Non so dirti quando
ho dimenticato
il tuo sorriso.
Il suo ricordo
allietava i miei giorni
che d'improvviso
si son fatti bui.
Mi stringevi la mano
e mi dicevi
non ci lasceremo mai.
E ora non so dirmi
neppure
perché andasti via,
se hai trovato una nuvola
più dolce da seguire
di quella
che illudeva
la nostra primavera.
Questo cielo azzurro
sembra duro acciaio
e questo sole
riapre una vecchia ferita.
Miracolo se tu
potessi tornare
un solo istante
a sorridermi ancora.
Cave, 31 dicembre 2012
Qui Lazio by Luigi Jadicicco raccoglie tutti i laziali, a cominciare da quelli dei nostri paesi che sono orgogliosi di far parte di una terra ricca di gloria, di arte e di storia. Con loro i tifosi della Lazio, prima squadra di calcio di Roma. Degli amati paesi laziali trattiamo tutti i problemi, le attese, le speranze.
lunedì 31 dicembre 2012
Piglio: premiate le alunne donatrici di sangue
Sono sedici anni, dal 1996, che gli alunni della scuola media di Piglio partecipano alla donazione del sangue. Presso la sala catering dell'istituto il preside Tommaso Damizia, il sindaco Tommaso Cittadini, gli assessori Marco Camusi e Fulvio Falamesca, il parroco don Giovanni Macali e il consigliere Antonio Tufi a nome dell'Associazione Donatori dell'Ospedale Bambin Gesù hanno premiato le alunne Cecilia Ottaviani, Francesca Borgia e Chiara Camusi.
Le tre alunne hanno ricevuto un premio di 150 euro, una pergamena, un libro e un cappellino dell'Associazione, e un omaggio dell'oreficeria Emanuele Simeoni rappresentata dalla figlia Jessica. Un dono di dieci libri è stato offerto alla Biblioteca della scuola, che con l'insegnante Claudia Cecili ha sempre incentivato la lettura e questa bella iniziativa, che si ripeterà domenica 3 febbbraio.
Le tre alunne hanno ricevuto un premio di 150 euro, una pergamena, un libro e un cappellino dell'Associazione, e un omaggio dell'oreficeria Emanuele Simeoni rappresentata dalla figlia Jessica. Un dono di dieci libri è stato offerto alla Biblioteca della scuola, che con l'insegnante Claudia Cecili ha sempre incentivato la lettura e questa bella iniziativa, che si ripeterà domenica 3 febbbraio.
E' derby Lazio-Roma per avere Frank Lampard
Ormai ci siamo: gennaio è alle porte, riapre la campagna acquisti. A Roma arriveranno sicuramente dei rinforzi importanti sia sulla sponda laziale che su quella giallorossa.
E' un gran derby intorno al nome di Frank Lampard, intenzionato a lasciare il Chelsea per scadenza di contratto. La Lazio sta sognando di fare con Lampard la stessa operazione ben riuscita con Klose: entrambi 34 anni, entrambi due grandissimi giocatori, Lampard è l'anima del Chelsa e della Nazionale inglese da almeno dieci anni, ha giocato ben 633 partite negli ultimi 14 campionati, segnando, da mediano, la bellezza di 181 gol di cui 26 nella nazionale nella quale ha disputato ben 93 incontri. E' veramente il signore del centrocampo, e Tare lo sta tallonando strettamente, ci ha parlato anche in questi giorni.
Lampard ha un contratto annuale principesco, di ben 7 milioni e mezzo, e la Lazio glielo spalmerebbe nei prossimi tre campionati per i quali intende tesserarlo, proprio come ha fatto con Klose, che il calciatore inglese raggiungerebbe volentieri in biancoceleste.
Ma ora la Roma si è interposta con i suoi milioni e costituisce un'insidia notevole, anche se l'ambiente turbolento dei giallorossi non è proprio l'ideale per accogliere un uomo di grande personalità come Lampard che dovrebbe scontrarsi con le idee marmoree di Zeman: ne sa qualcosa De Rossi.
Nel braccio di ferro Lazio-Roma per Lampard la Lazio ci sembra perciò nettamente favorita. La verità la sapremo per ben presto, e vederemo a chi la calza della Befana porterà in dono questo grande campione, illuminatore e dominatore del gioco di centrocampo e oltretutto dal gol sempre facile.
E' un gran derby intorno al nome di Frank Lampard, intenzionato a lasciare il Chelsea per scadenza di contratto. La Lazio sta sognando di fare con Lampard la stessa operazione ben riuscita con Klose: entrambi 34 anni, entrambi due grandissimi giocatori, Lampard è l'anima del Chelsa e della Nazionale inglese da almeno dieci anni, ha giocato ben 633 partite negli ultimi 14 campionati, segnando, da mediano, la bellezza di 181 gol di cui 26 nella nazionale nella quale ha disputato ben 93 incontri. E' veramente il signore del centrocampo, e Tare lo sta tallonando strettamente, ci ha parlato anche in questi giorni.
Lampard ha un contratto annuale principesco, di ben 7 milioni e mezzo, e la Lazio glielo spalmerebbe nei prossimi tre campionati per i quali intende tesserarlo, proprio come ha fatto con Klose, che il calciatore inglese raggiungerebbe volentieri in biancoceleste.
Ma ora la Roma si è interposta con i suoi milioni e costituisce un'insidia notevole, anche se l'ambiente turbolento dei giallorossi non è proprio l'ideale per accogliere un uomo di grande personalità come Lampard che dovrebbe scontrarsi con le idee marmoree di Zeman: ne sa qualcosa De Rossi.
Nel braccio di ferro Lazio-Roma per Lampard la Lazio ci sembra perciò nettamente favorita. La verità la sapremo per ben presto, e vederemo a chi la calza della Befana porterà in dono questo grande campione, illuminatore e dominatore del gioco di centrocampo e oltretutto dal gol sempre facile.
domenica 30 dicembre 2012
Anni di scuola: 76. I favori del preside
C'è stato un preside, fra i tanti che ho avuto, che ha considerato la sua carica solo un mezzo per ottenere privilegi e al massimo per distribuirne una parte ai suoi amici. Questo preside amava circondarsi di tutta una corte di gente disposta a riverirlo unicamente al fine di ottenerne qualche favore o agevolazione.
C'era, ad esempio, un collega che considerava il preside come una specie di albero di Natale da cui ricavare una serie di doni, senza curarsi del fatto che, se di doni ne prendeva due, c'era un suo collega che rimaneva senza.
Ricordo che un anno, nella mia sezione, c'erano due alunni irrequieti e indisciplinati al massimo, che nessuno riusciva a controllare. Si era deciso di separarli, di tenerne uno in una sezione uno in un'altra, sicchè non potesssero spalleggiarsi l'un l'altro e potenziare il loro già alto quoziente di sfrenatezza.
Il professore in parola, visto che non riusciva proprio a tenere a posto il suo "diavoletto", fece in modo di parlarne al preside, che decise di riformare la coppia e di rispedirla in classe dal sottoscritto. Infatti, per ben due anni, dovetti sostenere questa situazione, cercando di cavarmela in tutti i modi.
Nell'istituto c'era anche, nello stesso anno dei due alunni scatenati, un ragazzo che soffriva di un forte handicap fisico e culturale. Insegnanti di lettere in quel biennio eravamo solo io e il famoso collega. Una volta lasciati a me i due "discoli", giustizia e buon senso avrebbero voluto che il ragazzo svantaggiato, con tanto d'insegnante di sostegno, fosse sistemato nell'altra classe. Invece il bravo collega, lavorando abilmente in presidenza, riuscì ad ottenere che anche l'allievo bisognoso di cure particolari finisse nella mia classe.
C'era, ad esempio, un collega che considerava il preside come una specie di albero di Natale da cui ricavare una serie di doni, senza curarsi del fatto che, se di doni ne prendeva due, c'era un suo collega che rimaneva senza.
Ricordo che un anno, nella mia sezione, c'erano due alunni irrequieti e indisciplinati al massimo, che nessuno riusciva a controllare. Si era deciso di separarli, di tenerne uno in una sezione uno in un'altra, sicchè non potesssero spalleggiarsi l'un l'altro e potenziare il loro già alto quoziente di sfrenatezza.
Il professore in parola, visto che non riusciva proprio a tenere a posto il suo "diavoletto", fece in modo di parlarne al preside, che decise di riformare la coppia e di rispedirla in classe dal sottoscritto. Infatti, per ben due anni, dovetti sostenere questa situazione, cercando di cavarmela in tutti i modi.
Nell'istituto c'era anche, nello stesso anno dei due alunni scatenati, un ragazzo che soffriva di un forte handicap fisico e culturale. Insegnanti di lettere in quel biennio eravamo solo io e il famoso collega. Una volta lasciati a me i due "discoli", giustizia e buon senso avrebbero voluto che il ragazzo svantaggiato, con tanto d'insegnante di sostegno, fosse sistemato nell'altra classe. Invece il bravo collega, lavorando abilmente in presidenza, riuscì ad ottenere che anche l'allievo bisognoso di cure particolari finisse nella mia classe.
Serrone: il paese delle fate
La maestra Simonelli, che ha guidato cento bambini della scuola elementare Carducci di Roma in visita al Presepe a grandezza naturale durante le feste natalizie, rivolge un grazie molto sentito all'intero paese di Serrone, vero paese di favola dove "la magia di una realtà si mescola alla realtà di una magia".
Il grazie, espresso a Giancarlo Flavi de La Notizia Quotidiana, è esteso al sindaco Maurizio Proietti, all'assessore Tonino Serafini, ad Enrico Fianco dell'Ufficio Turismo, alla Pro Loco e al parroco del paese, che hanno tutti contribuito a far vivere una giornata indimenticabile ai cento bambini romani, incantati dalle bellezze naturali del bel paese ciociaro.
Il grazie, espresso a Giancarlo Flavi de La Notizia Quotidiana, è esteso al sindaco Maurizio Proietti, all'assessore Tonino Serafini, ad Enrico Fianco dell'Ufficio Turismo, alla Pro Loco e al parroco del paese, che hanno tutti contribuito a far vivere una giornata indimenticabile ai cento bambini romani, incantati dalle bellezze naturali del bel paese ciociaro.
Quattordici macchinari scelgono i laziali da mandare in campo
Il vero tecnico della Lazio...non è Petkovic, ma sono i quattordici macchinari controllati da Roberto Manicone, l'assistente di Vlado: sono loro a decidere quali giocatori devono scendere in campo e quali debbono riposare per evitare il rischio di seri infortuni.
Questi piccoli congegni sono costati a Lotito 15 mila euro, una vera quisquilia se si pensa all'importanza che essi assumono domenicalmente per la squadra. Così, quest'anno, i veri infortuni dei giocatori si sono ridotti a cinque, quasi sempre è Ederson che ha una ricaduta del suo malanno, mentre Radu e Brocchi finalmente hanno ritrovato la loro efficienza. L'anno scorso, in questo periodo il povero Edy Reja aveva invece dovuto fare i conti con più di una dozzina d'infortuni di una certa entità, e basta ricordare che nel finale di campionato è mancato completamente l'apporto fondamentale di Miro Klose.
Incrociamo le dita e preghiamo fortemente perché cose del genere non accadano più, ma le statistiche attuali dimostramo chiaramente che bisogna aver fiducia in quei machinari, che per esempio hanno imposto un certo rallentamento nell'utilizzazione di Lulic, il quale soltanto adesso sta rientrando in una forma accettabile. Queste maccchine consigliano spesso anche i nomi dei giocatori da sostituire nei finali di partita per non appesantire alcuni giocatori più provati degli altri, ad esempio Hernanes a cui anche Petkovic concede spesso dieci minti di riposo intorno all'80', così come a Mauri o a Candreva, che sono quelli che affrontano una gran mole di gioco. Inamovibile invece Alvaro Gonzalez, che si ritrova un fisicaccio da grande faticatore.
Siamo convinti che queste miracolose macchinette faranno il loro dovere anche nel girone di ritorno, garantendoci così quella benedetta Champions League così difficile da conquistare.
Questi piccoli congegni sono costati a Lotito 15 mila euro, una vera quisquilia se si pensa all'importanza che essi assumono domenicalmente per la squadra. Così, quest'anno, i veri infortuni dei giocatori si sono ridotti a cinque, quasi sempre è Ederson che ha una ricaduta del suo malanno, mentre Radu e Brocchi finalmente hanno ritrovato la loro efficienza. L'anno scorso, in questo periodo il povero Edy Reja aveva invece dovuto fare i conti con più di una dozzina d'infortuni di una certa entità, e basta ricordare che nel finale di campionato è mancato completamente l'apporto fondamentale di Miro Klose.
Incrociamo le dita e preghiamo fortemente perché cose del genere non accadano più, ma le statistiche attuali dimostramo chiaramente che bisogna aver fiducia in quei machinari, che per esempio hanno imposto un certo rallentamento nell'utilizzazione di Lulic, il quale soltanto adesso sta rientrando in una forma accettabile. Queste maccchine consigliano spesso anche i nomi dei giocatori da sostituire nei finali di partita per non appesantire alcuni giocatori più provati degli altri, ad esempio Hernanes a cui anche Petkovic concede spesso dieci minti di riposo intorno all'80', così come a Mauri o a Candreva, che sono quelli che affrontano una gran mole di gioco. Inamovibile invece Alvaro Gonzalez, che si ritrova un fisicaccio da grande faticatore.
Siamo convinti che queste miracolose macchinette faranno il loro dovere anche nel girone di ritorno, garantendoci così quella benedetta Champions League così difficile da conquistare.
sabato 29 dicembre 2012
Paliano: sportello antiusura
Il comune di Paliano ha aperto uno sportello antiusura insieme all'Adiconsum, con il progetto "sottoindebitiamoci", una iniziativa voluta dall'assessore Simone Marucci per prevenire e combattere il fenomeno dell'usura.
Il progetto è stato riconosciuto dalla Regione Lazio con un finanziamento iniziale di 48 mila euro.
Il Comune di Paliano intende rivolgersi con particolare attenzione ai grupppi in condizione di marginalità e di disagio.
Il progetto è stato riconosciuto dalla Regione Lazio con un finanziamento iniziale di 48 mila euro.
Il Comune di Paliano intende rivolgersi con particolare attenzione ai grupppi in condizione di marginalità e di disagio.
La Lazio sogna il brasiliano Hulk!
Spunta all'orizzonte della Lazio uno di quei grossi nomi che ogni tanto scuotono l'ambiente biancoceleste, destinati a far rumore per un po': però stavolta potrebbe esserci qualcosa di vero.
Si tratta nientemeno che di Hulk, la punta brasiliana dello Zenith di San Pietroburgo allenato da Spalletti. Il brasiliano, schierato all'ala destra, non sta andando come Spalletti pretenderebbe, malgrado le grandi credenziali, e si è sparsa la voce, nella stessa San Pietroburgo, di un possibile inserimento della Lazio a caccia di un spalla per Klose.
Altro che spalla: Hulk è una vera forza della natura, come vuole il suo soprannome. In realtà si chiama Givanildo Vieira De Souza, è nato a Campina Grande, Brasile, nel 1986, ventisei anni dunque, altezza 1.80, peso 85 chilogrammi, otto anni di carriera alle spalle in squadre di tre continenti , ha giocato due anni anche in Giappone, 281 presenze tra campionati, Coppe e Nazionale brasiliana, e 155 gol all'attivo: una media di 35 presenze e di 20 reti all'anno! Con il Brasile, Hulk ha giocato 18 partite segnando anche sei gol. Nello Zenith, invece, sta andando tutto storto: solo 8 presenze e due reti. E pensare che la squadra russa aveva acquistato ad agosto il giocatore per la cifra astronomica di 45 milioni di euro dalla squadra portoghese del Porto, dove in quattro stagioni aveva giocato 99 partite e segnato 44 gol, conquistando il titolo di miglior giocatore del campionato portoghese.
Chi non lo vorrebbe, un attaccante così? Il discusso rendimento di San Pietroburgo potrebbe trasformarsi in un immediato innesto nel campionato italiano, più caldo in tutti i sensi e assai più adatto a un brasiliano. Il guaio è che Hulk gode presso lo Zenith di un contratto principesco, che ben difficilmente la Lazio potrebbe sostenere, a meno di non girare a Spalletti qualche giocatore importante. Si fa con insistenza il nome di Senad Lulic.
Certo, in questo momento si sta facendo il gioco di chi le spara più grosse. Ma che nella vicenda di Hulk alla Lazio ci sia qualcosa di vero, molti sono i dettagli indicativi. Ci spiacerebbe però perdere quello che è un po' il nostro Hulk, il poderoso e talora straripante Senad Lulic.
Si tratta nientemeno che di Hulk, la punta brasiliana dello Zenith di San Pietroburgo allenato da Spalletti. Il brasiliano, schierato all'ala destra, non sta andando come Spalletti pretenderebbe, malgrado le grandi credenziali, e si è sparsa la voce, nella stessa San Pietroburgo, di un possibile inserimento della Lazio a caccia di un spalla per Klose.
Altro che spalla: Hulk è una vera forza della natura, come vuole il suo soprannome. In realtà si chiama Givanildo Vieira De Souza, è nato a Campina Grande, Brasile, nel 1986, ventisei anni dunque, altezza 1.80, peso 85 chilogrammi, otto anni di carriera alle spalle in squadre di tre continenti , ha giocato due anni anche in Giappone, 281 presenze tra campionati, Coppe e Nazionale brasiliana, e 155 gol all'attivo: una media di 35 presenze e di 20 reti all'anno! Con il Brasile, Hulk ha giocato 18 partite segnando anche sei gol. Nello Zenith, invece, sta andando tutto storto: solo 8 presenze e due reti. E pensare che la squadra russa aveva acquistato ad agosto il giocatore per la cifra astronomica di 45 milioni di euro dalla squadra portoghese del Porto, dove in quattro stagioni aveva giocato 99 partite e segnato 44 gol, conquistando il titolo di miglior giocatore del campionato portoghese.
