martedì 23 marzo 2010

La strada per Fiuggi - I mei ricordi - 18

Per un paio di tornanti andò tutto bene: Margherita provò sollievo alle sue bolle. Ma fu poco più di un momento, perché l'anziana donna - a quei tempi, a sessant'anni si era quasi decrepiti - vista la velocità con cui procedeva l'automezzo, assalita all'improvvviso da un atroce dubbio, cominciò a urlare e a tempestare di pugni la parete della cabina, imponendo all'autista di fermarsi immediatamente e di farci scendere.
Il militare inglese, pazientemente, obbedì, facendosi un'idea di scarsa considerazione nei nostri confronti. Mi viene da pensare che, si fosse trattato di un soldato tedesco, ben difficilmente avremmo ricevuto un trattamento così delicato.
Le auto continuarono rapidamente la loro salita, e noi, a fatica, e fra i rinnovati lamenti di Margherita per i suoi poveri piedi, riprendemmo la strada sassosa. Dall'alto dei tornanti, gli autisti ci guardavano con disprezzo e forse ci rivolsero pure qualche gestaccio di scherno: non ne sono sicuro, ma posso dire che, nei loro panni, io non sarei riuscito a trattenerlo.
Ah, quella strada per Fiuggi! E per molti mesi dovemmo batterla ancora, perché il comodo trenino, che impiegava dieci minuti a compiere il tratto, tornò a funzionare più di un anno dopo, tanti erano stati i danni subìti dai mitragliamenti e dai bombardamenti.
Tranne quei quattro o cinque giorni del passaggio delle truppe alleate, quando anche per noi arrivarono le bombe, le cannonate e i mitragliamenti, la guerra ad Acuto si era avvertita più per i disagi nell'alimentazione e negli spostamenti che per altro.
Certo, le forze giovani erano state strappate e mandate al fronte, e le poche persone che lavoravano fuori dal paese avevano dovuto interrompere la loro attività: ma il piccolo centro abitato era dedito soprattutto all'agricoltura, alla pastorizia, a un modesto commercio ancora in qualche modo alimentabile, a minuscole botteghe artigianali e a un limitato numero d'impiegati comunali, sicché la vita di tutti i giorni poteva sembrare quasi normale.
La radio la possedevano in pochissimi, e i bollettini di guerra, dal '40 al '42, non gettavano ancora allarme tra la popolazione. Tutto cambiò solo con la caduta di Mussolini e con l'armistizio dell'8 settembre, sicché il dramma della guerra fu in pratica per noi una grossa bufera solo in quei dieci mesi.

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