A Parma è arrivata una sconfitta che ha tutta l'aria di una svolta. E' la partita dell'addio di Reja, anche se il finale del campionato dovesse essere favorevole, anche se la squadra dovesse raggiungere, malgrado tutto, la Champions.
Sì, sono stati gli infortuni, di Lulic e di Klose soprattutto, a decidere questo declino biancoceleste. Ieri è saltato anche Dias in vista di due partite fondamentali con Napoli e Juventus: dovremo disputarle senza quelle che sono senza alcun dubbio le tre pedine fondamentali della squadra, la sua ossatura. Però, l'infortunio a Dias è capitato quando si era già spalancato, ancora una volta, l'abisso della sconfitta con uno 0-2 iniziale che ci ha mozzato il fiato in troppe occasioni.
La Lazio, in questo momento, manca della necessaria concentrazione, e appare lessa. Non è questione di reparti, perchè nessuno dei tre ha funzionato, a partire da quel centrocampo che da sempre è stato la nostra forza. Ma ieri proprio non c'era: senza Brocchi e il suo ringhio, senza Hernanes e la sua fantasia a intermittenza, con un Mauri non ancora a posto, anche Ledesma e Gonzalez si sono perduti.
Che rincalzi di valore abbiamo? Squalificato Diakité, la difesa non presenta altro. E in mediana Candreva è solo un ripiego. Non parliamo dell'attacco: Kozak ha mostrato tutti i suoi limiti, pur restando l'unico pericoloso. Ahimé, alla Lazio mancano quei quattro-cinque sostituti di buon valore che ogni squadra di prima fila deve possedere se non vuole squagliarsi nei momenti di difficoltà.
Perchè svolta anche per Reja? Perché a lungo andare anche un motore di grande potenza comincia a ingolfarsi e comincia a non concedere più fiducia nelle sue risorse. Urge aria nuova, pare che Zola sia una possibilità concreta. Ora, per evitare che la squadra resti con le ruote a terra, bisogna solo contare sulla sua reazione orgogliosa che la ponga nelle condizioni di fare l'ultimo miracolo. Ma dopo Parma si cambia.
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