Chi non lo vorrebbe, un attaccante così? Il discusso rendimento di San Pietroburgo potrebbe trasformarsi in un immediato innesto nel campionato italiano, più caldo in tutti i sensi e assai più adatto a un brasiliano. Il guaio è che Hulk gode presso lo Zenith di un contratto principesco, che ben difficilmente la Lazio potrebbe sostenere, a meno di non girare a Spalletti qualche giocatore importante. Si fa con insistenza il nome di Senad Lulic.
Certo, in questo momento si sta facendo il gioco di chi le spara più grosse. Ma che nella vicenda di Hulk alla Lazio ci sia qualcosa di vero, molti sono i dettagli indicativi. Ci spiacerebbe però perdere quello che è un po' il nostro Hulk, il poderoso e talora straripante Senad Lulic.
venerdì 28 dicembre 2012
Anni di scuola: 75. Uno studente amatissimo
Si verificava, comunque, il fatto che la maggior parte degli insegnanti, per incoraggiare il ragazzo svantaggiato, che oltretutto era di due o tre anni più grande rispetto alla media della classe, lo favorissero con votazioni alte, che io, sinceramente, non potevo avallare se non falsando la realtà.
Il ragazzo era amatissimo da tutti i compagni, per non parlare dei genitori che lo accompagnavano in carrozzella sia all'entrata che all'uscita, e lo seguivano con grandissima dedizione. Il padre era mio amico personale, era stato mio alunno alla scuola media venti anni prima: figurarsi se io non facessi del mio meglio per aiutare suo figlio, ma pensavo che la maniera più logica fosse quella di partire da votazioni umili per salire poi gradualmente via via che avessi notato i progressi necessariamente molto lenti nella mia disciplina.
In questo l'insegnante di sostegno, invece di aiutarmi con umiltà , mi opponeva ostacoli con i suoi interventi fuori luogo. Quello fu un anno scolastico di sofferenza, ma alla fine l'alunno venne promosso alla classe successiva, e si fece in modo di garantirgli di arrivare fino alla maturità, dove sicuramente la commissione lo avrebbe aiutato ad ottenere un diploma che per lui sarebbe stato oltremodo gratificante.
Purtroppo il suo handicap era veramente invalidante anche nello sviluppo fisico, per cui, giunto all'età di diciotto anni, il bravissimo ragazzo, tra l'altro molto educato e sensibile, non riuscì più a reggere sul piano fisico per le gravi dificoltà respiratorie. Grande fu il dolore dei suoi genitori, che abitavano proprio nei pressi della scuola, e li vedevamo quasi ogni giorno affranti e disperati. Commovente fu la partecipazione di tutta la scuola ai suoi funerali, e generale il dolore di tutti suoi compagni ed amici.
Il ragazzo era amatissimo da tutti i compagni, per non parlare dei genitori che lo accompagnavano in carrozzella sia all'entrata che all'uscita, e lo seguivano con grandissima dedizione. Il padre era mio amico personale, era stato mio alunno alla scuola media venti anni prima: figurarsi se io non facessi del mio meglio per aiutare suo figlio, ma pensavo che la maniera più logica fosse quella di partire da votazioni umili per salire poi gradualmente via via che avessi notato i progressi necessariamente molto lenti nella mia disciplina.
In questo l'insegnante di sostegno, invece di aiutarmi con umiltà , mi opponeva ostacoli con i suoi interventi fuori luogo. Quello fu un anno scolastico di sofferenza, ma alla fine l'alunno venne promosso alla classe successiva, e si fece in modo di garantirgli di arrivare fino alla maturità, dove sicuramente la commissione lo avrebbe aiutato ad ottenere un diploma che per lui sarebbe stato oltremodo gratificante.
Purtroppo il suo handicap era veramente invalidante anche nello sviluppo fisico, per cui, giunto all'età di diciotto anni, il bravissimo ragazzo, tra l'altro molto educato e sensibile, non riuscì più a reggere sul piano fisico per le gravi dificoltà respiratorie. Grande fu il dolore dei suoi genitori, che abitavano proprio nei pressi della scuola, e li vedevamo quasi ogni giorno affranti e disperati. Commovente fu la partecipazione di tutta la scuola ai suoi funerali, e generale il dolore di tutti suoi compagni ed amici.
Colleferro: il Natale degli atleti
Una bella fiaccolata, animata da tutti gli atleti di Colleferro, dai giovanissimi agli anziani, si è tenuta la sera di Santo Stefano lungo le vie della città per la "Benedizione dell'atleta".
Gli atleti colleferini, tra cui assai numerosi i giovanissimi e i bambini, si sono dati appuntamento in piazza Aldo Moro per un momento di preghiera tenuto da don Nando Brusca. Il sindaco Mario Cacciotti, accompagnato dal consigliere Mario Del Prete, ha salutato gli atleti augurando loro le migliori fortune. L'anno sportivo è stato comunque ricco di soddisfazioni, malgrado il brutto momento attraversato dal paese.
La fiaccolata è stata allietata dalla presenza di due simpatiche figure in trampoli: Gatto Silvestro e Babbo Natale.
Gli atleti colleferini, tra cui assai numerosi i giovanissimi e i bambini, si sono dati appuntamento in piazza Aldo Moro per un momento di preghiera tenuto da don Nando Brusca. Il sindaco Mario Cacciotti, accompagnato dal consigliere Mario Del Prete, ha salutato gli atleti augurando loro le migliori fortune. L'anno sportivo è stato comunque ricco di soddisfazioni, malgrado il brutto momento attraversato dal paese.
La fiaccolata è stata allietata dalla presenza di due simpatiche figure in trampoli: Gatto Silvestro e Babbo Natale.
Immobile alla Lazio se Floccari va al Genoa
L'ipotesi Immobile alla Lazio non perde di attualità, anzi si fa di giorno in giorno più possibile. Del Neri ha detto che non intende privarsi di Immobile, e a Genova lo considerano inamovibile. Però se invece di Zarate la Lazio fosse disposta a cedere Floccari, la cosa si potrebbe anche realizzare.
Floccari sembra avere in canna molti più colpi di Zarate, che sarebbe uno da ricostruire, mentre Sergio è già in forma, come ha dimostrato almeno in Europa League, e per il resto alla Lazio non ha moltissime occasioni per dimostrare tutto il suo valore.Invece, con Matuzalem e Sculli, Floccari ha già una buona intesa, e il suo inserimento in rossoblu sarebbe automatico.
Immobile, alla Lazio, verrebbe di corsa. A Genova non si trova proprio nel suo clima ideale, preferirebbe davvero lavorare insieme a Klose e farsi strada con l'ammaestramento di quel grande campione.Il vantaggio del cambio Floccari-Immobile sarebbe reciproco, e Lotito può lavorare seriamente contando sull'amicizia di Preziosi.
Non è che Immobile sia già l'attaccante ideale per rinforzare la Lazio, ma con il tempo potrebbe divenirlo, e conferire quelle garanzie di qualità che per ora neanche Kozak resce ad assicurare alla squadra. Al limite Kozak, magari come prestito, potrebbe anche lui prendere la via di Genova facilitando l'arrivo di Immobile alla Lazio, che ha bisogno solo di una vera seconda punta e di snellire la rosa privandosi di un eccesso di giocatori nello stesso ruolo: Rocchi, Floccari, Kozak, e lo stesso giovanissimo Rozzi.
Al momento, che Immobile arrivi alla Lazio ci sono circa 50 probabilità su cento. Ma la Lazio ha molte frecce al suo arco, e vedremo come la situazione evolverà nei prossimi giorni.
Floccari sembra avere in canna molti più colpi di Zarate, che sarebbe uno da ricostruire, mentre Sergio è già in forma, come ha dimostrato almeno in Europa League, e per il resto alla Lazio non ha moltissime occasioni per dimostrare tutto il suo valore.Invece, con Matuzalem e Sculli, Floccari ha già una buona intesa, e il suo inserimento in rossoblu sarebbe automatico.
Immobile, alla Lazio, verrebbe di corsa. A Genova non si trova proprio nel suo clima ideale, preferirebbe davvero lavorare insieme a Klose e farsi strada con l'ammaestramento di quel grande campione.Il vantaggio del cambio Floccari-Immobile sarebbe reciproco, e Lotito può lavorare seriamente contando sull'amicizia di Preziosi.
Non è che Immobile sia già l'attaccante ideale per rinforzare la Lazio, ma con il tempo potrebbe divenirlo, e conferire quelle garanzie di qualità che per ora neanche Kozak resce ad assicurare alla squadra. Al limite Kozak, magari come prestito, potrebbe anche lui prendere la via di Genova facilitando l'arrivo di Immobile alla Lazio, che ha bisogno solo di una vera seconda punta e di snellire la rosa privandosi di un eccesso di giocatori nello stesso ruolo: Rocchi, Floccari, Kozak, e lo stesso giovanissimo Rozzi.
Al momento, che Immobile arrivi alla Lazio ci sono circa 50 probabilità su cento. Ma la Lazio ha molte frecce al suo arco, e vedremo come la situazione evolverà nei prossimi giorni.
giovedì 27 dicembre 2012
Palestrina: mostra delle cartoline d'epoca
Il Museo di Palestrina ospita per le Feste di fine anno un' interessantissima mostra di cartoline d'epoca di soggetto archeologico, appartenenti alla ricca collezione di Angelo Pinci.
Diversi i temi: Palestrina dei primi del '900 (con numerosi scorci scomparsi a causa dei bombardamenti del 1944); mura poligonali; Piazza Regina Margherita; Area Sacra del Seminario; Piazza della Cortina; Palazzo Barberini.
Il Museo resterà aperto fino al 13 gennaio 2013 dalle 9 alle 20 anche a Capodanno.
Diversi i temi: Palestrina dei primi del '900 (con numerosi scorci scomparsi a causa dei bombardamenti del 1944); mura poligonali; Piazza Regina Margherita; Area Sacra del Seminario; Piazza della Cortina; Palazzo Barberini.
Il Museo resterà aperto fino al 13 gennaio 2013 dalle 9 alle 20 anche a Capodanno.
Hernanes tra i migliori del mondo
Buffon; Zanetti, Bonucci, Chiellini; De Rossi, Pirlo, Vidal, Hernanes; El Shaarawi, Cavani, Balotelli. Riserve: Asamoah, Hamsik.
Questi giocatori militanti nel campionato italiano più Balotelli, sono stati designati dal settimanale inglese The Guardian tra i primi cento giocatori di calcio del mondo.Per la Lazio, due sorprese: l'esclusione di Miro Klose per limiti di età e non certo di rendimento, e l'inserimento del Profeta Hernanes, che figura la posto 71 e che va inserito nella formazione da noi ricavata, veramente uno squadrone che esprime con sufficiente autorità la forza tuttora viva del calcio italiano, benchè i giocatori nati in Italia siano soltanto sette (Buffon, Bonucci, Chiellini, De Rossi, Pirlo, El Shaarawi e Balotelli).
Questi sette sono comunque l'ossatura della nazionale italiana, che nelle mani di Prandelli sta risalendo piano piano le quotazioni internazionali. Non dimentichiamo che siamo i vicecampioni d'Europa e sicuramente tra le prime sei nazionali del mondo.
La Lazio comincia a fare qualche timida comparsa anche in queste graduatorie internazionali, benché Klose meritasse ancora un posto tra i migliori, almeno all'altezza di Balotelli che è il numero 67. Naturalmente il migliore di tutti è sempre Messi.
Nel caso la Lazio riuscisse davvero a raggiungere la Champions League, anche la quotazione di altri suoi giocatori sarebbe destinata a salire (vedi Marchetti, Candreva, Ledesma e Mauri). Per questo, dobbiamo un ringraziamento al prezioso lavoro di Vladimir Petkovic.
Questi giocatori militanti nel campionato italiano più Balotelli, sono stati designati dal settimanale inglese The Guardian tra i primi cento giocatori di calcio del mondo.Per la Lazio, due sorprese: l'esclusione di Miro Klose per limiti di età e non certo di rendimento, e l'inserimento del Profeta Hernanes, che figura la posto 71 e che va inserito nella formazione da noi ricavata, veramente uno squadrone che esprime con sufficiente autorità la forza tuttora viva del calcio italiano, benchè i giocatori nati in Italia siano soltanto sette (Buffon, Bonucci, Chiellini, De Rossi, Pirlo, El Shaarawi e Balotelli).
Questi sette sono comunque l'ossatura della nazionale italiana, che nelle mani di Prandelli sta risalendo piano piano le quotazioni internazionali. Non dimentichiamo che siamo i vicecampioni d'Europa e sicuramente tra le prime sei nazionali del mondo.
La Lazio comincia a fare qualche timida comparsa anche in queste graduatorie internazionali, benché Klose meritasse ancora un posto tra i migliori, almeno all'altezza di Balotelli che è il numero 67. Naturalmente il migliore di tutti è sempre Messi.
Nel caso la Lazio riuscisse davvero a raggiungere la Champions League, anche la quotazione di altri suoi giocatori sarebbe destinata a salire (vedi Marchetti, Candreva, Ledesma e Mauri). Per questo, dobbiamo un ringraziamento al prezioso lavoro di Vladimir Petkovic.
mercoledì 26 dicembre 2012
Anni di scuola: 74. L'insegnante di sostegno
Un gravoso problema che si presenta nelle classi in cui sono inseriti alunni con qualche handicap è il ruolo dell'insegnante di sostegno. Un anno capitò anche a me, con un ragazzo di sedici anni pieno di buona volomntà ed intelligenza, ma con gravissimi ritardi pregressi in grammatica. Oltretutto, capitò anche una insegnante di sostegno che effettuò una lunga supplenza annuale, e, affiancando il ragazzo al secondo banco, creava una specie di barriera che mi impediva di tenere con agio la disciplina della classe. Non poteva rimproverare gli alunni se si mostravano irrequieti, e dovevo aggirare continuamente quell'ostacolo che mi impediva un intervento diretto. Certamete l'alunno con l'handicap va sostenuto in tutti i modi possibili, ma se l'insegnante che ha questo compito specifico non collabora con intelligenza, nascono difficoltà e contrasti.
La supplente sentiva fortemente questa sua condizione di precarietà, e ogni tanto sentivo che provava dentro di sé un senso di rivalsa e di malinteso orgoglio, qualche volta intervenendo anche nei confronti degli insegnanti titolari, specialmente in italiano, che è la disciplina che più di tutte permette intrusioni e interpretazioni personali.
Il ragazzo aveva avuto ulteriori difficoltà dal fatto che i genitori si erano accorti in ritardo della sua parziale sordità: quando ci fu posto rimedio, era ormai troppo tardi per recuperare con un certo successo la comprensione di parole e di costrutti sintattici. La capacità di lettura era ridotta, e mentre nelle discipline scientifiche la naturale intelligenza permetteva al ragazzo comprensione e intuizioni anche notevoli, le possibilità espressive orali, ma soprattutto scritte, nelle composizioni d'italiano, erano gravemente deficitarie.
La supplente sentiva fortemente questa sua condizione di precarietà, e ogni tanto sentivo che provava dentro di sé un senso di rivalsa e di malinteso orgoglio, qualche volta intervenendo anche nei confronti degli insegnanti titolari, specialmente in italiano, che è la disciplina che più di tutte permette intrusioni e interpretazioni personali.
Il ragazzo aveva avuto ulteriori difficoltà dal fatto che i genitori si erano accorti in ritardo della sua parziale sordità: quando ci fu posto rimedio, era ormai troppo tardi per recuperare con un certo successo la comprensione di parole e di costrutti sintattici. La capacità di lettura era ridotta, e mentre nelle discipline scientifiche la naturale intelligenza permetteva al ragazzo comprensione e intuizioni anche notevoli, le possibilità espressive orali, ma soprattutto scritte, nelle composizioni d'italiano, erano gravemente deficitarie.
Labico: quel presepio di Giacomino...
Labico, piazza della Libertà: in una antica cantina, ormai da 25 anni, viene riproposto il bel presepe di Giacomino Marsili, che con l'aiuto di Antonio Marocco e del compianto Pietro Colonna ha saputo ritrarre nel magico scenario del presepe, scorci e personaggi del paese di Labico. E' stata creata in tal modo un'atmosfera incantata, ammirevole per la capacità di rappresentare piazze, strade, monumenti e palazzi di Labico nel commovente clima natalizio.
Il presepio di Giacomino, così, merita sicuramente una visita anche da parte dei visitatori dei paesi vicini.
Il presepio di Giacomino, così, merita sicuramente una visita anche da parte dei visitatori dei paesi vicini.
E Alvaro, zitto zitto...
Ci è sempre piaciuto, per la sua modestia, il suo impegno bestiale, il suo lottare instancabile dal primo all'ultimo minuto. La critica lo faceva a brandelli: ma che è un giocatore di calcio, quello?
Sì, è Alvaro Gonzalez, nazionale nell'Uruguay che è una delle potenze mondiali del calcio, mentre a Formello, nella Lazietta, Alvaro è appena tollerato dai critici spocchiosi che dicono d'intendersi di calcio.
