Edy Reja, alla vigilia di Lazio-Bari, se n'è uscito con una dichiarazione che ci ha lasciati col fiato sospeso: -Questi ragazzi hanno paura, sono come paralizzati, non riescono ad esprimere il loro vero valore -
Una dichiarazione così ci fa riflettere: ma chi li ha terrorizzati questi ragazzi? Dov'è più l'estro brillante di Zarate, il dinamismo travolgente di Rocchi, la fantasia creativa di Matuzalem, i suggerimenti puntuali di Mauri, le galoppate sfrenate di Lichtsteiner? Perfino Floccari, venuto fresco fresco da Genova, ha cominciato a non incidere più tanto come nelle prime uscite laziali.
Basta, non vogliamo affondare di più il coltello nella piaga. Se questi ragazzi hanno paura, ci sarà pure qualcosa o qualcuno che gliel'ha messa. Senza voler accusare esplicitamente la precedente gestione tecnica, o magari lo staff dirigenziale, può essere stato benissimo il terrore di una situazione nuova come l'incombente pericolo di retrocessione, un fantasma che ha preso corpo strada facendo senza che nessuno l'avesse preavvertito.
La Lazio, oggi, può apparire come un ricco turista che, ospite in un albergo di lusso della Malaysia, si sia venuto a trovare coinvolto in un violento tsunami. Una squadra che vince la SuperCoppa contro la fantastica Inter di Mourinho, non può all'improvviso trovarsi a fare i conti con il misero pareggio strappato a una delle concorrenti per la salvezza.
Non puntiamo perciò l'indice accusatore né contro Ballardini né contro Lotito, come verrebbe facile fare, malgrado abbiano commesso formidabili errori che non staremo qui a ricordare per la novantesima volta. Sono le circostanze, il soffitto che ti crolla addosso all'improvviso, il terreno che ti frana sotto i piedi senza che nessuno lo abbia potuto prevedere, a gettarti l'animo nel panico, a crearti angosce improvvise.
Edy Reja non è un guru, non ha bacchette magiche, ma ha capito che il suo primo compito, per niente facile, è quello di rasserenare gli animi e di riportarli alla calma e alla fiducia in se stessi.
Questo, però, non succede in un giorno. Ci vuole un po' di tempo. Ma speriamo che domani, contro il Bari, si comincino a vedere i primi segni di riconquistata serenità.
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