aveva mancato una buonissima occasione al pari di Rocchi e Zarate, ha finito col gettare al vento il possibile e meritato 2-1 su cross di Kolarov.
Reja ha sostituito, negli ultimi venti minuti, Rocchi con Cruz, Zarate con Foggia e Lichtsteiner con Biava, e via via la Lazio si è tirata indietro preferendo difendere il pareggio. Il Milan però, con l'andare dei minuti, ha dimostrato di non potercela fare, ed è proprio nei quindici minuti finali, di fronte alla fiacca offensiva rossonera, che la Lazio non ha creduto in se stessa fino in fondo: attaccando con più decisione, avrebbe potuto portare a casa non uno, ma tre punti.
Ottima la prova di tutti i laziali, con Brocchi e Lichtsteiner un gradino più in alto degli altri.
Questa partita ha detto che la Lazio può salvarsi con calma e convinzione: abbiamo cinque punti in più dell'Atalanta a sette giornate dalla fine; l'Udinese è stata staccata di un punto, e siamo ad appena due punti da Catania e Bologna.
Ah, se ci fossimo svegliati un po' prima: avremmo potuto avere qualche soddisfazione in più. Ma guardiamo avanti, e non indietro: sabato arriva il Napoli, e batterlo sarebbe davvero una magnifica soddisfazione, e una Pasqua da ricordare.


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