Poi è arrivato Petkovic e ha capito tutto. Ha capito che di uno che lotta così, che ti copre una grossa fetta di campo, che dà sempre la sveglia e l'esempio agli altri, non si può fare a meno. Gonzalez segna poco, ma spesso riesce a fare degli assist preziosi e decisivi. Non è mai il migliore in campo, ma il suo voto è sempre positivo, e così nelle classsifiche di rendimento, alla fine, lo trovi davanti a tutti, davanti agli stessi fuoriclasse Klose e Marchetti. Gonzalez non lo cerca nessuno, tra le squadre che vogliono rinforzarsi, ma va bene così, ce lo teniamo noi, ha trovato in Petkovic un allenatore che lo stima per quel che rende e non per quello che vale tecnicamente. Non sarà uno stilista,ma è uno che per la squadra dà tutto. Per questo Gonzalez è uno degli acquisti più preziosi che il duo Lotito-Tare ha saputo assicurare a questa Lazio che sta meravigliando tutti.
Un critico del nord si è lasciato sfuggire queste parole, sulla riapertura del mercato di gennaio: "Attenti a quei due:sono capaci di acquistare uno di quei giocatori che tu all'inizio ci ridi sopra e li porti in giro, ma dopo un paio di mesi sei costretto a confesssare: ammazza come ci hanno indovinato!"
E così, da un Gonzalez a un Candreva, da un Ciani a un Cavanda, hanno saputo formare una squadra che sta destando ovunque meraviglia.
Sì, è Alvaro Gonzalez, nazionale nell'Uruguay che è una delle potenze mondiali del calcio, mentre a Formello, nella Lazietta, Alvaro è appena tollerato dai critici spocchiosi che dicono d'intendersi di calcio.
Poi è arrivato Petkovic e ha capito tutto. Ha capito che di uno che lotta così, che ti copre una grossa fetta di campo, che dà sempre la sveglia e l'esempio agli altri, non si può fare a meno. Gonzalez segna poco, ma spesso riesce a fare degli assist preziosi e decisivi. Non è mai il migliore in campo, ma il suo voto è sempre positivo, e così nelle classsifiche di rendimento, alla fine, lo trovi davanti a tutti, davanti agli stessi fuoriclasse Klose e Marchetti. Gonzalez non lo cerca nessuno, tra le squadre che vogliono rinforzarsi, ma va bene così, ce lo teniamo noi, ha trovato in Petkovic un allenatore che lo stima per quel che rende e non per quello che vale tecnicamente. Non sarà uno stilista,ma è uno che per la squadra dà tutto. Per questo Gonzalez è uno degli acquisti più preziosi che il duo Lotito-Tare ha saputo assicurare a questa Lazio che sta meravigliando tutti.
Un critico del nord si è lasciato sfuggire queste parole, sulla riapertura del mercato di gennaio: "Attenti a quei due:sono capaci di acquistare uno di quei giocatori che tu all'inizio ci ridi sopra e li porti in giro, ma dopo un paio di mesi sei costretto a confesssare: ammazza come ci hanno indovinato!"
E così, da un Gonzalez a un Candreva, da un Ciani a un Cavanda, hanno saputo formare una squadra che sta destando ovunque meraviglia.
martedì 25 dicembre 2012
Buone feste
Buone feste e pace a tutto il mondo. Che i ricchi siano vicini ai poveri, che i forti siano vicini ai deboli, che i sani siano vicini ai malati, che i gioiosi siano vicini ai tristi, che tutto il mondo si abbracci e lasci cadere l'odio e il disprezzo. Siamo tutti uguali nel figlio di Dio sceso tra noi a portarci il suo messaggio d'amore.
Piglio: al Comune, sportello unico
Anno nuovo vita nuova, al Comune di Piglio. Sarà instaurato lo sportello URP, Ufficio Relazioni con il Pubblico, per accelerare le pratiche di ogni cttadino. Anche coloro che non utilizzano internet vedranno unificate e accelerate le loro pratiche, con riduzione anche delle spese di personale.
L'assessore Marco Camusi ha presentato questa rivoluzione culturale a un folto pubblico di cittadini che hanno voluto rendersi conto di come sia possibile questo recupero di efficienza e di snellezza nelle procedure.
L'assessore Marco Camusi ha presentato questa rivoluzione culturale a un folto pubblico di cittadini che hanno voluto rendersi conto di come sia possibile questo recupero di efficienza e di snellezza nelle procedure.
Federico Marchetti, il grande che Prandelli non vede
Sono sei le partite d'imbattibilità di Federico Marchetti, tra campionato ed Europa League, per un totale di 545 minuti, magari allungabili dato che la Lazio avrà ora due partite interne consecutive abbordabili, Cagliari e Atalanta. Così Federico è diventato il terzo portiere più a lungo imbattuto nella storia della Lazio, superando due grandi come Peruzzi e Muslera, e inseguendo Pulici e Marchegiani, rispettivamente secondo e primo.
Se si ripensa al 4-0 di Catania, e magari anche al 3-0 di Napoli, ci si accorge del grande balzo in avanti che ha fatto negli ultimi tempi la difesa della Lazio, debitamente catechizzata da un tecnico, Petkovic, che così intelligente e autorevole nessuno se lo aspettava. Se si tolgono quelle sette reti in due partite, in campionato la Lazio ha subito soltanto 11 gol in sedici giornate: per noi che non siamo la Juventus sono un vero e proprio record, e vedrete che da qui a fine anno la Lazio riuscirà ancora a migliorarsi quanto a saldezza difensiva. Il rientro di un grande terzino come Radu ha dato fiducia agli altri difensori: Biava sta disputando un grande campionato, Ciani e Cavanda stanno crescendo strepitosamente, Dias e Konko sono un po' discontinui, ma anche loro stanno ritrovando la via del rendimento costante. Rimane il problema Diakité, ma se non verrà ceduto a gennaio potrà rendersi utilissimo anche lui alla pattuglia biancoceleste.
Marchetti ha poi di riserva altri due portieri che molte squadre ci invidiano: Bizzarri e Carrizo sono dotati di mezzi straordinari per portieri di seconda e terza linea.
La Lazio ha inoltre un centrocampo che come rendimento non ha nulla da invidiare alla difesa. Ci manca solo qualcosa in attacco, una seconda punta di grande forza da affiancare a Klose, e poi questa squadra potrebbe considerarsi davvero completa e affidabile almeno per la conquista del posto in Champions League, e sarebbe già tantissimo.
Se si ripensa al 4-0 di Catania, e magari anche al 3-0 di Napoli, ci si accorge del grande balzo in avanti che ha fatto negli ultimi tempi la difesa della Lazio, debitamente catechizzata da un tecnico, Petkovic, che così intelligente e autorevole nessuno se lo aspettava. Se si tolgono quelle sette reti in due partite, in campionato la Lazio ha subito soltanto 11 gol in sedici giornate: per noi che non siamo la Juventus sono un vero e proprio record, e vedrete che da qui a fine anno la Lazio riuscirà ancora a migliorarsi quanto a saldezza difensiva. Il rientro di un grande terzino come Radu ha dato fiducia agli altri difensori: Biava sta disputando un grande campionato, Ciani e Cavanda stanno crescendo strepitosamente, Dias e Konko sono un po' discontinui, ma anche loro stanno ritrovando la via del rendimento costante. Rimane il problema Diakité, ma se non verrà ceduto a gennaio potrà rendersi utilissimo anche lui alla pattuglia biancoceleste.
Marchetti ha poi di riserva altri due portieri che molte squadre ci invidiano: Bizzarri e Carrizo sono dotati di mezzi straordinari per portieri di seconda e terza linea.
La Lazio ha inoltre un centrocampo che come rendimento non ha nulla da invidiare alla difesa. Ci manca solo qualcosa in attacco, una seconda punta di grande forza da affiancare a Klose, e poi questa squadra potrebbe considerarsi davvero completa e affidabile almeno per la conquista del posto in Champions League, e sarebbe già tantissimo.
lunedì 24 dicembre 2012
Anni di scuola: 73. Avventure al Moulin Rouge
I ragazzi si appassionarono, comunque, alla Gioconda, ai capolavori italiani del Rinascimento, ai Prigioni di Michelangelo e ai sarcofagi egiziani, e non si annoiarono davvero, anche se si finì per camminare eccessivamente proprio per mancanza di una guida capace di selezionare e coordinare i principali capolavori da analizzare.
Una giornata la dedicammo alle spese e all'acquisto di souvenir nei grandi magazzini come quelli di Lafayette. Una serata, ovviamente, fu riservata anche alla Parigi notturna, con il Moulin Rouge e gli altri famosi locali. Non mancò qualche disavventura per la sventatezza di alcuni ragazzi dei geometri, che rimasero abbagliati da qualche "lucciola" un po' troppo spregiudicata.
Una sera, affaticati come eravamo per il troppo girovagare, il nostro gruppo stentò a ritrovare la via dell'albergo per la cena, senza indovinare l'orientamento giusto grazie anche alla scarsa propensione dei parigini da noi inerpellati: del resto il nostro albergo era situato in una viuzza secondaria che nessuno sapeva indicarci.
La cena era l'unico pasto vero che consumavamo in albergo, proprio per lasciarci la giornata completamente libera. L'albergo era piutttosto antico, con scalette di legno anche un po' traballanti, e la cena non era splendida, ma ciascuno di noi aveva rimediato con i fuori pasto presso gli ambulanti e le loro generose porzioni di crostini di carne, un po' l'equivalente dei nostri panini alla porchetta molto in voga nelle gite nell'Italia centrale.
La giornata forse più apprezzata fu quella della visita al Sacré Coeur, con la sua scalinata che ricordava vivamente quella di Trinità dei Monti e di Piazza di Spagna, con un panorama veramente splendido su Montmarte e sul Quartiere Latino. Memorabili anche la visita alle costruzioni modernissime del Beaubourg e quella alla cattedrale di Notre Dame.
Quando tornammo da Parigi, Manlio Maggi mi tenne un po' il broncio per averlo surrogato inmaniera accettabile. Aveva pensato che senza di lui la gita si sarebbe dimostrata una grande delusione.
Una giornata la dedicammo alle spese e all'acquisto di souvenir nei grandi magazzini come quelli di Lafayette. Una serata, ovviamente, fu riservata anche alla Parigi notturna, con il Moulin Rouge e gli altri famosi locali. Non mancò qualche disavventura per la sventatezza di alcuni ragazzi dei geometri, che rimasero abbagliati da qualche "lucciola" un po' troppo spregiudicata.
Una sera, affaticati come eravamo per il troppo girovagare, il nostro gruppo stentò a ritrovare la via dell'albergo per la cena, senza indovinare l'orientamento giusto grazie anche alla scarsa propensione dei parigini da noi inerpellati: del resto il nostro albergo era situato in una viuzza secondaria che nessuno sapeva indicarci.
La cena era l'unico pasto vero che consumavamo in albergo, proprio per lasciarci la giornata completamente libera. L'albergo era piutttosto antico, con scalette di legno anche un po' traballanti, e la cena non era splendida, ma ciascuno di noi aveva rimediato con i fuori pasto presso gli ambulanti e le loro generose porzioni di crostini di carne, un po' l'equivalente dei nostri panini alla porchetta molto in voga nelle gite nell'Italia centrale.
La giornata forse più apprezzata fu quella della visita al Sacré Coeur, con la sua scalinata che ricordava vivamente quella di Trinità dei Monti e di Piazza di Spagna, con un panorama veramente splendido su Montmarte e sul Quartiere Latino. Memorabili anche la visita alle costruzioni modernissime del Beaubourg e quella alla cattedrale di Notre Dame.
Quando tornammo da Parigi, Manlio Maggi mi tenne un po' il broncio per averlo surrogato inmaniera accettabile. Aveva pensato che senza di lui la gita si sarebbe dimostrata una grande delusione.
Bellegra: evviva il Parco Giochi!
Il sindaco di Bellegra Domenico Moselli e il presidente uscente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti hanno inaugurato sabato scorso a Bellegra il Parco Giochi per bambini interamente finanziato dalla Provincia. Si tratta di un piccolo ma utilissimo impianto, inserito nel contesto del grande parco comunale voluto dalla locale Banca BCC di Bellegra.
Zingaretti, candidato alla presidenza della Regione alle prossime elezioni, ha invitato la popolazione ad apprezzare il valore e l'utilità del piccolo parco "in un periodo in cui non è più possibile sprecare il denaro pubblico".
Zingaretti, candidato alla presidenza della Regione alle prossime elezioni, ha invitato la popolazione ad apprezzare il valore e l'utilità del piccolo parco "in un periodo in cui non è più possibile sprecare il denaro pubblico".
La Lazio tenta con il Genoa il grande scambio Zarate-Immobile
Zarate se ne va, Lotito sta cercando di buttarlo nella maxi trattativa tra Lazio e Genoa che comprende parecchi giocatori laziali, da Matuzalem a Sculli, magari anche a Floccari. Ma la Lazio Floccari vuole tenerlo, mentre vorrebbe dare a Zarate la possibilità di "rifarsi una vita" alle dipendenze dei rossoblu impegnati per la salvezza.
Il Genoa ha una "perla" che farebbe proprio comodo a Lotito: Ciro Immobile. Lotito ci sta provando. Immobile è mezzo genoano e mezzo juventino, proviene proprio dalle file bianconere dove giocò qualche incontro già del 2008-2009. Ciro è del 1990, aveva diciotto anni allora e ora ne ha 22, è maturato assai dopo i 28 gol segnati nel Pescara di Zeman l'anno scorso, e i suoi gol farebbero prorprio comodo alla Lazio come alternativa o come spalla di Miro Klose.
Immobile ha un fisicaccio niente male, un metro e 85 per 78 chilogrammi, quindi è un attaccante di una certa stazza e ormai anche di una certa esperienza. Cinque gol li ha fatti anche quest'anno al Genoa, e otto nelle file dell'Under 21 di cui è capitano.
Immobile verrebbe di corsa alla Lazio: è proprio il momento giusto, con la squadra lanciatissima al secondo posto e tutto un avvenire davanti. Bisognerà convincere Preziosi ed anche la Juventus, e ci vorrà una contropartita sicura. Certo, uno Zarate convinto di se stesso potrebbe anche essere appetibile per la squadra genoana: dategli un posto sicuro in squadra e la centralità in una formazione che non ha grandi assi, e potrebbe anche avviarsi quel principio di rinascita che tornerebbe a fare di Maurito un vero grande campione.
La trattativa c'è, Lotito è stato colto col sorcio in bocca da un cronista che lo spiava al telefono, e poi ha confermato l'interesse della Lazio a questo grande scambio. Se un po' di fortuna ci assiste, come quest'anno si sta verificando, la nave potrebbe anche giungere in porto.
Il Genoa ha una "perla" che farebbe proprio comodo a Lotito: Ciro Immobile. Lotito ci sta provando. Immobile è mezzo genoano e mezzo juventino, proviene proprio dalle file bianconere dove giocò qualche incontro già del 2008-2009. Ciro è del 1990, aveva diciotto anni allora e ora ne ha 22, è maturato assai dopo i 28 gol segnati nel Pescara di Zeman l'anno scorso, e i suoi gol farebbero prorprio comodo alla Lazio come alternativa o come spalla di Miro Klose.
Immobile ha un fisicaccio niente male, un metro e 85 per 78 chilogrammi, quindi è un attaccante di una certa stazza e ormai anche di una certa esperienza. Cinque gol li ha fatti anche quest'anno al Genoa, e otto nelle file dell'Under 21 di cui è capitano.
Immobile verrebbe di corsa alla Lazio: è proprio il momento giusto, con la squadra lanciatissima al secondo posto e tutto un avvenire davanti. Bisognerà convincere Preziosi ed anche la Juventus, e ci vorrà una contropartita sicura. Certo, uno Zarate convinto di se stesso potrebbe anche essere appetibile per la squadra genoana: dategli un posto sicuro in squadra e la centralità in una formazione che non ha grandi assi, e potrebbe anche avviarsi quel principio di rinascita che tornerebbe a fare di Maurito un vero grande campione.
La trattativa c'è, Lotito è stato colto col sorcio in bocca da un cronista che lo spiava al telefono, e poi ha confermato l'interesse della Lazio a questo grande scambio. Se un po' di fortuna ci assiste, come quest'anno si sta verificando, la nave potrebbe anche giungere in porto.
domenica 23 dicembre 2012
Klose re dell'Olimpico
Miro Klose, una stagione e mezza nella Lazio, ha già segnato in biancoceleste la bellezza di 27 gol, 16 nella stagione scorsa e 11 nella stagione attuale.
Di questi 27 gol, Miro ne ha segnati 16 nello Stadio Olimpico e 11 in trasferta. Per questo, Klose può essere considerato il re dell'Olimpico, avendo segnato le sue 16 reti in soli 24 incontri, alla media straordinaria di 2 reti ogni tre incontri.
Di questi 27 gol, Miro ne ha segnati 16 nello Stadio Olimpico e 11 in trasferta. Per questo, Klose può essere considerato il re dell'Olimpico, avendo segnato le sue 16 reti in soli 24 incontri, alla media straordinaria di 2 reti ogni tre incontri.
Hernanes uomo-trasferta
Anderson Hernanes è l'uomo-trasferta della Lazio: su sette gol segnati, ben cinque li ha sigliati fuori casa, conducendo la Lazio alle sue quattro vittorie in trasferta:
Atalanta-Lazio 0-1, gol di Hernanes; Chievo-Lazio 1-3, doppietta di Hernanes, primo e terzo gol; Pescara-Lazio 0-3, primo gol di Hernanes; Sampdoria-Lazio 0-1, gol di Hernanes.
Hernanes, dunque, è il nostro rompighiaccio fuori casa, autore di cinque gol che ci hano fruttato ben 12 punti.
Atalanta-Lazio 0-1, gol di Hernanes; Chievo-Lazio 1-3, doppietta di Hernanes, primo e terzo gol; Pescara-Lazio 0-3, primo gol di Hernanes; Sampdoria-Lazio 0-1, gol di Hernanes.
Hernanes, dunque, è il nostro rompighiaccio fuori casa, autore di cinque gol che ci hano fruttato ben 12 punti.
Anni di scuola: 72. La gita a Parigi
Il professor Manlio Maggi era appassionatissimo di musei. I maggiori mesi di Europa, da Parigi a Vienna, da Madrid agli Uffizi, da Praga ad Atene, non avevano segreti per lui. Perciò Maggi veniva spesso designato come guida per le gite scolastiche all'estero, e nessuno ha mai contestato questa sua superiorità.
Ma un anno Manlio venne ai ferri corti con la presidenza, e per la gita che quell'anno era prevista a Parigi si rese indisponibile, creando un grande vuoto.
Il preside rsi rivolse infine alla professoressa Anna Panzironi di francese, anche lei molto amante dell'arte e dei musei. Il preside mi pregò di accompagnare la collega, ed erano presenti anche altri tre colleghi, per cui in cinque ci sentivamo abbastanza sicuri, pur accusando l'assenza di un docente della cultura e della passione di Manlio Maggi. Facemmo perfino a meno di una guida sui pullman che illustrassero i nostri spostamenti tra i vari punti focali d'interesse della Ville Lumière, dal Louvre alla Tour Eiffel, dall'Arco di Trionfo a Montmarte e al Sacré Coeur.
Naturalmente ci divertimmo molto sui bateaux-mouche, dove la gente ci riconosceva subito come italiani, e si divertivano a intonare la canzone di Toto Cutugno, "Un italiano vero": "lasciatemi cantare con la chitarra in mano", che in quegli anni era diventata una specie di tormentone.
Tutto bene alla Tour Eiffel e al vicino Luna Park, tutto bene alla Reggia di Versailles, al quartiere latino e ai bouquinistes del Lungosenna: per i ragazzi era una scoperta continua e inesauribile, e con molto divertimento nella scelta dei bistrò per un pasto a mezzogiorno a base d'insalate, di frutta e di croccanti baguettes, con qualche variazione presso le bancarelle di spiedini di carne tunisini e di clementine.
Però, proprio il giorno in cui dovevamo visitare il Louvre e sarebbe stata indispensabile la guida di un esperto per l'impegnativa scelta degli itinerari e la relativa illustrazione dei capolavori, la nostra capoguida Panzironi si sentì molto male e restò in albergo, lasciandoci completamente nei pasticci.
Ma un anno Manlio venne ai ferri corti con la presidenza, e per la gita che quell'anno era prevista a Parigi si rese indisponibile, creando un grande vuoto.
Il preside rsi rivolse infine alla professoressa Anna Panzironi di francese, anche lei molto amante dell'arte e dei musei. Il preside mi pregò di accompagnare la collega, ed erano presenti anche altri tre colleghi, per cui in cinque ci sentivamo abbastanza sicuri, pur accusando l'assenza di un docente della cultura e della passione di Manlio Maggi. Facemmo perfino a meno di una guida sui pullman che illustrassero i nostri spostamenti tra i vari punti focali d'interesse della Ville Lumière, dal Louvre alla Tour Eiffel, dall'Arco di Trionfo a Montmarte e al Sacré Coeur.
Naturalmente ci divertimmo molto sui bateaux-mouche, dove la gente ci riconosceva subito come italiani, e si divertivano a intonare la canzone di Toto Cutugno, "Un italiano vero": "lasciatemi cantare con la chitarra in mano", che in quegli anni era diventata una specie di tormentone.
Tutto bene alla Tour Eiffel e al vicino Luna Park, tutto bene alla Reggia di Versailles, al quartiere latino e ai bouquinistes del Lungosenna: per i ragazzi era una scoperta continua e inesauribile, e con molto divertimento nella scelta dei bistrò per un pasto a mezzogiorno a base d'insalate, di frutta e di croccanti baguettes, con qualche variazione presso le bancarelle di spiedini di carne tunisini e di clementine.
Però, proprio il giorno in cui dovevamo visitare il Louvre e sarebbe stata indispensabile la guida di un esperto per l'impegnativa scelta degli itinerari e la relativa illustrazione dei capolavori, la nostra capoguida Panzironi si sentì molto male e restò in albergo, lasciandoci completamente nei pasticci.
Valmontone: è tornato Totò!
Valmontone, sabato 21 dicembre, Viale XXV aprile, il busto in bronzo di Totò è tornato, più grande e lucente di prima, nello stesso posto in cui la scorsa primavera è stato trafugato, accanto all'alberello che il grande Antonio De Curtis raddrizzò e fece rinascere dopo i bombardamenti dell'aprile del 1944.
Dopo le sventure, risorgo: un grande motto latino che è valso nel passato,vale nel presente, e varrà anche per il futuro.
Altro che fine del mondo dei Maya: Totò, col suo inconfondibile buon umore, ci invita a vivere, sorridere e sperare. E quei ladri che tutto questo volevano farlo solo loro!
Dopo le sventure, risorgo: un grande motto latino che è valso nel passato,vale nel presente, e varrà anche per il futuro.
Altro che fine del mondo dei Maya: Totò, col suo inconfondibile buon umore, ci invita a vivere, sorridere e sperare. E quei ladri che tutto questo volevano farlo solo loro!
Lotito pensa davvero a Jesus!
Lotito ha detto che alla Lazio, prima di comprare qualcuno a gennaio, debbono dare una bella sfoltita ai soprannumero, una lunga sfilza: Foggia, Zarate, Rocchi, Zauri, Sculli, Carrizo o Bizzarri, forse Diakité e Kozak...Un mercatino lungo così, che vede parecchie squadre di serie A interessate. Bologna, Pescara, Genoa, Torino, Napoli, chi vuole Flkoccari, chi Bizzarri, chi Rocchi, chi Diakité, e tante vogliono Kozak, consapevoli che quello lì farebbe una bella manciata di gol.
Lotito aspettta, ma intanto si lascia sfuggire: se qualche "gioiello" è sul mercato a prezzi accettabili, non ce lo lasceremmo sfuggire.
Si è scoperto che in Messico definiscono "il gioiello" proprio Jesus Manuel Corona, ala destra e seconda punta del Monterrey, che ha partecipato alle semifinali del mundialito per società facendosi notare per la sua insidiosità e le sue doti spettacolari. Si tratta di un ragazzotto di 19 anni, alto solo un metro e 65, un attaccante piccolo e sgusciante cone un serpentelo, che alla Lazio, con queste caratteristiche, sarebbe davvero utile. Anche se, a pensarci bene, quasi le stesse caratteristiche le ha Antonio Rozzi, che di anni ne ha solo 18, è un prodotto del vivaio romano, velocissimo e sgusciante anche lui,capocannoniere di razza nella Primavera di Bollini, un campioncino con un futuro assicurata. Basta dargli fiducia, come ha fatto Petkovic nei dieci minuti finali di Lazio-Siena di Coppa Italia, e in poche battute Rozzi ha già fatto vedere quel che può valere in un prossimo futuro.
Comunque, se davvero Jesus il messicano è disponibile sul mercato fino a due-tre milioni di euro, sarebbe meglio non lasciarselo sfuggire, così, dopo il profeta Hernanes, ci saremmo assicurati...anche il Messia!
Lotito aspettta, ma intanto si lascia sfuggire: se qualche "gioiello" è sul mercato a prezzi accettabili, non ce lo lasceremmo sfuggire.
Si è scoperto che in Messico definiscono "il gioiello" proprio Jesus Manuel Corona, ala destra e seconda punta del Monterrey, che ha partecipato alle semifinali del mundialito per società facendosi notare per la sua insidiosità e le sue doti spettacolari. Si tratta di un ragazzotto di 19 anni, alto solo un metro e 65, un attaccante piccolo e sgusciante cone un serpentelo, che alla Lazio, con queste caratteristiche, sarebbe davvero utile. Anche se, a pensarci bene, quasi le stesse caratteristiche le ha Antonio Rozzi, che di anni ne ha solo 18, è un prodotto del vivaio romano, velocissimo e sgusciante anche lui,capocannoniere di razza nella Primavera di Bollini, un campioncino con un futuro assicurata. Basta dargli fiducia, come ha fatto Petkovic nei dieci minuti finali di Lazio-Siena di Coppa Italia, e in poche battute Rozzi ha già fatto vedere quel che può valere in un prossimo futuro.
Comunque, se davvero Jesus il messicano è disponibile sul mercato fino a due-tre milioni di euro, sarebbe meglio non lasciarselo sfuggire, così, dopo il profeta Hernanes, ci saremmo assicurati...anche il Messia!
sabato 22 dicembre 2012
"Vita di collegio" esce in libreria
Il romanzo autobiografico "Vita di collegio" di Luigi Jadicicco è uscito proprio oggi in libreria dalle edizioni Booksprint di Vito Pacelli. Si tratta di un volume di 220 pagine, con bella copertina, foto, biografia dell'autore e breve presentazione in controcopertina.
L'editore ha curato con molta attenzione il volume, che parteciperà anche a un concorso per il libro più votato da qui al 10 gennaio. Per votare si può utilizzare il seguente indirizzo: http://www.booksprintedizioni.it/libro/Romanzo/vita-di-collegio
L'editore ha curato con molta attenzione il volume, che parteciperà anche a un concorso per il libro più votato da qui al 10 gennaio. Per votare si può utilizzare il seguente indirizzo: http://www.booksprintedizioni.it/libro/Romanzo/vita-di-collegio
Petkovic sulle orme di Eriksson, Lazio seconda
Vladimir Petkovic, 36 punti in 18 partite, due punti a partita che è la media scudetto, vincendo sul campo della Sampdoria con un bel gol di Hernanes a metà del primo tempo, ha superato nettamente i record di Delio Rosssi e di Edy Reja, girone di andata chiuso a 34 punti.
Questa Lazio, dunque, è la migliore in assoluto del lungo periodo di Lotito, in continua ascesa. E il 5 gennaio, con la partita casalinga contro il Cagliari, la squadra biancoceleste potrebbe chiudere a 39, cioè una cifra veramente impressionante ed inedita, sulle orme del grande Eriksson dello scudetto.
La Lazio ormai è divenuta estremamente ermetica in difesa, con Marchetti imbattuto nelle ultime quattro partite e un solo gol subito nelle ultime sei successive al derby vittorioso.
L'unico difetto della squadra appare la scarsa fertilità in attacco, dove il solo Klose, con tutta la sua enorme bravura, non riesce a risolvere tutto e avrebbe bisogno di una seconda grande punta. Klose, comunque, con questo 4-1-4-1 che lo vede come elemento base insieme a Ledesma, garantisce alla Lazio una organicità e una concretezza di gioco che promette di tenerci in alto fino alla fine.
Siamo secondi, la Champions è a nostra portata, bisognerà continuare ad essere umili e impegnati in ogni partita da affrontare, qualunque sia l'avversario.
Questa Lazio, dunque, è la migliore in assoluto del lungo periodo di Lotito, in continua ascesa. E il 5 gennaio, con la partita casalinga contro il Cagliari, la squadra biancoceleste potrebbe chiudere a 39, cioè una cifra veramente impressionante ed inedita, sulle orme del grande Eriksson dello scudetto.
La Lazio ormai è divenuta estremamente ermetica in difesa, con Marchetti imbattuto nelle ultime quattro partite e un solo gol subito nelle ultime sei successive al derby vittorioso.
L'unico difetto della squadra appare la scarsa fertilità in attacco, dove il solo Klose, con tutta la sua enorme bravura, non riesce a risolvere tutto e avrebbe bisogno di una seconda grande punta. Klose, comunque, con questo 4-1-4-1 che lo vede come elemento base insieme a Ledesma, garantisce alla Lazio una organicità e una concretezza di gioco che promette di tenerci in alto fino alla fine.
Siamo secondi, la Champions è a nostra portata, bisognerà continuare ad essere umili e impegnati in ogni partita da affrontare, qualunque sia l'avversario.
Anni di scuola: 71. Incentivati i più furbi
Al Luzzatti, fu formata una commissione per la questione dell'orario che calamitò il lavoro di cinque o sei persone per un totale di almeno quattro mesi, fino a gennaio inoltrato: queste cinque o sei persone gestivano gli orari di un corpo docente di un centinaio d'insegnanti, spesso saltando le loro presenze in classe, e "mollandole" agli altri insegnanti, i cui orari erano pieni di ore di buco opportunamente sistemate secondo le "simpatie".
Era il periodo delle cosiddette "incentivazioni", una specie di premio economico che veniva assegnato a chi partecipava a tutta una serie d'iniziative: gite, teatro, arte in generale, sport, medicina scolastica e via dicendo. Chi non partecipava a queste iniziative non si vedeva attribuito neanche un centesimo dei circa settanta milioni che il nostro grande istituto si vedeva assegnare ogni anno. Qualche insegnante ebbe anche un milione di premio incentivante, mentre altri ne ebbero zero.
La stessa precisa cosa avveniva nella spartizione del potere politico, per cui alle gite scolastiche, ad esempio, partecipavano solo insegnanti di un certo schieramento, almeno alle principali, quelle all'estero per le classi quarte e quinte, alle quali prendevanpo parte tutti gli insegnanti d'italiano meno il sottoscritto. La risposta ad eventuali proteste era che la destra aveva governato l'istituto per almeno venti anni, e che ora, giustamente,toccava alla sinistra fare altrettanto.
Ovviamente, molti insegnanti e addetti di segretaria o assistenti e personale già di destra si affrettarono a salire sul carro del vincitore facendosi scherno di tutti gli ideali e di tutte le opinioni. Solo chi rimase coerente con se stesso venne duramente colpito, magari perché non si era accorto di essersi comportato alla stessa maniera nei venti anni precedenti.
Era il periodo delle cosiddette "incentivazioni", una specie di premio economico che veniva assegnato a chi partecipava a tutta una serie d'iniziative: gite, teatro, arte in generale, sport, medicina scolastica e via dicendo. Chi non partecipava a queste iniziative non si vedeva attribuito neanche un centesimo dei circa settanta milioni che il nostro grande istituto si vedeva assegnare ogni anno. Qualche insegnante ebbe anche un milione di premio incentivante, mentre altri ne ebbero zero.
La stessa precisa cosa avveniva nella spartizione del potere politico, per cui alle gite scolastiche, ad esempio, partecipavano solo insegnanti di un certo schieramento, almeno alle principali, quelle all'estero per le classi quarte e quinte, alle quali prendevanpo parte tutti gli insegnanti d'italiano meno il sottoscritto. La risposta ad eventuali proteste era che la destra aveva governato l'istituto per almeno venti anni, e che ora, giustamente,toccava alla sinistra fare altrettanto.
Ovviamente, molti insegnanti e addetti di segretaria o assistenti e personale già di destra si affrettarono a salire sul carro del vincitore facendosi scherno di tutti gli ideali e di tutte le opinioni. Solo chi rimase coerente con se stesso venne duramente colpito, magari perché non si era accorto di essersi comportato alla stessa maniera nei venti anni precedenti.
Roma: il grande olio di oliva ciociaro
Roma ha ospitato domenica scorsa, nei saloni dell'Excelsior in via Veneto, la mostra dei migliori olii extravergini di oliva, proclamando i primi venti del mondo.
Hanno presentato Marco Oreggia e Laura Marinelli, hanno partecipato 45 nazioni, 500 aziende e 700 etichette.
L'Italia ha ottenuto 15 premi su 20, e tra questi, due sono andati ad aziende laziali, Quattrociocchi di Anagni e Cetrone di Sonnino.
Dai, Lazio, dai: siamo tra i migliori!
Hanno presentato Marco Oreggia e Laura Marinelli, hanno partecipato 45 nazioni, 500 aziende e 700 etichette.
L'Italia ha ottenuto 15 premi su 20, e tra questi, due sono andati ad aziende laziali, Quattrociocchi di Anagni e Cetrone di Sonnino.
Dai, Lazio, dai: siamo tra i migliori!
Delio, Edy, Petko: chi è il più bravo?
Delio guidava bene la Lazio in campo; Edy era un tipico uomo di spogliatoio forte in psicologia di gruppo; Petko è la somma delle due cose, perfetto in campo come nella tenuta mentale nel corso della settimana.
E' stato fortunato, Lotito, a pescare un uomo così tra le montagne della Svizzera; fortunato e intelligente. Perché oggi a Genova si chiude la mezza stagione di Petko con una quota che può variare da 33 a 36 punti, mentre Edy chiuse due anni fa a 34 e l'anno scorso a 33, e Delio, nel suo miglior campionato, a quota 34. Dunque con un pareggio sul terreno della Samp oggi pomeriggio
Petko può eguagliare sia Delio che Edy, ma nel caso riuscisse a vincere, toccando quota 36 batterebbe entrambi avvicinando il record di Eriksson nell'annata dello scudetto. E manca ancora la partita col Cagliari del 5 gennaio.
Dai, dunque, Vladimir Petkovic, vera rivelazione dell'anno calcistico italiano, entrato sul podio dei migliori con una squadra sulla carta assai più debole di Juventus e Inter non soltanto, ma anche del Napoli, del Milan e forse della stessa rinforzatissima Fiorentina, per non parlare della solita Roma grande sulla carta e un po' meno grande e continua sul campo.
Non abbiamo grandissimi nomi, noi della Lazio, se si esclude Klose, ma una manciata di uomini forti come Marchetti, Candreva, Ledesma, Mauri, Hernanes, Gonzalez, che ci vengono invidiati da tutti, mentre stanno crescendo i vari Ciani e Cavanda, e vecchi uomini di mestiere come Biava stanno rendendo a livelli insospettati. Si spiega così il super-rendimento della Lazio rispetto alle quotazioni di partenza. Non dimentichiamo che il Corriere dello Sport, alla vigilia del campionato, diede un 8 di partenza alla Roma e un 5,5 alla Lazio che si piazzava intorno alla dodicesima posizione. Basta ritrovare una vecchia copia di quel giornale del mese di agosto.
Genova, dunque, stazione Sampdoria. Ritroviamo il vecchio Delio. Sarà uno scontro diretto. Il passato della Lazio contro il suo futuro, che è Petkovic. Un futuro finora fortunato.
E' stato fortunato, Lotito, a pescare un uomo così tra le montagne della Svizzera; fortunato e intelligente. Perché oggi a Genova si chiude la mezza stagione di Petko con una quota che può variare da 33 a 36 punti, mentre Edy chiuse due anni fa a 34 e l'anno scorso a 33, e Delio, nel suo miglior campionato, a quota 34. Dunque con un pareggio sul terreno della Samp oggi pomeriggio
Petko può eguagliare sia Delio che Edy, ma nel caso riuscisse a vincere, toccando quota 36 batterebbe entrambi avvicinando il record di Eriksson nell'annata dello scudetto. E manca ancora la partita col Cagliari del 5 gennaio.
Dai, dunque, Vladimir Petkovic, vera rivelazione dell'anno calcistico italiano, entrato sul podio dei migliori con una squadra sulla carta assai più debole di Juventus e Inter non soltanto, ma anche del Napoli, del Milan e forse della stessa rinforzatissima Fiorentina, per non parlare della solita Roma grande sulla carta e un po' meno grande e continua sul campo.
Non abbiamo grandissimi nomi, noi della Lazio, se si esclude Klose, ma una manciata di uomini forti come Marchetti, Candreva, Ledesma, Mauri, Hernanes, Gonzalez, che ci vengono invidiati da tutti, mentre stanno crescendo i vari Ciani e Cavanda, e vecchi uomini di mestiere come Biava stanno rendendo a livelli insospettati. Si spiega così il super-rendimento della Lazio rispetto alle quotazioni di partenza. Non dimentichiamo che il Corriere dello Sport, alla vigilia del campionato, diede un 8 di partenza alla Roma e un 5,5 alla Lazio che si piazzava intorno alla dodicesima posizione. Basta ritrovare una vecchia copia di quel giornale del mese di agosto.
Genova, dunque, stazione Sampdoria. Ritroviamo il vecchio Delio. Sarà uno scontro diretto. Il passato della Lazio contro il suo futuro, che è Petkovic. Un futuro finora fortunato.
venerdì 21 dicembre 2012
Lazio-Catania 8 gennaio quarti di Coppa Italia
La partita dei quarti di Coppa Italia fra Lazio e Catania si giocherà allo Stadio Olimpico martedì 8 gennaio 2013.
La vincente di questo incontro disputerà la semifinale contro la vincente di Juventus-Milan.
La vincente di questo incontro disputerà la semifinale contro la vincente di Juventus-Milan.
Anni di scuola: 70. La libertà d'insegnamento
Ho sempre creduto nella libertà d'insegnamento. Sono convinto che un insegnante, in buona fede, possa esprimere le sue idee, senza peraltro pretendere che gli altri, sia pure i giovani, debbano allinearsi alle sue. Mi sono sempre accorto se un alunno, per compiacenza nei miei confronti, ha scimmiottato o rimasticato le mie idee senza esserne affatto convinto, e mi sono sentito nauseato da questo suo atteggiamento servile.
Questo vuol dire che ho preteso per me la mia libertà d'idee, ma anche che ho rispettato la libertà d'idee negli altri, pretendendola per ciascun essere pensante.
Mi sono trovato malissimo quando, nel mio istituto di Palestrina, è accaduto qualcosa che ha violentato la mia coscienza d'insegnante libero.
Il peggior preside, e di gran lunga, di tutta la mia carriera è stato un preside privo di una sua idea politica. Capitato in un istituto in cui aveva dominato sempre un ideale conservatore, di centrodestra direi, fu accolto dagli insegnanti della sinistra come un possibile vendicatore di tutti i torti e i soprusi subiti. Il preside in parola, pur odiandoli personalmente, cadde vittima della ferrea volontà di un gruppo d'insegnanti della sinistra più libera e più estrema. Tutto finì per essere omologato e centralizzato. Ogni consiglio dei docenti era soggetto a una sola volontà. Non vennero accettate neanche le cosiddette "mine vaganti", cioè quanti intendessero in qualche modo esprimere una loro opinione autonoma.
Furono formate commissioni per ogni delibera o decisione, e di esse fecero parte solo elementi della sinistra. Qualche docente della destra si allineò, ma solo per conquistare una piccola fetta di potere, per il resto adeguandosi in modo del tutto pedissequo.
Gli elementi più furbi, di destra o di sinistra, si affrettarono a conquistare le posizioni di potere. Il preside finì per formare un suo codazzo personale di quella determinata tinta, che monopolizzava ogni decisione da prendere.
Questo vuol dire che ho preteso per me la mia libertà d'idee, ma anche che ho rispettato la libertà d'idee negli altri, pretendendola per ciascun essere pensante.
Mi sono trovato malissimo quando, nel mio istituto di Palestrina, è accaduto qualcosa che ha violentato la mia coscienza d'insegnante libero.
Il peggior preside, e di gran lunga, di tutta la mia carriera è stato un preside privo di una sua idea politica. Capitato in un istituto in cui aveva dominato sempre un ideale conservatore, di centrodestra direi, fu accolto dagli insegnanti della sinistra come un possibile vendicatore di tutti i torti e i soprusi subiti. Il preside in parola, pur odiandoli personalmente, cadde vittima della ferrea volontà di un gruppo d'insegnanti della sinistra più libera e più estrema. Tutto finì per essere omologato e centralizzato. Ogni consiglio dei docenti era soggetto a una sola volontà. Non vennero accettate neanche le cosiddette "mine vaganti", cioè quanti intendessero in qualche modo esprimere una loro opinione autonoma.
Furono formate commissioni per ogni delibera o decisione, e di esse fecero parte solo elementi della sinistra. Qualche docente della destra si allineò, ma solo per conquistare una piccola fetta di potere, per il resto adeguandosi in modo del tutto pedissequo.
Gli elementi più furbi, di destra o di sinistra, si affrettarono a conquistare le posizioni di potere. Il preside finì per formare un suo codazzo personale di quella determinata tinta, che monopolizzava ogni decisione da prendere.
Valmontone: dona, dona al mercatino!
Gran successo di generosità, al Mercatino di Valomontone in via Giacomo Matteotti. Si ripete nei giorni di sabato-domenica 22-23 dicembre e poi 5-6 gennaio.
Chiunque ha qualcosa da donare, una carrozzina, un lettino, un giocattolo, dei libri perbambini, un abito, un cappotto, delle scarpe, degli oggetti da cucina, può donare tutto e fare felice tanta gente che non dispone di denaro e può comprare quegli oggetti a un solo euro.
Si può fare tanto del bene in un clima di amore e di festa.
Organizzano "Le pettegole de Varmontò", "Barattolandia", i Bersaglieri di Valmontone e il Comitato Matteotti. Buona Barattolandia e Buone Feste 2012 a tutti, di Valmontone e dei paesi vicini.
Chiunque ha qualcosa da donare, una carrozzina, un lettino, un giocattolo, dei libri perbambini, un abito, un cappotto, delle scarpe, degli oggetti da cucina, può donare tutto e fare felice tanta gente che non dispone di denaro e può comprare quegli oggetti a un solo euro.
Si può fare tanto del bene in un clima di amore e di festa.
Organizzano "Le pettegole de Varmontò", "Barattolandia", i Bersaglieri di Valmontone e il Comitato Matteotti. Buona Barattolandia e Buone Feste 2012 a tutti, di Valmontone e dei paesi vicini.
Si chiama Manuel Corona, sulla maglia c'è scritto Jesus...
Dicono in Messico: Jesus Manuel Corona sarà della Lazio!
Ecco un nuovo aspirante al ruolo di numero due accanto a Klose: è un ragazzotto messicano di 19 anni, esterno destro o anche seconda punta, sgusciante come un serpentello (è alto appena un metro e 65, ricorda Muccinelli...), ha esordito quest'anno nel Monterrey dimostrandosi una delle più belle speranze del calcio messicano.
Il ragazzo, sulla maglia, non porta scritto il suo cognome, Corona, ma il suo primo nome, Jesus! Questo vuol dire che se la Lazio lo prende veramente - ha un costo per ora abbordabile - dopo il "Profeta" Hernanes si garantirebbe addirittura il Messia!
Sembra che altre quattro squadre italiane abbiano già messo gli occhi su questo giovane fenomeno, che nel Monterrey ha partecipato alle finali per la Coppa Intercontinentale impressionando il pubblico e richiamando immediatamente l'attenzione degli osservatori. Tra questi la Lazio sembra abbia delle antenne sensibilissime, perché la ritroviamo sempre in prima linea alla caccia del giocatorino giovane, del fenomeno da assicurarsi quando non costa ancora troppo. E Jesus Manuel Corona, nato il 6 febbario 1993, sarebbe tra questi.
Ecco un nuovo aspirante al ruolo di numero due accanto a Klose: è un ragazzotto messicano di 19 anni, esterno destro o anche seconda punta, sgusciante come un serpentello (è alto appena un metro e 65, ricorda Muccinelli...), ha esordito quest'anno nel Monterrey dimostrandosi una delle più belle speranze del calcio messicano.
Il ragazzo, sulla maglia, non porta scritto il suo cognome, Corona, ma il suo primo nome, Jesus! Questo vuol dire che se la Lazio lo prende veramente - ha un costo per ora abbordabile - dopo il "Profeta" Hernanes si garantirebbe addirittura il Messia!
Sembra che altre quattro squadre italiane abbiano già messo gli occhi su questo giovane fenomeno, che nel Monterrey ha partecipato alle finali per la Coppa Intercontinentale impressionando il pubblico e richiamando immediatamente l'attenzione degli osservatori. Tra questi la Lazio sembra abbia delle antenne sensibilissime, perché la ritroviamo sempre in prima linea alla caccia del giocatorino giovane, del fenomeno da assicurarsi quando non costa ancora troppo. E Jesus Manuel Corona, nato il 6 febbario 1993, sarebbe tra questi.
giovedì 20 dicembre 2012
Lazio in Germania il 14 febbraio, andata dei sedicesimi
Non è stata fortunatissima, la Lazio, nel sorteggio per i sedicesimi dell'Europa League: il 14 febbraio giocherà la partita di andata in Germania contro il Borussia Moenchengladbach, squadra di metà classifica, mentre la partita di ritorno si disputerà all'Olimpico sette giorni dopo, il 21 febbraio.
L'accoppiamento per il turno successivo, gli ottavi, sarà contro la vincente del doppio incontro fra i tedeschi dello Stoccarda e i belgi del Genk.
Più fortunate Inter e Napoli, che, pur essendo in seconda fascia, nei sedicesimi affronteranno invece i rumeni del Cluj e gli austriaci del Plzen.
La Lazio, in prima fascia come vincitrice di girone, ha avuto in sorte tanta Germania, una nazione calcisticamente fortissima e temibile.
L'accoppiamento per il turno successivo, gli ottavi, sarà contro la vincente del doppio incontro fra i tedeschi dello Stoccarda e i belgi del Genk.
Più fortunate Inter e Napoli, che, pur essendo in seconda fascia, nei sedicesimi affronteranno invece i rumeni del Cluj e gli austriaci del Plzen.
La Lazio, in prima fascia come vincitrice di girone, ha avuto in sorte tanta Germania, una nazione calcisticamente fortissima e temibile.
Anni di scuola: 68. Il viaggio tra la farina
Mario D'Amore insiste: per lui il fine di arrivare a Napoli anche in nottata giustifica qualsiasi umiliazione. Lo stesso non è per me, che sento tutta l'umiliazione di viaggiare in quel modo indecoroso, tra i sacchi di farina, magari soltanto per una mezz'oretta di scomodissimo viaggio sui tornanti della montagna.
Non c'è niente da fare: Mario D'Amore costringe Ninì a portarci giù a Piglio. Ninì finalmente accetta, e ci scarica al centro del Piglio, dove sono i miei ricchi cugini e gente che mi conosce. La mia dignità è irrimediabilmente perduta: chissà che cosa avrà pensato Ninì. Va bene che essere insegnante non significa affatto avere tanti soldi e una bella automobile, specialmente allora, ultimi anni '60, quando l'automobile non era ancora il mezzo di trasporto più usato da tutti. Ma Ninì, gran tifoso della Roma, forse si era fatto ben altro concetto di me che per tanti anni avevo scritto articoli per lo squadrone giallorosso sulle prime pagine del Corriere dello Sport.
La mia personale reputazione era bruciata per sempre, svergognato per sempre nel mio paese natìo, caduto per sempre "da tanta altezza in così basso loco" proprio come Dante, costretto a "scendere e salir per l'altrui scale" perché "ahi quanto sa di sal lo pane altrui!" Specialmente agli occhi di Ninì, che di professione faceva proprio il mugnaio.
Ma a Mario D'Amore, giustamente, questo proprio non interessava.
Non c'è niente da fare: Mario D'Amore costringe Ninì a portarci giù a Piglio. Ninì finalmente accetta, e ci scarica al centro del Piglio, dove sono i miei ricchi cugini e gente che mi conosce. La mia dignità è irrimediabilmente perduta: chissà che cosa avrà pensato Ninì. Va bene che essere insegnante non significa affatto avere tanti soldi e una bella automobile, specialmente allora, ultimi anni '60, quando l'automobile non era ancora il mezzo di trasporto più usato da tutti. Ma Ninì, gran tifoso della Roma, forse si era fatto ben altro concetto di me che per tanti anni avevo scritto articoli per lo squadrone giallorosso sulle prime pagine del Corriere dello Sport.
La mia personale reputazione era bruciata per sempre, svergognato per sempre nel mio paese natìo, caduto per sempre "da tanta altezza in così basso loco" proprio come Dante, costretto a "scendere e salir per l'altrui scale" perché "ahi quanto sa di sal lo pane altrui!" Specialmente agli occhi di Ninì, che di professione faceva proprio il mugnaio.
Ma a Mario D'Amore, giustamente, questo proprio non interessava.
Cave: Christmas party
Sabato 22 dicembre, a Cave, è il giorno del Christmas party nel programma Jazz in Castagna. Arrivano i ritmi jazz rock degli "AY" Speed Calypso trio: si presenteranno nell'atmosfera speciale della Caffetteria Paris.
Altro spettacolo musicale sarà ospitato nel giorno di Natale al Teatro di Cave, recentemente inaugurato tra il verde di Villa Clementi.
Altro spettacolo musicale sarà ospitato nel giorno di Natale al Teatro di Cave, recentemente inaugurato tra il verde di Villa Clementi.
Lazio, quanti volti felici: Carrizo, Ciani, Cavanda, Diakité, Rozzi
E' stata una partitaccia conclusasi con una grandissima gioia, quella con il Siena ieri sera all'Olimpico. La Lazio sembrava inesorabilmente spacciata, avevamo già dato l'addio alla Coppa Italia, ma poi all'improvviso, al 95', si è accesa la luce: grande sgroppata di Cavanda sulla destra, crooss di precisione, e prepotente colpo di testa di Ciani che agguanta il pareggio. Supplementari, rigori, e netto 5-2 per la Lazio grazie alle prodezze di Mauri, Ledesma, Floccari, Kozak e soprattutto alle due superlative parate di Carrizo su Larrondo e Vergassola.
Tutto è bene quel che finisce bene. La Lazio ha dimostrato, in mancanza di altro, di avere dei nervi saldi fino all'inverosimile, non arrendendosi mai. Fra tanti volti felici (ieri sera c'è stato il pranzo di Natale anticipato), si distinguevano i sorrisi radiosi di almeno cinque giocatori in particolare. Primo: Carrizo. Ha fatto il fenomeno. Il passaggio di turno lo dobbiamo essenzialmente a lui. La Lazio ha tre grandi portieri, Marchetti, Bizzarri e Carrizo,e forse quest'ultimo a fine anno, scadendo il contratto, dovrà tornare in Argentina con parecchi rimpianti.
Secondo: Ciani. Si è fatto perdonare l'autogol (il suo rinvio secco ha colpito la spalla di Cana ed è finito alle spalle di Carrizo) segnando il meraviglioso gol del pareggio, prepotente come una schioppettata, un gol difficile da dimenticare. Michael Ciani sta diventando veramente il nuovo idolo delle folle biancocelesti, prendendo il posto che l'anno scorso sembrava destinato all'altro gigante nero Cisse.
Terzo. Cavanda. Si sta confermando come una vera forza, una spina nel fianco delle difese, crescendo piano piano in autorità e convinzione. Una nuova risorsa per la Lazio.
Quarto: Diakitè. Un rientro abbastanza felice, il suo. Non potrà che crescere, dimenticando il tempo inutilmente perduto. Meglio tardi che mai: vero Zarate?
Quinto: Rozzi. Il ragazzo, velocissimo e disinvolto, ha dimostrato in pochi minuti un'eccellente personalità, ed è diventato di colpo una pedina importante per il futuro della Lazio, per ora in un ruolo marginale, ma domani chissà...
Insomma, una serata nata nera e conclusasi in rosa, che ci lascia aperte le porte per il futuro della Coppa Italia.
Tutto è bene quel che finisce bene. La Lazio ha dimostrato, in mancanza di altro, di avere dei nervi saldi fino all'inverosimile, non arrendendosi mai. Fra tanti volti felici (ieri sera c'è stato il pranzo di Natale anticipato), si distinguevano i sorrisi radiosi di almeno cinque giocatori in particolare. Primo: Carrizo. Ha fatto il fenomeno. Il passaggio di turno lo dobbiamo essenzialmente a lui. La Lazio ha tre grandi portieri, Marchetti, Bizzarri e Carrizo,e forse quest'ultimo a fine anno, scadendo il contratto, dovrà tornare in Argentina con parecchi rimpianti.
Secondo: Ciani. Si è fatto perdonare l'autogol (il suo rinvio secco ha colpito la spalla di Cana ed è finito alle spalle di Carrizo) segnando il meraviglioso gol del pareggio, prepotente come una schioppettata, un gol difficile da dimenticare. Michael Ciani sta diventando veramente il nuovo idolo delle folle biancocelesti, prendendo il posto che l'anno scorso sembrava destinato all'altro gigante nero Cisse.
Terzo. Cavanda. Si sta confermando come una vera forza, una spina nel fianco delle difese, crescendo piano piano in autorità e convinzione. Una nuova risorsa per la Lazio.
Quarto: Diakitè. Un rientro abbastanza felice, il suo. Non potrà che crescere, dimenticando il tempo inutilmente perduto. Meglio tardi che mai: vero Zarate?
Quinto: Rozzi. Il ragazzo, velocissimo e disinvolto, ha dimostrato in pochi minuti un'eccellente personalità, ed è diventato di colpo una pedina importante per il futuro della Lazio, per ora in un ruolo marginale, ma domani chissà...
Insomma, una serata nata nera e conclusasi in rosa, che ci lascia aperte le porte per il futuro della Coppa Italia.
mercoledì 19 dicembre 2012
Miracoli di Ciani e Carrizo: la Lazio passa ai rigori
Miracoli di Ciani e Carrizo, e la Lazio passa in Coppa Italia contro un Siena gagliardo che ci ha reso dura la vita.
Il Siena è passato in vantaggio su autogol di Cana all'inizio del secondo tempo, poi la squadra di Jachini sfiora due volte il 2-0 con Larrondo e Vergassola, fermati da due miracolose uscite di Carrizo.
Siamo ormai al 95', quando Cavanda se ne va sulla destra, crossa alla perfezione, e Ciani insacca prepotentemente di testa assicurandoci i supplementari.
Non sono bastati gli innesti di Ledesma, Mauri e Rozzi per schiodare la partita nei due tempi aggiuntivi.
Ai rigori, Mauri, Ledesma, Floccari e Kozak insaccano, mentre il bravissimo Carrizo para due volte su Vergassola e Larrondo.
La Lazio, così, passa per 5-2 e approda ai quarti di finale, facendo tirare un grosso respiro di sollievo a Petkovic che ormai pensava di aver perduto il suo primo obbiettivo, la Coppa Italia.
Il Siena è passato in vantaggio su autogol di Cana all'inizio del secondo tempo, poi la squadra di Jachini sfiora due volte il 2-0 con Larrondo e Vergassola, fermati da due miracolose uscite di Carrizo.
Siamo ormai al 95', quando Cavanda se ne va sulla destra, crossa alla perfezione, e Ciani insacca prepotentemente di testa assicurandoci i supplementari.
Non sono bastati gli innesti di Ledesma, Mauri e Rozzi per schiodare la partita nei due tempi aggiuntivi.
Ai rigori, Mauri, Ledesma, Floccari e Kozak insaccano, mentre il bravissimo Carrizo para due volte su Vergassola e Larrondo.
La Lazio, così, passa per 5-2 e approda ai quarti di finale, facendo tirare un grosso respiro di sollievo a Petkovic che ormai pensava di aver perduto il suo primo obbiettivo, la Coppa Italia.
Anni di scuola: 67. Il passaggio di Ninì
Vacanze di Natale. Siamo a Trevi nel Lazio, tra i monti Simbruini. Gli automezzi per tornare a Roma, o comunque per scendere a una cittadina meglio collegata sono terminati. Il mio collega Mario D'Amore deve tornare a Napoli, la sua città, o meglio il suo paese nei dintorni di Napoli.
Io non ho tanta urgenza di tornare a Roma, dove abita la mia famiglia: potrei benissimo aspettare la mattina successiva senza problemi. Mario D'Amore no: perderebbe una preziosa giornata, e mi convince a partire con lui, rimediando un passaggio da parte di qualche cortese automobilista che scende verso la valle, verso la cittadina di Piglio da cui è possibile prendere un pullman per Roma anche ad ora tarda.
La serata è fredda, automobilisti di passaggio neppure l'ombra. Noi due siamo fermi all'angolo della strada principale all'uscita del paese. Io mi vergogno come un ladro: la gente ci conosce, qualche nostro alunno ci guarda con curiosità, e così qualche genitore o conoscente. Mi sembra proprio un'umiliazione e una perdita di dignità.
Però Mario D'Amore è fornito di una bella faccia di bronzo e soprattutto di perseveranza. Senza la sua insistenza, io sarei già tornato nella pensione rinviando la partenza al giorno dopo.
Finalmente la costanza di Mario D'Amore è premiata: passa un furgoncino malmesso, non ha posto se non nel retro, riservato ai bagagli. E poi...il proprietario è proprio un mio compaesano, Ninì, mio vecchio amico d'infanzia, figlio del mugnaio di Acuto, che è venuto a consegnare dei sacchi di farina a Trevi nel Lazio.
Ninì viene fermato con decisione da Mario D'Amore, che chiede con insistenza un passaggio anche per me. Ninì, che mi conosceva quando facevo il giornalista sportivo a Roma con il Corriere dello Sport, rimane sbalordito, si sente umiliato per me, protesta di non poterci dare un passaggio su quel vecchio furgoncino sporco di farina, assai poco dignitoso per persone per bene.
Io non ho tanta urgenza di tornare a Roma, dove abita la mia famiglia: potrei benissimo aspettare la mattina successiva senza problemi. Mario D'Amore no: perderebbe una preziosa giornata, e mi convince a partire con lui, rimediando un passaggio da parte di qualche cortese automobilista che scende verso la valle, verso la cittadina di Piglio da cui è possibile prendere un pullman per Roma anche ad ora tarda.
La serata è fredda, automobilisti di passaggio neppure l'ombra. Noi due siamo fermi all'angolo della strada principale all'uscita del paese. Io mi vergogno come un ladro: la gente ci conosce, qualche nostro alunno ci guarda con curiosità, e così qualche genitore o conoscente. Mi sembra proprio un'umiliazione e una perdita di dignità.
Però Mario D'Amore è fornito di una bella faccia di bronzo e soprattutto di perseveranza. Senza la sua insistenza, io sarei già tornato nella pensione rinviando la partenza al giorno dopo.
Finalmente la costanza di Mario D'Amore è premiata: passa un furgoncino malmesso, non ha posto se non nel retro, riservato ai bagagli. E poi...il proprietario è proprio un mio compaesano, Ninì, mio vecchio amico d'infanzia, figlio del mugnaio di Acuto, che è venuto a consegnare dei sacchi di farina a Trevi nel Lazio.
Ninì viene fermato con decisione da Mario D'Amore, che chiede con insistenza un passaggio anche per me. Ninì, che mi conosceva quando facevo il giornalista sportivo a Roma con il Corriere dello Sport, rimane sbalordito, si sente umiliato per me, protesta di non poterci dare un passaggio su quel vecchio furgoncino sporco di farina, assai poco dignitoso per persone per bene.
San Cesareo: il primo cimitero
Monsignor Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina, ha inaugurato domenica 16 dicembre con belle parole di fede e di speranza il primo cimitero della città di Zagarolo in località Colle Marcelli.
Il sindaco Pietro Panzironi ha tagliato il nastro d'inaugurazione. Così Zagarolo ha sentito di essere diventato veramente un Comune.
Il cimitero, una volta completato, avrà una superficie di 19 mila metri quadri, con circa quattromila tra loculi e sepolture a terra, adeguati per una popolazione sempre crescente.
Il sindaco Pietro Panzironi ha tagliato il nastro d'inaugurazione. Così Zagarolo ha sentito di essere diventato veramente un Comune.
Il cimitero, una volta completato, avrà una superficie di 19 mila metri quadri, con circa quattromila tra loculi e sepolture a terra, adeguati per una popolazione sempre crescente.
Contro il Siena, la piacevole Lazio B di Maribor
Oggi, ore 15, stadio Olimpico, Coppa Italia. Arriva il Siena di Jachini, da non prendere sottogamba.
Petkovic schiera in campo la Lazio B, quella che tanto piacevolmente e autoritariamente si è imposta a Maribor. Modulo 3-5-2, con Bizzarri; Biava, Cana, Ciani; Brocchi, Onazi, Hernanes, Cavanda, Lulic; Kozak, Floccari. Neanche convocato Zarate, che ormai ha buttato al vento col suo atteggiamento da bambino le sue ultime opportunità. Al suo posto, un po' di spazio potrebbe trovare il giovanissimo Rozzi, la grande promessa del calcio romano.
Petkovic schiera in campo la Lazio B, quella che tanto piacevolmente e autoritariamente si è imposta a Maribor. Modulo 3-5-2, con Bizzarri; Biava, Cana, Ciani; Brocchi, Onazi, Hernanes, Cavanda, Lulic; Kozak, Floccari. Neanche convocato Zarate, che ormai ha buttato al vento col suo atteggiamento da bambino le sue ultime opportunità. Al suo posto, un po' di spazio potrebbe trovare il giovanissimo Rozzi, la grande promessa del calcio romano.
Maurito sbatte la porta in faccia a Petkovic: sarebbe stata la sua ora
Basta con Maurito. Sabato sera, convocato per Lazio-Inter, se n'è andato a casa, ha rifiutato anche l'odore della tribuna dell'Olimpico, anzi della panchina biancoceleste dalla quale si sarebbe anche potuto alzare per uno squarcio di partita.
Ora vediamo a chi darà ancora la colpa Maurito. Non certo a Petkovic. Il quale, indignato, ha fatto capire seccamente che di Zarate non parlerà mai più e non lo vorrà neanche più tra i piedi a turbare la pace che regna nel gruppo. Peccato: perchè, se avesse accettato umilmente il suo momento, questo in qualche modo sarebbe arrivato e gli avrebbe consentito di riemergere.
Zarate a gennaio se ne va, non ci so no più dubbi. Lo vogliono in Inghilterra e Russia, sembra. Evidentemente gli piacciono i climi freddi che gli spengono i bollenti spiriti. Lotito cercherà di recuperare almeno un quarto dei ventidue milioni spesi per lui: cinque o sei ancora li vale, e se chi lo acquista saprà prenderlo per il verso giusto lisciandogli il pelo come il gatto, può darsi pure che Zarate qualche cosa di buono ancora combini nella sua carriera.
I mezzi tecnici li ha. Magari li avesse avuti un Kozak, i mezzi tecnici di Zarate: con la voglia che ha di sfondare, sarebbe diventato campione del mondo. Invece Zarate i suoi talenti li sta mettendo sotto terra ad arrugginirsi, e novanta per cento, se continua così, arruggiranno davvero.
Chi vuole Zarate, il campione perduto? Si faccia avanti, se crede ancora nella redenzione di un giocatore infantilmente smarrito.
Ora vediamo a chi darà ancora la colpa Maurito. Non certo a Petkovic. Il quale, indignato, ha fatto capire seccamente che di Zarate non parlerà mai più e non lo vorrà neanche più tra i piedi a turbare la pace che regna nel gruppo. Peccato: perchè, se avesse accettato umilmente il suo momento, questo in qualche modo sarebbe arrivato e gli avrebbe consentito di riemergere.
Zarate a gennaio se ne va, non ci so no più dubbi. Lo vogliono in Inghilterra e Russia, sembra. Evidentemente gli piacciono i climi freddi che gli spengono i bollenti spiriti. Lotito cercherà di recuperare almeno un quarto dei ventidue milioni spesi per lui: cinque o sei ancora li vale, e se chi lo acquista saprà prenderlo per il verso giusto lisciandogli il pelo come il gatto, può darsi pure che Zarate qualche cosa di buono ancora combini nella sua carriera.
I mezzi tecnici li ha. Magari li avesse avuti un Kozak, i mezzi tecnici di Zarate: con la voglia che ha di sfondare, sarebbe diventato campione del mondo. Invece Zarate i suoi talenti li sta mettendo sotto terra ad arrugginirsi, e novanta per cento, se continua così, arruggiranno davvero.
Chi vuole Zarate, il campione perduto? Si faccia avanti, se crede ancora nella redenzione di un giocatore infantilmente smarrito.
martedì 18 dicembre 2012
Anni di scuola: 66. Palestrina e Cave città degli studi
Sono ormai 37 anni che il grande complesso degli studi di via Pedemontana a Palestrina funziona in modo decisamente positivo, risolvendo una lunga situazione di disagio. Io vi ho trascorso gran parte della mia carriera, dal 1974 al 1994, e soltanto negli ultimi cinque anni, fino al 1999, mi trasferii nella succursale di Cave dello stesso "Luzzatti", negli ambienti altrettanto comodi della ex scuola elementare di Viale Giulio Venzi, nella verdissima zona di Villa Clementi, una delle più belle dell'intera provincia di Roma coi suoi altissimi pini e cipressi e i suoi ampi viali.
Successivamente, anche Cave si è trasformata in una piccola città degli studi, ospitando nella stessa area di Viale Venzi una grande scuola media con 25 classi, l'istituto di Ragioneria, l'istituto alberghiero e finalmente anche un liceo artistico: Cave ha così finito per fare concorrenza alla stessa Palestrina, ma si può affermare piuttosto che le due cittadine, Cave e Palestrina, distanti appena cinque chilometri e con fermate di autolinee comode e frequenti, abbiano finito per integrarsi, con una popolazione scolastica complessiva di tremila studenti su quella generale di trentamila abitanti, cifre che possono essere invidiate anche da una grande città come Roma.
In questa zona sono presenti tutti i tipi possibili di istituti superiori: solo il leceo scientifico è rimasto ad Olevano Romano, che del resto è a soli otto chilometri da Cave e sulle stesse comode linee del Cotral.
Se si eccettuano i miei primi tre anni, in questo polo scolastico io ho insegnato ininterrottamente per oltre trent'anni, con mia piena soddisfazione, e spero anche per quella dei miei innumerevoli alunni, all'incirca duemila se i miei conti sono attendibili. Anche se qualcuno che mi ha "benedetto"certamente lo avrò incontrato.
Successivamente, anche Cave si è trasformata in una piccola città degli studi, ospitando nella stessa area di Viale Venzi una grande scuola media con 25 classi, l'istituto di Ragioneria, l'istituto alberghiero e finalmente anche un liceo artistico: Cave ha così finito per fare concorrenza alla stessa Palestrina, ma si può affermare piuttosto che le due cittadine, Cave e Palestrina, distanti appena cinque chilometri e con fermate di autolinee comode e frequenti, abbiano finito per integrarsi, con una popolazione scolastica complessiva di tremila studenti su quella generale di trentamila abitanti, cifre che possono essere invidiate anche da una grande città come Roma.
In questa zona sono presenti tutti i tipi possibili di istituti superiori: solo il leceo scientifico è rimasto ad Olevano Romano, che del resto è a soli otto chilometri da Cave e sulle stesse comode linee del Cotral.
Se si eccettuano i miei primi tre anni, in questo polo scolastico io ho insegnato ininterrottamente per oltre trent'anni, con mia piena soddisfazione, e spero anche per quella dei miei innumerevoli alunni, all'incirca duemila se i miei conti sono attendibili. Anche se qualcuno che mi ha "benedetto"certamente lo avrò incontrato.
Frosinone: trionfo di Luminaria
Evento culturale a Frosinone, con il Festival di Luminaria, realizzato per rievocare attraverso il fascino delle luci la storia del capoluogo ciociaro, dall'età paleolitica ai giorni d'oggi, attraverso proiezioni luminose di rara bellezza sulle facciate dei più significativi monumenti.
E' un momento di grande arte e tecnologia internazionale, presentato da Pasquale Direse, Luca Ruzza, Aggeliki Tzekeni dalla Grecia, Daniele Dispoto, Hsien Yu Cheng da Taiwan, Francesco Grillo e Sahal Merchant dall'India.
Per Frosinone, sarà un Natale indimenticabile.
E' un momento di grande arte e tecnologia internazionale, presentato da Pasquale Direse, Luca Ruzza, Aggeliki Tzekeni dalla Grecia, Daniele Dispoto, Hsien Yu Cheng da Taiwan, Francesco Grillo e Sahal Merchant dall'India.
Per Frosinone, sarà un Natale indimenticabile.
Marchetti batte i record di Peruzzi e Muslera
Finora si era andati avanti solo a sensazion: che grande portiere è Federico Marchetti,uno scatto incredibile e una reattività mai vista!
Ma ora Federico comincia anche a dare corpo alle sue prodezze. Sono quattro di seguito le partite in cui è rimasto imbattuto ininterrottamente: Juventus, Udinese, Bologna e Inter, 360 minuti senza mai doversi piegare a raccogliere un pallone alle sue spalle. E sarebbero anche 450 se ci aggiungessimo i 90 minti di Lazio-Tottenham in Europa League.
Con 360 minuti d'imbattibilità, comunque, Marchetti si piazza al terzo posto nella classifica dei grande portieri laziali di sempre: primo è Gianluca Marchegiani con ben 744 minuti, secondo Felice Pulici con 605, si tratta mitiche e irraggiungibili imprese coronate dai due scudetti biancocelesti. Ora il terzo posto di Marchetti, migliorabile, ci parla di un altro grande campione e di un altro sogno da raggiungere, anche se i primati di Marchegiani e Pulici sembrano davvero inaccostabili. Ma giacché ci siamo, perchè non provarci?
Spoeriamo intanto che anche Prandelli si acorga finalmente della straordinaria bravura di Marchetti, sancita da quel fenomenale intervento sull'interista Nagatomo che tutti ricorderemo per un bel pezzo, subito dopo il palo di Cassano. Istinto? Bravura? Fortuna? sono qualità che si accoppiano solo nei portieri fuoriclasse. Marchetti giàsi è messi alle spalle altri due grande, Muslera e Peruzzi, anch'essi portieri di stazza internazionale.
Dopo il 4-0 di Catania, che risale a poco più di un mese fa (4 novembre), la difesa della Lazio era quasi un colabrodo, e peggio ancora dopo le due reti subite nel derby: con 17 gol al passivo, solo sette squadre avevano uno totale peggiore. Ma da quel momento Marchetti ha abbassato la saracinesca, e in sole cinque giornata la difesa della Lazio è diventata la terza del campionato a un solo gol dal Napoli che è secondo nella speciale graduatoria. In cinque giornate, scavalcate ben nove posizioni in classifica. Dove arriveranno, la Lazio e Marchetti?
Ma ora Federico comincia anche a dare corpo alle sue prodezze. Sono quattro di seguito le partite in cui è rimasto imbattuto ininterrottamente: Juventus, Udinese, Bologna e Inter, 360 minuti senza mai doversi piegare a raccogliere un pallone alle sue spalle. E sarebbero anche 450 se ci aggiungessimo i 90 minti di Lazio-Tottenham in Europa League.
Con 360 minuti d'imbattibilità, comunque, Marchetti si piazza al terzo posto nella classifica dei grande portieri laziali di sempre: primo è Gianluca Marchegiani con ben 744 minuti, secondo Felice Pulici con 605, si tratta mitiche e irraggiungibili imprese coronate dai due scudetti biancocelesti. Ora il terzo posto di Marchetti, migliorabile, ci parla di un altro grande campione e di un altro sogno da raggiungere, anche se i primati di Marchegiani e Pulici sembrano davvero inaccostabili. Ma giacché ci siamo, perchè non provarci?
Spoeriamo intanto che anche Prandelli si acorga finalmente della straordinaria bravura di Marchetti, sancita da quel fenomenale intervento sull'interista Nagatomo che tutti ricorderemo per un bel pezzo, subito dopo il palo di Cassano. Istinto? Bravura? Fortuna? sono qualità che si accoppiano solo nei portieri fuoriclasse. Marchetti giàsi è messi alle spalle altri due grande, Muslera e Peruzzi, anch'essi portieri di stazza internazionale.
Dopo il 4-0 di Catania, che risale a poco più di un mese fa (4 novembre), la difesa della Lazio era quasi un colabrodo, e peggio ancora dopo le due reti subite nel derby: con 17 gol al passivo, solo sette squadre avevano uno totale peggiore. Ma da quel momento Marchetti ha abbassato la saracinesca, e in sole cinque giornata la difesa della Lazio è diventata la terza del campionato a un solo gol dal Napoli che è secondo nella speciale graduatoria. In cinque giornate, scavalcate ben nove posizioni in classifica. Dove arriveranno, la Lazio e Marchetti?
lunedì 17 dicembre 2012
Anni di scuola: 65. Dalle stalle alle stelle
I primissimi anni d'insegnamento all'Istituto Tecnico Luzzatti di Palestrina non furono molto comodi: le aule erano ricavate in due costruzioni assai vecchie e disagevoli, che altro non erano se non le stalle e i fienili a ridosso di un grande palazzo signorile che fiancheggia la chiesa di Santa Lucia, divenuto a sua volta sede del convento dei padri Trinitari e successivamente trasformato nella scuola media "Pierluigi".
In un secondo periodo l'istituto fu trasferito in un ambiente un po' più dignitoso, in piazza Santa Maria degli Angeli, sopra quella che fu la prima Cassa Rurale e Artigiana di Palestrina.
Ma un grande istituto moderno, con ampie vetrate e un atrio quasi fastoso, stava per essere costruito in quella che divenne la Città degli Studi in Via Pedemontana, a fianco di un'altra grande costruzione che ospitava, e ospita tuttora, la Pretura e l'Unità Sanitaria Locale.
Il grande impianto scolastico, che aveva ampi spazi verdi e campi per la pallavolo e per il basket, avrebbe accolto non solo l'Istituto di Ragioneria e dei Geometri, ma anche il Liceo Classico, l'Istituto Magistrale spostato finalmente dalla sua antichissima sede al convento del Bambin Gesù, e infine anche un professionale per la Moda e Sartoria: un totale di almeno sessanta classi con due grandi palestre, funzionalissime e capaci di ospitare duemila alunni complessivamente, circa un decimo dell'intera popolazione di Palestrina.
Fu veramente un grande salto di qualità, stavolta dalle stalle alle stelle. Il complesso delle scuole di Palestrina, con apposite fermate degli autobus dell'Acotral sulle vie Prenestina e Statale 155 per Fiuggi, fu inaugurato in maniera solenne nel 1974, proprio l'anno in cui io entravo in ruolo dopo sette anni di nomina da parte del Provveditorato.
In un secondo periodo l'istituto fu trasferito in un ambiente un po' più dignitoso, in piazza Santa Maria degli Angeli, sopra quella che fu la prima Cassa Rurale e Artigiana di Palestrina.
Ma un grande istituto moderno, con ampie vetrate e un atrio quasi fastoso, stava per essere costruito in quella che divenne la Città degli Studi in Via Pedemontana, a fianco di un'altra grande costruzione che ospitava, e ospita tuttora, la Pretura e l'Unità Sanitaria Locale.
Il grande impianto scolastico, che aveva ampi spazi verdi e campi per la pallavolo e per il basket, avrebbe accolto non solo l'Istituto di Ragioneria e dei Geometri, ma anche il Liceo Classico, l'Istituto Magistrale spostato finalmente dalla sua antichissima sede al convento del Bambin Gesù, e infine anche un professionale per la Moda e Sartoria: un totale di almeno sessanta classi con due grandi palestre, funzionalissime e capaci di ospitare duemila alunni complessivamente, circa un decimo dell'intera popolazione di Palestrina.
Fu veramente un grande salto di qualità, stavolta dalle stalle alle stelle. Il complesso delle scuole di Palestrina, con apposite fermate degli autobus dell'Acotral sulle vie Prenestina e Statale 155 per Fiuggi, fu inaugurato in maniera solenne nel 1974, proprio l'anno in cui io entravo in ruolo dopo sette anni di nomina da parte del Provveditorato.
Carpineto Romano: riapre Palazzo Pecci
Finalmente Palazzo Pecci, dove nel 1810 nacque il futuro papa Leone XIII, sarà restituito al suo ruolo di faro culturale di Carpineto Romano.
Il sindaco Quirino Briganti fa presente che in data 19 novembre 2012 è stato siglato il documento che riapre le attività di manutenzione e di ripristino del Palazzo, già aperto al pubblico nel 1991 in occasione dell' indimenticabile visita di Giovanni Paolo II.
Palazzo Pecci ingloba una parte dell'antico castello del XIII secolo, e conserva le caratteristiche dei palazzi rinascimentali, con notevoli opere d'arte e un ampio giardino.
Gli eredi della famiglia Pecci hanno firmato il documento dei lavori con l'architetto Anna Maria Campagna e con l'ingegnere Antonio Fracassa. A partire dalla prossima primavera, Palazzo Pecci potrà convogliare le visite di almeno 15 mila visitatori annui.
Il sindaco Quirino Briganti fa presente che in data 19 novembre 2012 è stato siglato il documento che riapre le attività di manutenzione e di ripristino del Palazzo, già aperto al pubblico nel 1991 in occasione dell' indimenticabile visita di Giovanni Paolo II.
Palazzo Pecci ingloba una parte dell'antico castello del XIII secolo, e conserva le caratteristiche dei palazzi rinascimentali, con notevoli opere d'arte e un ampio giardino.
Gli eredi della famiglia Pecci hanno firmato il documento dei lavori con l'architetto Anna Maria Campagna e con l'ingegnere Antonio Fracassa. A partire dalla prossima primavera, Palazzo Pecci potrà convogliare le visite di almeno 15 mila visitatori annui.
Michael Ciani: divo anche nel cinema
Il roccioso Michael Ciani, ormai lanciatosi nel campionato con una serie di partite una più bella dell'altra dopo un avvio piuttosto problematico, sta diventando un divo in tutti i sensi: infatti, non è solo uno dei cinque protagonisti di quella che si avvia a diventare la più bella difesa del campionato (era quindicesima poche settimane fa, ed è già risalita al terzo posto a una sola rete dal Napoli che è ancora secondo), ma sta dimostrando anche una grande personalità nel sociale.
A Lorient, cittadina della Francia in cui continua ad avere molti legami, ha fatto parte di un complesso musicale rap, ma non contento di questo ruolo si è anche lanciato nel cinema con una serie di altri personaggi sportivi francesi, tra cui quel Christian Karembeu ben noto anche in Italia.
Ciani ha finanziato un film di avventura, "Nola circus", per la OMDF, One Million Dollars Film. Nel ruolo di uno scapigliato viveur hawaiiano, Michael ha anche accettato di sostenere una parte importante nel cast degli attori, e se l'è cavata in maniera disinvolta quando il film è stato girato e concluso entro lo scorso settembre, fresco fresco d'ingaggio con la Lazio e anzi già impegnato nelle prime comparse in campionato.
In realtà, le scene del film risalivano a tempi ancora precedenti ai suoi impegni più seri con il calcio italiano. Ciani si è reso conto che giocare in Italia non è una cosa da dilettante, e ha dovuto mettere tutto il suo impegno professionale per riuscire a sfondare anche nella stima di Petkovic e dei tifosi biancocelesti. Comunque musica e cinema restano un hobby divertente e rilassante per il bravissimo centrale della Lazio.
A Lorient, cittadina della Francia in cui continua ad avere molti legami, ha fatto parte di un complesso musicale rap, ma non contento di questo ruolo si è anche lanciato nel cinema con una serie di altri personaggi sportivi francesi, tra cui quel Christian Karembeu ben noto anche in Italia.
Ciani ha finanziato un film di avventura, "Nola circus", per la OMDF, One Million Dollars Film. Nel ruolo di uno scapigliato viveur hawaiiano, Michael ha anche accettato di sostenere una parte importante nel cast degli attori, e se l'è cavata in maniera disinvolta quando il film è stato girato e concluso entro lo scorso settembre, fresco fresco d'ingaggio con la Lazio e anzi già impegnato nelle prime comparse in campionato.
In realtà, le scene del film risalivano a tempi ancora precedenti ai suoi impegni più seri con il calcio italiano. Ciani si è reso conto che giocare in Italia non è una cosa da dilettante, e ha dovuto mettere tutto il suo impegno professionale per riuscire a sfondare anche nella stima di Petkovic e dei tifosi biancocelesti. Comunque musica e cinema restano un hobby divertente e rilassante per il bravissimo centrale della Lazio.
domenica 16 dicembre 2012
Lazio terza, Napoli battuto, secondo posto a un solo punto
Clamoroso a Napoli: il Bologna passa nel finale e vince per 3-2. Così la squadra di Mazzarri si ferma a quota 33 ed è raggiunta dalla Lazio al terzo posto.
L'Inter è seconda a quota 34, un solo punto in più. Forza, ragazzi di Petkovic: il campionato ricomincia, almeno per il secondo posto e soprattutto per la Champions League!
L'Inter è seconda a quota 34, un solo punto in più. Forza, ragazzi di Petkovic: il campionato ricomincia, almeno per il secondo posto e soprattutto per la Champions League!
Anni di scuola: 64. Un'amicizia incrollabile
Guido Sentinelli è stato sempre un uomo discreto e silenzioso, di cui io, a soli sei chilometri di distanza quali sono quelli tra Cave e Palestrina, non ho più avuto occasione di sentir parlare, fino a quando, dodici anni dopo, un suo concittadino, ricoverato come me per un intervento chirurgico all'ospedale di Colleferro, seppe dirmi solo questo: - Guido Sentinelli? E' tantissimo tempo che non lo vedo passare davanti alla mia officina, dirimpetto alla scuola del "Luzzatti"-
Guido, all'incirca mio coetano, ha 75 anni, ho saputo che è stato male ma ora va benissimo, ed è vissuto sempre nel massimo silenzio, assai rispettoso dell'altrui come della sua privacy. Così vivono i veri gentiluomini.
Con Guido Sentinelli e padre Renzo Meuti, un comunista, un prete e un repubblicano, io ho composto un trio di colleghi ed amici vissuti insieme per trent'anni sempre rispettosi della propria amicizia e della propria reciproca stima. Sono rimaste memorabili le nostre gite scolastiche trascorse per una setttimana sul Lago di Garda, dove i padri trinitari erano proprietari di una vecchia e grande villa malridotta, e ospitavano un gruppo di una ventina di ragazzi che si rifacevano i letti e si preparavano i pasti sotto la guida di padre Renzo, e facevano lunghissime cavalcate a piedi per risalire verso quella villa a mezza costa sulla riviera di Salò.
Padre Renzo e Sentinelli erano dei formidabili arrampicatori. Poi padre Renzo è diventato parroco nel paese montano di Ovindoli, e una volta io e Guido siamo andato a trovarlo e trascorremmo un'intera giornata insieme a lui, a testimonianza di una vecchia e incrollabile amicizia.
Guido, all'incirca mio coetano, ha 75 anni, ho saputo che è stato male ma ora va benissimo, ed è vissuto sempre nel massimo silenzio, assai rispettoso dell'altrui come della sua privacy. Così vivono i veri gentiluomini.
Con Guido Sentinelli e padre Renzo Meuti, un comunista, un prete e un repubblicano, io ho composto un trio di colleghi ed amici vissuti insieme per trent'anni sempre rispettosi della propria amicizia e della propria reciproca stima. Sono rimaste memorabili le nostre gite scolastiche trascorse per una setttimana sul Lago di Garda, dove i padri trinitari erano proprietari di una vecchia e grande villa malridotta, e ospitavano un gruppo di una ventina di ragazzi che si rifacevano i letti e si preparavano i pasti sotto la guida di padre Renzo, e facevano lunghissime cavalcate a piedi per risalire verso quella villa a mezza costa sulla riviera di Salò.
Padre Renzo e Sentinelli erano dei formidabili arrampicatori. Poi padre Renzo è diventato parroco nel paese montano di Ovindoli, e una volta io e Guido siamo andato a trovarlo e trascorremmo un'intera giornata insieme a lui, a testimonianza di una vecchia e incrollabile amicizia.
Cave: Umbertini-Felici lotta ai ferri corti
L'UDC di Cave, con un infuocato manifesto, scende in campo contro il sindaco Massimo Umbertini, che ha dimissionato l'assessore al turismo Fabio Felici, colpevole di essersi astenuto sul voto per il Piano Regolatore.
In realtà, in vista del non lontano voto per il rinnovo dell'amministrazone previsto fra 14 mesi, si apre una vera lotta all'interno della maggioranza, con il PDL a difesa delle posizioni di Umbertini, peraltro non ricandidabile dopo due legislature come sindaco, e l'UDC a difesa di Fabio Felici, che era finora il candidato in pectore per la sostituzione di Umbertini.
E' una lotta, dunque, destinata ad avere ancora clamorosi sviluppi, data la grande personalità dei due giovani contendenti politici.
In realtà, in vista del non lontano voto per il rinnovo dell'amministrazone previsto fra 14 mesi, si apre una vera lotta all'interno della maggioranza, con il PDL a difesa delle posizioni di Umbertini, peraltro non ricandidabile dopo due legislature come sindaco, e l'UDC a difesa di Fabio Felici, che era finora il candidato in pectore per la sostituzione di Umbertini.
E' una lotta, dunque, destinata ad avere ancora clamorosi sviluppi, data la grande personalità dei due giovani contendenti politici.
Se la Lazio vale l'Inter...
E' indiscutibilmente vero: la Lazio di Petkovic vale quanto l'Inter di Stramaccioni.
Se tanto mi dà tanto, se una vittoria non fa primavera ma fa almeno promessa di bel tempo, possiamo ritenere che Petkovic ha forgiato una squadra valida, finora pari almeno a quella di Reja, ma da questo momento in poi anche un po' di più, perchè di questi tempi la squadra di Reja entrava in crisi e invece quella di Petkovic la sua crisetta l'ha già superata.
Abbiamo ancora la Coppa Italia. Abbiamo ancora tutta l'Europa League. Su tutti e tre i campi la Lazio può trovare belle soddisfazioni. Se, dunque, la Lazio vale quanto l'Inter, allora possiamo dire che nella lotta per lo scudetto, in qualche modo, ci dobbiamo rientrare anche noi, perchè, anche se l'Inter ha colto due pali, la Lazio ha almeno mostrato più cinismo e concretezza, se non altro dominando nel primo tempo e mostrandosi valida antagonista nella ripresa.
Siamo convinti, per quel che stiamo vedendo, che la Lazio da questo momento spiccherà il volo nel confronto di quella degli anni passati, e si terrà almeno in corsa per quel terzo posto che vale finalmente la Champions League.
Abbiamo bisogno di rinforzi? Forse ci manca una seconda punta fortissima da affiancare a Klose, ma abbiamo anche un sovrappiù costituito dai tanti Rocchi, Floccari, Zarate, Stankevicius, Foggia, Carrizo, forse anche Diakité e Kozak da smaltire, e in contropartita qualche grosso nome imprevisto potrebbe anche arrivare. Se Lotito riuscisse a racimolare una decina di milioni in contanti, si potrebbero anche metter le mani su qualche Huntelaar o Podolski, non si sa mai. E allora la Lazio...
Se tanto mi dà tanto, se una vittoria non fa primavera ma fa almeno promessa di bel tempo, possiamo ritenere che Petkovic ha forgiato una squadra valida, finora pari almeno a quella di Reja, ma da questo momento in poi anche un po' di più, perchè di questi tempi la squadra di Reja entrava in crisi e invece quella di Petkovic la sua crisetta l'ha già superata.
Abbiamo ancora la Coppa Italia. Abbiamo ancora tutta l'Europa League. Su tutti e tre i campi la Lazio può trovare belle soddisfazioni. Se, dunque, la Lazio vale quanto l'Inter, allora possiamo dire che nella lotta per lo scudetto, in qualche modo, ci dobbiamo rientrare anche noi, perchè, anche se l'Inter ha colto due pali, la Lazio ha almeno mostrato più cinismo e concretezza, se non altro dominando nel primo tempo e mostrandosi valida antagonista nella ripresa.
Siamo convinti, per quel che stiamo vedendo, che la Lazio da questo momento spiccherà il volo nel confronto di quella degli anni passati, e si terrà almeno in corsa per quel terzo posto che vale finalmente la Champions League.
Abbiamo bisogno di rinforzi? Forse ci manca una seconda punta fortissima da affiancare a Klose, ma abbiamo anche un sovrappiù costituito dai tanti Rocchi, Floccari, Zarate, Stankevicius, Foggia, Carrizo, forse anche Diakité e Kozak da smaltire, e in contropartita qualche grosso nome imprevisto potrebbe anche arrivare. Se Lotito riuscisse a racimolare una decina di milioni in contanti, si potrebbero anche metter le mani su qualche Huntelaar o Podolski, non si sa mai. E allora la Lazio...
sabato 15 dicembre 2012
Miracolo di Klose: battuta un'Inter insidiosa
Miracolo di Miro Klose a dieci minuti dalla fine, con un gran gol che gela l'Inter. La squadra nerazzurra, bloccata per tutto il primo temp da una Lazio superiore ma incapace di schiodare il risultato, nella ripresa ci ha dato dentro con energia, chiamando Palacio e poi anche Coutinho al fianco di Milito e Cassano. Due pali colpiti da Guarin e Cassano e una grande parata di Marchetti hanno impedito all'Inter di passare: poi si è acceso all'improvviso quel grande campione che è Klose, il quale manca prima un gol facile davanti ad Handanovic, ma subito dopo lo infilza con un grandissimo diagonale.
Proprio questo miracolo di Klose ha consentito alla Lazio di fare sua una partita importantissima, che ne rilancia le ambizioni a un solo punto dai nerazzurri. Grande prestazione difensiva di due blocchi poderosi cone quelli dell'Inter e della Lazio, una squadra, questa, che avrebbe bisogno di una seconda punta al fianco di Klose. Miro, infatti, non sempre può risolvere tutto.
Ottime prove di Gonzalez, uomo dovunque, e di Ciani che ha composto con Biava un duo centrale davvero forte. Radu ha inanellato un'altra buona prestazione. Nella ripresa sono entrati Candreva per Lulic, Floccari per gli ultimi cinque minuti al posto di Klose infortunato, ed anche Dias al rientro dopo il lungo infortunio.
Ed ora, per la Lazio, si aprono grandi orizzonti.
Proprio questo miracolo di Klose ha consentito alla Lazio di fare sua una partita importantissima, che ne rilancia le ambizioni a un solo punto dai nerazzurri. Grande prestazione difensiva di due blocchi poderosi cone quelli dell'Inter e della Lazio, una squadra, questa, che avrebbe bisogno di una seconda punta al fianco di Klose. Miro, infatti, non sempre può risolvere tutto.
Ottime prove di Gonzalez, uomo dovunque, e di Ciani che ha composto con Biava un duo centrale davvero forte. Radu ha inanellato un'altra buona prestazione. Nella ripresa sono entrati Candreva per Lulic, Floccari per gli ultimi cinque minuti al posto di Klose infortunato, ed anche Dias al rientro dopo il lungo infortunio.
Ed ora, per la Lazio, si aprono grandi orizzonti.
Anni di scuola: 63. Il professor Sentinelli
Il professor Guido Sentinelli, insegnante di matematica nel mio corso all'Istituto Tecnico "Luzzatti" di Palestrina è stato probabilmente il collega col quale mi sono trovato meglio nel corso di lunghi anni, uuna ventina circa.
Di buon cuore, umile, semplice, abitava in una vecchissima casa storica proprio al centro di Palestrina, in vicolo delle Monache, nel cuore dell'antico tempio della Dea Fortuna risalente a ventotto secoli fa.
Quando in istituto avevamo delle riunioni pomeridiane, Guido non mancava mai l'occasione d'invitarmi a un frugale pranzo a casa sua, dall'affiatatissima moglie e dalla amata madre. Eravamo come fratelli, non abbiamo mai avuto modo, in venti anni, di litigare o di tenerci il broncio: e sì che le occasioni non mancavano davvero, come mi capitava spesso con quasi tutti gli altri colleghi.
Guido era iscritto da molti anni al PCI, era un fedelissimo, e mi raccontava che non mancava mai all'appello di qualsivoglia manifestazione politica, specialmente nella gran faticata di erigere i palchi per i comizi. Che cosa aveva avuto, Sentinelli, in cambio di tanto prodigarsi? Nulla; nessun aiuto per trovare un lavoro ai suoi due figli, che hanno dovuto farsi strada faticosamente da soli. E lui personalmente, nella sua carriera? Nulla.
Sto qui a pensare che Guido ha sofferto per tutta la vita della mia stessa malattia: quella di avere avuto tantissime conoscenze, di aver accumulato un bel po' di meriti, e soprattutto quella di non aver mai saputo chiedere, illudendosi che gli altri vedessero e capissero. Gli altri, invece, hanno solo visto e capito che di uomini buoni e miti come Guido (e me...) era solo il caso di approfittare senza dar nulla in cambio. Io sotto altro cielo, sotto altre stelle, ma che somigliavano terribilmente allo steso cielo e alle stesse stelle di Guido Sentinelli.
Di buon cuore, umile, semplice, abitava in una vecchissima casa storica proprio al centro di Palestrina, in vicolo delle Monache, nel cuore dell'antico tempio della Dea Fortuna risalente a ventotto secoli fa.
Quando in istituto avevamo delle riunioni pomeridiane, Guido non mancava mai l'occasione d'invitarmi a un frugale pranzo a casa sua, dall'affiatatissima moglie e dalla amata madre. Eravamo come fratelli, non abbiamo mai avuto modo, in venti anni, di litigare o di tenerci il broncio: e sì che le occasioni non mancavano davvero, come mi capitava spesso con quasi tutti gli altri colleghi.
Guido era iscritto da molti anni al PCI, era un fedelissimo, e mi raccontava che non mancava mai all'appello di qualsivoglia manifestazione politica, specialmente nella gran faticata di erigere i palchi per i comizi. Che cosa aveva avuto, Sentinelli, in cambio di tanto prodigarsi? Nulla; nessun aiuto per trovare un lavoro ai suoi due figli, che hanno dovuto farsi strada faticosamente da soli. E lui personalmente, nella sua carriera? Nulla.
Sto qui a pensare che Guido ha sofferto per tutta la vita della mia stessa malattia: quella di avere avuto tantissime conoscenze, di aver accumulato un bel po' di meriti, e soprattutto quella di non aver mai saputo chiedere, illudendosi che gli altri vedessero e capissero. Gli altri, invece, hanno solo visto e capito che di uomini buoni e miti come Guido (e me...) era solo il caso di approfittare senza dar nulla in cambio. Io sotto altro cielo, sotto altre stelle, ma che somigliavano terribilmente allo steso cielo e alle stesse stelle di Guido Sentinelli.
Fiuggi: stasera il Cantagiro
Stasera, 15 dicembre 2012, nello storico Teatro delle Fonti, finalissima del Cantagiro, a 50 anni esatti di distanza da quello del 1962.Ospiti molti nomi di grandi cantanti nazionali e internazionali come Jimmy Fontana e i vincitori di premi di diversi paesi europei.
Conduce il catanese Ruggero Sardo.
I 120 semifinalisti di tutta Italia si contenderanno i tre primi posti. Si assegneranno i premi della critica, di più interessante tema sociale e di miglior voce radiofonica. Direttore artistico Dario Salvatori, supervisore Grazia Di Michele, direttore generale Elvino Echoeni e direttore musicale Mario Toro Santucci. Le migliori canzoni saranno inserite in un compilation a carattere nazionale.
In giornata, per le vie di Fiuggi sfilata di auto e di vespe d'epoca in ricordo del vecchio Cantagiro.
Conduce il catanese Ruggero Sardo.
I 120 semifinalisti di tutta Italia si contenderanno i tre primi posti. Si assegneranno i premi della critica, di più interessante tema sociale e di miglior voce radiofonica. Direttore artistico Dario Salvatori, supervisore Grazia Di Michele, direttore generale Elvino Echoeni e direttore musicale Mario Toro Santucci. Le migliori canzoni saranno inserite in un compilation a carattere nazionale.
In giornata, per le vie di Fiuggi sfilata di auto e di vespe d'epoca in ricordo del vecchio Cantagiro.
Tommaso Rocchi se ne va con l'Inter?
Forse è arrivato un momento che i veri tifosi della Lazio non avrebbero mai voluto vivere: quello della partenza dell'amatissimo capitano Tommaso Rocchi. A quanto pare, Stramaccioni sta cercando un vice-Milito, e si è ricordato di Tommaso, un giocatore ancora valido, autore di cento gol in serie A, atleta serio e sempre impegnato, che mai avrebbe voluto lasciare la sua Lazio.
Ma come si fa, se una società come l'Inter ti offre un ingaggio biennale dietro un onesto compenso, fornendoti la possibilità di giocare ancora con una certa continuità in serie A e di allungare la serie dei tuoi gol?
Dunque, il buon Tommaso, ormai soltanto punta numero 5 della Lazio (Klose Floccari Kozak Zarate davanti a lui), ci sta pensando seriamente, ed è assai probabile che l'incontro tra dirigenti laziali e interisti per la partita di stasera riesca a realizzare questo passaggio, sicuramente buono per l'Inter e per il giocatore, mentre la Lazio prova un po' di malinconia a veder partire un nome così caro da più di sei anni alle folle biancocelesti.
Se davvero Rocchi partirà ( e lo vogliono anche altre squadre...), gli auguriamo di trovare sul serio nell'Inter quella società disposta a valorizzarne le capacità ancora intatte, che potranno essere preziose specialmente nel finale di qualche partita complicata e dura da portare a termine, in cui si richieda un giocatore esperto e duttile come sa essere Rocchi, dotato tra l'altro ancora di un notevole fiuto del gol.
Una cosa è sicura, per noi laziali: un giocatore come Tommaso Rocchi non lo dimenticheremo mai, sarà sempre nel nostro cuore, accanto ai nomi di Piola, Signori, Chinaglia e Giordano.
Ma come si fa, se una società come l'Inter ti offre un ingaggio biennale dietro un onesto compenso, fornendoti la possibilità di giocare ancora con una certa continuità in serie A e di allungare la serie dei tuoi gol?
Dunque, il buon Tommaso, ormai soltanto punta numero 5 della Lazio (Klose Floccari Kozak Zarate davanti a lui), ci sta pensando seriamente, ed è assai probabile che l'incontro tra dirigenti laziali e interisti per la partita di stasera riesca a realizzare questo passaggio, sicuramente buono per l'Inter e per il giocatore, mentre la Lazio prova un po' di malinconia a veder partire un nome così caro da più di sei anni alle folle biancocelesti.
Se davvero Rocchi partirà ( e lo vogliono anche altre squadre...), gli auguriamo di trovare sul serio nell'Inter quella società disposta a valorizzarne le capacità ancora intatte, che potranno essere preziose specialmente nel finale di qualche partita complicata e dura da portare a termine, in cui si richieda un giocatore esperto e duttile come sa essere Rocchi, dotato tra l'altro ancora di un notevole fiuto del gol.
Una cosa è sicura, per noi laziali: un giocatore come Tommaso Rocchi non lo dimenticheremo mai, sarà sempre nel nostro cuore, accanto ai nomi di Piola, Signori, Chinaglia e Giordano.
venerdì 14 dicembre 2012
Anni di scuola: 62. Un bell'esame di maturità
Ad Amalfi cominciavamo gli orali al mattino presto, intorno alle otto. I ragazzi della maturità erano ventiquattro, e interrogandone quattro al giorno bastò una settimana per esaminarli tutti. Ulteriori quattro giorni passarono tra la domenica e il mercoledì successivo per le operazioni di scrutinio. Undici giorni di esame intensi, ma anche la possibilità di consumare i pasti in albergo per il gruppo compoleto degli insegnanti e la comune decisione di trascorrere il pomeriggio sulla spiaggia di Amalfi.
Ci accordammo, in albergo, per un pasto leggero da portare in spiaggia poco dopo mezzogiorno, per consumare poi un'allegra cena collettiva al termine della giornata.
Fu il più bell'esame di maturità della mia lunghissima esperienza d'insegnante. Feci amicizia con i commissari: il vicepresidente insegnava geografia ed era di Bari, c'erano poi tre simpatiche insegnanti di lingue, una tedesca di madrelingua, una di spagnolo, e una terza di francese e inglese.
Dopo cena trascorrevamo ancora del tempo insieme visitando le pittoresche stradine e i monumenti caratteristici di Amalfi, oppure i dintorni, con Positano e Vietri sul Mare. Ricordo dei monumenti molto belli, a distanza di tanti anni, e la commissione, così affiatata, operò benissimo anche dal punto di vista della serietà dell'esame, un impegno preso sul serio malgrado le lunghe ore trascorse sulla spiaggia.
Quando tornammo a Roma per concludere i lavori, per la classe dell'istituto di Amalfi avevamo deciso già tutto in buona armonia, e nessuno di noi si pentì di aver vissuto un'esperienza così articolata che, alla vigilia, avevamo fatto tanta fatica ad accettare pensando alle difficoltà logistiche e ai fastidi della trasferta.
Ci accordammo, in albergo, per un pasto leggero da portare in spiaggia poco dopo mezzogiorno, per consumare poi un'allegra cena collettiva al termine della giornata.
Fu il più bell'esame di maturità della mia lunghissima esperienza d'insegnante. Feci amicizia con i commissari: il vicepresidente insegnava geografia ed era di Bari, c'erano poi tre simpatiche insegnanti di lingue, una tedesca di madrelingua, una di spagnolo, e una terza di francese e inglese.
Dopo cena trascorrevamo ancora del tempo insieme visitando le pittoresche stradine e i monumenti caratteristici di Amalfi, oppure i dintorni, con Positano e Vietri sul Mare. Ricordo dei monumenti molto belli, a distanza di tanti anni, e la commissione, così affiatata, operò benissimo anche dal punto di vista della serietà dell'esame, un impegno preso sul serio malgrado le lunghe ore trascorse sulla spiaggia.
Quando tornammo a Roma per concludere i lavori, per la classe dell'istituto di Amalfi avevamo deciso già tutto in buona armonia, e nessuno di noi si pentì di aver vissuto un'esperienza così articolata che, alla vigilia, avevamo fatto tanta fatica ad accettare pensando alle difficoltà logistiche e ai fastidi della trasferta.
Palestrina: piano integrazione immigrati
La Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini, e in particolare l'associazione CReA di Palestrina, col sostegno delle ASL Roma H e G, ha presentato una proposta progettuale finanziata ai Fondi Europei per l'integrazione dei cittadini di paesi terzi.
La Comunità Montana, su 173 mila abitanti, presenta 17 mila stranieri, una presenza media del 10 per cento e punte di oltre il 12,2 a Zagarolo. L'indice d'integrazione è medio-basso, e mancano i collegamenti tra i comuni, come sottolinea il presidente Giuseppe De Righi, nei settori dell'anagrafe e sicurezza, abitazioni, servizi, istruzione, cultura e lavoro, collegamenti necessari per potenziare questo settore soprattutto per quanto si riferisce all'imprenditoria straniera. E' necessario, secondo le dichiarazioni del direttore generale Rodolfo Salvatori, un sistema unico di raccolta dati, per favorire una migliore integrazione.
La Comunità Montana, su 173 mila abitanti, presenta 17 mila stranieri, una presenza media del 10 per cento e punte di oltre il 12,2 a Zagarolo. L'indice d'integrazione è medio-basso, e mancano i collegamenti tra i comuni, come sottolinea il presidente Giuseppe De Righi, nei settori dell'anagrafe e sicurezza, abitazioni, servizi, istruzione, cultura e lavoro, collegamenti necessari per potenziare questo settore soprattutto per quanto si riferisce all'imprenditoria straniera. E' necessario, secondo le dichiarazioni del direttore generale Rodolfo Salvatori, un sistema unico di raccolta dati, per favorire una migliore integrazione.
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